Le affermazioni contenute nell'articolo di Civilta' Cattolica non si discostano da quelle, superficiali e inutili, che caratterizzano la maggior parte dei dibattiti sull'immigrazione. Si sente dire, da destra e da sinistra, "accogliamo bene gli immigrati regolari e contrastiamo con severita' l'immigrazione clandestina"; nessuno pero' si preoccupa di vedere se ai potenziali migranti viene offerta una qualche possibilita', sia pure contenuta, di essere regolari. Fino ad oggi si e' preteso che il lavoratore straniero entrasse in Italia con una preventiva chiamata da parte di un datore di lavoro mai incontrato in precedenza. E' ovvio che una condizione di questo genere non puo' essere soddisfatta da nessuno. Questa e' la principale causa della formazione di bacini di irregolarita' in Italia: gli immigrati sono venuti infatti, come hanno potuto, per cercare sul posto un datore di lavoro. I piu' fortunati hanno poi beneficiato di sanatorie. La nuova legge presenta una grande innovazione (che consentirebbe all'Italia di essere realmente all'avanguardia in Europa): il Governo puo' infatti ammettere, con la programmazione annuale, quote di immigrati per ricerca di lavoro (senza cioe' che vi sia una chiamata preventiva), sulla base della anzianita' di iscrizione in liste di prenotazione da istituirsi nei consolati italiani. Si tratta di istituire subito le liste ed ammettere, gia' da quest'anno, questi flussi per ricerca di lavoro. Si puo' pensare senza timore a una quota di centomila lavoratori per anno. Pensare all'inasprimento delle norme sulle espulsioni prima di aver creato possibilita' di immigrazione legale e' come dimenticare di vendere i biglietti di Roma-Lazio e mandare la polizia in assetto di guerra per contrastare i tifosi che entrano nello stadio scavalcando i cancelli.

Sergio Briguglio

Caritas di Roma