1) Il rispetto delle leggi dello Stato e' un dovere importante. Non meno importante, pero', soprattutto in settori di regolamentazione relativamente recente, e' l'impegno a che siano prodotte leggi giuste e lungimiranti. La qualita' della produzione legislativa in Italia e' oggi molto bassa.

2) La qualita' del quadro normativo vigente non deve essere sopravvalutata. In particolare, le norme che regolano il mercato del lavoro tendono a proteggere eccessivamente il lavoratore occupato rispetto a quello non occupato e agli interessi della collettivita'. Una riflessione coraggiosa su tali norme e' oggi necessaria, e l'immigrazione puo' suscitarla, con conseguenze positive anche per altre categorie a rischio di esclusione (i giovani prima di tutto). E' possibile, in ogni caso, concepire modelli di funzionamento del mercato nei quali, rispetto al caso di frontiere chiuse, la posizione dei lavoratori stranieri e dei datori di lavoro nazionali migliori senza che quella dei lavoratori nazionali peggiori.

3) Anche senza addentrarsi in una revisione delle regole del mercato del lavoro, la normativa vigente sull'immigrazione consente oggi di autorizzare l'ingresso legale in Italia per ricerca di lavorodi immigrati preventivamente iscritti in liste di prenotazione. Questo meccanismo appare incommensurabilmente piu' adatto di quello - ipocritamente prescritto fino ad oggi - della chiamata nominativa dall'estero. Flussi di cento-centocinquantamila immigrati per anno appaiono in linea con le esigenze (economiche e demografiche) italiane e con le quote ammesse, per diverse vie, in paesi come la Germania e gli Stati Uniti.

4) Finche' non si utilizza un tale meccanismo, le regolarizzazioni successive non sono da considerare dannose, ma costituiscono lo strumento naturale per curare i guasti di una gestione miope e timorosa del fenomeno. L'affermazione "mai piu' regolarizzazioni", se estratta da un adeguato contesto, e' da considerarsi avventata.

5) La disciplina delle espulsioni e dei respingimenti non puo' derogare per alcun motivo al rispetto dei diritti fondamentali e del principio della congruita' tra sanzione e violazione. Un maggior rigore e una maggiore efficacia di tale disciplina ha dei costi umani gravi; puo' essere invocata solo quando il soggiorno illegale si configuri come effettivo abbandono di una via legale percorribile. Il richiamo ad una maggiore severita' non puo' pertanto precedere temporalmente ne' logicamente quello alla realizzazione di una tale via.