BOZZE NON CORRETTE

Stenografico Aula in corso di seduta

Seduta n. 825 del 13/12/2000

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(Esame dell'articolo 2 - A. C. 5808)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2, nel testo della Commissione, e del complesso degli emendamenti e degli articoli aggiuntivi ad esso presentati (vedi l'allegato A - A. c. 5808 sezione 2).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la maggioranza di esprimere il parere della Commissione.

GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, devo fare una precisazione sul testo alternativo del


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relatore di minoranza, onorevole Landi di Chiavenna. Nel testo alternativo da lui proposto vi sono due questioni che sono state recepite nel testo presentato all'Assemblea dalla Commissione: si tratta della riduzione da tre a due anni del periodo relativo al documento programmatico (primo comma) e della consultazione della conferenza unificata e degli altri soggetti indicati al comma 1, prevista nel comma 2 dell'articolo 2 del testo della Commissione, che fa riferimento al comma 4 dell'articolo 3 del testo unico. Faccio riferimento al comma 2 del testo alternativo del collega Landi nella parte in cui modifica il comma 4 dell'articolo 3: «(...) sentiti i ministri interessati, nonché la conferenza unificata e gli altri soggetti indicati (...)». Questa parte è stata recepita nel testo elaborato dalla Commissione.
Per quanto riguarda il parere sul testo alternativo, non solo perché in parte recepito ma perché per il resto non è condivisibile, non può che essere contrario. Egualmente contrario è il parere sugli emendamenti Landi di Chiavenna 2.2, Rivolta 2.5, Garra 2.1, Rivolta 2.7, Fontan 2.4 e Rivolta 2.6 e 2.8.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BRUTTI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Il Governo esprime parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Landi di Chiavenna. Ricordo che su tale testo la Commissione bilancio ha espresso parere contrario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.

GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, la riformulazione del testo alternativo dell'articolo 2 è piuttosto complessa. Il primo aspetto fondamentale che vorrei mettere in luce e sul quale richiamare l'attenzione di tutti i colleghi riguarda la riformulazione del comma 1 dell'articolo 3 del testo unico che prevede una molteplicità di decreti per la definizione dei flussi di ingresso degli extracomunitari.
La Casa delle libertà ritiene che sulla specifica questione si debba arrivare a riformulare il testo indicando il ricorso ad


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un unico decreto. Riteniamo infatti che per poter definire bene le politiche di immigrazione su base annuale non sia assolutamente necessario addivenire ad una molteplicità di decreti, basta una sana e seria programmazione dei flussi, basta un coordinamento fra il ministero che se ne occupa, le regioni, le province, i comuni e le camere di commercio. È per questo che abbiamo indicato al comma 5 il ruolo che le regioni debbono avere nella proposizione annuale del numero degli stranieri per il quale vi è disponibilità all'occupazione. Quindi, a fronte di una programmazione tempestiva e coerente, è sufficiente, anzi, è necessario intervenire su base annuale e non con una molteplicità di decreti.
Sempre al comma 2 del testo alternativo abbiamo sottolineato che nell'ambito delle quote non possa essere inserito lo straniero che sia già stato oggetto di provvedimenti di espulsione. Questa ci sembra una norma molto importante a fronte di una serie di dati che dimostrano che molti extracomunitari espulsi, grazie ad una serie di escamotage e meccanismi vari, rientrano in Italia utilizzando le stesse quote. Come ho anticipato, noi riteniamo che nella formulazione del testo licenziato dalla maggioranza vi sia un riferimento troppo generico alla conferenza unificata mentre noi vogliamo assolutamente valorizzare il ruolo delle regioni, dei comuni e delle province alle quali deve essere assegnato un ruolo fondamentale e strategico nell'individuazione dei flussi su base annuale. Infatti sono le regioni, i comuni e gli enti locali che si trovano a governare la presenza degli extracomunitari ammessi regolarmente sul loro territorio. Non è possibile limitarci semplicemente ad un parere consultivo della conferenza unificata, dobbiamo creare un serio coordinamento. Ecco perché prima abbiamo parlato di agenzia per le politiche migratorie, cioè di un organismo apposito che può dialogare con gli enti locali, che può definire il numero esatto di extracomunitari che possono entrare ogni anno e quali siano le richieste di lavoro.


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Per poter arrivare ad una seria definizione dei flussi su base annuale è necessario, a nostro avviso, prevedere un filtro a monte. È per questa ragione che con il comma 5-bis dell'articolo 2, contenuto nel testo alternativo in esame, si definisce una politica diversa che intende potenziare il ruolo delle rappresentanze consolari italiane nei paesi non appartenenti all'Unione europea, affinché - potenziate in organici anche di polizia - possano istituire i ruoli di immigrazione. Tali ruoli sono necessari per espletare inizialmente tutte le opportune indagini e verifiche sulla regolarità e veridicità dei documenti prodotti dal richiedente l'iscrizione ai ruoli.
In altre parole, riteniamo che debbano essere le rappresentanze consolari (adeguatamente potenziate) a svolgere la funzione di filtro iniziale, in modo che si possa avere un accertamento della regolarità della posizione dell'extracomunitario che chieda di avere accesso al territorio nazionale. Una volta effettuato tale screening, all'extracomunitario che abbia chiesto di essere iscritto nei ruoli di immigrazione viene concesso un permesso provvisorio di soggiorno.
Signor Presidente, nel testo alternativo in esame sono contenute altre due proposte fondamentali. La prima concerne l'istituzione dell'anagrafe dei cittadini extracomunitari, nella quale confluiscano tutti i dati ed i rilievi fotosegnaletici e dattiloscopici relativi agli stranieri comunque presenti nel territorio dello Stato. La seconda concerne l'istituzione dell'ufficio dell'anagrafe tributaria dei cittadini extracomunitari: si rende necessario, infatti, vigilare sulla regolarità della predisposizione delle dichiarazioni dei redditi percepiti dagli stranieri extracomunitari.
In conclusione, a differenza di quanto sostenuto dal relatore, la riformulazione della casa delle libertà è molto articolata e coordinata: pertanto, non possiamo semplicemente ridurci alle valutazioni del relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, intervengo come cofirmatario del testo alternativo in esame, che ha la piena adesione dei deputati del gruppo della Lega nord Padania.


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Vorrei specificare che a nostro giudizio, nell'impostazione di una corretta politica dell'immigrazione, dovrebbero essere tenuti presenti alcuni concetti fondamentali.
Nel testo alternativo ribadiamo in modo fermo che ciascuna regione - sentite le province e i comuni - debba proporre il numero degli stranieri extracomunitari per il quale vi sia disponibilità all'occupazione nel territorio regionale, governato dal presidente o governatore della regione. In tal modo affermiamo un principio importantissimo: nel territorio della regione possono entrare solo le persone che abbiano la certezza di un posto di lavoro, con riferimento ai permessi per lavoro subordinato; successivamente, vedremo come regolamentare altri tipi di permesso (per motivi di studio, per turismo o per lavoro autonomo). In tal modo, possiamo garantire ai governatori delle regioni ed ai cittadini la tutela della loro sicurezza. Infatti, così, non si aprirebbero le porte all'immigrazione indiscriminata, anzi, si farebbe l'opposto: non entrerebbe una sola persona in più rispetto a quelle che possono essere ospitate dignitosamente.
Signor Presidente, colleghi, dobbiamo chi è a favore dell'immigrazione clandestina incontrollata accetta che tali persone vivano in condizioni indegne (sotto i ponti o sulle grate da cui fuoriesce l'aria calda delle stazioni delle metropolitane). Chi persegue una tale logica, vuole mantenere tali condizioni di vita e non vuole rendersi conto del problema sociale creato da quei disperati che, essendo clandestini irregolari, per forza di cose non possono inserirsi nel mondo della legalità; così, debbono dedicarsi ad attività illecite, anche per conseguire un arricchimento personale notevole; sappiamo, infatti, che certi traffici generano un profitto cospicuo. Con questa proposta si sa, invece, che all'interno del territorio dello Stato - la sommatoria dei territori regionali - entreranno solo quelle persone che potranno apportare il loro contributo all'economia e, se vogliamo, anche alla vita sociale del paese, senza però portare ulteriori problemi rispetto a quelli che già ci sono. È un concetto fondamentale, ripeto. Non credo che la formulazione trovata dalla maggioranza della Commissione con questo riferimento alla conferenza unificata possa soddisfare chi, come noi, come coloro che hanno proposto il testo alternativo, ritiene invece che serva


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una disposizione normativa più cogente, più analitica e soprattutto molto radicata sulle responsabilità dei governatori delle realtà territoriali, che sicuramente conoscono bene le terre che amministrano, perché ci vivono e perché il territorio è più ristretto. Quindi, responsabilizziamo coloro che amministrano le realtà territoriali periferiche e cerchiamo di collaborare veramente con loro, prendendo come punto di riferimento e di coordinamento le amministrazioni regionali, che sicuramente hanno la possibilità di operare su un'area omogenea, almeno dal punto di vista territoriale, e spesso anche dal punto di vista sociale (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Luca. Ne ha facoltà.

