BOZZE NON CORRETTE

Stenografico Aula in corso di seduta

Seduta n. 825 del 13/12/2000

Back Forward


Pag. 25

...

La seduta, sospesa alle 10,20 è ripresa alle 10,50.

(Ripresa esame articolo 1 - A.C. 5808)

GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il subemendamento 0.1.1.1 della Commissione riguarda l'esperto nominato dal Presidente del Consiglio dei ministri che deve coordinare il gruppo tecnico indicato dall'emendamento in parola. Abbiamo previsto che la facoltà del Presidente del Consiglio dei ministri rimanga quella disciplinata dall'articolo 31 della legge n. 400 del 1988, indicando anche che ciò avvenga nell'ambito della dotazione


Pag. 26

organica prevista dalla tabella A allegata alla medesima legge. Come è noto, salvo quella piccola modifica, che significa solo che non si incide sulle prerogative del Presidente del Consiglio, è chiaro che la previsione è inclusa tra le dotazioni organiche e di spesa della Presidenza del Consiglio.
Ad ogni buon conto, signor Presidente, al fine di rendere ancora più chiaro il principio che la Commissione ha voluto rappresentare con il suo subemendamento, abbiamo proposto di riformularlo ulteriormente affinché la lettura della norma diventi ancora più chiara. Pertanto, il subemendamento 0.1.1.1 della Commissione sarebbe così riformulato: all'emendamento 1.1 sostituire il primo periodo con il seguente: «L'esperto coordinatore è nominato ai sensi dell'articolo 31 della legge 23 agosto 1988, n. 400, nell'ambito della dotazione organica di cui alla tabella A allegato alla medesima legge; i componenti del gruppo tecnico e i rappresentanti delle amministrazioni sono scelti tra funzionari pubblici, eventualmente collocati in posizione di comando o di distacco». Si dovrebbe poi proseguire con il secondo periodo del testo dell'emendamento Volontè 1.1...

PRESIDENTE. Sul quale c'è parere favorevole?

GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Sì. Il secondo periodo recita così: «Agli oneri derivanti dall'istituzione e dal funzionamento del gruppo tecnico si provvede nei limiti degli ordinari stanziamenti di bilancio a disposizione della Presidenza del Consiglio».

PRESIDENTE. Onorevole Sinisi, se capisco bene, lei chiede una votazione per parti separate, nel senso che la prima parte sarebbe in qualche modo assorbita nella riformulazione. È così?

GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Altrimenti, Presidente, una riformulazione del subemendamento 0.1.1.1 della Commissione e successivamente la votazione della parte restante dell'emendamento Volontè 1.1 che non è subemendato da quello della Commissione.

PRESIDENTE. La riformulazione non reca oneri, è così?


Pag. 27

GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Esclude assolutamente oneri, come precisato sia nel subemendamento che fa riferimento alla tabella A della legge n. 400 sia dalla norma di chiusura che fa riferimento all'ambito delle dotazioni della Presidenza del Consiglio«. L'obiettivo è solo quello di non incidere sulle prerogative del Presidente del Consiglio, se non nelle forme e nei modi previsti dalla legge n. 400 del 1988.
Desidero solo aggiungere, signor Presidente, che il nostro lavoro è stato difficile, così come quello del Comitato pareri della Commissione bilancio. Credo che, alla luce di questa ulteriore specificazione, il Comitato pareri potrà rivedere la sua posizione in senso a noi più favorevole.


Pag. 28

PRESIDENTE. Onorevole relatore, non essendovi un problema di spesa, non vi è bisogno del rinvio alla Commissione bilancio, perché è detto con chiarezza che si rimane nell'ambito della dotazione esistente.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Fontan 1.4, Di Luca 1.5 e Garra 1.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garra. Ne ha facoltà.

GIACOMO GARRA. Signor Presidente, intervengo per illustrare il mio emendamento 1.6 soppressivo dell'articolo 1.
Non condividiamo la proposta di istituzione del comitato per il coordinamento e il monitoraggio dell'attuazione del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, innanzitutto per una valutazione di razionalità: gli enti non devono essere moltiplicati, se non vi è una reale necessità. Ripugna che l'apparato dell'amministrazione non sia in grado di valutare da solo il grado di attuazione - forse è meglio dire di non attuazione - della normativa contro l'immigrazione clandestina.
Il monitoraggio sullo stato di inattuazione del decreto legislativo è stato fatto sinteticamente dal Capo dello Stato, quando ha invitato tutti, maggioranza e opposizione, ad elevare un muro contro l'immigrazione clandestina.
Quale può essere stata, quindi, la ragione per la quale il relatore ha inserito l'articolo 1? Forse quella di implementare il proprio ruolo di consulente in seno alla Presidenza del Consiglio proprio sul tema dell'immigrazione? Non so se un consulente del Governo possa svolgere il ruolo di relatore di una proposta di legge all'esame del Parlamento. Forse non vi è alcuna norma del regolamento interno che preveda una siffatta incompatibilità; vi sono, invece, tante buone ragioni per sopprimere l'articolo 1 e per evitare che il Governo ed i ministri competenti possano diluire le proprie responsabilità e nascondersi dietro il paravento dell'ennesimo apparato burocratico.
Non vedo i vantaggi che possono venire dall'utilizzazione del nuovo organismo, se non quello connesso alla possibilità


Pag. 29

per la maggioranza di chiamare a palazzo Chigi e dintorni nuovi esperti o pseudo tali.
Non so quale potrà essere il maggior costo per questo ennesimo monitoraggio e non so quale scelta fare tra una Commissione bilancio che dà l'alt ed un relatore per la maggioranza che va avanti, convinto che non vi siano problemi. Quel che temo in sommo grado è l'ulteriore parcellizzazione delle competenze ed il connesso palleggiamento delle responsabilità.
Per queste ragioni, invito i deputati a votare l'emendamento soppressivo (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, stiamo discutendo gli emendamenti soppressivi dell'articolo 1 del testo della Commissione. Occorre iniziare l'analisi di questo provvedimento evidenziando subito le due differenti filosofie di fondo della maggioranza di centrosinistra comunista e della Casa delle libertà.
La maggioranza ritiene che la normativa in vigore sia funzionale alle esigenze del paese e che siano necessari solo piccoli ritocchi di facciata o comunque interventi non radicali. Dall'altra parte, vi sono la Lega nord Padania e le altre forze della Casa delle libertà, che invece ritengono che sia opportuno modificare radicalmente, in toto, le norme in vigore e, quindi, hanno proposto un testo alternativo i cui contenuti sono sicuramente più rispondenti alle esigenze dei nostri cittadini, che chiedono sicurezza, perché con tale testo si va nella direzione di garantire la sicurezza, ma soprattutto si tratta di norme che danno al cittadino quella sensazione di garanzia e di interesse del legislatore per la sua tutela.
Ragionando ad occhi aperti non possiamo non osservare che le normative in vigore non funzionano ed è inutile giustificarsi dicendo che mancano gli strumenti per attuarle o che alcuni meccanismi non sono stati completamente messi a regime; la verità è che l'impianto della normativa in vigore non può funzionare e che è necessario individuare soluzioni alternative. Noi l'abbiamo fatto, lanciando così una sfida alla


