BOZZE NON CORRETTE

Stenografico Aula in corso di seduta

Seduta n. 820 del 5/12/2000

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...

(Per un richiamo al regolamento)

ELIO VITO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Signor Presidente, ci troviamo ad esaminare una proposta di legge che è autorevolmente firmata dal presidente di Alleanza nazionale e che viene sottoposta all'Assemblea su richiesta di un gruppo di opposizione. Ci troviamo, quindi, all'interno di quella gestione delicatissima della quota di provvedimenti che giungono in aula su richiesta dell'opposizione.
Ebbene, Presidente, segnalo che in relazione a questo provvedimento vi è stato in Commissione un sostanziale snaturamento della norma regolamentare posta a presidio della tutela del diritto dell'opposizione, che nell'ambito della riforma veniva riconosciuto come contemperamento degli altri diritti garantiti alla maggioranza, di cui noi, come si vede anche da queste ultime votazioni, nonché dal lavoro delle settimane scorse, abbiamo tutto il rispetto.
In sostanza, è accaduto quanto segue: se per una parte correttamente la I Commissione, accogliendo lo spirito della riforma del regolamento ed anche una lettura della Giunta per il regolamento, ha disabbinato questa proposta di legge dalle altre presentate sulla stessa materia, così che ci si


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pronunciasse sulla proposta attribuita dalla Conferenza dei capigruppo alla quota di Alleanza nazionale, dall'altra parte, però, la stessa Commissione ha assunto nel merito decisioni che hanno completamente contraddetto questa scelta, nonché lo spirito della riforma del regolamento. Infatti la Commissione, a mio giudizio, aveva a quel punto il diritto-dovere di pronunciarsi nel merito della proposta dell'opposizione, approvandola, se del caso, oppure respingendola o anche - come è legittimo - proponendo degli emendamenti che modificassero la proposta di legge originaria. La maggioranza, infatti, ha anche il diritto di introdurre emendamenti modificativi, ma muovendosi nel solco della proposta, quindi inserendo dei correttivi all'interno del testo proposto dall'opposizione. In questo caso invece, Presidente - e ritengo sia la prima volta che ciò si verifica su un testo dell'opposizione -, non si è seguita nessuna delle tre opzioni a mio giudizio possibili (il voto favorevole, il voto contrario oppure le modifiche), ma è accaduta una cosa che a mio giudizio non è corretta. La Commissione, cioè, ha soppresso tutti gli articoli della proposta di legge Fini e li ha interamente sostituiti con altri articoli, della maggioranza. Questi ultimi non sono in alcun modo, se non per piccole parti, riferibili al testo originario, ma costituiscono un'autonoma proposta di legge. Non si tratta, Presidente, di emendamenti che modifichino, anche sensibilmente, il testo originario, ma, ripeto, di un'autonoma proposta di legge, ossia di articoli interamente sostituitivi - introdotti dopo aver soppresso gli articoli originari - che contrastano in pieno con la proposta di legge originaria.
Così ora abbiamo il paradosso che in quota all'opposizione giunge in quest'aula una proposta di legge che reca come primo firmatario l'onorevole Fini, ma sulla quale l'onorevole Fini non esprimerà mai un voto favorevole, mentre tale voto verrà espresso dalla maggioranza. Così, sarà approvata una proposta di legge Fini - e passerà alla storia come legge Fini - con il voto contrario dell'onorevole Fini, mentre la maggioranza avrà agganciato alla proposta di legge originaria un testo completamente diverso, che non ha nulla a che vedere con quella, se non genericamente la materia trattata. Insomma, dopo aver disabbinato la proposta di legge Fini non ci si è espressi sul merito della legge, a favore, contro o con