ALBERTO DI LUCA. Signor Presidente, desidero segnalare che il testo alternativo sul quale stiamo lavorando, che è poi la sintesi delle quattro relazioni di minoranza proposte, è diverso dalla relazione del collega Landi di Chiavenna, alla quale invece dovrebbe esattamente corrispondere. Chiedo quindi agli uffici di spiegare come mai ciò sia avvenuto. Mi riferisco, in particolare, al comma 3, con cui si modifica il comma 5 del testo unico; ebbene, nel testo dell'emendamento si dice «Ciascuna regione propone annualmente il numero di stranieri (...)», mentre nella relazione si affermava «Ciascuna regione, sentite le province e i comuni, propone annualmente il numero di stranieri (...)». In sostanza, quindi, si è perso il riferimento al coinvolgimento delle province e dei comuni.

PRESIDENTE. Ha ragione, quindi il testo alternativo inserito nel fascicolo degli emendamenti deve essere integrato.

GIACOMO STUCCHI. Anche altri punti risultano diversi.

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Stucchi, uno alla volta: se parlate nel microfono sono in grado di capirvi meglio.
Quindi, il periodo in questione dovrebbe risultare del seguente tenore: «Ciascuna regione, sentite le province e i comuni, propone annualmente il numero di stranieri (...)». È così?


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ALBERTO DI LUCA. Esatto, Presidente.

PRESIDENTE. Ora passiamo alle altre obiezioni.

ALBERTO DI LUCA. Passando all'argomento specifico di questo articolo 2, è evidente che esso affronta uno dei punti nodali della legge, nel momento in cui parla di flussi o quote di immigrazione e soprattutto di rispetto di queste quote. La situazione a cui siamo stati abituati da questo Governo, infatti, è che tali quote vengono stabilite su un pezzo di carta, ma poi rigorosamente non rispettate: mi riferisco alle numerose sanatorie a cui si è proceduto negli ultimi anni. Il rispetto del fenomeno dei flussi ed il rispetto delle quote sono fondamentali e quando noi nel nostro testo chiediamo che un eventuale clandestino espulso non possa rientrare e non possa evidentemente essere compreso nelle quote, indichiamo uno di quei numerosi paletti che consideriamo fondamentali per arrivare ad una netta separazione tra il fenomeno positivo dell'immigrazione ed il problema della clandestinità.


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Signor Presidente, vorrei chiederle se ci lascia almeno 10 minuti per controllare se vi siano altri errori nel testo alternativo che stiamo per votare e se sia possibile votare questo testo alternativo per parti separate.

PRESIDENTE. È sempre possibile votare un emendamento per parti separate, mentre vi prego di segnalare altri eventuali errori...

ALBERTO DI LUCA. Lo stiamo verificando adesso, Presidente.

PRESIDENTE. Darò allora la parola ad altri colleghi che lo hanno richiesto per permettervi di fare questo controllo; nel caso in cui non aveste finito, alla fine di tali interventi sospenderò brevemente la seduta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale l'onorevole Galli. Ne ha facoltà.
Onorevole Galli, le ricordo che ha 2 minuti a disposizione.

DARIO GALLI. Signor Presidente, la questione dei numeri è sicuramente molto importante, tuttavia, vorrei riprendere l'intervento svolto in precedenza da un collega della sinistra, sindaco di un paese del cuneese. Ciò che egli ha detto è infatti estremamente indicativo: se gli stessi sindaci della sinistra, che hanno il controllo del consiglio comunale, vale a dire che possono decidere ciò che vogliono, decidono loro per primi di non fare un centro di accoglienza come previsto dalla legge Turco-Napolitano, legge approvata dalla loro maggioranza, possiamo capire bene come questa sinistra ritiene di affrontare il problema.
È quindi evidente che i centri di accoglienza creano qualche problema, visto che nessuno li vuole. L'immigrazione clandestina non si risolve con i centri di accoglienza: ritengo infatti che chi è clandestino debba essere espulso seduta stante. Se un italiano si reca in un paese islamico e ha, ad esempio, anche un solo documento scaduto, non viene messo in un centro di accoglienza, ma lo impacchettano e lo


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mandano a casa con il primo aereo, quando addirittura non gli fanno passare un paio di notti nelle loro galere, che possiamo immaginare in che condizioni siano.
Vorrei che non fossero fatte battute di spirito sul fatto che siano a spese dello Stato, perché moltissimi enti locali mettono a disposizione strutture importanti, quali le prefetture e le caserme dei carabinieri, e non riescono a percepire neanche l'affitto.
A parte questa doverosa puntualizzazione, riguardo al numero, lo Stato non può pretendere di intervenire e programmare, a livello locale, il numero di lavoratori necessario, quando al livello statale non si conoscono minimamente i dati del fenomeno. Solo le regioni e le province possono conoscere la situazione delle camere di commercio e delle associazioni industriali di categoria al fine di sapere quanti lavoratori e che tipo di professionalità servono sul territorio. Un paese civile che voglia fare un minimo di programmazione seria del proprio sviluppo demografico non può prescindere dalla valutazione di questi dati e comportarsi di conseguenza. Se togliamo alle regioni e agli enti locali in genere la possibilità di intervenire sulla programmazione, togliamo significato alla capacità di programmazione di questa legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale l'onorevole Pittino. Ne ha facoltà.
Onorevole Pittino, le ricordo che ha 2 minuti a disposizione.

DOMENICO PITTINO. Signor Presidente, vorrei sgombrare il campo dalle false ipocrisie che girano in questo Parlamento in relazione alle valutazioni del mio gruppo sul provvedimento al nostro esame.
Due sono i motivi in base ai quali si vogliono fare entrare in Italia gli immigrati extracomunitari. In primo luogo, si dice che vi sia bisogno di lavoratori perché in Italia non ve ne sono a sufficienza; in secondo luogo, si dice che gli immigrati vengono da paesi poveri. Cercherò di dimostrare che queste due motivazioni sono completamente sbagliate.
La necessità di importare lavoratori è ovviamente una bufala, perché - ricordo quanto è accaduto in Puglia riguardo ai lavori socialmente utili, che rappresentano l'anticamera


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della disoccupazione - in Italia vi è una mancanza cronica di lavoro. Le centinaia di migliaia di disoccupati iscritti nelle liste di collocamento lo dimostrano chiaramente: non c'è lavoro a sufficienza neanche per noi italiani, figuriamoci per gli extracomunitari.
Vorrei poi ricordare che il 50 per cento degli immigrati - in base ai dati a nostra disposizione - arrivano dai paesi del Maghreb e dalla Nigeria. Ebbene, ricordo che questi paesi sono ricchi di materie prime e un esempio eclatante è rappresentato dal gasdotto che arriva in Sicilia partendo proprio dai paesi del Maghreb. Sono milioni e milioni di metri cubi di gas naturale che noi paghiamo. Com'è possibile che questi siano paesi poveri? Caso mai c'è un problema di distribuzione delle ricchezze! Questi sono paesi ricchi ma le ricchezze sono mal distribuite. Ed è lì che dobbiamo intervenire!