Pag. 30

maggioranza, anche perché, nonostante le richieste dei cittadini e delle stesse forze dell'ordine, il Governo non ha proferito parola e non ha fatto nulla. Quindi questo scontro esclusivamente di carattere politico deve indurre tutti a ragionare, come dicevo, ad occhi aperti perché non possiamo permetterci che un atteggiamento buonista o di facciata possa compromettere la tutela e l'incolumità dei nostri cittadini. In tutti i testi alternativi e in tutti gli emendamenti presentati dalla Casa delle libertà, e sottoscritti dalla Lega nord, c'è la volontà di perseguire gli interessi e la tutela del cittadino, adottando disposizioni normative funzionali e soprattutto applicabili. Non credo che da parte della maggioranza vi sia l'interesse a rivedere l'impostazione di base della legge Turco-Napolitano, ripresa dal decreto legislativo attualmente in vigore, che non raggiunge quei risultati che i cittadini si attendono.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, noi voteremo contro l'emendamento soppressivo dell'articolo 1. Comprendiamo che possano esserci forti tentazioni di concorrenza politica sia con la maggioranza sia all'interno della stessa Casa delle libertà, anche perché ci sono ben cinque relazioni di minoranza. Quella di cui ci occupiamo è una materia molto delicata rispetto alla quale la maggioranza ha dichiarato la propria disponibilità a migliorare la normativa in vigore. Questo è ciò che noi vogliamo fare (Commenti del deputato Armaroli).
A me dispiace che il collega di Forza Italia, onorevole Garra, abbia sollevato una polemica che non gli fa onore, abbassando il suo stile che di solito è più garbato ed attento al rispetto reciproco.

GIACOMO GARRA. Sei il solito pedagogo!

MARCO BOATO. Non fa onore a Garra e non c'è bisogno che io esprima al collega Sinisi la solidarietà mia e di tutta la maggioranza, soprattutto per la correttezza con cui svolge il suo ruolo di relatore nel confronto tra maggioranza ed opposizione.


Pag. 31


Mi sia concessa un'ultima osservazione. Pochi giorni fa il Capo dello Stato, a seguito di una lettera di tre ex Presidenti della Repubblica e di tutti i senatori a vita con cui lo invitavano ad intervenire in una materia di competenza parlamentare - amnistia e indulto - ha risposto che ad una sollecitazione del genere non si può che replicare che è compito e responsabilità esclusiva del Parlamento. Invito il collega Garra e chiunque altro a non portare il Presidente della Repubblica nell'arena dello scontro politico perché non si rende un servizio né all'autorità e all'autorevolezza del Capo dello Stato né alla piena autonomia del Parlamento, che è espressione della sovranità popolare. Manteniamo il confronto politico nei binari della Costituzione!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nardini. Ne ha facoltà.

MARIA CELESTE NARDINI. Signor Presidente, con questo provvedimento si potrà migliorare l'impianto della legge Turco-Napolitano.


Pag. 32

Solo in questo senso potremo davvero far fronte ad una grande questione della nostra epoca (l'immigrazione). Voteremo contro gli emendamenti soppressivi dell'articolo 1 perché riteniamo che il comitato per il coordinamento sia necessario per verificare l'applicazione della legge. Per fortuna, non tutte le leggi hanno bisogno di un tale organo, ma ricordiamoci che siamo di fronte ad una grande questione. Colleghi, uso la parola «questione» e non uso, volutamente, la parola «problema» perché significherebbe dare una connotazione decisamente negativa a quella che, invece, è una grande questione del nostro tempo.
Un comitato come quello ipotizzato nell'articolo 1 potrebbe agevolare l'applicazione della legge e consentire di entrare nel merito della questione, nonché verificare, punto per punto, l'applicazione del provvedimento. Per le ragioni esposte, preannuncio il voto contrario dei deputati del mio gruppo sugli emendamenti soppressivi dell'articolo 1.

ALBERTO DI LUCA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Di Luca, per il suo gruppo ha già parlato l'onorevole Garra.

ALBERTO DI LUCA. Signor Presidente, l'onorevole Garra ha illustrato il suo emendamento 1.6; io vorrei illustrare il mio emendamento 1.5.

PRESIDENTE. Si tratta di emendamenti identici. Non siamo in fase di illustrazione degli emendamenti, bensì di dichiarazione di voto sugli stessi. Pertanto, onorevole Di Luca, se vuole può intervenire a titolo personale.

ALBERTO DI LUCA. Va bene, signor Presidente, chiedo di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha 2 minuti di tempo a disposizione.

ALBERTO DI LUCA. La ringrazio, signor Presidente. Nell'intervento dell'onorevole Boato ho sentito parlare di


Pag. 33

rispetto: vorrei, allora, che fosse innanzitutto attuato in quest'aula il rispetto della verità. Non è vero, infatti, che esistono cinque relazione di minoranza; esiste un solo testo di minoranza ed è quello della casa delle libertà. Onorevole Boato, mi dispiace, ma lei ha fatto uno scivolone. Signor Presidente, visto che ho solo 2 minuti di tempo a disposizione, mi riservo di proseguire il mio intervento successivamente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.

GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, la casa delle libertà esprimerà voto contrario sull'articolo 1 proposto dalla Commissione, in base ad una logica ben precisa. La casa delle libertà aveva inizialmente proposto l'istituzione del Ministero dell'immigrazione, nonché delle agenzie per le politiche immigratorie. La nostra proposta ha un senso: come tutti sappiamo, il fenomeno dell'immigrazione è complesso e comporta non solo una politica di emergenza (e, dunque, di repressione nei confronti dell'immigrazione clandestina), ma anche tutta una serie di interventi mirati all'integrazione sociale degli immigrati regolari.
Signor Presidente, ci sembra un errore l'istituzione di un comitato per il coordinamento ed il monitoraggio che faccia capo solo alla Presidenza del Consiglio dei ministri e si coordini con una serie di istituti, senza prevedere la costituzione di un autonomo istituto o agenzia deputata ad analizzare, studiare, attuare e coordinare tutte le politiche per l'immigrazione. Tale iniziativa, infatti, va nel senso di un accentramento dei poteri quando, invece, vorremmo trasferirli ad un istituto ben definito, il cui compito sia esclusivamente quello di svolgere interventi mirati alla soluzione dei problemi connessi a tale fenomeno. Questa è la spiegazione tecnica e politica in base alla quale i deputati della casa delle libertà voteranno contro l'articolo 1 del provvedimento.

