Cara Annamaria,

provo a rispondere alle tue perplessita'.

1) Considerazione generale: il Governo italiano va dicendo da un mese che non ne vuole sapere di emanare un decreto ai sensi dell'art. 20. Non ho difficolta' a riconoscere che si tratta di un branco di idioti. Il problema e' che un decreto del genere e' di pura competenza del Governo, e quindi si tratta di convincere gli idioti, piu' che di far notare loro quanto siano idioti. Abbiamo quindi cercato di metterci nei panni di un ministro dell'interno che teme l'invasione, e di prospettare soluzioni che non equivalgano a dire "si', e' vero: fino ad oggi io, Rosa Jervolino, ho affermato stupidaggini", ma neanche a tenere chiuse le porte. Se riusciremo a fare aprire un po' le porte, potremo anche sperare in un successivo allargamento dell'apertura.

2) Il problema di quelli che arriveranno con gli scafisti: posto che non si puo' esigere il possesso di passaporto a dimostrazione della provenienza kosovara (i passaporti sono stati distrutti), quale criterio introduciamo per ammettere o respingere il sedicente kosovaro che sbarchi in Italia? Se bastasse l'autocertificazione della provenienza, l'Albania si svuoterebbe in tre giorni.

In mancanza di un decreto, chi oggi arriva con gli scafisti puo' solo sperare in una non-applicazione dell'espulsione. Non credo neanche (Jurgen mi ha convinto) nella possibilita' di presentare domanda d'asilo, se arriva dall'Albania, per via della clausola di irricevibilita' della domanda per soggiorno prolungato in paese terzo sicuro (art. 1 della legge 39/90).

Con un decreto "di compromesso" quale quello in oggetto si aprirebbero alcune possibilita' alternative. Concordo sulla necessita' di garantire l'informazione nei campi e, in generale, ai profughi.

2) Vincoli familiari: in mancanza di decreto non si va, di fatto, oltre il primo grado di parentela. Qui si sta proponendo il quarto (cugini e pronipoti). Si sta anche proponendo che il familiare ricongiunto sia a carico dello Stato. Per parenti di grado piu' alto o familiari acquisiti si e' ipotizzato il canale della sponsorizzazione. Posso immaginare situazioni delicate (ad esempio: per ricongiungimento, un kosovaro soggiornante in Italia puo' far venire la sorella e i figli di questa, ma non il cognato), ma non credo che si possa fare molto di piu'. Teniamo presente, comunque, che vale l'art. 28, comma 3, del Testo Unico (sul diritto prevalente del minore).

3) Attivita' aggiuntive: nessuna obiezione. Con riferimento alla proposta di decreto fin qui elaborata, potrebbe instaurarsi, ai fini dello screening, una collaborazione diretta ed informale ONG-ACNUR, e un rapporto diretto ACNUR-Governo.

4) Contatti con i parlamentari: ho parlato con Gianfranco Schiavone, raccomandandogli di tenerci al corrente di eventuali incontri con parlamentari e simili, e di tenere al corrente anche il CIR e gli altri organismi che stanno lavorando sul problema. Lo stesso, naturalmente, faremo noi. Gianfranco si e' detto pienamente disponibile.

5) Nella riunione del 27 aprile, all'ACNUR, si e' deciso di produrre anche una bozza di lettera per la Jervolino (ve la mando in altro messaggio), che accompagni la proposta del decreto, spiegandone i contenuti (ed eventualmente chiarendo - con i dovuti modi - che, comunque, un decreto del genere non sistemerebbe per niente l'imbrattatissima coscienza dei nostri ministri).

6) Si e' anche convenuto che in questi giorni si cerchera' di capire quale sia la modalita' di presentazione della proposta piu' idonea. La lettera di cui sopra (una volta emendata) dovrebbe chiedere anche un incontro, e potrebbe essere firmata da tutte le ONG coinvolte (quelle che se la sentono di firmarla, naturalmente). L'ACNUR potrebbe, poi, da fuori, inviare un messaggio con cui sostiene i contenuti della proposta e chiede di prender parte all'incontro.

7) In caso di porte chiuse da parte del Governo, si tratterebbe di dare, poi, piena pubblicita' alla proposta e di individuare gli opportuni strumenti di pressione. Fino a quel momento e' opportuno che la proposta non sia resa pubblica.

Inutile dirti che proposte circostanziate di modifica sono sempre benvenute (finche' il testo non parte). Inutile altresi' dirti che quanto piu' le proposte di modifica si muovono all'interno del quadro sopra delineato, tanto piu' e' facile che siano accolte o valutate senza che questo comporti un azzeramento del lavoro svolto.

Ciao

sergio