Promemoria sulla rete delle chiese nel mediterraneo per i movimenti migratori

("Amman Process")

 

I. Un coordinamento delle chiese del Sud Europa, membri della Churches' Commission for Migrants in Europe (CCME).

All'interno della CCME le varie aree europee hanno sentito il bisogno di lavorare insieme più strettamente su questioni tipiche per la propria area. Dall'inizio degli anni 80 i servizi competenti per i movimenti migratori delle Chiese del sud Europa (tutti abbastanza piccoli, tranne la Cimade in Francia) hanno iniziato ad incontrarsi regolarmente per scambiarsi le esperienze e per concordare una linea comune all'interno della CCME. I primi incontri sono avvenuti all'interno della CCME. Gli incontri di Malaga (1993), Sète (1994) e Santa Severa (1995) sono avvenuti col sostegno della CEPPLE e della CCME. Facevano parte della rete quei servizi ed organismi membri della CCME:

- Italia: la Federazione delle Chiese Evangeliche con il suo Servizio Rifugiati e Migranti

- Francia: la Federazione delle Chiese e la Cimade, (ma solitamente la Federazione ha delegato la Cimade)

- Portogallo: come membro associato l'organismo delle chiese "Church and Society".

II. Allargamento della rete

Nell'incontro di Malaga è emersa l'esigenza di allargare la rete verso la Grecia e in un secondo momento verso i servizi migranti del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente (MECC).

L’Ecumenical Refugee Programme della Chiesa Ortodossa Greca ha espresso il suo interesse ed ha partecipato attivamente alla rete di scambio di informazione e ha firmato i documenti finali, nonostante il loro rappresentante non abbia potuto partecipare, per motivi di salute, agli incontri di Sète e Santa Severa.

 

III. "Collaborazione interregionale"

La Conferenza Ecumenica mondiale di Addis Abeba 1994 ha raccomandato la collaborazione interregionale dei servizi delle chiese nel settore dei movimenti migratori, intendendo una collaborazione tra i Consigli delle Chiese dei vari continenti.

In questo senso sono stati avviati contatti tra i rispettivi servizi del MECC e delle chiese del Sud Europa per una più stretta collaborazione nel Mediterraneo. Dal 1995 il MECC e la rete delle chiese del Sud Europa hanno iniziato ad invitare reciprocamente osservatori ai rispettivi incontri annuali (1995 Cipro e Santa Severa).

Nel 1996 si è riusciti, con l'aiuto del WCC e della CEPPLE (contributo economico per spese viaggi), ad organizzare nel novembre 1996 ad Amman un incontro comune delle reti del MECC e delle Chiese del Sud Europa. Erano presentiti rappresentanti dei servizi delle chiese di Egitto, Palestina, Giordania, Libano, Turchia, Grecia, Italia, Francia, Spagna e Portogallo. L'incontro si è concluso con le "raccomandazioni di Amman" e parte da questo evento il cosiddetto "Amman process".

 

 

 

IV. Sviluppi e prospettive dell'"Amman process"

 

Durante il 1997 è stata avviata la messa in opera di alcune delle raccomandazioni:

1) scambio di informazione: questo avviene in modo informale da parte dei vari partner e deve essere intensificato.

2) Invio di osservatori

3) il Consiglio Ecumenico delle Chiese ha avviato le consultazioni per un eventuale visita di una delegazione in Iraq per valutare gli effetti dell'embargo sulla popolazione civile.

4) La CCME ha organizzato un incontro a Bruxelles dei responsabili dei servizi delle chiese del MECC e delle chiese del Sud Europa con il relatore del Parlamento Europeo per le questioni del Mediterraneo ("Barcellona Process") e con un esponente della Commissione Europea DG IB, responsabile per queste questioni. Sono state valutate le possibilità di presentare un progetto per la prevenzione dell'emigrazione per giovani Palestinesi, che le chiese del Mediterraneo possono realizzare con il sostengo delle Istituzioni Europee.

 

 

 

1998 incontro annuale della rete in Adma/Lebanon

1999 incontro annuale a Santa Severa/Italia

L'"Amman Process" è inserito del World Council of Churches, della Conferenza Europea della chiese, del Middle East Council of Churches e della Churches Commission for Migrants in Europe.