URGENTE

Alla c. a. del Ministro dell’interno

On. Rosa Russo Jervolino

Fax: 46549549

1 pg da Sergio Briguglio

 

 

Cara Rosetta,

Desidero segnalarti un problema della massima importanza in relazione alla regolarizzazione.

Una delle piu’ diffuse categorie di lavoratori stranieri in Italia e’ costituita da coloro che prestano la propria opera - poniamo — oggi come giardiniere per il Sig. Tizio, domani come imbianchino per il Sig. Caio, dopodomani come chissache per il Sig. etc. etc. E’ evidente che un’attivita’ di questo genere non solo e’ lecita, ma e’ anche preziosa, e di fatto consente a moltissimi stranieri di vivere dignitosamente, e a moltissimi italiani di fruire di piccoli servizi utili.

E’ altrettanto evidente che, con riferimento al decreto sulla regolarizzazione, questa attivita’ non puo’ configurarsi come lavoro dipendente, ne’ come lavoro "atipico", per il quale e’ richiesto comunque un rapporto non occasionale con un committente (art. 3, lettera b). La collocazione naturale — sarebbe lo stesso se si trattasse di lavoratori italiani, ovviamente — e’ quella del lavoro autonomo (art. 4). Il punto di rilievo, pero’, e’ che per questa attivita’ di lavoro autonomo l’unico adempimento richiesto e’ l’apertura della Partita IVA. Non esiste infatti un albo professionale che corrisponda alla figura descritta.

E’ necessario allora che sia chiaro alle Camere di Commercio che il nulla-osta, in questo caso, deve essere rilasciato a prescindere da qualunque iscrizione in albi o registri. E’ possibile, pero’, che le Camere di Commercio, in imbarazzo di fronte a una richiesta rispetto alla quale non hanno nulla da verificare (se non l’apertura della Partita IVA), si astengano dal dare il nulla-osta (in virtu’ di un principio spesso presente nella pubblica amministrazione: "quello che non posso negare non posso neanche concederlo").

E’ fondamentale, in tal caso, che alle Questure sia data disposizione di consentire, per il tipo di lavoratori qui considerato, l’accesso al permesso di soggiorno per lavoro autonomo, previa dimostrazione dell’apertura della Partita IVA, anche in assenza del nulla-osta da parte delle Camere di Commercio (che potrebbe essere considerato acquisito d’ufficio).

La mancanza di precise disposizioni in tal senso alle Camere di Commercio o alle Questure si risolverebbe in un grave danno per l’intera operazione di regolarizzazione. Nessuno di noi, infatti, se la sentirebbe di consigliare ai (numerosissimi) stranieri che si trovano nella posizione descritta di presentarsi in Questura.

Non avendo alcun modo di sensibilizzare direttamente il Ministero dell’industria a riguardo, ed essendo comunque determinante il ruolo che svolgeranno le Questure in relazione a quanto esposto, confidiamo in un tuo intervento mirato a dare soluzione al problema.

Cordiali saluti

 

 

 

Sergio Briguglio