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modifiche di merito, ma si è delineato un testo che sarebbe andato bene se la Commissione avesse avuto ad oggetto del suo dibattito la proposta di legge abbinata.
Ecco, Presidente, mi rimetto a lei, e, se del caso, anche alle valutazioni della Giunta - considerato che tra poco dovremo probabilmente comunque sospendere le votazioni -, perché a mio giudizio viene leso il diritto dell'opposizione di avere un voto, prima della Commissione e poi dell'Assemblea, sul suo testo, senza che ciò leda in alcun modo le prerogative della maggioranza, che, ripeto, può approvare quel testo se lo condivide, può bocciarlo o può modificarlo, ma non può stravolgerlo e presentare al suo posto un'altra proposta di legge che giunge in aula grazie al paradosso della calendarizzazione della proposta di legge Fini all'interno della quota di un decimo spettante all'opposizione. Se la maggioranza voleva approvare una simile proposta di legge doveva presentarla, procedere per due mesi all'esame in Commissione e poi chiederne la calendarizzazione nei lavori dell'Assemblea. Se però in quest'aula giunge la proposta di legge Fini, la maggioranza deve dire, ripeto, se sia favorevole o contraria o quali modifiche intende proporre agli articoli originari, non può bocciarli tutti e poi sostituirli integralmente. Signor Presidente, ripeto che sul merito ci si pronuncerà comunque, ma vorrei che fosse confermato che questa operazione non è corretta; chiedo altresì che questa proposta di legge venga rinviata in Commissione, anche per un breve passaggio, al fine di ripristinare il testo originario della proposta di legge Fini, nel caso in cui vi fosse il voto favorevole da parte della maggioranza della Commissione. Ciò consentirebbe alla stessa Commissione, se lo ritiene, di proporre quelle stesse norme senza agganciarle alla proposta di legge Fini.

ROSA JERVOLINO RUSSO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSA JERVOLINO RUSSO, Presidente della I Commissione. L'onorevole Vito ha riproposto in quest'aula, come è suo diritto, una questione che è stata più volte discussa in Commissione.


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Vorrei brevissimamente riassumere i fatti. In Commissione ci siamo trovati di fronte alla proposta di legge Fini e a numerose altre proposte di legge presentate da altri colleghi sulla stessa materia. Come il presidente della Commissione è obbligato a fare, le proposte di legge sono state abbinate, si è iniziato a lavorare su tutte le proposte di legge sulla base di una relazione elaborata dal collega Landi di Chiavenna, mentre il Comitato ristretto continuava a portare avanti questo lavoro, evidenziando punti di dissenso ma anche elementi di consenso.
Ad un certo punto, come è nel diritto dell'opposizione, visto che il regolamento riconosce ad essa il diritto di usufruire del 20 per cento dei tempi di lavoro, il capogruppo di Alleanza nazionale ha chiesto il disabbinamento della proposta di legge Fini, cosa che è stata fatta. Su questa base e tenendo anche conto di una sua lettera, signor Presidente, con la quale ha invitato i presidenti di Commissione ad operare nel senso che, ove possibile, fosse assunto come testo base quello dell'opposizione per il quale era stato chiesto l'esame, è stata scelta la proposta di legge Fini quale testo base e su di essa la Commissione ha lavorato.
Credo che, in base al regolamento e in base alla logica democratica che deve regolare la vita del Parlamento, sia chiarissimo che ci sia differenza tra la scelta del testo base ed il potere istruttorio della Commissione. Noi non abbiamo fatto altro che esercitare il potere istruttorio della Commissione.

IGNAZIO LA RUSSA. Bravi!

PRESIDENTE. Onorevole La Russa, la richiamo all'ordine.

ROSA JERVOLINO RUSSO, Presidente della I Commissione. Mi può dire brava quanto vuole!
Rivendico quindi la correttezza estrema del procedimento, perché la Commissione ha respinto alcuni articoli della proposta di legge presentata dall'onorevole Fini, mentre altri - più precisamente quattro - sono stati approvati, tant'è vero che ieri l'onorevole Armaroli ci ha persino accusato di averli copiati.

PAOLO ARMAROLI. Copiati parola per parola!


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ROSA JERVOLINO RUSSO, Presidente della I Commissione. Noi abbiamo risposto che non avevamo copiato nulla, ma li avevamo condivisi e ad essi abbiamo aggiunto altri articoli sui quali convergeva la maggioranza. Ritengo quindi che abbiamo usato correttamente il potere istruttorio della Commissione.
Ciò premesso e rivendicando l'assoluta correttezza dell'iter seguito dalla Commissione, se vi è una richiesta di rinvio in Commissione per approfondire i temi e continuare il lavoro che già positivamente si stava svolgendo nel Comitato ristretto, non sarò certo io ad oppormi (Applausi dei deputati dei gruppi dei Popolari e democratici-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Comunista).

MAURIZIO GASPARRI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, l'articolo 24, comma 3, del regolamento prevede l'inserimento nel calendario delle proposte dei gruppi di opposizione, in modo da garantire a questi ultimi un quinto degli argomenti da trattare. Ritengo quindi che la questione riguardi più la Presidenza della Camera che non la Commissione, perché questa norma garantisce all'opposizione la possibilità che vengano esaminate le loro proposte.


