GRUPPO DI RIFLESSIONE

di organismi ed associazioni di ispirazione religiosa attivi nel campo delle migrazioni

ACLI

ACSE

ADRA

AGESCI

Caritas Italiana

Comunità di S. Egidio

CSER

Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia

Fondazione Migrantes della CEI

Gruppo Martin Buber - Ebrei per la pace

Jesuit Refugee Service

UCSEI

 

Roma, 28.4.1999

 

A tutti i membri del Gruppo di Riflessione

 

 

Ogg. bozza di decreto per lo status umanitario di profughi kosovari

 

Ho ricevuto la bozza, preparata da un gruppo di lavoro presso l’ACNUR, per un decreto che preveda lo status umanitario per i profughi kosovari.

Ho alcune perplessità sulla proposta:

1) il problema maggiore è che non si prevede niente per quelle persone che arriveranno con gli scafisti. Le categorie previste nella bozza avranno uno status speciale, mentre le persone arrivate prima o che non sapevano di questa possibilità (la diffusione di informazione nei campi è estremamente difficile) e si sono affidate agli scafisti, potranno solo chiedere asilo politico (con tutte le lungaggini che conosciamo). Avremo un problema di profughi di serie A e di serie B.

2) mi preoccupa la definizione dei limiti posti per il ricongiungimento familiare poiché i legami familiari vengono interpretati dai Kosovari in senso molto più ampio di quanto non sia previsto nella bozza del decreto.

Mi sembra importante esprimere con urgenza le nostre preoccupazioni e dare eventuali suggerimenti al gruppo di lavoro, di cui fanno parte l’ACNUR (Juergen Humburg), l’ICS (Gianfranco Schiavone), Sergio Briguglio ed altri. Mi rendo conto delle difficoltà e dello spirito con cui è stato elaborato un testo che doveva fare i conti con la posizione dura del Governo.

D’altra parte credo che una simile proposta vada integrata con nostre proposte. Il decreto dovrà essere accompagnato da varie misure:

1) uno screening in tutti i campi (non solo quelli dell’Arcobaleno) sia per dare ai profughi un documento sostitutivo, sia per individuare le persone che potrebbero chiedere il trasferimento in Italia. Lo screening deve comprendere i profughi ospitati fuori dei campi;

2) iniziative di informazione capillare per tutti i profughi nei campi e fuori dei campi sulle possibilità di essere trasferiti in Italia, al fine di prevenire che le persone che hanno diritto si rivolgano agli scafisti per mancanza di informazione:

3) un buon coordinamento per un programma di trasferimento.

In ogni caso dovremo collaborare tra di noi per trovare risposte per le persone che arriveranno comunque con gli scafisti.

Credo che dovremo anche discutere con i Parlamentari dell’appello dei 180.

So che le mie proposte sono molto deboli, ma vorrei aprire il dibattito tra di noi.

Se non avete il testo potete richiederlo a Sergio Briguglio o a me.

 

Cordiali saluti.

 

Annemarie Duprè

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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