VERBALE DELLA ASSEMBLEA SVOLTASI

A BOLOGNA PRESSO IL CENTRO MULTIETNICO ZANARDELLI

IL 12/9/99

L’assemblea, sollecitata dall’appello pubblicato su Il manifesto del 7/9/99, ha visto una partecipazione decisamente superiore alle aspettative: 54 persone hanno lasciato i loro riferimenti ma ce n’erano sicuramente molte di più.

Se, come era prevedibile, la città più rappresentata era Bologna, tuttavia erano presenti associazioni di Roma, Milano, Firenze, Cuneo, Modena e Venezia.

Non è semplice riassumere in poche righe i contenuti della discussione, che è stata molto ricca, ma anche un po’ caotica, dato che questo è stato, dopo molto tempo, un primo momento di confronto collettivo fra attività, pratiche sociali, esperienze di lotta, bisogni e proposte. Proviamo comunque a individuarne i punti principali.

Correzioni, osservazioni, suggerimenti, integrazioni sono benvenuti.

Soprattutto invitiamo i partecipanti all’assemblea e tutti coloro che sono interessati a segnalarci se il luogo e la data proposti per il prossimo incontro - domenica 10 ottobre a firenze - possono andare bene.

Ë Informazione e messa in rete L’esigenza condivisa da tutti è quella di ricreare una rete, più o meno informale, di collegamento tra le diverse associazioni e realtà dell’antirazzismo che lavorano sul territorio che renda possibile lo scambio di informazioni, ma anche e soprattutto lo scambio e il collegamento tra le esperienze

tutti hanno sottolineato la condizione di isolamento in cui ci si trova ad operare, aggravata dal pesante clima sociale e politico, e l’incapacità di dare risposte politiche immediate ed efficaci a quanto succede sia a livello locale che a quello nazionale. Ciò che manca è la capacità di condividere battaglie comuni e strumenti efficaci di intervento sul territorio, e suscettibili di essere ripresi altrove, e ciò determina un inevitabile spreco di tempo, energie e risorse.

L’esigenza è di promuovere iniziative comuni per ricreare una cultura, un senso comune antirazzista partendo innanzitutto dalla condivisione di idee, principi, linguaggi, obiettivi, pratiche comuni.

ËLa questione dei flussi Secondo molti interventi è il nodo centrale da cui bisogna partire. Se i governi europei non definiscono vie di immigrazione effettivamente percorribili, il problema dell’immigrazione "clandestina" non potrà mai essere risolto. Ciò significa che deve essere consentito l’ingresso anche per ricerca di lavoro. L’assemblea del 10 ottobre a Firenze dovrebbe avere questo come tema centrale e analizzare in dettaglio i meccanismi previsti dalla legge, le posizioni delle varie associazioni, le proposte di intervento che è possibile mettere in campo.

Ë Il razzismo istituzionale Molti interventi hanno sottolineato l’urgenza di creare strumenti concreti di lotta alla discriminazione che permettano di avviare campagne di denuncia nei confronti di atti di razzismo compiuti dalle istituzioni.

Sono stati riportati alcuni casi di morti "sospette" di cui la stampa, compresi i giornali amici, non ha parlato o ha parlato poco. Uno fra tutti il caso del giovane marocchino "misteriosamente" caduto nella tromba delle scale della questura di Genova.

Gli strumenti proposti sono:

- l’apertura di un telefono nazionale che faccia da punto di riferimento per la raccolta dei casi e delle informazioni;

- un’azione di pressione nei confronti dei giornali "amici" al fine di aprire delle campagne di denuncia su singoli casi;

- la creazione di uno strumento "veloce" di informazione (mailing-list, agenzia fax) che possa rafforzare la circolazione delle informazioni e la capacità di mobilitazione a livello nazionale.

Ë La protezione umanitaria per i profughi dai Balcani La condizione in cui sono venuti a trovarsi i rom provenienti dal Kosovo è inaccettabile. Da un giorno all’altro il governo li ha trasformati da profughi in clandestini revocando il provvedimento di protezione umanitaria del 12 maggio 1999.