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La maggioranza ha già la garanzia di essere tale; quindi se la proposta non è condivisa, la maggioranza può democraticamente bocciarla. Ma la maggioranza non può avere una doppia garanzia: quella del numero che le consente di avere ragione con mezzi leciti e democratici e quella di stravolgere il testo della proposta presentata dall'opposizione ed inserita all'ordine del giorno della Commissione per l'esame preliminare.
Caro Presidente Violante, poniamo questo problema soprattutto a lei! Ci troviamo infatti dinanzi ad una doppia garanzia che non possiamo condividere. Ripeto, noi non chiediamo il diritto di vedere approvata una proposta presentata dall'opposizione, perché se lo chiedessimo si andrebbe contro il regolamento, contro la democrazia e contro la Costituzione; chiediamo invece che vengano discusse le proposte dell'opposizione.

ROSANNA MORONI. È quanto si è fatto in Commissione. Non vorrai privarci di questa possibilità!

MAURIZIO GASPARRI. Collega Moroni, questo non è stato fatto! Ricorderete che nel caso della legge riguardante i lavori pubblici fu inserita all'ordine del giorno la proposta di legge i cui primi firmatari, se non ricordo male, erano gli onorevoli Berlusconi e Bossi. Tale proposta fu discussa e poi bocciata. Se ne può fare un argomento di discussione politica e se si vuole anche di polemica, quella proposta fu valutata dalla Camera - era nel suo diritto farlo - e non approvata.
Il gruppo di Alleanza nazionale chiede non quello che ha detto il presidente Jervolino Russo, che pure rispetto, ma avvalendosi della facoltà del comma 3 dell'articolo 24 del regolamento, che si discuta la proposta Fini. Poi la Camera deciderà se emendarla o meno, ma non possiamo - lo ribadisco - dare alla maggioranza una doppia garanzia perché questo è contro lo spirito del regolamento. Del resto, la maggioranza è già garantita dai numeri e dalla possibilità di dare con il suo voto, diciamo preponderante, un esito probabile alla discussione. Questo è il problema che poniamo, indipendentemente dal merito del provvedimento. Tale decisione deve essere presa in aula!


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Per evitare che la discussione vada a «morire» in Commissione, chiediamo che la Commissione - e ciò lo si può fare anche tra le 13 e le 15 - riadotti il testo base originario della proposta Fini. Chiediamo cioè che si ritorni al regolamento e che si voti, usando come testo base, la proposta che è tra quelle proposte che per regolamento rientrano nel quinto degli argomenti da trattare su richiesta dell'opposizione.
Su questo specifico punto chiediamo pertanto una valutazione del Presidente perché è un problema che attiene alle regole. Altrimenti, accade che la proposta Fini viene considerata tra quelle rientranti nel quinto degli argomenti da trattare su richiesta dell'opposizione, ma di fatto viene «scarnificata», ossia viene privata di alcune parti essenziali. Certo, ne rimangono altre ma pur condivisibili sono un'altra cosa. Si arriva quindi al paradosso che si hanno dei testi alternativi ad un provvedimento che teoricamente è la proposta Fini ma che in pratica non è più tale e il cui relatore è l'onorevole Sinisi che sull'argomento oggetto del provvedimento ha idee che sono però diverse dalle nostre.
Dunque non ci sembra che questo sia un modo corretto e chiaro di procedere. Saranno poi le votazioni e i numeri, lo ripeto ancora, a garantire le decisioni della Camera!
Pertanto invitiamo soprattutto lei, Presidente, a valutare la situazione. È evidente che se poi il provvedimento deve tornare in Commissione per «morire» in quella sede, allora è meglio votare. In ogni caso sarebbe corretto riadottare il testo base.