PRESIDENTE. Colleghi, vorrei informarvi che al termine della seduta antimeridiana si terrà la Conferenza dei presidenti di gruppo, in quanto il Presidente del Senato mi ha comunicato che l'altro ramo del Parlamento concluderà l'esame del disegno di legge finanziaria martedì prossimo: ciò


Pag. 34

vuol dire che dovremo far slittare la chiusura dei lavori dell'Assemblea. Infatti, ritenevamo di poter chiudere i nostri lavori giovedì 21 dicembre; ciò non sarà possibile e dovremo modificare il calendario. Ho voluto dare ora tale comunicazione, per consentire ai colleghi che abbiano preso impegni di rivedere la propria agenda.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scoca. Ne ha facoltà.

MARETTA SCOCA. Signor Presidente, preannuncio il voto contrario sugli identici emendamenti soppressivi dell'articolo 1. Vorrei altresì svolgere alcune rapide valutazioni. Il comitato per il coordinamento e il monitoraggio della legge sull'immigrazione si rende necessario perché ci troviamo in presenza della regolamentazione di un fenomeno assai complesso ed in continua espansione, che presenta molti aspetti ancora non completamente conosciuti e valutati. Riteniamo quindi sia giusto prevedere l'istituzione di questo comitato, allo scopo di valutare nel loro complesso i delicati aspetti dell'immigrazione.

PRESIDENTE. Colleghi, desidero informarvi che si trovano in tribuna gli studenti dell'istituto per geometri di Palagiano, in provincia di Taranto, che salutiamo cordialmente (Generali applausi, cui si associano i membri del Governo).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moroni. Ne ha facoltà.

ROSANNA MORONI. Signor Presidente, intervengo in primo luogo per dichiarare la contrarietà del gruppo Comunista alla soppressione di questo articolo che, come è stato già affermato da alcuni colleghi, è fondamentale. Infatti il limite della legge n. 40 del 1998, che io considero un'ottima legge, molto avanzata, anche a livello europeo ed internazionale, è proprio quello di non prevedere la possibilità di verificare per intero la propria efficacia, proprio perché mancano alcuni elementi concreti alla fase di attuazione, come per esempio l'istituzione delle liste di prenotazione per l'ingresso a fine di ricerca di lavoro presso le nostre rappresentanze consolari.
Desidero però aggiungere un'altra cosa, considerato che il collega Di Luca ci ha sollecitati al rispetto della verità. Voglio


Pag. 35

precisare che la sua verità - e questo è provato dai fatti e dalle documentazioni - come minimo è parziale, perché agli atti della Camera risultano depositate ben quattro relazioni di minoranza, a firma Giovanardi, Di Luca, Fontan e Landi di Chiavenna, relazioni di minoranza e testi alternativi estremamente contraddittori tra loro. Se i gruppi dell'opposizione si sono resi conto che questa serie di contraddizioni li metteva in difficoltà e li poneva in una situazione di ridicolo, perché molti aspetti erano veramente contrapposti, io rispetto la loro scelta e credo sia ben fatta. Tali gruppi, infatti, vantano spesso coesione ed unità interna, però nei fatti bisogna rilevare che i primi testi presentati sono un coacervo di contraddizioni innegabili, perché appunto depositate agli atti della Camera.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti (Proteste dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
Che succede?

DAVIDE CAPARINI. Presidente, volevo parlare per dichiarazione di voto!

PRESIDENTE. Per il suo gruppo ha già parlato il collega Stucchi, posso darle due minuti per intervenire a titolo personale: comunque, se non si urla e si segnala la propria volontà di parlare si fa prima e si rispettano le regole di correttezza.

DAVIDE CAPARINI. Ho provato più volte a segnalarle la mia intenzione e mi sembrava che il nostro sguardo si fosse incontrato, evidentemente non è stato così.

PRESIDENTE. Questa volta non si è incontrato, sarà per la prossima.
Prego, onorevole Caparini.

DAVIDE CAPARINI. Sicuramente l'impianto del testo già dal primo articolo tradisce la sua matrice neogiacobina. Vediamo, infatti, che si propone subito l'istituzione di un comitato per il coordinamento e il monitoraggio chiaramente di stampo centralista, perché è composto da ministri. Tale comitato dovrebbe monitorare una situazione che a tutti noi è già ben chiara, che non è necessario monitorare in questo


Pag. 36

momento. Questo testo sicuramente non va nella direzione nella quale dovrebbe andare, cioè quella di dare risposte precise rispetto ad una situazione che sta precipitando e che si sta incancrenendo.
Quindi, al di là delle sottolineature che ho appena sentito fare dalla collega in merito a presunti testi di matrice diversa presentati dall'opposizione, mi sembra che chi sta conducendo un'operazione elettorale non sia certamente la Casa delle libertà, bensì il centrosinistra, che utilizzando un testo presentato dai colleghi di Alleanza nazionale ha costruito un pacchetto assolutamente inefficace, ma ottimo da spendere in campagna elettorale, magari utilizzando quegli spot istituzionali che oggi vediamo sulla RAI e che sono veramente qualcosa di riprovevole, qualcosa che appartiene alla propaganda ed alla demagogia e non ad un confronto politico chiaro, basato su regole del gioco certe.


Pag. 37

Qui le regole ormai non vengono più rispettate e così una proposta di legge come questa, che esaminiamo a pochi mesi dalle elezioni, non può che confermare la linea di tendenza che questo Governo e i precedenti hanno tenuto nei confronti dell'immigrazione extracomunitaria. Si tratta di una linea assolutamente neogiacobina, come ho già detto, troppo accondiscendente, mondialista e che tende all'accoglienza indiscriminata, facendo del nostro paese un centro di transito per la criminalità, come dimostrano i dati, e non un paese che dovrebbe puntare ad ottenere il posto che gli spetta nel panorama mondiale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maselli. Ne ha facoltà.

DOMENICO MASELLI. Signor Presidente, si tratta di un punto qualificante di questa proposta di legge, proprio perché, al fine di applicare al meglio, sotto tutti gli aspetti, la legge n. 40 del 1998, è necessario che i vari Ministeri si coordinino tra loro, dato l'interesse che essi hanno nei confronti dei singoli aspetti della legge che noi vogliamo venga veramente applicata.
Per questa ragione riteniamo utile il coordinamento tra ministri e tra esperti. Per questo motivo invito a votare contro questi emendamenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.
Onorevole Molgora, le ricordo che ha 2 minuti a disposizione

DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, ritengo che l'articolo 1 del provvedimento al nostro esame sia un appesantimento del testo. Infatti, non sono d'accordo sul fatto che si debba inserire in una legge una norma che preveda il coordinamento, quando esso dovrebbe essere la modalità naturale di operare da parte dei Ministeri. Se i ministri per poter operare in un determinato settore hanno bisogno di una


Pag. 38

norma legislativa per coordinarsi tra loro, credo che non ci siamo, perché dovrebbero lavorare insieme e non in contrasto l'uno con l'altro.
In secondo luogo, per lo svolgimento dell'istruttoria di cui al comma 3 dell'articolo 1 devono essere nominati alcuni esperti. Anche la nomina di esperti deve essere prevista da una norma legislativa? Lo ritengo assurdo. A questo punto dovremmo stabilire con legge anche che tipo di carta e che tipo di inchiostro debbano usare nei Ministeri. Anche in questo caso, quindi, non si può parlare di semplificazione legislativa come sarebbe necessario per intervenire in un settore quale quello di cui al provvedimento al nostro esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pagliarini. Ne ha facoltà.
Onorevole Pagliarini, le ricordo che ha 2 minuti a disposizione.
Onorevole Tattarini, onorevole Pistone, onorevole Crucianelli, vi prego di prendere posto.