ROSA JERVOLINO RUSSO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSA JERVOLINO RUSSO, Presidente della I Commissione. Presidente, desidero precisare alcuni aspetti. È evidente che a monte tra la maggioranza e l'opposizione c'è una valutazione diversa della cosiddetta legge Turco-Napolitano, che noi continuiamo a considerare un'ottima legge, una legge rispetto alla quale possono essere necessari alcuni aggiustamenti, ma della quale condividiamo l'impianto generale; è una legge che sostanzialmente più che modificata va attuata.
Per spirito di verità credo che debba esserci una completezza di informazioni su ciò che stiamo discutendo. Con riferimento agli interventi su questo articolo 2 che è fondamentale, debbo dire che si sta cercando di far passare una posizione della maggioranza, del Governo (e della stessa legge) che non risponde al vero perché la legge è estremamente precisa nel prevedere i meccanismi attraverso i quali si giunge alla determinazione dei flussi di ingresso, e non è vero che non tiene conto delle esigenze e delle realtà territoriali e del mondo del lavoro.
Vorrei ricordare ai colleghi che i flussi migratori sono stabiliti all'interno di un documento di programmazione


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dell'immigrazione, previsto con chiarezza dal primo comma dell'articolo 3; tale documento viene redatto dal Governo non secondo una cervellotica proiezione in avanti di quelli che saranno i fabbisogni reali del mercato del lavoro ma dopo aver sentito il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, dopo aver sentito le esigenze del mondo della produzione rappresentato dalle realtà produttive, e le esigenze del mondo del lavoro rappresentate dai sindacati, oltre che naturalmente le esigenze della conferenza unificata, dunque non solo delle regioni ma anche delle province e dei comuni.
Questo documento (la Commissione ha accettato un emendamento dell'onorevole Landi di Chiavenna al testo) era previsto come documento triennale. Proprio perché questa analisi sulla realtà territoriale potesse essere più stringente anche relativamente ai tempi, abbiamo accettata e fatta nostra l'ipotesi di rendere il documento da triennale a biennale. All'interno di questa procedura il meccanismo dei flussi, così come previsto nel testo della Commissione, viene predeterminato non soltanto sentendo nuovamente la conferenza unificata ma anche tutti i soggetti di cui all'articolo 1 del provvedimento (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, il mondo della produzione e del lavoro).
Ma se voi affermate, come si suol dire, che nulla serve a niente, allora facciamo a meno di fare le leggi e di cercare di governare il fenomeno! Voglio ribadire con forza che questo sforzo di determinazione dei flussi di ingresso legali in Italia c'è ed è forte; accettando l'emendamento con il quale si prevede un documento biennale, e sottolineando l'azione di monitoraggio del comitato, è nostra intenzione rafforzarlo.


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Riteniamo che solo attraverso una forte programmazione ed un governo preciso dell'immigrazione legale, si possa combattere l'immigrazione illegale.
Quanto poi a chi parla di espulsione di coloro che entrano clandestinamente, vorrei ricordare che non si tratta di una novità, perché la tanto vituperata legge Turco-Napolitano prevede questa misura, tanto che chi è espulso non può rientrare nel territorio nazionale per cinque anni (Applausi dei deputati dei gruppi dei Popolari e democratici-l'Ulivo e dei misto-Verdi-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gasparri. Ne ha facoltà.

MAURIZIO GASPARRI. Prima l'onorevole Sinisi rivendicava il merito di aver recuperato alcune parti del testo alternativo. Non è così, come ha già ragionevolmente dimostrato l'onorevole Landi di Chiavenna.
Con il testo alternativo dell'onorevole Fini, diverso da quello dei colleghi Jervolino Russo, Sinisi ed altri, proponiamo una diversa metodologia di approccio. Non vogliamo che le regioni siano coinvolte in modo marginale perché la dizione che attribuite alla conferenza unificata mortifica e offende il ruolo delle regioni. Noi attribuiamo un ruolo chiaro alle regioni nel quantificare le disponibilità di lavoro. Si accusa la norma di essere razzista perché si farebbero entrare gli immigrati in una sola regione; non diciamo questo, ma vogliamo che per stabilire una cifra si parta dal territorio, dalla possibilità di lavoro, non prevedendo coinvolgimenti marginali e fittizi, come avete fatto finora. Vogliamo una politica di programmazione che parta dall'estero e dai consolati per conoscere chi giunge in Italia e cosa viene a fare.
La nostra impostazione, caro Sinisi, è completamente diversa ed alternativa. Peraltro, sulla politica dei flussi - lo dico anche alla presidente Jervolino Russo -, tre ministri dell'interno fa - il Viminale è una poltrona scomoda e gli avvicendamenti sono sintomo di vitalità, ma anche di difficoltà dell'incarico -, Napolitano, dai banchi del Governo, mentre si discuteva la legge, relativamente ai flussi disse che erano


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previsti ventimila ingressi all'anno. Andate a controllare gli atti parlamentari, io ho buona memoria! Il primo decreto sui flussi fu effettivamente di ventimila; nello stesso anno ne fu varato uno di trentottomila che originò trecentomila domande con sanatorie integrali. Nel 1999, i Governi che si sono alternati hanno concesso trecentomila permessi di soggiorno ad extracomunitari. È questa una politica di flussi regolata, ordinata e seria? Noi pensiamo di no! Non ci accontentiamo delle piccole aperture e vogliamo un percorso diverso, serio e disciplinato dai consolati, dalle regioni e dal Governo per sapere quanti immigrati entrano e cosa vengono a fare.
Sulla demagogia delle richieste di posti di lavoro, invito il Governo a riflettere che il mondo non è così perfetto, caro Sinisi, come lei lo descrive. Se nel 1999 avete concesso trecentomila permessi di soggiorno ad extracomunitari, che non sono più i ventimila di cui Napolitano parlava, risultano più di duecentomila extracomunitari iscritti alle liste di collocamento come disoccupati. Se effettivamente serve manodopera - ed è probabile -, andiamo a vedere dove sono questi disoccupati e che cosa fanno. Alcuni, poverini, saranno nell'indigenza; altri immagino svolgano altre attività, non tutte legali; forse, incrementano le statistiche del dipartimento della pubblica sicurezza, non della Casa delle libertà, che indicano quanti reati sono commessi dagli stranieri. Questa estate il Governo stava per varare un altro decreto sui flussi, poi la nostra contestazione lo ha indotto a non varare un ulteriore decreto di centomila unità annunciato ad agosto. Ma questa è la vostra politica: il disordine, il caos, le sanatorie generalizzate e l'indistinto. Pertanto, chi viene con intenzioni negative e delinque ottiene un permesso alla stessa stregua di chi viene per lavorare.

ROSANNA MORONI. È falso!

MAURIZIO GASPARRI. La vostra politica rende tutti uguali; avete concesso trecentomila permessi nel 1999. Cara collega, andiamo a cercare i disoccupati extracomunitari e offriamo loro un lavoro; probabilmente alcuni il lavoro già ce l'hanno, ma è di natura illegale.
Non si venga a dire che si recepisce: non si recepisce niente! Si mortificano le regioni e il mondo produttivo. Se


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non si modifica il testo nel senso da noi auspicato, si continuerà nel caos della vostra politica fallimentare!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moroni. Ne ha facoltà.

ROSANNA MORONI. Signor Presidente, a dire il vero è difficile rispondere con pacatezza a tanta demagogia, ma cercherò di farlo. Del resto, quel che abbiamo cercato di fare riflettendo sulla legge n. 40 è stato proprio mettere in pratica buonsenso, razionalità e principi di accoglienza.
Anzitutto, mi sembra che la richiesta della Casa delle libertà di limitarsi ad un unico decreto annuale, oltre ad essere contraddittoria rispetto alla loro proposta di rendere annuale il documento programmatico, presenti anche altre contraddizioni rispetto alla loro più generale ispirazione, alla loro più generale filosofia politica. Se non sbaglio, è proprio il centrodestra nel nostro paese a predicare e ad insegnarci tutti i giorni la bontà della flessibilità del mercato del lavoro. Proprio perché è vero nei fatti che il nostro mercato del lavoro è flessibile, mi sembra poco realistico e senza ragione non prevedere, almeno non consentire, il ricorso ulteriore allo strumento del decreto qualora emergano necessità oggettive, riconosciute, richieste delle nostre imprese e dei nostri datori di lavoro; tali necessità sono state evidenziate da molti esponenti del mondo imprenditoriale italiano (cito solo Tognana, che si è pronunciato più volte).
Tra l'altro, il centrodestra si spinge oltre, sino a prevedere che, nel caso in cui il decreto non venga emanato, per quell'anno non vengano rilasciati visti d'ingresso. Credo che ciò produrrebbe un ulteriore effetto negativo rispetto a quel che ho già detto, ossia incentivare nei fatti la clandestinità. Ciò che voi sostenete, ossia la lotta alla clandestinità, viene negata dalle proposte che avanzate in concreto perché, a fronte di un'esigenza reale di manodopera nel nostro paese, non prevedere canali di ingresso regolare incentiverebbe inevitabilmente la clandestinità.
Vorrei svolgere un'ulteriore considerazione sui controlli proposti in relazione alla regolarità delle rimesse di valuta da parte dei lavoratori stranieri in favore dei paesi di origine. In questo eccessivo fiscalismo, colgo un atteggiamento persino