MAURO GUERRA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO GUERRA. Presidente, questa discussione è già stata fatta altre volte e su di essa è intervenuta reiteratamente la Giunta per il regolamento. Presidente, vorrei ricordare anche una sua lettera inviata ai presidenti delle Commissioni, che fece seguito ad una approfondita discussione fatta in seno alla Giunta per il regolamento.
Non possiamo riaprire questa discussione ogni volta che si affronta un argomento proposto dall'opposizione e calendarizzato


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secondo quanto previsto dal comma 3 dell'articolo 24 del regolamento.
Onorevole Gasparri, la volontà del Parlamento (in questo caso, la Camera), non si forma soltanto sulla base dei numeri ma si esprime anche attraverso procedure che sono codificate dalla Costituzione e dal nostro regolamento. I testi legislativi si formano attraverso un procedimento che si chiama procedimento legislativo. Esso prevede una fase istruttoria che si svolge in Commissione, che ha esattamente il compito di preparare un testo che poi viene sottoposto all'esame dell'Assemblea. Non possiamo accettare, Presidente, che per gli argomenti sui quali è prevista una riserva di tempi - di questo parla il regolamento - per le scelte indicate dall'opposizione, si faccia venire meno una parte essenziale del procedimento legislativo, che è esattamente la fase istruttoria.
Ciò non è accettabile, anche perché, altrimenti, onorevoli Gasparri e Vito, cadremmo in una situazione un po' stramba. L'onorevole Vito - bontà sua - ha riconosciuto il diritto della maggioranza di intervenire sui testi presentati dalle forze di opposizione, ma ha dettato anche le norme e le modalità attraverso le quali questo diritto si dovrebbe esercitare. La maggioranza potrebbe, secondo l'onorevole Vito, respingere i testi proposti dall'opposizione, approvarli integralmente, oppure presentare emendamenti che non siano stravolgenti, che si muovano nel solco e nello spirito del testo presentato originariamente dall'opposizione. Ma chi sarebbe poi il giudice del fatto che questi emendamenti siano o meno stravolgenti dello spirito iniziale dell'opposizione? Forse l'onorevole Vito, forse l'onorevole Gasparri o altri parlamentari dell'opposizione? Sarebbe un modo un po' curioso di costruire un'istruttoria ed un procedimento legislativo!
Tra l'altro, sulla questione - lo ricorderanno i colleghi Vito e Gasparri - abbiamo già dato vita ad interpretazioni estensive della norma regolamentare. Con la lettera del Presidente si è giunti a suggerire ai presidenti, laddove possibile, di procedere al disabbinamento dei provvedimenti, quando richiesto. Ricordo che neppure per i provvedimenti del Governo è prevista la possibilità di chiedere il disabbinamento:


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i decreti-legge, strumenti per eccellenza del Governo, giungono all'esame dell'Assemblea dopo un'istruttoria in Commissione liberamente esercitata sui testi.
È stato consentito il disabbinamento; all'inizio dell'esame in Commissione è stato adottato come testo base quello proposto dalle opposizioni. Mi pare che queste siano garanzie importanti per consentire di rispettare il diritto riconosciuto dalla riforma regolamentare all'opposizione: la Camera dei deputati affronta e discute, secondo le norme che regolano il procedimento legislativo, i temi e gli argomenti che l'opposizione e le minoranze ritengono di dover sottoporre, per una questione di dibattito politico, all'esame del Parlamento. Le maggioranze si formano in aula ed in Commissione nella fase istruttoria.
Per queste ragioni, Presidente, se la richiesta di rinvio in Commissione è finalizzata ad un approfondimento ulteriore, alla verifica delle condizioni che consentano di trovare altri punti di intesa per modificare e limare ulteriormente il testo che deve giungere all'esame dell'Assemblea, non ci opporremo. Tuttavia, anche perché ciò costituirebbe un precedente, non possiamo accettare un rinvio in Commissione vincolato alla condizione di votare diversamente rispetto alla fase istruttoria - quasi si potesse dare un ordine ad una Commissione parlamentare - per ripristinare il testo Fini. Questa mi sembrerebbe veramente una grande forzatura.

ROSANNA MORONI. Sarebbe antidemocratico!

MAURO GUERRA. Se, invece, si vuole rinviare il testo in Commissione per affrontare complessivamente la questione e per consentire ai colleghi dell'opposizione di valutare se ritengano opportuno che, comunque, si giunga al dibattito in Assemblea con un testo che assume queste connotazioni, nulla osta, almeno per quello che mi riguarda; ma non posso essere d'accordo, per ragioni sostanziali e di merito, ad un rinvio in Commissione con il mandato imperativo di ripristinare il testo Fini (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Comunista).

ROLANDO FONTAN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.