GIANCARLO PAGLIARINI. Il collega della maggioranza ha invitato a votare contro la soppressione dell'articolo 1 perché è utile che vi sia un coordinamento tra ministri. Ma siamo matti? Ciò vuol dire che in assenza di una legge i ministri del Governo dell'Ulivo non si coordinano fra di loro (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania e di Alleanza nazionale)!
Se dovesse essere approvata una norma di questo tipo, passerebbe il principio in base al quale domani, se vi è da decidere qualcosa e vi è il bisogno di coordinarsi, i ministri potrebbero dire, che in assenza di una norma di legge, non intendono coordinarsi. Per me è pericoloso approvare un articolo come questo (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Fontan 1.4, Di Luca 1.5, Garra 1.6, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).


Pag. 39

Colleghi, per cortesia! Onorevole Schmid, può togliere quelle tessere! La ringrazio.

SERGIO COLA. Presidente, guardi anche di là!

ROSANNA MORONI. Guardi anche di là!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione (Commenti)!
Annullo la votazione! Colleghi, smettetela, per cortesia! Mi rivolgo a tutti. Smettetela di votare per gli altri (Commenti del deputato Armaroli)! Stia tranquillo!
Procediamo nuovamente alla votazione degli identici emendamenti Fontan 1.4, Di Luca 1.5, Garra 1.6.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Fontan 1.4, Di Luca 1.5, Garra 1.6, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Colleghi, d'ora in poi inviterò ad abbandonare l'aula quelli che votano per altri!

PAOLO ARMAROLI. Eccolo, eccolo!

PRESIDENTE. Onorevole Taradash! Onorevole Masi, la prego per cortesia!

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 396
Votanti 395
Astenuti 1
Maggioranza 198
Hanno votato
181
Hanno votato
no 214).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Rivolta 1.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.


Pag. 40

LUCIANO DUSSIN. Presidente, intervengo per ribadire la contrarietà della Lega nord Padania all'istituzione di nuovi comitati di monitoraggio, di cui fanno parte tra l'altro alcuni ministri, come ha giustamente fatto notare poc'anzi il nostro capogruppo.
Siamo altresì contrari all'istituzione di gruppi tecnici il cui lavoro servirà alle successive decisioni dei ministri. Questa sarà l'ennesima riprova che tutte le iniziative di questa maggioranza di centrosinistra per governare il fenomeno dell'immigrazione avranno dei risultati estremamente sterili.
Il fenomeno dell'immigrazione non si risolve agitandosi o proponendo delle soluzioni come quelle che ho appena accennato; si tratta infatti di un problema politico, in merito al quale occorre affrontare le questioni relative alla sicurezza dei nostri cittadini. Altrimenti, bisogna dire a chiare lettere che si vuole continuare con questo stato di abbandono e di degrado determinato da un fenomeno così complesso e pericoloso.
Da sempre noi diciamo che per quanto riguarda le politiche dell'accoglienza si debbono interpellare i cittadini; sono infatti loro i nostri primi interlocutori insieme ai sindaci e ai presidenti di provincia e alle giunte regionali. È dalle regioni infatti che ad avviso della Lega nord Padania devono provenire quegli indirizzi per far sì che le politiche di accoglienza siano portate avanti ma nel rispetto della volontà dei cittadini! Voi invece avete imposto alle regioni questa nefasta legge sull'immigrazione, come principio fondamentale.
Tra l'altro, per dare voce alle vere esigenze dei cittadini noi avevamo raccolto la bellezza di 700 mila firme per arrivare ad un referendum con il quale chiedere di abrogare questa legge sull'immigrazione. Ma i giudici, che fanno politica, per l'ennesima volta hanno tappato la bocca ai cittadini. E dunque non è stato possibile fare il referendum (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania). Se ci fosse stato, questa legge sarebbe stata abrogata perché lo vuole la stragrande maggioranza dei cittadini; e ciò avrebbe comportato le dimissioni del ministro Turco e dell'allora ministro Napolitano, e via dicendo.
Per noi abolire questa legge infame è più una questione morale che politica perché continuiamo a denunciare le


Pag. 41

gravissime responsabilità del centrosinistra per quanto riguarda il mancato controllo sulla criminalità che sta esplodendo in questo paese e che è legata al fenomeno immigratorio anch'esso non controllato.
Siete riusciti a portare nel nostro paese tutta la mafia albanese, tutta la mafia nigeriana e la peggiore criminalità che si trova nel mondo.


Pag. 42

Gli effetti sono evidentissimi: negli ultimi cinque anni abbiamo assistito all'esplosione dei crimini più efferati, quali lo schiavismo, lo spaccio di droga e gli omicidi. Vi sono delinquenti che rubano all'interno delle nostre abitazioni durante le ore notturne, commettendo reati per la gran parte imputabili alla criminalità albanese che continuate a difendere, non ascoltando i messaggi dei cittadini perché vi siete «blindati».
Vi sono ben precise responsabilità politiche del centrosinistra. Con i nostri interventi continueremo a denunciare questi episodi. La Casa delle libertà e la Lega nord Padania hanno presentato proposte migliorative che voi boccerete. Il prossimo Governo andrà incontro alle esigenze di sicurezza dei nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Luca. Ne ha facoltà.

ALBERTO DI LUCA. Signor Presidente, non servono nuovi comitati, ma è necessario risolvere una contraddizione tipica della legge Turco-Napolitano che ha la peculiarità di essere impostata sull'esistenza dei centri di accoglienza. In Italia, il Governo della sinistra non ha aperto questi centri, pertanto, l'ospitalità del nostro paese si misura in poche centinaia di unità. È stata approvata una legge che non risolve il problema della clandestinità e che, soprattutto, non risponde al suo obiettivo principale, voluto da questa maggioranza, di far pesare tutto il sistema sui centri di accoglienza, ponendo, di fatto, le forze dell'ordine nell'impossibilità di far rispettare la legge esistente che, come avremo di dire in queste giornate, certamente non funziona e deve essere radicalmente modificata. Resta il fatto che, per volontà di questo Governo e di questa maggioranza, la legge non viene neanche applicata come dovrebbe.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Presidente, credo che i comizi si possano fare in altra sede. Stiamo discutendo, colleghi Di Luca e


Pag. 43

Dussin, l'emendamento Rivolta 1.3 che propone di modificare la composizione di quel comitato contro cui ha sparato Luciano Dussin, che suppongo inviterà la Lega ad esprimere voto contrario su di esso. Si è chiesto un maggiore controllo del fenomeno dell'immigrazione e, al tempo stesso, di sopprimere il gruppo tecnico che deve istruire gli apparati di conoscenza e di controllo del fenomeno.
Credo che la demagogia dovrebbe trovare un limite (Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)! Presidente, si dovrebbe sapere di cosa stiamo discutendo: stiamo esaminando l'emendamento Rivolta 1.3 che modifica la composizione del comitato; dobbiamo sapere che, se si vuole un controllo del fenomeno, è necessaria l'istituzione di un gruppo tecnico, che la Lega non ritiene necessaria. Il collega Di Luca, che dovrebbe parlare del comitato, interviene, invece, sui centri di accoglienza che non sono, in questo momento, in discussione.

