Immigrazione: dare attuazione alla nuova legge per evitare nuove sanatorie

La coordinatrice del Servizio rifugiati e migranti commenta le recenti dichiarazioni di Ruini

Roma (NEV), 17 marzo 1999 — L’agenzia NEV ha chiesto a Annemarie Dupré, coordinatrice del Servizio rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, un commento sulle recente dichiarazioni del card. Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana (CEI), in materia di immigrazione. "Leggendo la dichiarazione del cardinale Ruini in occasione dell’apertura della sessione primaverile della Conferenza Permanente della CEI nella sua versione integrale — ha dichiarato Annemarie Dupré — francamente non condivido l’interpretazione che ne hanno dato molti mass media, attribuendo al Cardinale un atteggiamento anti-immigrati e anti-sanatoria che prevede una gestione del fenomeno esclusivamente in chiave di sicurezza e di ordine pubblico. La Fondazione Migrantes della CEI fa parte — insieme alla FCEI e a vari organismi di volontariato - del Gruppo di Riflessione che si richiama al "Messaggio Ecumenico" sull’immigrazione del 1994, e l’intervento del Cardinale riprende parti di quel messaggio in vari punti del suo discorso. Egli chiede ‘una reale regolarizzazione dei flussi migratori e in particolare un forte impegno per fermare e scoraggiare l’immigrazione clandestina’; e lo strumento più idoneo per combattere l’immigrazione clandestina non è la penalizzazione ma l’offerta di alternative, in altre parole si devono offrire legali possibilità di immigrazione, per permettere alle persone di entrare legalmente nel nostro paese, senza dover ricorre a trafficanti e scafisti".

"Una corretta gestione dei flussi migratori — ha detto ancora Dupré — secondo Ruini richiede ‘di tenere conto sia della necessità che abbiamo dell’apporto di lavoratori stranieri sia dei limiti delle capacità di assorbimento del nostro sistema produttivo’; ora, è proprio questo che è previsto dalla nuova legge sull’immigrazione e che dovrà essere attuato, in primo luogo con l’istituzione di liste di prenotazione nelle ambasciate italiane, dove i lavoratori stranieri potranno iscriversi per poi entrare con visti regolari di lavoro in Italia. Questo richiede quote realistiche che possano veramente coprire le esigenze del mercato del lavoro (che ha un notevole bisogno di mano d’opera, non soddisfatto dai lavoratori italiani). Un altro strumento importante per una corretta gestione dei flussi in grado di scoraggiare l’immigrazione clandestina è la possibilità di prevedere nel decreto di programmazione una quota di visti per ricerca di lavoro, che possa soddisfare il fabbisogno di lavoratori stranieri nel settore dei servizi, cioè laddove è necessario un incontro diretto tra lavoratore e datore di lavoro (colf, baby sitter, assistenza a anziani o malati). Sono questi gli strumenti corretti per evitare nuove sanatorie".