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persecutorio. In primo luogo, vorrei ricordare - l'ho già fatto in altre sedi ma mi sembra doveroso ripeterlo - che il nostro paese, la nostra economia ha fondato la propria sopravvivenza, anni fa, sulle rimesse dei nostri emigranti, sulle rimesse di coloro che dall'Italia si sono diretti verso tutte le latitudini e che hanno - per usare un termine caro al Polo (naturalmente lo dico tra virgolette) - invaso il pianeta. Quelle rimesse hanno consentito alla nostra economia di sopravvivere ed al nostro paese di «reggere». Anche questa proposta mi sembra contraddittoria con l'idea di limitare i flussi verso i paesi occidentali, perché le rimesse consentono un miglioramento delle condizioni di vita nei luoghi di origine e, pertanto, la destra dovrebbe auspicarle e favorirle anziché contrastarle.
Un'ultima considerazione. Gasparri sottolineava la bontà dei ruoli di immigrazione presso le nostre rappresentanze consolari: forse egli non ha letto attentamente la legge n. 40, perché uno dei suoi elementi qualificanti è proprio l'istituzione di liste di prenotazione per le persone che desiderino entrare nel nostro paese per motivi di lavoro.
Al di là della demagogia, della strumentalità e dell'evidente fine propagandistico, accanto a questo - per carità, fate pure -, vorrei che si discutesse concretamente nel merito delle questioni, perché questo è l'approccio che un Parlamento serio deve avere di fronte ad una questione che pone problemi reali ed oggettivi ma che, secondo me, può essere affrontata solo con un atteggiamento di estrema razionalità, di estremo buonsenso e di riaffermazione di principi fondamentali, che sono alla base della nostra Carta costituzionale e che spero il centrodestra non voglia avversare o svilire (Applausi dei deputati dei gruppi Comunista, Popolari e democratici-l'Ulivo e misto-Verdi-l'Ulivo).


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GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare per una precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Sono costretto a svolgere questo ruolo noioso di chi fa le precisazioni alla fine del dibattito.
Vorrei chiarire che noi stiamo parlando in questo articolo del decreto sui flussi e quindi stiamo parlando dell'immigrazione legale e regolare nel nostro paese. I temi dell'immigrazione clandestina e i temi della criminalità sono quindi del tutto estranei rispetto a questo punto.
Sul tema dell'immigrazione legale nel nostro paese, bisogna intendersi sui punti che noi abbiamo contestato.
Il primo punto: è inaccettabile avere un solo decreto flussi l'anno per la semplice ragione che, trattandosi di un dato previsionale, esso ovviamente può mutare a causa delle congiunture economiche. Noi speriamo e non rinunciamo a lavorare affinché in questo paese vi possa essere una crescita così forte da richiedere un grande contributo di lavoratori italiani e stranieri.
Il secondo punto: è relativo all'anagrafe per i cittadini extracomunitari. Voglio ricordare che esiste un sistema AFIS presso il Ministero dell'interno che è stato potenziato con le risorse della legge «Turco-Napolitano» anche, sulla base di un emendamento proposto da Alleanza nazionale, che oggi collega tutte le questure d'Italia e che nei prossimi tempi collegherà anche le stazioni mobili della polizia.
Aggiungo che si richiede un'anagrafe tributaria per i cittadini extracomunitari. Noi abbiamo costruito con la legge «Turco-Napolitano» l'anagrafe dei lavoratori extracomunitari. Questa è un'anagrafe che esiste, che funziona e che si sta sviluppando presso il Ministero del lavoro. Credo che non ci voglia una legge per spostarla presso il Ministero delle finanze per occuparsi solo delle questioni fiscali.
Voglio poi fare presente che, per quanto riguarda il meccanismo di individuazione dei flussi, noi teniamo conto


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delle rilevazioni dei fabbisogni verificando tutti i dati del Ministero del lavoro attraverso le rilevazioni delle direzioni regionali del lavoro; assumiamo i dati delle regioni e degli enti territoriali; ci confrontiamo con il CNEL e con le altre parti sociali, nonché con le organizzazioni private; facciamo inoltre la verifica di tutti gli studi di settore, a cominciare da quello dell'Unione Camere e dell'ISFOL; verifichiamo i dati del Ministero dell'industria e dell'Assindustria; verifichiamo i dati del Ministero della sanità e quelli che sono proposti relativamente al lavoro domestico; verifichiamo l'eccesso di domande da parte delle imprese.
Voglio aggiungere che noi teniamo conto anche del dato relativo alla disoccupazione interna e alla mobilità interna.
Qualcuno mi spiegherà - ma credo che non ve ne sia più la possibilità - come è possibile introdurre un meccanismo di quote regionali che tenga conto del fatto che vi sono più disoccupati al sud che al nord! Qualcuno mi spiegherà inoltre come è possibile introdurre un meccanismo di quote regionali che possa determinare autonomamente questo fabbisogno!
Vorrei rispondere alla questione posta dall'onorevole Gasparri, il quale ha affermato che noi avremmo mortificato le regioni con la previsione del testo della Commissione. Ricordo che quest'ultimo prevede che devono essere consultati la Conferenza unificata e gli altri soggetti indicati dal comma 1. Il testo dell'onorevole Landi di Chiavenna dice che devono essere consultati la Conferenza unificata e gli altri soggetti indicati dal comma 1 (Applausi dei deputati dei gruppi dei Popolari e democratici-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Comunista e del misto-Verdi-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Colleghi, ho fatto circolare un documento che riporta i tempi a disposizione di ciascun gruppo, che stanno esaurendosi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Teresio Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. È stato affermato che l'immigrazione è un fattore di ricchezza. Noi riteniamo che per il nostro paese sia, al momento, un fattore di debolezza. Siccome in linea generale questa enunciazione di principio noi la condividiamo, deve prevalere un atteggiamento coerente con i


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vincoli dell'Unione europea, con gli accordi di Schengen che impongono responsabilità nei confronti degli altri paesi dell'Unione e, dunque, un'azione legislativa non permissiva, ma «previsiva», cioè in grado di fronteggiare, valorizzare e governare il fenomeno dell'immigrazione. È un dovere che spetta largamente al Governo (e alla maggioranza) che, convinto della bontà dell'attuale normativa, deve saper tradurre in modo coerente in Parlamento e negli enti locali sul territorio, là dove ha responsabilità, e senza contraddizione, questa convinzione. È invece necessario, secondo noi, cambiare la legge, superare le carenze che ci sono. In questo quadro riteniamo che ciò che viene proposto dal relatore di minoranza, interamente sostitutivo dell'articolo 2, e che noi proponiamo, sia assolutamente coerente perché esprime uno strumento idoneo a dare attuazione a questa impostazione di efficace controllo e governo del fenomeno dell'immigrazione, con la partecipazione forte del territorio delle regioni, perché altrimenti dobbiamo ascoltare (e me ne dispiace) questa testimonianza leale da parte del collega Soave, ma sicuramente totalmente incoerente rispetto ad una posizione. Qui si dice che vi è una normativa capace di risolvere il problema, ma poi in sede locale, dove vi è una capacità di governo del centrosinistra si fa un facile appello alla corresponsabilità per dire che questa legislazione non è gestibile. Allora, questa contraddizione è insanabile sulla quale noi non conveniamo e quindi diciamo che il Parlamento ha bisogno di definire norme e leggi che poi tutti noi possiamo sostenere in ambito locale.
Per i motivi suesposti noi daremo convintamente, avendolo condiviso e sottoscritto, il nostro voto favorevole a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, qui si scontrano due visioni nettamente contrapposte. La prima è quella che vede nell'immigrazione indiscriminata l'opportunità di crescita e di conservazione dello Stato centralista e l'altra è quella che invece cerca di programmare e di controllare l'immigrazione perché vede nell'immigrazione semmai uno strumento funzionale


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alla sopravvivenza delle comunità. In questo emendamento ci sono due punti qualificanti: il primo è quello di spostare le frontiere dall'interno all'esterno (da qui l'utilizzo dei consolati) perché il messaggio che dobbiamo dare è un messaggio all'esterno, cioè un messaggio forte che non lasci dubbi di sorta come oggi avviene. Per quanto riguarda il secondo punto, oltre alla repressione, che comunque oggi è assolutamente scarsa, bisogna anche passare alla programmazione. E chi, meglio delle regioni, può fare questa programmazione? Chi, meglio delle regioni, può rispettare, perché ne è a conoscenza, le esigenze delle comunità (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale l'onorevole Alborghetti. Ne ha facoltà.