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ROLANDO FONTAN. Signor Presidente, intervengo nella mia veste di relatore di minoranza.
Indubbiamente ci troviamo in una situazione abbastanza difficile e sicuramente paradossale. Come relatori, siamo dovuti correre dietro questa proposta approvata dalla Commissione che, di fatto, non è più di Alleanza nazionale né della Lega, ma della maggioranza.
Il Presidente, a mio avviso, dovrebbe valutare il problema ora emerso, sul quale intervengo.


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Ci troviamo, anche come relatori, a discutere di emendamenti presentati ad una proposta di legge che è stata completamente stravolta in Commissione e che è lontanissima dal testo originario. Non vado oltre, lasciando la decisione alla Presidenza. Come uno dei relatori di minoranza, evidenzio che la proposta di legge presentata da una parte dell'opposizione (in questo caso da Alleanza nazionale) è stata completamente stravolta.
Anche da parte nostra, pertanto, vi è tendenzialmente la richiesta, se del caso, di votare il provvedimento e, in subordine, di trovare un'altra soluzione che possa fare uscire da questa impasse.

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di prestare un po' di attenzione. Anzitutto, volevo precisare che l'articolo 24, comma 3, del regolamento, non fa riferimento a proposte ma ad «argomenti»; la questione fu discussa a lungo in seno alla Giunta per il regolamento quando la valutammo. Onorevole Gasparri, voglio dirlo a lei: non si parla di proposte ma di argomenti e a ragion veduta, perché se si fosse fatto riferimento alle proposte si sarebbe inciso sul diritto che ciascun deputato ha, in base alla Costituzione, di presentare proposte emendative. Nessuno, in quest'aula (né il Governo, né la maggioranza, né l'opposizione, né singoli deputati), ha il diritto di far votare il proprio testo; a nessun deputato, né della maggioranza né dell'opposizione, può essere precluso il diritto di presentare emendamenti. Questo è il quadro della situazione.
Capisco che ciò può produrre un effetto diverso da quello voluto, lo comprendo, ma non si può incidere con norma regolamentare sui diritti costituzionali, come lei sa bene, onorevole Gasparri.
In questo quadro, nell'ultima riga della lettera che avevo già scritto al presidente Jervolino Russo - do atto della perfetta correttezza dell'operato della Commissione affari costituzionali -, facevo riferimento alla possibilità della Commissione, se lo ritenesse opportuno, di emendare il testo secondo le regole ordinarie, come è stato fatto. Se, peraltro, viene posta una questione politica, come è stato fatto da


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alcuni colleghi intervenuti, relativamente all'eventualità che la Commissione possa riesaminare la questione e valutare in che termini procedere (esame puramente politico e non regolamentare del testo), la decisione in ordine al rinvio in Commissione può essere assunta dall'Assemblea per alzata di mano, come sapete. Questi sono i termini della questione. Pertanto, pongo in votazione...

IGNAZIO LA RUSSA. Posso parlare?

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta che è stata avanzata...

IGNAZIO LA RUSSA. Da chi?

PRESIDENTE. ...di rinviare il testo in Commissione, fermo restando che non vi è un mandato vincolante di alcun tipo, né può esservi, in ordine al contenuto. Vi è solo, come dire, una questione politica da valutare tra maggioranza ed opposizione in ordine al testo, punto e basta. Su tale questione, darò la parola ad un oratore a favore e ad uno contro e poi delibereremo.

IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, non so esattamente a quale proposta di rinvio in Commissione si riferisca per la finalità politica alla quale lei, correttamente, ha fatto riferimento. Devo dire, personalmente, che le sue argomentazioni sul regolamento mi convincono abbastanza. Sono perfettamente conscio che, in termini di regolamento, la Commissione ha operato al limite della regolarità, ma probabilmente all'interno di tale limite.

ROSANNA MORONI. Ha esercitato i propri diritti sanciti dalla Costituzione!

IGNAZIO LA RUSSA. È un problema di opportunità politica, come ha correttamente affermato il Presidente; è un problema di sensibilità democratica; è un problema di fair


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play parlamentare che, lei me ne dà atto (anzi, con le sue parole lo ha già fatto), non è stato minimamente rispettato dalla maggioranza. Se il regolamento prevede proposte o argomenti, qualunque sia il termine usato, che possono essere avanzati dall'opposizione, credo che un minimo di sensibilità democratica dovrebbe indurre la maggioranza a far sì che tale proposta arrivi nel tempio della democrazia, qui in aula.

ROSANNA MORONI. Anche la Commissione è tempio di democrazia!