GIANPAOLO DOZZO. Boato, mettiti d'accordo con te stesso!

MARCO BOATO. Mi rivolgo ora al collega Landi di Chiavenna, relatore di minoranza: ci vorrebbe un minimo di correttezza parlamentare nell'esaminare il provvedimento alla nostra attenzione, se non altro per rispetto al vostro collega Rivolta che ha presentato un emendamento puntuale sulla questione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vascon, che dispone di due minuti. Ne ha facoltà.

LUIGINO VASCON. Presidente, intervengo per evidenziare ancora una volta quanto siano lontane le concezioni di questa maggioranza di sinistra dalle realtà locali. Stiamo assistendo ad arroganti lezioni di cattedratici, mi riferisco a quanto appena espresso dall'onorevole Boato. La realtà delle cose è ben diversa; dobbiamo rimanere con i piedi per terra, analizzare quali siano le peculiarità e capire le pressioni cui si è sottoposti giornalmente per mancanza di una normativa chiara che tuteli ambo le parti e non solo una. Questo voglio sottolineare, signor Presidente.


Pag. 44


Come ha giustamente affermato il collega Luciano Dussin, la pressione malavitosa, criminosa, alla quale si è sottoposti giornalmente merita ovviamente di essere arrestata, merita una considerazione pronta e non il semplice ricorso a comitati, sottocomitati, «stracomitati» di controllo, che non servono ad altro che ad annacquare la norma e a creare posti inutili per persone incapaci ed incompetenti, come del resto si è visto finora. La conseguenza è una criminalità che sta dilagando, che sta aumentando la pressione malavitosa, che è sempre più pericolosa nei nostri paesi, nelle nostre terre.

ANTONIO SAIA. Non siamo capaci di dare accoglienza!

LUIGINO VASCON. Va sottolineata l'indifferenza di questo Governo di sinistra che addirittura favoleggia, attraverso leggi, ciò che noi definiamo una vera e propria invasione...

ANTONIO SAIA. Ma quale invasione!

LUIGINO VASCON. ...a danno di comunità che non sono per nulla disposte ad accettare questo sistema di vita, che peraltro danneggia la crescita democratica e civile di un paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Galli, che ha a disposizione due minuti. Ne ha facoltà.

DARIO GALLI. Signor Presidente, non si tratta di fare comizi o di entrare nel merito tecnico del provvedimento; sappiamo benissimo quale sia l'argomento oggetto della discussione. È evidente, però, che siamo in Parlamento, il luogo dove i rappresentanti del popolo devono dire ciò che pensano.
Per quanto riguarda l'immigrazione, il problema non si può ridurre a questioni di comitati o di cose di questo tipo. Il problema è di tale evidenza e rilevanza ed è talmente sotto gli occhi dei cittadini che, evidentemente, non è questo il modo di affrontarlo. Del resto, come è stato giustamente ricordato qualche minuto fa, una proposta di legge d'iniziativa popolare è stata sottoscritta da moltissime persone in pochissimo tempo, il che indica quale sia l'effettiva sensazione,


Pag. 45

l'effettivo pensiero della popolazione reale, di chi si trova fuori da questo palazzo e che chi lavora in quest'aula dovrebbe rappresentare.
Il problema dell'immigrazione non può essere ridotto ai minimi termini, come si fa in questo luogo. Ciò vale, anzitutto, con riferimento ai numeri, perché un milione 200 mila immigrati extracomunitari regolari e 200 mila irregolari, ai quali più o meno si è fatto riferimento durante la discussione, sono numeri che non stanno né in cielo né in terra. Basta uscire in qualunque città d'Italia, contare le prime cento persone che si incontrano e verificare quanti siano gli italiani e quanti gli stranieri per rendersi conto che il 2-3 per cento indicato nei documenti ufficiali è in difetto di almeno due o tre volte rispetto alla realtà.
Relativamente ai discorsi sul fatto che dovrebbe essere lo Stato a regolamentare questo fenomeno, vorrei ricordare che, poi, i problemi si riversano quasi esclusivamente sugli enti locali, perché le persone che arrivano oggi, che hanno quaranta, quarantacinque o cinquant'anni, che lavoreranno 10-15 anni in nero senza pagare i contributi, a 60-65 anni si troveranno senza pensione, senza mezzi di sussistenza, e si rivolgeranno non al ministro ma al sindaco o al presidente della provincia del luogo ove si trovano (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gasparri. Ne ha facoltà.

MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, credo che l'onorevole Boato debba prendere atto che non è il maestro che ci impartisce lezioni sulla correttezza del modo di agire. Noi abbiamo presentato un testo - lei sa la questione che ponemmo, che è stata risolta nel modo in cui è stata risolta - con il quale chiedevamo di discutere su un articolo 1 ben diverso.

MARCO BOATO. Adesso discutiamo dell'emendamento Rivolta 1.3!

MAURIZIO GASPARRI. Se correttezza non è stata rispettata, siete voi che avete stravolto il testo e le regole del confronto parlamentare, questa è la verità!


Pag. 46

ROSANNA MORONI. Ancora non ci potete obbligare a votare le vostre leggi!

ROSA JERVOLINO RUSSO, Presidente della I Commissione. Siete ancora minoranza!

MAURIZIO GASPARRI. Il nostro articolo 1, che riproponiamo con un emendamento riferito all'articolo 2, prevedeva, ad esempio, il coinvolgimento delle regioni nella politica dei flussi, al quale voi vi opponete,...

ROSANNA MORONI. Certo!

MAURIZIO GASPARRI. ...salvo fare riunioni politiche ma non tavoli istituzionali.
Credo, pertanto, che noi non possiamo subire le sue lezioni, onorevole Boato. Noi proponiamo tesi politiche alternative alle vostre.

MARCO BOATO. Voi state facendo solo comizi!

MAURIZIO GASPARRI. Ci è stato impedito di far votare la proposta che è diventata l'unico testo alternativo della Casa delle libertà.
Credo che lei abbia tutto il diritto di sostenere le sue tesi, come penso riconosca anche a noi. Poi, le lezioni sulla correttezza...

MARCO BOATO. Lei sa di quale emendamento stiamo discutendo?

MAURIZIO GASPARRI. ...e sul formalismo, di fronte agli stravolgimenti (Commenti del deputato Boato)... Riguardo alla propaganda, la proposta di legge che abbiamo presentato è nata dalla riflessione su dati forniti dal dipartimento di pubblica sicurezza.

