Al Presidente del Consiglio

On. Prof. Romano Prodi

 

 

 

Roma, 21 Gennaio 1998

 

 

Illustre Presidente,

nell'imminenza dell'approvazione del Disegno di legge sull'immigrazione, desideriamo, ciascuno nei propri ambiti di competenza, portare alla Sua attenzione i seguenti motivi di preoccupazione.

Nonostante quanto segnalato, da parte di tutto l'arco dell'associazionismo e del mondo sindacale successivamente all'approvazione del Disegno di legge da parte della Camera dei deputati, in merito alla necessita' di emendamento del testo, nessuna modifica e' stata apportata da parte della Commissione affari costituzionali del Senato. Si e' trascurato in particolare, in nome di una pretesa urgenza di approvazione, di correggere elementi che, in relazione alla disciplina delle espulsioni, dei respingimenti alla frontiera, dei rinnovi e delle revoche dei permessi di soggiorno, rischiano di mettere a repentaglio diritti elementari degli stranieri in Italia. E' improbabile poi, sebbene auspicabile, che i lavori dell'Aula conducano, in mancanza di un adeguato segnale da parte del Governo, a tali correzioni.

Il Disegno di legge prevede, d'altra parte, una significativa razionalizzazione dei meccanismi di ingresso per motivi di lavoro, di famiglia e di studio, riconoscendosi come le norme fino ad oggi vigenti in materia non siano state in grado di assicurare adeguate modalita' di ingresso e soggiorno regolare in Italia ed abbiano finito anzi per costringere i flussi migratori a percorrere vie irregolari. Gia' in passato sono stati riconosciuti, in proposito, necessari ed urgenti provvedimenti di regolarizzazione di situazioni di soggiorno in condizioni illegali. Tali provvedimenti hanno consentito l'emersione di circa quattrocentocinquantamila posizioni, con grande vantaggio per le condizioni di inserimento sociale degli interessati e per il regolare andamento del mercato del lavoro italiano, a fronte di meno di duecentomila ingressi autorizzati ab origine per lavoro o per ricongiungimento familiare nello stesso periodo. Dell'ultimo provvedimento di regolarizzazione adottato (il decreto-legge n.489/1995, piu' volte reiterato) hanno pero' potuto beneficiare solo i cittadini stranieri, inseriti nel mercato del lavoro subordinato ovvero in nuclei familiari, gia' presenti in Italia alla data del 19 novembre 1995. Si trovano cosi' attualmente in posizione irregolare tanto gli stranieri gia' allora occupati in attivita' di lavoro autonomo o precario, quanto quelli entrati in Italia successivamente a detta data.

Esiste ora il concreto pericolo che provvedimenti di espulsione siano adottati, in esecuzione delle disposizioni della nuova legge, a carico di cittadini stranieri di fatto da lungo tempo inseriti, o facilmente inseribili, nel tessuto sociale e lavorativo del Paese, o radicati in contesti familiari meritevoli di protezione.

Riteniamo quindi indispensabile che sia adottato, contestualmente all'entrata in vigore della legge, un provvedimento di regolarizzazione che consenta l'emersione di quanti, gia' presenti irregolarmente nel territorio dello Stato, svolgono attivita' produttive (lavoro subordinato, anche in condizioni precarie, o lavoro autonomo) o attivita' di studio, di quanti sono inseriti in contesti familiari, di coloro per i quali un cittadino italiano o straniero o un ente siano disposti a prestare garanzia di sostentamento.

Chiediamo di poterLe esporre in un incontro le ragioni che militano in favore di queste istanze, anche in vista della stesura del regolamento attuativo e dei decreti legislativi previsti dalla legge. Grati per l'attenzione che Ella vorra' dedicare a questa richiesta, Le porgiamo

Distinti saluti