On. Presidente del Consiglio Massimo D’Alema

Palazzo Chigi

00100 ROMA

On. Ministro Rosa Russo Jervolino

Ministro dell’Interno

Palazzo del Viminale

00100 ROMA

On. Ministro Lamberto Dini

Ministro degli Affari Esteri

La Farnesina

00100 ROMA

On. Ministro Livia Turco

Ministro della Solidarieta’ Sociale

Presidenza del Consiglio\Dipartimento Affari Sociali

Via Veneto, 56

00100 ROMA

 

 

Roma, 6 maggio 1999

 

Onorevole Presidente, onorevoli Ministri,

le dimensioni assunte dall'esodo di cittadini jugoslavi dai territori colpiti dal conflitto nei Balcani, le situazioni di tensione venutesi a creare, per tale esodo, nella Repubblica ex-jugoslava di Macedonia, in Montenegro e in alcune zone dell'Albania, e il notevole aumento degli sbarchi di profughi trasportati da scafisti e trafficanti sulle coste italiane inducono a ritenere urgente l'adozione, da parte del Governo italiano, di un provvedimento per l`accoglimento temporaneo di persone che abbiano lasciato il luogo di dimora abituale a causa del conflitto o che non possano farvi ritorno in condizioni di sicurezza.

Un provvedimento di questo genere, reso giuridicamente possibile dall'art. 20 del Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione, appare in linea con la recente decisione del Governo - che riscuote la piena approvazione degli organismi firmatari - di accogliere un certo numero di profughi in Italia, e consentirebbe a quanti altri rientrino nelle categorie ritenute meritevoli di particolare considerazione di arrivare legalmente nel nostro paese.

Alleghiamo alla presente una proposta dettagliata in merito al suddetto provvedimento, frutto di un approfondito confronto tra le esperienze degli organismi firmatari e dei principali organismi internazionali attivi nel settore (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e Organizzazione Internazionale per le Migrazioni).

Ferma restando la convinzione degli organismi firmatari che una risposta realmente adeguata alle insopprimibili esigenze dei profughi richiede imperiosamente l'adozione di un provvedimento di protezione temporanea esteso a chiunque fugga oggi dai territori colpiti dal conflitto, la proposta allegata individua alcune categorie il cui accoglimento potrebbe risultare privo di controindicazioni anche nel caso non si ritenga praticabile l'adozione di un provvedimento di protezione generalizzata, e indica gli elementi minimi che un provvedimento in materia dovrebbe contenere.

In questo spirito, si propone che siano accolti in Italia almeno quei profughi:

a) per i quali il coniuge o un familiare entro il quarto grado regolarmente soggiornante in Italia chieda il ricongiungimento, anche in mancanza dei requisiti in relazione a reddito e alloggio previsti dalla normativa ordinaria;

b) per i quali un privato, un'associazione o un ente in Italia presentino documentata garanzia, per un periodo non inferiore a un anno, in relazione al sostentamento e all'alloggio;

c) che appartengano a categorie particolarmente vulnerabili (minori non accompagnati, persone - donne e persone anziane, in particolare - che necessitino di cure o forme di assistenza non erogabili in loco) o che figurino quali disertori o renitenti alla leva.

Si propone inoltre che, in considerazione della oggettiva impossibilita', in molti casi, di produrre la documentazione usualmente richiesta al fine di comprovare l'identita' o l'esistenza dei previsti vincoli di parentela, sia autorizzata la produzione di dichiarazioni o di certificazioni sostitutive, anche per il tramite degli organismi e delle autorita' che gestiscono i campi-profughi in Albania, nella Repubblica ex-jugoslava di Macedonia e in Montenegro, o che assistono i profughi, in quelle regioni, fuori dai campi.

Si propone infine che l`accoglimento sia esteso

a) a quanti si trovino gia' in Italia alla data di entrata in vigore del provvedimento e che, non avendo titolo al rilascio o al rinnovo di altro permesso di soggiorno, non possano comunque rientrare in condizioni di sicurezza e dignita' nella regione balcanica;

b) a quanti vengano a trovarsi, anche successivamente alla data di entrata in vigore del provvedimento, in Italia e che rientrino nelle categorie per le quali il provvedimento stesso dispone l'ammissione nel territorio dello Stato.

Auspicando che si possa avviare rapidamente un confronto sui contenuti della proposta allegata, confermiamo la nostra disponibilita' a contribuire all'individuazione e alla successiva implementazione delle misure piu' adeguate a restituire dignita' ai profughi dai territori balcanici.

 

Con i migliori saluti

Associazione per gli Studi Giuridici sull`Immigrazione (ASGI)

Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR)

Consorzio Italiano di Solidarieta` (ICS)

Gruppo di riflessione di organismi e associazioni di ispirazione religiosa attivi nel campo delle migrazioni