MARCO BOATO. Lei sa di quale emendamento stiamo discutendo?

PRESIDENTE. Onorevole Boato, la prego.


Pag. 47

MAURIZIO GASPARRI. Non so se fa demagogia anch'esso che rivela, ad esempio, che a Torino gli stranieri condannati per traffico di stupefacenti sono passati dal 25 per cento del 1988 all'81 per cento del 1998; che a Bologna per lo stesso reato di traffico di stupefacenti gli stranieri condannati sono passati dal 4 al 70 per cento!
Vi è quindi un problema che noi poniamo con questa nostra iniziativa di maggiore rigore, che non è xenofoba né razzista perché bisogna colpire certi fenomeni, come afferma il ministro Bianco ogni giorno. Anche qui vorrei riportare, oltre ai dati del Dipartimento della pubblica sicurezza, le costanti dichiarazioni del ministro dell'interno.
La verità è che noi vogliamo tradurre in soluzioni legislative questi problemi che anche voi denunciate. Quindi, non facciamo demagogia, ma facciamo un'azione di salvaguardia della sicurezza della nostra nazione (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e della Lega nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.

GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, io riprendo il ragionamento dell'onorevole Boato per spiegare per quale ragione evidentemente e su quali ragionamenti si fondano le obiezioni della Casa delle libertà.
Basta leggere il testo dell'articolo 1 per capire che è stato «innovato» dalla Commissione e quindi dalla maggioranza: nel testo originario dell'onorevole Fini, questo articolo 1 infatti non esisteva. Questo spiega per quale ragione abbiamo presentato una serie di emendamenti tra i quali vi è quello di cui ora stiamo parlando, ovvero l'emendamento Rivolta 1.3.
Quello è stato quindi un articolo proposto esclusivamente dalla maggioranza e non esisteva nel testo Fini...

MARCO BOATO. La maggioranza ha la possibilità di farlo?


Pag. 48

GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA. Quindi, evidentemente, al di là degli emendamenti soppressivi, abbiamo ritenuto e il collega Rivolta ha ritenuto correttamente di poter intervenire anche con delle proposte emendative...

MARCO BOATO. Di cui non si sta parlando!

GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA. Se si legge il testo di questo articolo, così come è stato impostato, e soprattutto l'articolo 2-bis, ci si renderà conto di quanto sia farraginosa la formulazione e di quanto sia difficile, se non impossibile, il coordinamento che voi volete proporre.
Come ritenete possibile che i ministri di quel Comitato (presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri o, su sua delega, dal ministro dell'interno, e composto dai ministri degli affari esteri, del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, del lavoro e della previdenza sociale, della sanità, dell'industria, del commercio e dell'artigianato, della giustizia, della pubblica istruzione, dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, per gli affari regionali e per la solidarietà sociale) si coordinino per definire una politica dell'emigrazione?
Noi abbiamo ritenuto, in linea con gli Stati Uniti d'America, con la Germania e con altre democrazie che hanno affrontato e che stanno affrontando seriamente il problema dell'immigrazione, che non si possa e non si debba accentrare in un Comitato di coordinamento le politiche dell'immigrazione, ma che si debba istituire un'agenzia che sia deputata ad intervenire nelle politiche di coordinamento, nelle politiche che servono in qualche modo ad inquadrare seriamente la politica delle emigrazioni sia per quanto riguarda la parte relativa agli interventi repressivi contro l'immigrazione clandestina, sia per quanto riguarda le politiche d'integrazione sociale.
Ecco perché da qui nasce la contrarietà della Casa delle libertà e ritengo non vi sia contraddizione tra il voto negativo che noi esprimeremo sul complesso dell'articolo e gli emendamenti che sono stati presentati da singoli deputati della Casa delle libertà. L'onorevole Rivolta, ben sapendo che la maggioranza ha o ritiene di avere i numeri necessari a votare questo articolo, evidentemente ritiene di poter apportare dei correttivi e dei miglioramenti.


Pag. 49


Non esiste quindi alcuna contraddizione...

MARCO BOATO. Ma lei sta parlando di questi, mentre i suoi colleghi hanno fatto un comizio!

PRESIDENTE. Onorevole Boato, la richiamo all'ordine per la prima volta!
Basta, non può interrompere così!

GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA. Noi riteniamo che questo articolo debba essere cassato nella sua totalità. Per le ragioni che abbiamo spiegato, è un articolo assolutamente non in grado di risolvere i grandi problemi che l'onorevole Gasparri ed altri hanno individuato. Da qui nasce la totale contrarietà dei deputati della Casa delle libertà su questo articolo (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e della Lega nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pirovano, al quale ricordo che dispone di due minuti di tempo. Ne ha facoltà.

ETTORE PIROVANO. Con questo emendamento si cerca di cambiare quel Comitato per il coordinamento. Io credo però che, prima ancora di decidere a livello molto elevato chi debba coordinare (e in questo caso mi sembra inutile), si dovrebbero mettere le forze dell'ordine di potersi coordinare tra di loro.
Io ho spesso a che fare con i commissariati di pubblica sicurezza e con i comandi dei carabinieri e vengo a sapere - da poco tempo - che, per accedere alla banca dati centrale (nella quale tutti i commissariati e tutti i comandi dei carabinieri immettono i dati e le foto segnaletiche dei fermati), i commissariati devono presentare una richiesta scritta per poter entrare, con un codice, nella banca dati. A volte il permesso di accesso arriva dopo cinque, sei o sette giorni. Ora, voi capite che è assolutamente inutile avere una rete di computer - alla quale tutti dovrebbero avere accesso in tempo reale - per capire se la persona fermata è già stata fermata in un altro commissariato, se questa informazione arriva dopo alcuni giorni. Questa non è una supposizione di


Pag. 50

un parlamentare o di un sindaco, ma è l'affermazione di un commissario capo di un commissariato di pubblica sicurezza il quale mi dice anche che ha dei computer modello 386. Per capirci, per chi non si intende di computer, effettuando un paragone tra una Fiat Panda e una vecchia automobile, se la Panda è oggi un computer Pentium II, la Topolino balestra corta è il 386. I nostri commissariati di pubblica sicurezza hanno ancora questi computer (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Soave. Ne ha facoltà.

