Art. 6. (Pre-esame della domanda).

1. La domanda di asilo, presentata ai sensi dell'articolo 4, comma 2, è soggetta ad un pre-esame, volto ad accertare preliminarmente se l'Italia sia lo Stato competente per l'esame della domanda in applicazione delle convenzioni internazionali cui la Repubblica aderisce e, in tal caso, se la domanda sia ammissibile ai sensi del comma 4 del presente articolo e, in caso affermativo, se la domanda sia non manifestamente infondata ai sensi del comma 5. Nel procedimento di cui al presente articolo deve essere presa in ogni caso in considerazione con carattere prioritario la necessita' di tutelare il diritto d'asilo come garantito dalla Costituzione.

2. Il pre-esame, di cui è redatto verbale, è svolto, nei due giorni successivi alla presentazione della domanda, presso i posti di frontiera o presso le questure individuati dal decreto del Ministro dell'interno di cui all'articolo 14, comma 1. Competente allo svolgimento del pre-esame è un delegato della Commissione centrale, che si avvale di un funzionario di polizia di frontiera o di un funzionario della questura e, se necessario, di un interprete. Al pre-esame può intervenire un rappresentante dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati o, su indicazione di quest'ultimo, uno degli appartenenti alle organizzazioni non governative di cui all'articolo 4, comma 2. Il delegato della Commissione centrale comunica tempestivamente all'Alto Commissariato o alla organizzazione dallo stesso indicata l'inizio del pre-esame. Qualora la domanda di asilo sia presentata presso posti di frontiera o presso questure non indicati nel predetto decreto del Ministro dell'interno, il funzionario di polizia avvia, immediatamente, il richiedente asilo alla questura più vicina, abilitata allo svolgimento del pre-esame.

3. Al richiedente asilo non è consentito l'ingresso o la libera circolazione nel territorio nazionale per il tempo necessario allo svolgimento del pre-esame, salvo che ne abbia altro titolo e salvo quanto stabilito nel comma 9. Gli interessati sono assistiti con le modalità previste dall'articolo 14, commi 1 e 2.

3 bis. Nell'accertamento volto a determinare se l’Italia sia lo Stato competente per l’esame della domanda, il delegato della Commissione centrale tiene conto, sentito l'interessato, della eventuale esistenza di motivi di carattere umanitario, in particolare di carattere familiare o culturale che determinino l'esigenza che la domanda sia esaminata, con il consenso dell'interessato, da uno Stato diverso da quello designato in base ai criteri previsti dalle suddette convenzioni. La decisione e' adottata dal delegato con atto scritto e motivato consegnato all'interessato unitamente ad una traduzione in lingua a lui conosciuta, recante anche le modalità di impugnazione di cui al comma 8. Nel caso in cui il delegato decida che debba essere chiesto ad altro Stato di esaminare la domanda, lo stesso delegato trasmette gli atti all’organo competente che procede secondo le procedure e nel rispetto dei limiti di tempo stabiliti dalle convenzioni. Fino all’esito della procedura per la determinazione dello Stato responsabile si applicano le disposizioni di cui al comma 9, e il richiedente ha diritto all’assistenza di cui all’articolo 14.

4. Il delegato della Commissione centrale, dopo aver proceduto all'audizione personale del richiedente asilo, sentito, ove necessario, un membro del Consiglio di presidenza della Commissione stessa, puo' dichiarare inammissibile la domanda qualora il richiedente:

a) sia stato già riconosciuto rifugiato in altro Stato che gli assicuri adeguata protezione;

b) provenga da uno Stato, diverso da quello di appartenenza, che abbia aderito alla Convenzione di Ginevra, nel quale il medesimo richiedente abbia, senza presentare domanda di asilo, trascorso un periodo di soggiorno, non considerandosi tale il tempo necessario per il transito attraverso il territorio di quello Stato sino alla frontiera italiana. L'inammissibilita' della domanda non sussiste, tuttavia, nel caso in cui lo Stato firmatario della Convenzione di Ginevra non dia sufficienti garanzie per il rispetto dei diritti umani fondamentali o del divieto di espulsione e di respingimento previsto dall'articolo 33 della Convenzione di Ginevra, nonche' per la riammissione del richiedente asilo sul territorio dello Stato e per l'ammissione dell'interessato ad una procedura equa ed imparziale per la determinazione dello status di rifugiato, ovvero quando la legislazione vigente nello Stato firmatario della Convenzione di Ginevra non preveda alcuna forma di protezione per la specifica situazione dichiarata dal richiedente;

