A conclusione del suo mandato, Prodi ha firmato, avant'ieri sera, il decreto di programmazione dei flussi, col quale si avvia, tra l'altro, la regolarizzazione di immigrati presenti illegalmente nel nostro paese. Non e' ancora noto il testo del decreto, che dovrebbe aver subito modifiche, rispetto alla versione presentata originariamente, sulla base delle osservazioni critiche avanzate dalla commisione del Senato. Sembra certo che la data limite per la presentazione delle domande di regolarizzazione sia stata posticipata al 15 dicembre (contro il 30 novembre inizialmente previsto). Sembra anche che non sia stata toccata la cifra limite di trentaduemila permessi rilasciabili a coloro che chiedano di sanare la posizione relativa al soggiorno per motivi di lavoro. Non e' ancora dato di sapere, invece, se nel testo del decreto sia stata esplicitata una norma che assicuri l'inespellibilita', in attesa di ulteriori decreti, di quanti presentino domanda risultando in esubero rispetto al tetto fissato. Ne' si sa se siano stati allentati i criteri - molto stretti - per l'accesso a permessi per lavoro subordinato o autonomo. Le principali preoccupazioni degli immigrati, delle associazioni e dei sindacati, rispetto a tali criteri, sono dovute al fatto che nella versione trasmessa alle commissioni parlamentari non era prevista alcuna chance di regolarizzazione per chi fosse entrato dopo il 27 marzo scorso, ne' per chi avesse gia' subito un provvedimento di espulsione amministrativa. I criteri fissati, poi, precluderebbero la regolarizzazione anche a quanti abbiano difficolta' a dimostrare di disporre di un alloggio o vivano di lavori leciti, ma saltuari o precari, che costituiscono una via di mezzo, difficilmente classificabile, tra il lavoro subordinato e il lavoro autonomo. Resterebbero infine esclusi, dalla regolarizzazione per motivi familiari, quei familiari conviventi - quali figli maggiorenni, fratelli, cugini - che non rientrino nelle categorie per le quali la legge consente il ricongiungimento. Gran parte dell'esito di questa regolarizzazione - indispensabile per ridare respiro a quasi trecentomila persone e dignita' alla politica dell'immigrazione - dipendera' comunque dai contenuti della circolare attuativa che deve accompagnare la pubblicazione del decreto; dall'apertura - in particolare - con cui si decidera' di considerare ricevibili le domande, in attesa del rilascio di un permesso stabile. Gli immigrati non aspettano altro che di poter entrare in un circuito di legalita', ma potranno farlo solo se vi sara' un atteggiamento flessibile da parte del nuovo governo. Pretendere da soggetti deboli di moralizzare il mercato del lavoro e degli affitti, o lasciare sulle loro spalle il peso della mancata previsione, negli ultimi dieci anni, di un canale di ingresso legale equivarrebbe a condannare quei soggetti al nascondimento e alla paura. C'e' da augurarsi che il primo atto del neo-ministro, Rosa Russo Jervolino, che questo punto di vista, da parlamentare, ha sempre difeso con coraggio, sia una circolare che dia fiducia a persone che chiedono solo di vivere. E di aiutarci a vivere.