DIEGO ALBORGHETTI. Signor Presidente, una maggioranza già da mesi in campagna elettorale si trova in grande difficoltà soprattutto su due temi, la sicurezza e gli extracomunitari, e che cosa fa? Va in aula per attaccare i clandestini e va in televisione per attaccare i clandestini quando sappiamo benissimo che, finita questa manfrina e finito questo teatrino in aula, se dovessero rivincere loro riaprirebbero le frontiere, riaprirebbero tutte quelle sanatorie annuali, non da 20 mila ma da 250 mila all'anno e ci troveremmo ancora in maggiore difficoltà, dato che loro li fanno entrare per il voto e non per il lavoro.
Si parla spesso e costantemente del fatto che anche noi siamo stati immigrati e siamo stati all'estero. Parlo per esperienza personale. Sono stato cinque anni all'estero. Quello che chiede la Lega è quello che è stato proposto a me quando sono andato in terra straniera. Noi chiediamo un contratto, un posto dove può dormire chi viene e una visita medica, nient'altro.
Noi siamo stati lavoratori all'estero e ci siamo comportati correttamente, non abbiamo sfruttato la prostituzione, non abbiamo spacciato droga, non abbiamo compiuto alcun crimine, infine, siamo tornati ben volentieri a casa per svolgere delle attività sul nostro territorio.


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Soprattutto i comunisti «si stracciano le vesti» quando parlano di lavoratori sfruttati e di padroni del nord che sfruttano poveri cristi ma, se questi fossero entrati nel nostro paese con un regolare permesso, i padroni sarebbero costretti a far pagare loro le tasse e i contributi. Questi lavoratori, allora, sarebbero trattati da persone e non da sfruttati, come li volete voi, perché vi sta bene che vengano sfruttati (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!

GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, desidero chiedere la votazione per parti separate del mio testo alternativo; desidero inoltre chiederle se sia possibile intervenire su ogni singola votazione.

PRESIDENTE. Onorevole Landi di Chiavenna, per quanto riguarda questa seconda richiesta, devo risponderle negativamente; per quanto riguarda la sua prima richiesta, la invito a specificare le parti del suo testo alternativo su cui chiede la votazione.

GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, chiedo la votazione per parti separate del mio testo alternativo nel senso di votare distintamente il comma 1, il comma 2 e il comma 3; per quanto riguarda il comma 4, chiedo di votare separatamente i commi 5-bis, 5-ter e 5-quater.

PRESIDENTE. Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sulle diverse parti del testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Landi di Chiavenna: ricordo che le votazioni hanno effetto preclusivo.

GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, devo chiederle come incidono le votazioni separate sul comma 1 e sul comma 2 relativamente al testo della Commissione.


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PRESIDENTE. Incidono nel modo seguente: se qualche collega chiede la votazione per parti separate del testo dell'articolo della Commissione, e la parte separata da votare coincide con un testo già votato, si esplica l'effetto preclusivo. Mi spiego: per esempio, se sull'articolo 2 si chiede la votazione per parti separate del comma 1, che coincide con un comma del testo alternativo che è stato respinto, la votazione non può effettuarsi perché vi è un effetto preclusivo. È questa peraltro la ragione per cui è stata chiesta la votazione per parti separate.

GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il problema è che la votazione per parti separate del comma 1 incide direttamente sul comma della Commissione: così, la votazione sul comma 2 del testo alternativo incide direttamente sul testo della Commissione. A mio avviso, trattandosi di un testo già votato dalla Commissione, il fatto che i commi 1 e 2 del testo alternativo vengano respinti non esplica alcun effetto preclusivo, ma ovviamente rimetto a lei questo tipo di valutazione.

PRESIDENTE. Onorevole Sinisi, può spiegare meglio le sue argomentazioni?

GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, vorrei evitare l'effetto preclusivo per parti del testo della Commissione.

PRESIDENTE. Questo è chiaro: le chiedevo di spiegare meglio i suoi argomenti.

GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Ritengo che, trattandosi di un testo già votato dalla Commissione, che viene presentato in aula, la votazione dei commi 1 e 2, con la loro reiezione, benché essi contengano parte del testo della Commissione, non incida sul testo della Commissione.

PRESIDENTE. Onorevole Sinisi, se due commi dei due testi sono identici, la prima votazione separata su quel comma condiziona la votazione separata sull'identico comma della Commissione. Quando vi è identità, evidentemente, si esplica


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l'effetto preclusivo; se non vi è identità, bisogna valutare caso per caso se la votazione effettuata abbia o meno effetto preclusivo.

GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Sta bene, signor Presidente. Per quanto riguarda il testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Landi di Chiavenna, il parere è favorevole sul comma 1; è contrario sul comma 2, perché le disposizioni in esso contenute sono sostanzialmente diverse rispetto alla proposta della Commissione, in quanto sono molto più ampie. Il parere è contrario sulle rimanenti parti del testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Landi di Chiavenna.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BRUTTI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Colleghi, ricordo che vi è anche il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla prima parte del testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Landi di Chiavenna, che corrisponde al comma 1, accettata dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 407
Maggioranza 204
Hanno votato
407).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla seconda parte del testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Landi di Chiavenna, che corrisponde al comma 2, non accettata dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).


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Colleghi, per cortesi prendete posto. Onorevole Occhionero, prenda posto.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 404
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato
186
Hanno votato
no 218).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla terza parte del testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Landi di Chiavenna, che corrisponde al comma 3, con la correzione formale apportata, non accettata dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 406
Votanti 404
Astenuti 2
Maggioranza 203
Hanno votato
184
Hanno votato
no 220).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla quarta parte del testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Landi di Chiavenna, che corrisponde al comma 4, dalle parole «Dopo il comma 5» alle parole «fiscale italiano» , con la correzione formale apportata, non accettata dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.


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Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 406
Votanti 404
Astenuti 2
Maggioranza 203
Hanno votato
183
Hanno votato
no 221).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla quinta parte del testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Landi di Chiavenna, che corrisponde al comma 4, dalle parole «5-ter. È istituito» alle parole «di sua competenza», non accettata dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Onorevole Cuscunà, tiri fuori la tessera.
Dispongo l'annullamento della votazione.
Indìco nuovamente la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla quinta parte del testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Landi di Chiavenna, che corrisponde al comma 4, dalle parole «5-ter. È istituito» alle parole «di sua competenza», non accettata dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 399
Votanti 397
Astenuti 2
Maggioranza 199
Hanno votato
179
Hanno votato
no 218).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla sesta parte del testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Landi di Chiavenna, che corrisponde


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al comma 4, dalle parole «5-quater. Salva l'applicazione» alle parole «con il ministro dell'interno», non accettata dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

MAURO GUERRA. Becchetti! Armosino!

GIACOMO STUCCHI. Presidente, guardi Fioroni!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 398
Votanti 395
Astenuti 3
Maggioranza 198
Hanno votato
178
Hanno votato
no 217).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Landi di Chiavenna 2.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armaroli. Ne ha facoltà.

PAOLO ARMAROLI. Signor Presidente, mi corre l'obbligo di parlare su un emendamento sicuramente anomalo, perché arricchisce il diritto parlamentare: «emendamento soppressivo per tigna». Sospettavamo che il testo del relatore di minoranza onorevole Landi di Chiavenna sarebbe stato fatto a fettine, salvo il primo comma. Ma se i colleghi della maggioranza mi usano la cortesia di un momento di attenzione, dimostrerò come la differenza tra l'articolo 2 del testo della Commissione, cioè della maggioranza, e il testo del relatore di minoranza Landi di Chiavenna, anche a peso, sia evidente e sottolinei la pochezza del testo della Commissione, cioè della maggioranza, che viene da lontano.

MARCO BOATO. La pochezza a peso non è il criterio di valutazione politica.


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PAOLO ARMAROLI. La Casa delle libertà, un anno e mezzo fa, presentò alcuni testi per risolvere un problema drammatico, epocale, che durerà anche nei prossimi anni e presumibilmente anche nei prossimi decenni, se non useremo ricette valide.