c) (...);

d) risulti perseguito per un crimine contro la pace o contro l'umanità o un crimine di guerra o un grave delitto di diritto comune commesso all'estero o azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite da un tribunale internazionale istituito in applicazione di accordi internazionali in vigore per l'Italia;

e) (...);

f) risulti pericoloso per la sicurezza dello Stato. (...)

Nella decisione di respingimento della domanda sulla base di uno dei motivi di cui alle lettere d) e f), devono essere comunque ponderate l'attuale pericolosita' del richiedente per l'ordine pubblico o per la sicurezza dello Stato e la gravita' delle persecuzioni nella quali l'interessato potrebbe incorrere in caso di respingimento.

5. Il delegato della Commissione centrale, dopo aver proceduto all'audizione personale del richiedente asilo, tenuto conto degli atti dell'Unione Europea, anche non vincolanti, in materia di asilo e delle linee direttive della Commissione Centrale di cui all'articolo 3, comma 10, e sentito, ove necessario, un membro del Consiglio di presidenza della Commissione stessa, puo' dichiarare manifestamente infondata la domanda quando risulti che:

a) i motivi della domanda non rientrano tra quelli che sono a fondamento del diritto di asilo, ai sensi della presente legge;

b) (...);

c) (...);

d) la domanda e' chiaramente strumentale, essendo stata presentata dallo straniero, senza giustificato motivo, successivamente ad un provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale, pur avendo avuto l'interessato, in precedenza, ampia possibilita' di presentarla in condizioni di liberta'.

6. La domanda è comunque ritenuta ammissibile e non manifestamente infondata, nel caso in cui per il richiedente asilo sussista l'impossibilità di essere riammesso nello Stato di provenienza o il pericolo di un pregiudizio per la vita o per la libertà personale o il pericolo di incorrere in trattamenti inumani o degradanti ovvero il rischio di essere rinviato in un altro Stato dove potrebbe essere esposto ad analoghe situazione di pericolo, e nel caso in cui nel Paese di origine o di provenienza del richiedente siano in corso situazioni di guerra o di guerra civile o di aggressione esterna o di occupazione o di dominio straniero o di violenza generalizzata o di gravi, persistenti e generalizzati turbamenti dell'ordine pubblico.

7. La domanda è trasmessa alla Commissione centrale per l'esame della stessa, ai sensi dell'articolo 7, quando il pre-esame si sia concluso positivamente. In caso di esito negativo il provvedimento di con cui e' dichiarata l'inammissibilita' o la manifesta infondatezza della domanda e' adottato dal delegato della Commissione con atto scritto e motivato consegnato all'interessato unitamente ad una traduzione in lingua a lui conosciuta, recante anche le modalità di impugnazione. Trascorse quarantotto ore dalla decisione senza che sia stato presentato ricorso ai sensi del comma 8 avverso detto provvedimento o avverso il provvedimento che ha attribuito all'Italia l'esame della domanda il funzionario di frontiera o quello di questura provvede al respingimento immediato o all'espulsione del richiedente asilo, ove questi non abbia altro titolo a permanere nel territorio nazionale, notificandogli il provvedimento stesso.

8. Avverso i provvedimenti che dichiarano l'inammissibilita' o la manifesta infondatezza della domanda o con cui si decide di attribuire all'Italia l'esame della domanda o di chiedere il trasferimento della domanda ad atro Stato puo' essere presentato ricorso al giudice ordinario. Il ricorso deve essere presentato entro 48 ore dal ricevimento del provvedimento e puo' essere presentato direttamente dall'interessato in lingua straniera e per le vie brevi e contestualmente al ricevimento del provvedimento. La presentazione del ricorso sospende il provvedimento. Il giudice accoglie o rigetta il ricorso decidendo con unico provvedimento adottato, in ogni caso, entro trenta giorni dalla data di deposito del ricorso, sentito l’interessato, nei modi di cui agli articoli 737 e seguenti del codice di procedura civile. Tutti gli atti concernenti il procedimento giurisdizionale previsto nel presente comma sono esenti da ogni imposta o tributo.