SERGIO SOAVE. In questo clima, a metà tra il comizio, la metafora e altro, vorrei fare una riflessione relativa ad una esperienza. Mi ricollego all'intervento dell'onorevole De Luca che dava colpa al Governo, naturalmente, di non aver applicato quella parte della «legge Turco-Napolitano» relativa ai centri di accoglienza che, in effetti, sarebbero largamente risolutivi del problema legato alla clandestinità permanente.
Vorrei spiegare all'onorevole De Luca che il Governo, tramite i prefetti ha mandato a tutti i sindaci italiani - quindi anche a me - una lettera nella quale chiedeva se eravamo disposti a dare l'autorizzazione per l'impianto di un centro di accoglienza nella nostra città, a spese dello Stato. Naturalmente, istituiti i centri di accoglienza, qualcuno avrebbe potuto occuparsi delle forniture ed altro.
Ho convocato immediatamente i capigruppo del consiglio comunale, perché si trattava di una decisione delicata, sapendo che il clima pubblico intorno a queste cose non è molto favorevole. Mi sono sentito dire, soprattutto dai capigruppo del centro, della destra e della Lega, che se avessi promosso una iniziativa in tal senso avrebbero attaccato dei manifesti per dire che io ero un sindaco che accoglieva gli extracomunitari. Ho capito allora il nocciolo della questione e quindi, come tutti i sindaci del cuneese, ho detto al prefetto che non vi erano né spazi e né luoghi per ospitare i centri di accoglienza.
Ritengo che sia stato fatto così in tutta la regione Piemonte nella quale proliferano i sindaci della Lega e del Polo, oltre a quelli dell'Ulivo, perché l'unico centro di accoglienza in


Pag. 51

Piemonte è a Torino, ha la capienza di ottanta posti e fa quello che può, cioè quasi nulla. Quando noi inviamo un clandestino in questura si telefona al centro di accoglienza per vedere se c'è lo spazio, ma poiché normalmente non c'è, il clandestino rientra nel circolo.
Dunque, se si vuole fare propaganda si può dire al Governo che è colpa sua perché non ci sono i centri di accoglienza, ma se si vuole fare un esame di coscienza sereno (non è questo il clima perché siamo già in campagna elettorale), si deve dire che da questo punto di vista la responsabilità è divisa un po' tra tutti. Essa è in gran parte degli enti locali - e mi assumo la mia responsabilità come sindaco - che hanno risposto negativamente all'innovazione dei centri di accoglienza. Ne deduco che vi sia anche in parte la responsabilità di quei sindaci del Polo e della Lega che hanno agito come me, forse sottoposti alle stesse pressioni (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Popolari e democratici-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Michielon. Ne ha facoltà.

MAURO MICHIELON. Signor Presidente, onestamente ritengo che l'articolo 1 dimostri come questo Governo non voglia fare nulla, perché non serve alcun tipo di comitato per il coordinamento e il monitoraggio per venire a conoscenza dei dati del Ministero del lavoro. Al 31 dicembre 1999 gli extracomunitari iscritti all'ufficio di collocamento da più di dodici mesi erano circa 89 mila, pari all'8 per cento degli extracomunitari presenti in Italia e pari al 15 per cento degli extracomunitari con permesso di soggiorno per motivi di lavoro.


Pag. 52

Già nel 1999 avevamo un 15 per cento di extracomunitari disoccupati nel nostro paese: la risposta del Governo non è stata quella corretta di allontanare queste persone che per vari motivi non erano riuscite ad inserirsi nel mondo del lavoro, ma quella di prevedere per il 2000 un contingente di altre 63 mila permessi per l'ingresso di extracomunitari nel nostro paese. Riteniamo che sia una follia, perché, dato che tutti parlano di globalizzazione e le lavorazioni ad alta intensità di manodopera saranno delocalizzate nei paesi stranieri dove il costo del lavoro è più basso, nel giro di dieci anni avremo così una schiera di disoccupati extracomunitari nel nostro paese. Questa è la politica della sinistra, che tende ad «importare» gli extracomunitari dal loro paese dove sono disoccupati per far sì che siano disoccupati in Italia e vengano così mantenuti dal nostro Stato (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghezio. Ne ha facoltà.

MARIO BORGHEZIO. Signor Presidente, voglio replicare anch'io alle parole con le quali l'onorevole Boato ci richiamava ad essere più puntuali nella valutazione degli emendamenti; parto proprio dalle osservazioni circa il coordinamento per proporre all'Assemblea una riflessione: mi sembra che la risposta prospettata nella proposta del Governo e della maggioranza pecchi proprio da questo punto di vista, poiché è di carattere burocratico secondo una vecchia cultura centralista.
Signor Presidente, nell'emergenza che stiamo vivendo in questi giorni, come si fa a venirci a parlare di un coordinamento burocratico di vertice, quando, nei fatti, l'esecutivo, dopo dieci anni di battaglia contro l'immigrazione clandestina, non riesce nemmeno a far colloquiare tra loro le banche dati? Mi smentiscano, se possono, i rappresentanti del Governo, in particolare il qui presente sottosegretario Brutti, che certamente è un tecnico della materia: le banche dati del Ministero dell'interno non dialogano con le banche dati dell'INPS e del Ministero del lavoro. Come si fa, allora, a contrastare il lavoro


Pag. 53

nero? Questo è un Governo di sinistra che non lotta contro il lavoro nero, perché non riesce nemmeno a far dialogare le banche dati del Ministero dell'interno, dell'INPS e del Ministero del lavoro!
Ci troviamo allora di fronte a situazioni come quella del signor Bita Panajot, che la nostra amministrazione, il nostro esecutivo, i Ministeri dell'interno e della giustizia, trattano, processano, esaminano, di fronte ad un'opinione pubblica scandalizzata, per poi scoprire, quando il soggetto torna in Albania, e solo grazie alla polizia albanese, che i dati che ha fornito alle nostre amministrazioni non sono veri, sono totalmente falsi! Queste sono brutte figure sul piano internazionale (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).

GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, intervengo per chiarire, anche se mi rendo conto che è molto difficile, vista la varietà degli argomenti che sono stati trattati negli interventi che mi hanno preceduto, che alcune delle questioni poste sono palesemente inesatte. In primo luogo, per quanto riguarda il coinvolgimento delle regioni, che è stato invocato dall'onorevole Gasparri, se si avrà la pazienza di aspettare l'esame dell'articolo 2, lo si troverà: infatti, proprio nel testo della maggioranza, viene proposto il coinvolgimento delle regioni, oltre che degli altri enti territoriali per i provvedimenti relativi ai flussi. Basta quindi aspettare l'esame dell'articolo 2, in quanto vi si prevede espressamente che venga sentita la conferenza unificata.
Voglio sottolineare, inoltre, che stiamo discutendo sull'emendamento 1.3, il quale prevede che, al posto del Presidente del Consiglio, sia il Vicepresidente del Consiglio a presiedere il comitato. È evidente, anche rispetto alle argomentazioni che sono state portate, che è un indebolimento dell'autorevolezza politica di chi deve condurre di questo tipo di questioni nel nostro paese. Non vogliamo né il ministro dell'immigrazione, perché crediamo che rappresenti un depotenziamento, né l'agenzia per l'immigrazione, perché riteniamo


