GRUPPO DI RIFLESSIONE

di organismi ed associazioni di ispirazione religiosa

attivi nel campo delle migrazioni

ACLI

ACSE

AGESCI

CARITAS ITALIANA Segreteria: Via Firenze, 38 - 00184 ROMA

COMUNITA' DI S.EGIDIO Tel. 06/4890.5101 - Fax 48.28.728

CSER

FEDERAZIONE DELLE CHIESE EVANGELICHE IN ITALIA

FONDAZIONE MIGRANTES DELLA CEI

GRUPPO MARTIN BUBER EBREI PER LA PACE

JESUIT REFUGEE SERVICE

OSA

UCSEI

YWCA-UCDG

 

Alla c. a. del Ministro dell'interno

On. Rosa Russo Jervolino

Fax: 46549669

2 pg. da Sergio Briguglio

tel.: 06-94005534

fax: 06-94005100

 

 

Gentile Ministro,

desideriamo esprimere la nostra soddisfazione per il varo del decreto legislativo che consente di portare a compimento la regolarizzazione avviata con il D.P.C.M. 16 Ottobre 1998.

Allo stesso tempo riteniamo doveroso segnalare come la gestione della delicata fase di esame della documentazione presentata dagli stranieri che chiedono di regolarizzarsi rischi di vanificare completamente la scelta coraggiosa e intelligente operata dal Governo.

A dispetto di una indicazione volutamente ampia dei requisiti riportati dal suddetto D.P.C.M., sta infatti affermandosi, nei commissariati e nelle questure, una linea di estrema e ingiustificabile fiscalita'.

La mancanza di precise delimitazioni della documentazione atta a dimostrare la presenza in Italia in data anteriore al 27 Marzo 1998 ha indotto moltissimi stranieri a ritenere di poter provare il possesso di tale requisito, una volta ottenuta una dichiarazione da parte di organismi umanitari e assistenziali, quali la Caritas, l'ARCI o altri ancora, "attestante inequivocabilmente" - come recita una circolare del Ministero dell'interno - "una effettiva prestazione a favore dell'interessato (di natura assistenziale, economica, legale, etc...)".

Oggi quegli stessi stranieri scoprono che, sulla base di una valutazione discrezionale dei funzionari preposti all'esame della documentazione (o, forse, sulla base di disposizioni del Ministero dell'interno ignote al pubblico), tali dichiarazioni sono da considerarsi inadeguate. La cosa sarebbe gia' grave (dato il tempo trascorso dal 27 Marzo 1998) se allo straniero venisse ingiunto di procurarsi altra prova; diventa gravissima nel momento in cui si procede - come sta avvenendo in questi giorni - a immediata notifica di un provvedimento di espulsione.

Considerazioni analoghe devono essere svolte sulla richiesta di dimostrazione del possesso del reddito minimo di sedici milioni annui per la regolarizzazione per lavoro autonomo. Allo straniero in posizione irregolare e' ovviamente impossibile produrre documentazione di natura fiscale. E, d'altra parte, non puo' che essere frutto di una clamorosa distrazione l'immaginare che l'esistenza di un reddito possa essere dimostrata certificando la titolarita' di risparmi per un determinato ammontare. E' superfluo, infatti, sottolineare come l'ammontare del risparmio sia frutto dell'accantonamento, in un periodo di riferimento, di quanto delle entrate sopravvive una volta detratte le spese e le rimesse ai familiari; mancando, nei casi in esame, informazioni su spese, rimesse e durata del periodo di riferimento, non e' possibile in alcun modo correlare l'ammontare dei risparmi al reddito di cui lo straniero dispone.

Il perdurare di atteggiamenti restrittivi quali quelli qui segnalati avra' in brevissimo tempo l'effetto di dissuadere gli stranieri prenotati dal presentarsi nei commissariati per produrre la documentazione richiesta. Un bacino di trecentomila cittadini stranieri, desiderosi solo di ottenenere la piena legalizzazione del proprio inserimento nel tessuto produttivo del Paese, sara' costretto a restare nell'ombra, confuso con le sacche - incomparabilmente piu' ridotte - di manovalanza delle organizzazioni criminali.

Confidiamo che Ella voglia accordarci un incontro, che consenta di affrontare nel dettaglio questi ed altri motivi di preoccupazione e di discutere le possibili soluzioni.

In attesa di un cortese cenno di riscontro, Le porgiamo

I migliori saluti

 

 

 

Sergio Briguglio

(per le associazioni)

 

Hanno aderito anche: ARCI, Rete Antirazzista, NAGA