9. Qualora il pre-esame della domanda non si esaurisca nei due giorni dalla presentazione della stessa o il delegato della Commissione ritenga che il procedimento non possa concludersi entro tale periodo ovvero ricorrano particolari esigenze di soccorso del richiedente o dei suoi familiari, nonche' nelle more dell'allontanamento dal territorio dello Stato del richiedente o in caso di presentazione di un ricorso ai sensi del comma 8, il questore o il dirigente del posto di frontiera possono disporre il trattenimento del richiedente, ove non abbia altro titolo per l'ingresso o il soggiorno, presso la più vicina sezione speciale per i richiedenti asilo nei centri di permanenza temporanea ed assistenza, di cui al comma 11. Per il trattenimento si seguono, in quanto applicabili, le procedure previste dall'articolo 12, commi 3, 4, 5 e 6, della legge 6 marzo 1998, n.40. In caso di allontanamento arbitrario dal centro di permanenza, si applica l'articolo 650 del codice penale.

10. In caso di mancata convalida, da parte del pretore, del provvedimento di trattenimento adottato dal funzionario di polizia o di scadenza dei termini previsti dal comma 5 dell'articolo 12 della legge 6 marzo 1998, n.40, al richiedente asilo ed ai suoi familiari è concesso permesso di soggiorno per la conclusione del pre-esame. Gli stessi sono inviati, ove abbiano bisogno di assistenza, presso le strutture di accoglienza del comune ove sono autorizzati a soggiornare, dal cui territorio hanno l'obbligo di non allontanarsi senza autorizzazione della competente questura sino alla conclusione del pre-esame. Tale obbligo è esteso anche ai casi in cui il richiedente asilo e i suoi familiari non necessitino di assistenza ed abbiano quindi eletto un proprio domicilio. L'autorità di pubblica sicurezza adotta le misure opportune ad assicurare la reperibilità del richiedente asilo fino al compimento del termine stabilito. L'allontanamento arbitrario dal territorio comunale determina il trattenimento dell'interessato nella sezione speciale del centro di permanenza di cui al comma 9 con le modalità indicate nel medesimo comma.

11. Sono istituite, presso i centri di permanenza temporanea e assistenza, di cui all'articolo 12, comma 1, della legge 6 marzo 1998, n.40, sezioni speciali per i richiedenti asilo ed i loro familiari, separate dal resto del centro e con ogni possibile agevolazione della vita familiare e sociale compatibile con la vigilanza. Le modalità per la gestione delle sezioni speciali per richiedenti asilo sono definite con decreto del Ministro dell'interno di concerto con il Ministro per la solidarietà sociale. 12. In casi eccezionali, qualora si verifichi un notevole afflusso di richiedenti asilo che non consenta l'espletamento del pre-esame nei due giorni successivi alla domanda nè l'avvio degli stessi alle sezioni speciali dei centri di permanenza di cui al comma 11, nè il ricovero presso le strutture previste dall'articolo 38 della legge 6 marzo 1998, n.40, e qualora la situazione richieda comunque la predisposizione di particolari e urgenti misure al fine di garantire una loro adeguata accoglienza e assistenza, il prefetto competente per territorio può esercitare le attività previste dal decreto-legge 30 ottobre 1995, n.451, convertito dalla legge 29 dicembre 1995, n.563, e relative disposizioni di attuazione, realizzando, ove necessario, strutture provvisorie di ricovero. Per il trattenimento dei richiedenti asilo nelle predette strutture provvisorie di accoglienza si seguono, in quanto applicabili, le procedure previste dall'articolo 12, commi 3, 4, 5 e 6, della legge 6 marzo 1998, n.40.