APPELLO PER LA REGOLARIZZAZIONE DEGLI STRANIERI

Sono trascorsi tre mesi dall'approvazione in Parlamento della nuova legge sull'immigrazione. Gran parte della sua efficacia dipendera' dal regolamento attuativo, dai decreti e dalle circolari ministeriali, dagli eventuali decreti legislativi che verranno emanati. Si tratta di un difficile e minuzioso lavoro e ci auguriamo che ne consegua un'interpretazione univoca e chiara tale da porre in atto le potenzialita' democratiche insite nel nuovo quadro normativo. Chiediamo percio' con forza, come ineludibile atto dovuto al momento dell'applicazione di una nuova legge, un provvedimento del Governo che consenta a quanti si trovino sul territorio in condizioni di irregolarita' riguardo al soggiorno di venirne fuori e di poter ottenere un titolo di soggiorno per iniziare un percorso di vita nella legalita'. Ci sembra che questo sia il senso sostanziale dell'ordine del giorno n° 100 del Senato, accolto dal Governo al momento dell'approvazione della nuova legge. Ci spingono a sollecitare un provvedimento per la regolarizzazione una serie di considerazioni:

a) L'area dell'irregolarita' ammonta, sulla base delle stime effettuate da piu' parti, ad alcune centinaia di migliaia di unità. Si tratta quindi, per un verso, di un numero sufficientemente contenuto da non rendere problematico, sul piano dell'ordine pubblico, il recupero alla legalita' del corrispondente bacino; per l'altro, di un numero sufficientemente grande da rendere impraticabile e inaccettabile il ricorso a massicce espulsioni sia per motivi sociali sia per quelli economici.

b) E' difficile pensare che tutti i consolati italiani all'estero siano in grado di attrezzarsi per il 1999 per la predisposizione delle liste di prenotazione previste dalla legge. L'emersione degli stranieri in posizione irregolare potrebbe quindi utilmente surrogare, per questa prima fase di applicazione della legge, la programmazione dei flussi (in modo particolare, quella relativa alle quote ammesse per ricerca di lavoro).

c) L'applicazione che e' stata data, in questi anni, alla normativa italiana sull'immigrazione si e' tradotta in una sostanziale chiusura di ogni canale di accesso legale al mercato del lavoro. Le successive regolarizzazioni (1987, 1990 e 1995) hanno parzialmente curato i guasti di tale applicazione, ma solo, ovviamente, con riferimento a quanti fossero gia' presenti in Italia. Dall'ultima regolarizzazione, inoltre, sono rimasti esclusi i lavoratori autonomi o precari, nonche' tutti quei lavoratori subordinati che non sono riusciti a conquistare il pagamento anticipato dei contributi.

Chiediamo quindi con urgenza un provvedimento del Governo che consenta la regolarizzazione di quanti si trovino attualmente in Italia.

Chiediamo che la possibilità di regolarizzarsi, sussistendo tali condizioni di inserimento, non venga automaticamente esclusa, come avvenuto in passato, in relazione a condanne per categorie predeterminate di reati, ma solo in casi di accertata pericolosità sociale, nello spirito del disposto dell'articolo 13 della legge.

La nostra richiesta si appella alle ragioni realistiche del buon governo del territorio e a quelle, altrettanto forti, dell'etica e della civiltà giuridica. Auspichiamo pertanto che esse trovino rispondenza nella sensibilita' del Governo e del Parlamento.

Roma, 26/5/98

CASA DEI DIRITTI SOCIALI, KIF-KIF, LUNARIA, NORD-SUD, PROGETTO DIRITTI, RETE ANTIRAZZISTA DI ROMA, SENZACONFINE, SOS RAZZISMO, VILLAGGIO GLOBALE, WILPF

Per adesioni: Lunaria fax: 06.8841859 Progetto diritti: tel/fax: 06.4463778