E’ stato sollecitato, tra le altre cose, l’invio di una lettera al presidente del Consiglio che chieda il prolungamento del provvedimento di protezione umanitaria almeno fino al 31 dicembre 1999.

Ë Il diritto all’asilo E’ ripresa in questi giorni alla Commissione affari costituzionali alla Camera la discussione del disegno di legge sull’asilo. Pur valutando positivamente la presentazione di un disegno di legge in materia, i partecipanti hanno espresso valutazioni critiche su alcuni punti del disegno di legge.

E’ stata proposta l’organizzazione in tempi brevi di un seminario nazionale dedicato a questo tema per individuare in dettaglio le azioni da intraprendere e per sostenere l’adozione di emendamenti che migliorino il testo del disegno di legge.

ËLa Fortezza Europa E’ sempre più evidente che il processo di armonizzazione delle politiche europee in materia di immigrazione e asilo sta procedendo a grandi passi: l’Europa non è "lontana", ma incide e inciderà sempre più profondamente sui problemi che gli immigrati e i richiedenti asilo si trovano ad affrontare ogni giorno.Le norme sugli ingressi, sul soggiorno, sulla libera circolazione, sui visti, sulle espulsioni, sul diritto di asilo stanno già di fatto "armonizzandosi" al livello più basso. Non è la tutela dei diritti fondamentali dei migranti a preoccupare i governi europei, ma il rafforzamento delle frontiere esterne dell’Europa, la limitazione della libertà di circolazione, l’ottimizzazione delle procedure di espulsione e di respingimento.

Il vertice europeo di Tampere che si terrà il 15 ottobre aggiungerà dei nuovi tasselli alla Fortezza Europa. Al coordinamento delle attività dei governi deve corrispondere un’uguale capacità di iniziativa comune da parte delle associazioni antirazziste europee.

Ciò è possibile solo attraverso la promozione di campagne europee e il diretto contatto con le associazioni antirazziste degli altri paesi. Dei primi passi sono già stati fatti sulla questione dei centri di detenzione e sulla cittadinanza. Si tratta di moltiplicare i canali, gli strumenti, le occasioni di azione comune.

ËI centri di detenzione I centri di detenzione rappresentano il simbolo dell’Europa di Schengen: in tutta Europa strutture che somigliano a prigioni e che addirittura sono meno "garantiste" del carcere "ospitano" immigrati (ma anche richiedenti asilo) che non hanno compiuto nessun reato ma hanno la sola colpa di cercare una vita migliore di quella che hanno lasciato

La battaglia per la chiusura dei centri deve continuare. A Milano e Roma sono già in programma delle giornate di iniziativa: a Milano, il Leoncavallo organizza un seminario il 25-26 settembre in cui lo scambio di alcune esperienze sul campo in materia di diritto alla casa, alla salute, al lavoro sarà seguito da una manifestazione di fronte al centro di via Corelli. A Roma i centri sociali organizzano due giornate di clandestino-day.

ËDiritto di voto e diritti di cittadinanza E’ indispensabile giungere a una definizione precisa dello status dei migranti capace di garantire loro diritti certi e inderogabili. E’ urgente riprendere una campagna per il riconoscimento del diritto di voto alle elezioni amministrative che, come dimostrato da autorevoli giuristi, non richiede una legge di modifica costituzionale ma può essere introdotto con una legge ordinaria che ratifichi la convenzione di Strasburgo.

Non si tratta di una questione di principio: la partecipazione diretta dei migranti alla vita politica della città in cui vivono è la premessa per una politica locale dell’immigrazione che tenga conto dei loro bisogni e ne rispetti i diritti.

E’ inoltre inaccettabile che un immigrato regolarmente residente in Italia debba aspettare 10 anni per poter richiedere la cittadinanza italiana. Occorre quindi sollecitare una revisione della attuale legge sulla cittadinanza.