L'iter parlamentare del disegno di legge sull'immigrazione sta per giungere alla sua conclusione. Dopo l'ampia e proficua revisione del testo operata dalla Camera, il Senato sta per approvarlo senza apportare ulteriori modifiche. Questa scelta, imposta dal Governo e assecondata dalla maggioranza, ha impedito di correggere il disegno di legge nelle parti che ancora mostrano, a parere di associazioni e sindacati, gravi difetti: quelle concernenti espulsioni e respingimenti alla frontiera, rinnovi e revoche dei permessi di soggiorno, requisiti per il rilascio e per il mantenimento della carta di soggiorno. E' la dimostrazione in vivo dei guasti che produrra' la costituzionalizzazione del cosiddetto "voto bloccato" (art.95 del testo proposto dalla Bicamerale), esteso dissennatamente ai disegni di legge in materia di diritti fondamentali.

Quella che vede la luce e' cosi' una legge a due facce. La prima, finalizzata alla tutela dei diritti fondamentali della persona (sanita', assistenza sociale, unita' familiare, condizione dei minori) e all'individuazione di strumenti potenzialmente efficaci per la regolazione degli ingressi per lavoro subordinato, lavoro autonomo e studio, corrisponde all'idea di uno Stato forte e solido, che sa accogliere e tutelare lo straniero senza averne paura. La seconda, fondata sulla negazione di spazi di ricorso effettivo contro i provvedimenti che limitano la liberta' personale e sulla attribuzione presuntiva di un alto grado di pericolosita' sociale allo straniero indigente, da' invece l'immagine di uno Stato insicuro, destabilizzato dalla semplice vista della poverta', e irrogatore frettoloso di provvedimenti che mal sopporterebbero il vaglio di un contollo giuridizionale. Sfortunatamente, trattandosi di diritti, non si puo' pensare di sommare algebricamente diritti riconosciuti e diritti negati per ricavarne un voto complessivo sul livello di equita' della legge: se respingo senza alcuna tutela un potenziale rifugiato verso un paese dove sia messa a rischio la sua vita (e' successo a centocinqanta egiziani sbarcati in Calabria in dicembre), non posso pensare di rimettermi a paro con la giustizia garantendo l'istruzione obbligatoria al figlio di un'altro straniero...

A queste osservazioni la maggioranza ha risposto sostenendo che in fase di stesura di regolamento e di decreti delegati e' possibile migliorare il quadro normativo che da questa legge deriva. E' doveroso assumere che chi sostiene questa linea sia in perfetta buona fede. E' altrettanto doveroso pero' fargli presente che non sara' un compito facile: a partorire regolamento e decreti attuativi saranno quegli stessi uffici che hanno visto come fumo negli occhi tutti gli emendamenti (ottimi) apportati dalla Camera. Per quale ragione dovrebbero ora autoemendarsi? Quale forza per verificare e pretendere che i dovuti miglioramenti siano apportati avra' domani quel Parlamento che oggi si astiene dall'apportarli? Ad ogni buon conto, le premesse per condurre, sia pure su tempi piu' lunghi, questo lavoro migliorativo ci sono: il Governo ha dato parere favorevole ad una serie di ordini del giorno che lo impegnano a curare, per via regolamentare o nell'ambito della delega legislativa, le piaghe principali del testo in questione. Un punto resta pero' ancora in sospeso: quello della regolarizzazione degli stranieri gia' presenti irregolarmente in Italia. Un ordine del giorno approvato in commissione impegna, in modo piuttosto blando, il Governo a valutare se sia opportuno provvedere a far emergere quanti sono impegnati in attivita' di lavoro subordinato. Che il Governo non si sforzi troppo in quest'opera di valutazione: e' opportuno! Lo assicurano tutte quelle forze sociali alle quali il Governo stesso ricorre ogni volta che c'e' uno sbarco di albanesi o di curdi o di pakistani. Quelle stesse forze segnalano come non basti far emergere i lavoratori subordinati: bisogna regolarizzare anche i lavoratori autonomi, quelli precari, gli studenti, i familiari e gli stranieri per cui un italiano o un altro straniero, o un'associazione, sono disposti a prestare garanzia di sostentamento. In questo modo si evita alla polizia l'incombenza di espellere duecentomila persone, e al Paese la vergogna di cacciare come malfattori quanti hanno contribuito, da produttori e da consumatori, alla crescita del PIL in questi anni di vacche magre. Dalla coesione che PDS, Verdi, Rifondazione e Popolari sapranno mostrare nell'assegnare, sotto forma di impegno vincolante, un compito dettagliato al Governo e dalla disponibilita' di questo ad assumerlo effettivamente si capira' quanto sia credibile la prospettiva di perfezionamento futuro della legge. Da tutto questo dipendera', in gran parte, il giudizio complessivo di associazioni e sindacati sull'intera vicenda.