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In questo anno e mezzo la maggioranza ha fatto «quattro passi tra le nuvole», per usare un titolo cinematografico. Il primo passo è stato quello di dire, in silenzio, che la Turco-Napolitano non si tocca. Noi non vogliamo toccare la Turco e nemmeno Napolitano; pensavamo soltanto di cambiare una filosofia sbagliata, perché, signor Presidente, noi non siamo degli esteti del diritto e, quindi, non ci domandiamo se la legge Turco-Napolitano sia bella o brutta; constatiamo semplicemente che non ha funzionato a dovere e che quindi dovevano essere introdotti dei correttivi importanti.
Il secondo passo tra le nuvole è costituito da una serie di emendamenti soppressivi di tutti gli articoli del testo della Casa delle libertà. Il terzo passo tra le nuvole è stato quello dei «Gattopardi dei poveri», i quali hanno sostenuto che bisogna cambiare qualche virgola perché tutto resti come prima. Signor Presidente, colleghi, signori rappresentanti del Governo - che in questi giorni avete latitato durante i lavori della Commissione e del Comitato dei nove -, badate che quest'opera gattopardesca si rivolgerà contro di voi.
Il quarto passo tra le nuvole è stato compiuto ieri nel Comitato dei nove, nel corso del quale l'onorevole Sinisi ha detto di essere favorevole a qualche emendamento della Casa delle libertà, a patto di una riformulazione «così, così, così e così». Nel momento in cui l'onorevole Sinisi diceva queste cose mi è venuto in mente che egli assomigliava un po' a Filumena Marturano, la quale nell'omonima commedia, ricordando come era stata istruita da una collega più istruita di lei, diceva: «così, così, così e così». No, onorevole Sinisi, ha sbagliato indirizzo; noi non ci stiamo. Da una parte c'è il testo della Casa delle libertà, che è un testo organico, e dall'altra c'è la pochezza della maggioranza.
Signor Presidente, concludo ricordando che noi della Casa delle libertà un anno e mezzo fa abbiamo anticipato - mi dispiace per l'onorevole Boato...

MARCO BOATO. Non c'era la Casa delle libertà un anno e mezzo fa!

PRESIDENTE. Onorevole Boato! Era in pectore.


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PAOLO ARMAROLI. ... sia le parole del Capo dello Stato...

MAURIZIO GASPARRI. Non c'erano tante cose un anno e mezzo fa!

PRESIDENTE. Onorevole Gasparri, non interrompa l'onorevole Armaroli.

PAOLO ARMAROLI. ...sia le determinazioni dell'Unione europea, ad esempio in tema di impronte digitali. Quando il sottosegretario Brutti ha formulato una proposta del genere, che poi veniva dall'Europa, voi eravate dilaniati e qualche bello spirito ha sostenuto che, se si devono prendere le impronte digitali, queste vanno prese a tutti, anche agli italiani. Ma gli italiani hanno una carta di identità che nel 999 per mille dei casi è regolare, mentre molto spesso così non è per i clandestini e qualche volta anche per i regolari, signor Presidente, perché dobbiamo ricordare che quel criminale albanese, quello schiavista, era un regolare e, quindi, sarebbero stati opportuni controlli di questo genere.
La pochezza del testo della Commissione è stata ammessa dalla stessa Commissione - vi prego di prestare un po' di attenzione - quando la maggioranza ha presentato e votato un emendamento soppressivo dell'articolo relativo all'entrata in vigore della legge: noi prevedevamo trenta giorni di vacatio legis, perché abbiamo presentato, come Casa delle libertà, un provvedimento organico, mentre voi avete presentato un emendamento soppressivo pensando: quindici giorni sono sufficienti, perché la nostra altro non è che acqua fresca.

MARCO BOATO. Quindici giorni sono un termine costituzionale.

PAOLO ARMAROLI. Vergogna, vergogna, vergogna (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e dei Popolari e democratici-l'Ulivo)!

PRESIDENTE. Colleghi, è una constatazione etica.

GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA. Chiedo di parlare.


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PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare come relatore di minoranza.

GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA. So che ho solo dodici minuti.

PRESIDENTE. Allora può parlare a titolo personale per due minuti.

GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA. Vorrei svolgere una breve riflessione sul voto per parti separate che si è testé concluso sul mio testo alternativo. Sono davvero sorpreso di fronte al comportamento della maggioranza che risente di un pregiudizio ideologico molto forte. La nostra richiesta era quella di istituire l'anagrafe dei cittadini extracomunitari dove avrebbero dovuto pervenire tutti i rilievi e i dati fotosegnaletici e dattiloscopici. Se è vero che, almeno a parole, è patrimonio comune la volontà di contrastare seriamente l'immigrazione clandestina, mi chiedo per quale motivo la maggioranza non abbia approvato il testo alternativo da me presentato che aveva solo lo scopo di rendere operativa un'anagrafe su tutti i rilievi dattiloscopici e segnaletici. La maggioranza dica apertamente che non intende svolgere una seria attività politica di controllo non solo sull'immigrazione regolare ma soprattutto su quella clandestina. Lo stesso discorso vale per il comma 5-quater con cui proponevamo l'istituzione di un'anagrafe tributaria. La maggioranza sa bene che sono ben 1.500 i miliardi che escono dal territorio dello Stato per dirigersi verso i paesi di provenienza, così come sa bene che gran parte di questi miliardi provengono da attività tutt'altro che lecite; noi chiedevamo di attuare non un'attività di repressione sui guadagni leciti ma di far sapere agli italiani se i miliardi che escono dallo Stato italiano siano il provento di attività lecite o il frutto di attività illecite, quali la prostituzione, traffico di droga ed altro che l'Italia ha il dovere ed il diritto di contrastare. Avete bocciato queste proposte e ve ne assumerete le responsabilità di fronte al popolo italiano (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e della Lega nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.


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MARCO BOATO. Signor Presidente, vedo che continuiamo di comizio in comizio e mi dispiace che lo faccia anche il collega Landi (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale) ...

NICOLÒ ANTONIO CUSCUNÀ. Il collega Landi dice la verità.

MARCO BOATO. Io ho ascoltato il collega Landi in silenzio, comunque fate come volete. In questo momento ci stiamo occupando dell'emendamento Landi di Chiavenna 2.2 che propone di sopprimere il comma 2 dell'articolo 2, cioè di sopprimere il coinvolgimento della conferenza unificata Stato-regioni e autonomie locali. Ciò significa che il collega Landi di Chiavenna, sostenuto da Armaroli, chiede di sopprimere esattamente quello che in altra forma aveva chiesto nel suo testo alternativo. Se questa è coerenza politica e istituzionale, ovviamente la lascio tutta ai colleghi. Noi bocciamo l'emendamento Landi di Chiavenna 2.2 perché vogliamo che vi sia il coinvolgimento delle Commissioni parlamentari competenti, delle regioni, dei comuni e delle province, come prevede il testo della Commissione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghezio. Ne ha facoltà.

MARIO BORGHEZIO. Signor Presidente, anch'io chiedo di parlare a titolo personale per non consumare ulteriore tempo e per non lasciar passare senza un adeguato commento il voto con cui la maggioranza ha respinto due emendamenti di enorme rilievo volti a dare maggiore efficacia all'azione di contrasto e prevenzione degli effetti peggiori della criminalità legata all'immigrazione clandestina.

MARCO BOATO. Queste sono dichiarazioni di voto postume!

MARIO BORGHEZIO. Mi riferisco a quelli relativi al flusso di capitali sospetti perché derivanti da attività illecite, spaccio di droga, racket della prostituzione, commercio di tabacchi lavorati.


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Nel corso della missione italiana in Albania abbiamo potuto snocciolare agli esterrefatti esponenti del Governo albanese le cifre riguardanti i trasferimenti bancari effettuati da criminali albanesi dall'Italia verso paesi terzi: si tratta di decine di miliardi per un solo sportello bancario. E poi voi volete impedire l'istituzione di un'anagrafe tributaria che consenta allo Stato e ai suoi organismi di contrastare l'immigrazione clandestina e le attività di riciclaggio del denaro derivante da attività illecite.


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Voi avete dato un colpo all'azione contro le mafie internazionali: è inutile andare a Palermo a fare demagogia sulla lotta alla criminalità internazionale, quando poi in aula viene bocciata una proposta emendativa che mirava al cuore del problema! Vogliamo denunciarlo in quest'aula con molta chiarezza (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scoca. Ne ha facoltà.

MARETTA SCOCA. Signor Presidente, vorrei precisare che l'ufficio dell'anagrafe tributaria, richiesto dall'onorevole Landi di Chiavenna, non ha la finalità (almeno in base a quanto scritto nel testo alternativo in esame) di accertare eventuali redditi illeciti o frutto di traffici criminosi, ma semplicemente di accertare la regolarità - sotto l'aspetto tributario e fiscale - delle rimesse di valuta effettuate dagli stranieri extracomunitari verso i paesi non appartenenti all'Unione europea. Volevo, dunque, precisare che stiamo parlando di ciò e non di altro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maselli Ne ha facoltà.

DOMENICO MASELLI. Signor Presidente, vorrei rispondere all'onorevole Landi di Chiavenna che già esiste un'anagrafe informatizzata dei lavori extracomunitari.

IGNAZIO LA RUSSA. Allora siamo a posto!