Pag. 54

che non si tratti di una questione burocratica: vogliamo che il massimo organo di responsabilità politica del nostro paese, che è il Presidente del Consiglio, guidi questi processi e governi i relativi fenomeni.
Questa è la ragione per la quale ci siamo opposti a interventi di natura diversa. Scegliere il vicepresidente del Consiglio piuttosto che il Presidente del Consiglio non servirà a ridurre i crimini nel nostro paese. Mi sembra, quindi, che le obiezioni dell'onorevole Gasparri, anche su questo punto, debbano essere superate.
Mi rivolgo al collega Di Luca, nei cui confronti ho moltissimo rispetto, perché insieme abbiamo svolto un lavoro importante, per dirgli che condivido pienamente quanto egli afferma, tuttavia, signor Presidente, onorevoli colleghi, la risposta che si dà nel nostro paese quando si ritiene che una legge non funzioni abbastanza bene non è quella di impegnarsi per farla funzionare, ma di cambiarla. Credo che noi dobbiamo cambiare questa cultura giuridica; non dobbiamo solo occuparci di cambiare le leggi perché crediamo che non funzionino. Se si ritiene che siano necessari i centri, bisogna impegnarsi perché si realizzino e bisogna dotare di mezzi finanziari la legge Turco-Napolitano perché questo sarebbe coerente con quanto l'onorevole Di Luca ha affermato. Questa è la nostra impostazione, quella che noi abbiamo mantenuto.
All'onorevole Borghezio vorrei dire che, per comprendere quello che è accaduto in questo paese nel contrasto del lavoro nero e dell'immigrazione coinvolta nel lavoro sommerso, basta leggere i dati INPS relativi al nostro paese: da 150 mila posizioni contributive si è passati a 450 mila posizioni contributive di lavoro vero, non di lavoro nero (Applausi dei deputati dei gruppi dei Popolari e democratici-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Comunista). Si tratta di un dato significativo.

PAOLO COLOMBO. Ottocentomila abusivi!

GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Si tratta di 300 mila posizioni regolari in più in questi ultimi due anni. Ripeto, è un dato significativo se accompagnato alla diminuzione della disoccupazione di alcuni decimi percentuali nel nostro paese, che corrisponde anche alla riduzione degli iscritti extracomunitari nelle liste di collocamento.


Pag. 55


Signor Presidente, questi sono i dati e queste sono le ragioni per cui bisogna votare contro l'emendamento Rivolta 1.3.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, non sarei intervenuto se la pretesa arroganza intellettuale dell'onorevole Boato non avesse investito l'onorevole Di Luca, che ha fatto molto bene a fare presente un problema scottante e solo in quest'aula si può parlare di certi argomenti. Anche gli altri colleghi che sono intervenuti lo hanno sottolineato perché ormai in Italia, al nord in particolare, è diventato un'emergenza. Capisco anche l'onestà intellettuale dell'onorevole Soave, ma purtroppo ormai il nodo è arrivato al pettine e, come si dice dalle mie parti, i buoi sono già fuori dalla stalla. Esiste un disagio diffuso soprattutto al nord, dove la popolazione non sa più come vivere durante la notte, perché ha paura e resta sveglia. Questa è la situazione e il collega Di Luca ha fatto bene a ricordarla perché ormai è diventata drammatica (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fei. Ne ha facoltà.

SANDRA FEI. Signor Presidente, vorrei solo fare notare all'Assemblea il problema dei centri di permanenza. L'onorevole Boato ha detto che non se ne dovrebbe parlare, ma si tratta di uno dei punti cruciali che sono tornati alla nostra attenzione anche dopo l'intervento dell'onorevole Sinisi.

MARCO BOATO. Con riferimento a questo emendamento!

SANDRA FEI. Con il Comitato di Schengen ci siamo recati in missione a visitare questi centri di permanenza e ci siamo accorti di problemi reali che nessuno di voi ha ricordato in questa sede. Innanzitutto, la permanenza nei suddetti centri è di 30 giorni complessivi (20+10), mentre la permanenza media è al massimo di 19 giorni, poi le persone vengono mandate fuori. In secondo luogo, i centri vengono completamente


Pag. 56

distrutti e gli investimenti per la manutenzione, ogni volta che qualcuno va via, sono ingenti perché occorre sostituire letti, materassi, armadietti e quant'altro. I costi si ripercuotono sulla comunità e su tutti i contribuenti. Inoltre, all'estero le persone rimangono nei centri fino a quando non si sa come espellerli, quando e dove mandarli, mentre in Italia escono e basta e mi sembra sia fondamentale ricordarlo.
Non si risolve assolutamente niente con i suddetti centri e stiamo chiedendo un sacrificio ai contribuenti che è assolutamente enorme.


Pag. 57

Dobbiamo trovare formule diverse e definitive, che servano davvero per lo scopo che ci siamo prefissati e, soprattutto, per rispettare gli accordi di Schengen, con i quali l'Italia si è impegnata pesantemente, ma non nei fatti, bensì soltanto con la firma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rivolta 1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 254
Astenuti 169
Maggioranza 128
Hanno votato
29
Hanno votato
no 255).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.1.1 della Commissione (Nuova formulazione), accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 427
Votanti 419
Astenuti 8
Maggioranza 210
Hanno votato
233
Hanno votato
no 186).


Pag. 58


Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Volontè 1.1, nel testo subemendato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 428
Votanti 238
Astenuti 190
Maggioranza 120
Hanno votato
235
Hanno votato
no 3).

Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fontan. Ne ha facoltà.

ROLANDO FONTAN. Signor Presidente, noi dichiariamo il nostro voto fortemente contrario all'articolo 1.
Nel corso della discussione ho sentito i colleghi Maselli, Boato ed altri dire che l'articolo 1 sarebbe un punto qualificante della loro proposta. Se così è, si tratta di una presa in giro vergognosa nei confronti dei cittadini.
Caro Maselli, come si fa a dire che costituisce un punto qualificante il comitato per il coordinamento e il monitoraggio dell'attuazione del testo unico in materia, cioè la legge Turco-Napolitano? I casi sono due: o non avete la più pallida idea della realtà quotidiana o prendete in giro i cittadini, i quali, caro Maselli and company e cara maggioranza di centrosinistra, vogliono che gli extracomunitari clandestini - e sottolineo «clandestini» - siano tutti espulsi; non a caso lo stesso Soave ha preso atto che vi è la riluttanza da parte dei sindaci a prevedere in ogni comune un centro di accoglienza. Questo è il problema e per fare ciò non servono comitati, sottocomitati e quant'altro (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania), ma bisogna modificare qualche regola, bisogna fare i fatti, caro centrosinistra.


Pag. 59


Approvando questo articolo voi oggi vi assumete ancora una volta una responsabilità politica enorme, perché è l'ennesima beffa, è l'ennesima presa in giro dei cittadini che ci stanno ascoltando (spero che siano in molti a farlo, anzi ne sono sicuro, perché il tema è interessante).
I cittadini tutti i giorni registrano i furti commessi dagli extracomunitari clandestini, le ruberie e la mancanza di sicurezza ed il Governo cosa fa? Fa un monitoraggio per riuscire a dire, tra qualche mese o qualche anno, che effettivamente qualche furto in più si sta verificando. Questo è ciò che state facendo con l'articolo 1: mi pare davvero una gran presa per i fondelli (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 422
Votanti 419
Astenuti 3
Maggioranza 210
Hanno votato
224
Hanno votato
no 195).

Back Forward