27 Luglio

 

 

 

 

 

Cara Rosy,

entro gli ultimi giorni di Agosto o i primi di Settembre il Governo adottera' precise decisioni in merito alla regolarizzazione degli stranieri irregolarmente presenti in Italia. Stiamo cercando di convincere Napolitano a definire criteri (possibimente non restrittivi) per l'emersione dalle condizioni di irregolarita' o di clandestinita' (visto che di sanatoria generalizzata lo stesso Napolitano non vuol sentir parlare), senza che siano posti tetti numerici a queste possibilita' di emersione. Sfortunatamente, pare che Treu prema in direzione opposta, chiedendo che tali tetti (quote) siano posti.

Riteniamo dissennata questa posizione, dal momento che nessuno sa veramente quantificare l'attuale ammontare delle presenze irregolari in Italia (le cifre fornite dal Governo - 235.000 irregolari - sono autentici numeri del lotto), e che, comunque, le quote a cui pensano Treu e Napolitano non superano probabilmente le 50.000 unita'.

Siamo convinti che l'introduzione di tetti numerici sulle regolarizzazioni finira' per avere come conseguenze lo scatenarsi di un commercio, gestito dalla malavita, di documentazioni false, e il permanere in condizioni di irregolarita' di un gran numero (due-trecentomila) di stranieri, troppo alto perche' si possa pensare di adottare provvedimenti di tipo diverso (di carattere repressivo o assistenziale che siano). Inoltre, ed e' argomento che interessa direttamente le tue competenze, permarrebbe un bacino troppo ampio di fruitori delle previsioni, di cui all'articolo 33 della legge 40, relative all'assistenza sanitaria degli stranieri non iscritti al Servizio sanitario nazionale.

Non e' da escludere che il Governo adotti due regolarizzazioni successive (una per il '98 e una per il '99), cercando di smaltire cosi' l'intero bacino di irregolarita'. Una scelta di questo genere puo' essere sensata, a condizione

a) che non si pongano limiti alle dimensioni complessive del processo di regolarizzazione;

b) che si ripartisca il numero complessivo di regolarizzazioni in modo equilibrato tra i due anni, tenendo conto del numero complessivo di domande (non ha senso fare per quest'anno i prudentini, consentendo 50.000 regolarizzazioni, se poi per il prossimo anno ne devo consentire - poniamo - 250.000!);

c) che si diano formali garanzie di non espellibilita' a coloro che fin da quest'anno chiedono di regolarizzarsi, e si dia loro la possibilita' di provvedere lecitamente al proprio sostentamento (possibilita' di lavorare legalmente).

Pur potendo facilmente immaginare i limiti entro i quali la tua azione e' tenuta a muoversi nell'ambito del Consiglio dei ministri, contiamo sul tuo interessamento perche' questi ragionamenti siano perfettamente chiari (e oggi evidentemente non lo sono) a chi deve assumere le decisioni in materia.

Un caro saluto

Sergio Briguglio