LAssemblea del CIR riunitasi il 27 gennaio 1999
Convinta che debba essere fatto ogni possibile sforzo per assicurare ai rifugiati del Kossovo e di altri paesi la possibilità di arrivare su un territorio sicuro senza la necessità di mettersi nelle mani di bande criminali di traffico di persone.
Considerando che il necessario e più efficace contrasto delle attività criminali non risolvere lesigenza dei rifugiati di ricevere asilo umanitario nella Comunità Europea
Convinta che la prolungata presenza di gruppi numerosi di rifugiati kossovari ed da altri paesi sul territorio albanese non garantisca loro, nella situazione attuale, né la necessaria sicurezza né unaccoglienza dignitosa e metterebbe inoltre a rischio i difficoltosi e fragili equilibri interni dellAlbania
Chiede al Governo di considerare la proposta formulata per un maggior impegno dellItalia sul territorio albanese al fine di migliorare le attuali condizioni di accoglienza, sempre che tale politica non abbia come obiettivo la costruzione di un "cordone sanitario" per lItalia e la frontiera esterna dellUnione europea in generale, ma sia concepita come strumento per garantire leffettiva protezione dei rifugiati e per evitare le tragedie quotidiane che si consumano nel mar Mediterraneo
Sollecita quindi il varo di un piano complessivo, che preveda tra laltro:
a. la costituzione di centri di raccolta e smistamento sul territorio albanese ed eventualmente del Montenegro, per laccoglienza di durata molto limitata di rifugiati dal Kossovo e da altri paesi, sotto lamministrazione dellACNUR con lappoggio economico e logistico dellItalia e di altri Stati dellEuropa occidentale;
b. la valutazione caso per caso delle situazioni di rifugiati accolti, in particolare sotto laspetto di vincoli familiari e altre circostanze che possono determinare lidentificazione del paese di seconda accoglienza e di asilo;
c. il trasferimento di rifugiati, sia, per un numero limitato, in altre zone dellAlbania, sia in Italia, sia in altri paesi dellUnione Europea o in Svizzera, dove successivamente sarà determinato lo status legale delle persone trasferite
d. un piano nazionale di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati in arrivo, nonché listituzione di un coordinamento per laccoglienza tra lo Stato, gli Enti Locali e le Associazioni maggiormente interessate
Consapevole che la realizzazione di tale piano costituirebbe un elemento innovativo delle politiche di asilo e di assistenza umanitaria in Europa, e richiederebbe un forte impegno politico non solo da parte del Governo italiano, ma anche da parte degli altri Governi coinvolti ed interessati
Considera comunque che in assenza di un piano complessivo di azione la situazione vissuta nel 1998 continuerebbe, prevedibilmente in misura ancora più elevata nel 1999; situazione caratterizzata da continui arrivi clandestini sulle coste di molte migliaia di persone, in circostanze disumane e vergognose che hanno provocato la morte di un elevato numero di rifugiati, peraltro mai conosciuto; da continui spostamenti irregolari da un paese allaltro in Europa occidentale ed il conseguente collasso dei sistemi predisposti dagli accordi di Schengen e di Dublino; dallaumento sempre più preoccupante del commercio di persone e del conseguente incremento di attività della criminalità organizzata su larga scala internazionale
Finché non sarà trovata una soluzione durevole per la crisi nel Kossovo, nel Kurdistan turco ed iracheno ed in altre zone afflitte dalla violenza, i rifugiati continueranno ad arrivare nei nostri paesi. Nellattesa di tali soluzioni, il modo nel quale i rifugiati arrivano, deve essere finalmente governato, sulla base di principi umanitari, e non più da organizzazioni di sciacalli che con totale mancanza di rispetto della vita umana mirano esclusivamente ad arricchirsi sulla pelle dei rifugiati.