DOMENICO MASELLI. Per quale motivo, dunque, avremmo dovuto creare una seconda anagrafe di tale genere, se una è già esistente e funzionante? In secondo luogo, vorrei osservare che il relatore ha avuto la premura di ricordare che si trattava di una richiesta dell'onorevole Contento, recepita nella legge n. 40 del 1998.
Inoltre, vorrei precisare che io stesso ricevo giornalmente lettere allarmate da parte di ditte italiane che non possono


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funzionare in quanto non sono consentiti gli accessi agli extracomunitari. Addirittura, la regione Trentino-Alto Adige ha chiesto 26.250 ingressi per il 2001 e la regione Veneto ne ha chiesti 19.640: questi sono dati e non sono nostre opinioni. Vorrei che se ne tenesse conto, perché accanto ad altri problemi vi è quello del funzionamento del nostro mercato e della nostra economia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vascon. Ne ha facoltà.

LUIGINO VASCON. Signor Presidente, vorrei sottolineare che se vi sono richieste da parte delle regioni - come sostenuto dall'onorevole Maselli - si riferiscono agli ingressi regolari e non certo affinché si aprano le porte a chiunque. Inoltre, onorevole Maselli, vi è una richiesta di lavoratori in termini di professionalità e non soltanto in termini numerici.
Poco fa è stato bocciato un emendamento di un nostro collega relativo all'anagrafe tributaria degli stranieri extracomunitari: mi domando cosa ci sia di male nel chiedere semplicemente una delucidazione su quei denari e su quei proventi. Il sistema fiscale del nostro paese schiaccia qualsiasi genere di attività diretta al pubblico (si pensi che, qualora, si smarrisca lo scontrino fiscale, si viene imputati di chissà quale reato). Non parliamo poi di tutto ciò che capita a chi abbia la fortuna - o forse la disgrazia - di avere una partita IVA.
Per quanto riguarda i rilievi dattiloscopici, vorrei che si sapesse che da sempre è in vigore una legge per tutti i cittadini (non solo extracomunitari ma anche italiani) che siano sorpresi senza documenti di identità. Un cittadino italiano, qualora sia trovato sprovvisto di documenti d'identità, viene condotto negli uffici di polizia e gli vengono rilevate le impronte digitali, effettuati tutti i rilievi dattiloscopici, con tanto di fotografia di fronte e di profilo. Non vedo, quindi, dove stia lo scandalo, che viene sollevato in maniera demagogica, strumentale, populistica e preelettorale da parte di una sinistra la quale rinnega gli atti di polizia che sono dovuti, dal 1948 ad oggi. Questo vuol dire, signor Presidente, colleghi, che c'è una grande ignoranza in materia, nonché una inaccettabile forma di demagogia strumentale...

MARCO BOATO. Senti chi parla!


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LUIGINO VASCON. ... rivolta appunto a coloro che non conoscono le leggi. Queste norme vengono applicate giornalmente nei confronti di qualsiasi cittadino che giri per le nostre strade, per le nostre piazze, senza documenti di identità. Pertanto, indignarsi per una semplice attuazione della legge è a dir poco vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Luca. Ne ha facoltà.

ALBERTO DI LUCA. Signor Presidente, l'intervento testé pronunciato dal collega Maselli conferma esattamente la nostra tesi. Il fatto che il Trentino chieda 26.250 persone e il Veneto 19.640, ha ragione lui, risulta dai dati ed è proprio su quei dati che noi incentriamo tutta la nostra proposta, che è volta a scindere nettamente il problema della clandestinità dal fabbisogno di manodopera del nostro paese, che può anche ricevere una risposta articolata attraverso l'occupazione di immigrati che entrino regolarmente nel nostro paese (e che, quindi, avendo un lavoro regolare, avranno ragionevolmente anche una casa).
Ora, poiché non vorrei sentire un boato di Boato, che mi dice che esco dall'argomento, relativamente all'emendamento Landi 2.2 in oggetto devo dire che noi avremmo sperato e comunque abbiamo proposto un vero coinvolgimento delle regioni. Quanto proposto dalla Commissione evidentemente non è sufficiente, perché la partecipazione della conferenza unificata non permette di sviluppare in modo propositivo ciò che le regioni potrebbero realmente fare, come dimostrano proprio i dati citati dal collega Maselli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
Ha a disposizione due minuti, onorevole Stucchi.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, veramente sarei voluto intervenire a nome del gruppo, ma mi limiterò ad intervenire a titolo personale.
Io credo che l'emendamento in questione in sostanza renda giustizia della previsione, dal contenuto assolutamente non


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condivisibile, formulata dalla Commissione affari costituzionali in relazione all'articolo 2, comma 2. Tale previsione non è condivisibile perché è limitativa, potremmo addirittura dire, con un termine un po' pesante, ma che rispecchia la realtà, che è una sorta di presa in giro, in quanto non vi è nessun effettivo coinvolgimento delle realtà periferiche, in particolare delle regioni, nella individuazione delle quote. Sì, c'è il riferimento alla conferenza, ma è ben diverso dal prevedere che siano le regioni stesse ad indicare, di propria iniziativa, avendo consultato i comuni e le province, il numero massimo di cittadini stranieri che possono ospitare nei propri territori. Quindi, non potendoci accontentare di questa mezza misura, è necessario per noi esprimere un voto favorevole all'emendamento soppressivo di questo comma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Landi di Chiavenna 2.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 384
Votanti 381
Astenuti 3
Maggioranza 191
Hanno votato
176
Hanno votato
no 205).

IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, colleghi, dopo questa votazione, che dimostra a mio avviso quale sarà il prosieguo dei lavori, ossia la perdurante volontà di utilizzare una proposta di legge a prima firma Fini per arrivare ad un testo che ne stravolge i contenuti e le finalità, io come


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parlamentare del gruppo e come firmatario della proposta di legge - sono infatti uno dei primi firmatari -, chiedo che la mia firma venga cancellata.


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PRESIDENTE. Onorevole La Russa, come le è stato già detto, è la prima volta che viene formulata una richiesta di questo genere. Devo valutarla, anche perché credo non possa essere accolta nel caso in cui la proposta di legge sia già all'esame dell'Assemblea. Comunque valuterò la sua richiesta e le darò una riposta nel pomeriggio.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Rivolta 2.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.

DARIO RIVOLTA. Signor Presidente, il mio ufficio ha commesso un errore nella redazione del testo del mio emendamento 2.5. Chiedo pertanto che vengano soppresse le parole: «, di concerto con il Ministro dell'immigrazione». Queste parole, infatti, non sono coerenti con il testo e non corrispondono al mio pensiero.

PRESIDENTE. Sta bene .
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rivolta 2.5, nel testo riformulato, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 381
Votanti 380
Astenuti 1
Maggioranza 191
Hanno votato
171
Hanno votato
no 209).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garra 2.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.


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(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 373
Votanti 372
Astenuti 1
Maggioranza 187
Hanno votato
169
Hanno votato
no 203).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Rivolta 2.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.

DARIO RIVOLTA. Signor Presidente, il controllo dei flussi di immigrazione è sicuramente giusto e largamente condivisibile. Bisogna però valutare bene cosa significhi flusso di immigrazione e su quali basi esso viene calcolato. In risposta a quanto affermato dall'onorevole Maselli, vorrei portare all'attenzione dell'Assemblea altri dati.
Gli immigrati regolari in Italia sono circa 1 milione e 300 mila; di essi circa 250 mila risultano ufficialmente disoccupati. Se una regione o un ente locale dovesse decidere di avere bisogno di manodopera potrebbero rivolgersi a questo 20 per cento del totale degli immigrati regolari, che non ha lavoro.
È bene che si sappia, inoltre, che i dati in possesso dell'anagrafe tributaria, che già si occupa dei cittadini extracomunitari, non coincidono - non vorrei dire cifre sbagliate, ma credo si tratti del 60 per cento - con i dati in possesso dell'INPS e non coincidono, evidentemente, con l'ammontare delle rimesse di questi cittadini extracomunitari. Questi dati non devono essere mistificati o disconosciuti.
Nel dibattito politico sull'immigrazione si parla spesso della necessità di un numero di extracomunitari in Italia corrispondente al numero effettivo dei posti di lavoro: questo elemento è sicuramente importante, forse indispensabile, ma non sufficiente, perché in qualunque paese del mondo il grave problema dell'immigrazione - nel nostro caso extracomunitaria - da altre realtà e da altre culture coinvolge necessariamente


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la questione della potenzialità di integrazione. Non si tratta infatti solo di fornire a tali immigrati la possibilità di lavorare, perché questa è una delle condizioni per potersi integrare, ma non l'unica. Il problema dell'integrazione non può prescindere da altri fattori che sono basati sul rapporto esatto tra il numero di persone «diverse» - questa è la realtà - che arrivano nel nostro paese, il tempo nel quale queste persone arrivano e il luogo nel quale queste si disperdono. È il rapporto tra numero, spazio e tempo che rende possibile o impossibile l'integrazione, che è il desiderio di tutta questa Assemblea e della maggior parte degli italiani. Non possiamo ragionare soltanto in termini di necessità di lavoro: pertanto, quando si determinano i flussi - lo ripeto, questa è una cosa giusta - ed il numero conseguente di immigrati, non si può assolutamente prescindere dalla potenzialità di integrazione di queste persone in un determinato tempo e spazio. Sono stupito dal fatto che la Commissione ha espresso parere contrario su questo mio emendamento. Invito tutti i colleghi a prendere in considerazione e a votare a favore di questo mio emendamento con il quale si vuole che nella fissazione dei flussi di ingresso non venga pregiudicata la stabilità socio-economica del territorio accettando un numero non congruamente assimilabile di stranieri.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rivolta 2.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 360
Votanti 353
Astenuti 7
Maggioranza 177
Hanno votato
159
Hanno votato
no 194).