IGNAZIO LA RUSSA. Voi non lo avete consentito, questo è il dato (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).
Pur tuttavia, Presidente, siccome intervengo contro il rinvio in Commissione, che significherebbe mettere una pietra tombale su questa enorme scorrettezza politica, non regolamentare, della maggioranza, sono fermamente contrario, anche perché, Presidente, non ho ancora capito chi abbia avanzato questa richiesta.
Armaroli, stiamo parlando e credo che il Presidente debba ascoltare!
Nessuno mi sembra abbia avanzato la richiesta di un rinvio perché venga rivalutata in sede politica. La richiesta era conseguente ad un'interpretazione regolamentare che lei, Presidente, dal suo alto seggio, ha bocciato: quella secondo la quale la Commissione potesse, riunendosi di nuovo per esaminare il progetto di legge, ritornare al vecchio testo. Mi sembra che questo sia decaduto...

ANTONIO SODA. Secondo te io devo votare il «testo Fini»? Questo è senso democratico?

IGNAZIO LA RUSSA. A me, per molto meno, prima il Presidente mi ha richiamato. Non so cosa tu stia dicendo, perché non ti sento e non avverto il suono delle tue parole!

PRESIDENTE. Onorevole Soda, per piacere!

IGNAZIO LA RUSSA. Quindi, Presidente, non solo sono contrario perché credo che debba essere comunque discusso in aula, quanto meno l'argomento che noi abbiamo trattato e


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non vi è alcuna garanzia che, tornando in Commissione prima della fine della legislatura, torni in aula questo progetto di legge, a meno che lei non proponga di rinviarlo in Commissione perché se ne discuta nel corso del pomeriggio, in una riunione di un'ora o due ora, come ha proposto il collega Vito. Credo che sia questo il senso della richiesta del collega Vito: ed allora, ci va bene e sono solidale rispetto alla richiesta di Forza Italia; altrimenti, nessuno ha chiesto di ritornare in Commissione. Quindi, non solo sono contrario, ma la prego di rivedere la sua decisione di farci votare sul ritorno in Commissione del provvedimento, che non risulta sia stato richiesta da alcun gruppo parlamentare.

PAOLO ARMAROLI. Presidente, ho chiesto la parola!

PRESIDENTE. Onorevole Armaroli, può intervenire un deputato per gruppo.

PAOLO ARMAROLI. Ho chiesto tre volte la parola per richiamo al regolamento!

PRESIDENTE. Ma l'ha chiesta prima di lei il collega Gasparri. Mettetevi d'accordo nel gruppo, per cortesia.

PAOLO ARMAROLI. Ho chiesto di parlare per richiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Che richiamo vuole fare?

PAOLO ARMAROLI. Presidente, lei non può mettere in votazione una proposta nei tempi di Alleanza nazionale perché, se questo è un diritto...

PRESIDENTE. Su, onorevole Armaroli, per piacere, ci faccia lavorare (Si ride)!

PAOLO ARMAROLI. Guardi, Presidente, che questo è diritto parlamentare!

PRESIDENTE. Ma cosa c'entra, io devo votare...

PAOLO ARMAROLI. Se lei vuole considerare nella disponibilità...


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Scusi, Presidente, io ho molto rispetto...

PRESIDENTE. Anch'io mi sforzo di averlo, onorevole Armaroli!

PAOLO ARMAROLI. Si sforzi un po' di più!
Lei non può mettere a disposizione della maggioranza il diritto di usufruire dello spazio dell'opposizione in aula. Mi pare abbastanza evidente anche per una persona che pure insegna diritto penale.

PRESIDENTE. La questione è in questi termini, come è noto.
Il collega Vito ha accennato alla possibilità che la questione possa essere rimessa in Commissione. La stessa disponibilità vi è stata da parte del collega Guerra in questa direzione. Se noi esaminiamo il testo adesso in aula - lo dico al collega presidente La Russa e ad altri colleghi - evidentemente non c'è alcuna possibilità di introdurre modifiche.
Ora, fermo restando il comportamento perfettamente corretto della Commissione sotto ogni profilo, la cosa che mi sono chiesto è la seguente: se è possibile che all'interno della Commissione non sia costruibile un itinerario diverso in ordine al contenuto. Tutto ciò fermo restando che non vi è alcun diritto per nessuno di imporre il proprio testo e nessuno può precludere alla Commissione o a singoli deputati di presentare emendamenti (ci mancherebbe altro).
Questa è la questione la quale - ripeto - è stata posta incidentalmente dal collega Vito, se non ho capito male dal collega Fontan e dal collega Guerra.
La questione è in questi termini. Non si può dire: il provvedimento va inviato in Commissione per due o tre ore; a questo punto, non si tratterebbe di questo, ma di sospensione dell'esame dei lavori.
Se si chiede una sospensione, questa è un'altra questione, è perché la Commissione possa avere il tempo eventualmente di riesaminare il testo da questo punto di vista, questo si può anche fare in Comitato dei nove.