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Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fontan 2.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 345
Votanti 341
Astenuti 4
Maggioranza 171
Hanno votato
148
Hanno votato
no 193).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Rivolta 2.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.

DARIO RIVOLTA. Presidente, debbo constatare che non mi risulta che vi sia un'atmosfera adatta a far «uscire» da questa Camera una legge equilibrata e saggia. Lo dico rivolgendomi a tutti i colleghi. Tuttavia, poiché sto parlando dai banchi di questo settore non posso non attirare l'attenzione dei colleghi su alcuni fatti che mi lasciano particolarmente perplesso. La bocciatura del mio emendamento con il quale suggerivo - e mi sembrava che ciò rispondesse al buonsenso - che per la fissazione dei flussi si tenesse conto anche dell'impatto socio-culturale che essi avrebbero potuto causare sul territorio, mi fa capire in maniera inequivocabile che non vi sia da parte della maggioranza la volontà di affrontare con serietà e con buonsenso un problema che invece a parole dichiara di voler affrontare (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale).

GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.


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GIANNICOLA SINISI, Relatore per la maggioranza. Onorevole Rivolta, la maggioranza si è opposta al suo emendamento, perché le cose in esso proposte sono già scritte nella legge e nel regolamento ma un po' meglio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.

GIAMPAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per chiarire la ratio di questo emendamento.
Mi rivolgo, come sempre, all'attività politica svolta dal Governo e dalla maggioranza. Nei mesi scorsi, abbiamo assistito ad una maxisanatoria riguardante più di 300 mila persone. Onorevole Brutti, è così sostanzialmente!
Hanno chiesto di poter sanare la loro posizione irregolare più di 312 mila persone. Sono state accettate, mi pare, 260 mila richieste. Lei, onorevole Brutti, avrà dati più aggiornati, ma non credo di sbagliare eccessivamente. Resta il fatto che a fronte di questa maxisanatoria il Governo ha ugualmente ritenuto di adottare un altro decreto «flussi» concernente altre 63 mila persone. In quell'anno, di fatto, tra regolarizzazioni di irregolari o clandestini e nuovi flussi, abbiamo avuto circa 400 mila extracomunitari presenti e regolarizzati sul territorio italiano.
La ratio di questo emendamento la si può riassumere in questo modo: qualora si dovesse rendere necessaria una politica di regolarizzazione di coloro che rimangono in una posizione irregolare, non pare utile o conveniente adottare un nuovo decreto «flussi» perché evidentemente esso si scontrerebbe con quelle esigenze che stanno a monte della richiesta di sistemazione e della richiesta di contemperare «l'offerta lavoro» con la presenza degli extracomunitari. Dunque questo emendamento ha una sua logica che va nel senso di non creare aspettative che non possono essere accolte.
Se è vero - e i dati lo confermano - che già in Italia ci sono molti extracomunitari iscritti nelle liste di disoccupazione o addirittura che lavorano in «nero», allora si cerchi di far emergere questo lavoro «nero» e si cerchi di dare lavoro prima agli extracomunitari disoccupati e poi si pensi eventualmente a nuovi decreti «flussi».


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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cè. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CÈ. Sinceramente stamane rimango un po' allibito rispetto a come sta procedendo la discussione.

MARCO BOATO. Anche noi siamo allibiti!

ALESSANDRO CÈ. Innanzitutto c'è la questione relativa ad un provvedimento di legge proposto dall'opposizione ma che viene completamente stravolto, e di questo, se lei si ricorda, Presidente, ne abbiamo parlato in seno alla Giunta per il regolamento.


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Se noi credete di confinare i diritti dell'opposizione ad una vera e propria farsa, qual è quella a cui stiamo assistendo, dovreste cambiare il regolamento o conculcare ulteriormente i diritti dell'opposizione.
Mi sembra che l'atteggiamento della maggioranza e del relatore Sinisi sia di affrontare questo argomento così importante, come se dovesse essere limitato a modificazioni regolamentari o, per l'ennesima volta, all'istituzione di Commissioni inutili. Il problema è ben altro e approfitto dell'intervento dell'onorevole Rivolta - che condivido appieno - per dire chiaramente che, in questo caso, non si tratta neanche di necessità di coprire posti di lavoro. È stato detto chiaramente quanti sono i disoccupati in Italia e quanti immigrati regolari non lavorano. È ancora una volta un problema di legalità che viene scaricato sulle nostre popolazioni.
La vera questione è, però, la vostra impostazione ideologica che vuole distruggere i popoli (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania) andando nella direzione di una società multirazziale che non ha assolutamente rispetto della nostra cultura e delle nostre tradizioni. Questo è il vostro obiettivo reale e non c'entra niente tutto il resto (Proteste dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Comunista). Siete i nuovi interpreti di un nazismo rosso che odia le diversità...

MARCO BOATO. Nazista è chi è razzista come lui!

PRESIDENTE. ... che vuole sradicare i popoli dalle loro culture (Proteste dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, dei Popolari e democratici-l'Ulivo, Comunista e misto-Rifondazione comunista-progressisti).

ALESSANDRO CÈ. Questa è la verità!

PRESIDENTE. Colleghi, per piacere, questa è la sua argomentazione!
Onorevole Saia, per piacere!

ALESSANDRO CÈ. Presidente, quando si colpisce nel modo giusto, la reazione è questa!


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PRESIDENTE. Onorevole Cè, è il tono che lei usa che produce queste reazioni!

ALESSANDRO CÈ. Presidente, bisogna cominciare ad avere il coraggio delle proprie idee, che la sinistra non ha più, nascondendosi dietro (Proteste dei deputati dei gruppi Democratici di sinistra-l'Ulivo, Comunista e misto-Rifondazione comunista-progressisti)... Se mi lasciate parlare...

MARCO BOATO. No!

ALESSANDRO CÈ. ... concludo il discorso.
Pinza, il microfono ce l'hai anche tu, alzati e parla!

EUGENIO DUCA. Scemo!

PRESIDENTE. Onorevole Duca, la richiamo all'ordine! Onorevole Duca, la richiamo all'ordine per la seconda volta!

ALESSANDRO CÈ. Bisogna avere almeno il coraggio delle proprie idee. Alzarsi in aula, come facevano alcuni parlamentari che valevano più di voi che li avete sostituiti, e dire chiaramente...

PRESIDENTE. Onorevole Cè, parli al Presidente e non provochi la controparte!

ALESSANDRO CÈ. Presidente, bisogna avere il coraggio di alzarsi e di dire ciò che si pensa. Possono dire: «Siamo per il mondialismo, per la globalizzazione e per la distruzione dei popoli!». Bisogna avere questo coraggio e non nascondersi dietro i formalismi delle modifiche e dell'introduzione della Commissione. Onorevole Pinza, abbia il coraggio di alzarsi e di perorare la causa del centrosinistra (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!

ANTONIO SAIA. Questo è il manifesto del nazionalsocialismo!

MARCO BOATO. Questa è la cultura liberale, questa è la Casa delle libertà!

PRESIDENTE. Onorevole Boato, si accomodi!


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Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rivolta 2.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 369
Votanti 367
Astenuti 2
Maggioranza 184
Hanno votato
162
Hanno votato
no 205).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rivolta 2.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 369
Votanti 366
Astenuti 3
Maggioranza 184
Hanno votato
163
Hanno votato
no 203).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).

Onorevole Mammola, tolga quella scheda, perché induce in tentazione la collega Armosino! Anche lei, onorevole Buontempo, alla sua sinistra, tolga la scheda!

Dichiaro chiusa la votazione.


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Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 342
Votanti 337
Astenuti 5
Maggioranza 169
Hanno votato
192
Hanno votato
no 145).

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