VASSILI CAMPATELLI. Chi l'ha chiesto?

PRESIDENTE. Evidentemente, anche all'interno dei gruppi vi sono diverse prese di posizione, permettetemi di dirlo!


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In questo quadro, vorrei sapere se c'è una richiesta formale da parte di qualcuno di rinvio in Commissione del testo.

CARLO GIOVANARDI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO GIOVANARDI. Presidente, voglio soltanto cercare di dare un contributo forse per chiarire e per risolvere i problemi.
Mi riallaccio a quanto hanno detto il collega Vito e il collega La Russa.
Qui vi erano due questioni sul tappeto. La prima (mi sembra che il Presidente l'abbia già risolta con il concorso dell'onorevole La Russa) concerne il fatto regolamentare che il provvedimento, che è nato come proposta di legge Fini, sia poi approdato in aula con modifiche apportate dalla Commissione e con un relatore diverso. Abbiamo appurato che il Presidente ritiene regolare, alla luce del regolamento, questo tipo di comportamento (poi, vi è il problema politico del fair play, che è un'altra cosa): e quindi, ogni ritorno in Commissione per rivedere questo punto sarebbe assolutamente inutile.


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Chiarito questo, vorrei aggiungere che noi abbiamo già esaminato in Commissione gli emendamenti e gli articoli sostitutivi delle quattro proposte. Devo dire che vi è anche un atteggiamento dialettico su questi emendamenti che, secondo la Commissione, sono maturi per essere discussi in aula. Quindi, a questo punto, almeno per quanto mi riguarda, mi sembra che nessuno faccia una richiesta formale di rinviare il provvedimento in Commissione per un lavoro politico. La richiesta poteva essere formulata qualora vi fossero stati i presupposti per ripresentare la proposta Fini così come era stata presentata originariamente. Se non esiste questo problema, se ho ben capito, nessuno chiede di riportare il provvedimento per un esame politico dello stesso (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Colleghi, a questo punto bisogna essere espliciti anche perché nei gruppi vi sono delle divisioni su questo punto.

IGNAZIO LA RUSSA. No, non ve ne sono.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa, si informi prima.
A questo punto, vorrei sapere se vi è una richiesta formale di rinvio del testo in Commissione.

ELIO VITO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Signor Presidente, intervengo anche perché sono stato chiamato in causa con riferimento al mio primo intervento che confermo così come ne confermo l'interpretazione che ne ha dato il collega La Russa. Signor Presidente, a mio giudizio su questo testo non siamo nel normale diritto della maggioranza di apportare modifiche alla legge Fini. Questo pone anche un problema non solo di correttezza politica, ma anche regolamentare. Il testo originario e il testo proposto dalla Commissione divergono completamente. Infatti, l'articolo 1 della proposta di legge è interamente innovativo ed è stato introdotto dalla Commissione.


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ROSANNA MORONI. E allora?

ELIO VITO. Conseguentemente, l'articolo 1 e l'articolo 2 della proposta di legge originaria di Fini sono stati completamente sostituiti.

ROSANNA MORONI. È un diritto della Commissione.

ELIO VITO. Gli articoli 3, 4 e 5 sono stati soppressi.

ROSANNA MORONI. Legittimamente.

ELIO VITO. Gli articoli 9 e 10 della proposta di legge sono stati soppressi.
Gli articoli da 13 a 21 sono stati soppressi. I restanti articoli 11 e 12 sono stati soppressi, tranne che per un comma. I vostri cenni di assenso, colleghi del centrosinistra, non potrebbero che confermare quanto dico.
Signor Presidente, noi ci troviamo di fronte ad un lavoro del genere. A mio giudizio, questi emendamenti alla proposta di legge tecnicamente non erano neanche emendamenti.
È chiaro, onorevole Guerra, che entriamo in un campo in cui non vi è chi misura la distanza degli emendamenti dal testo, però in questo caso non solo è stata compiuta un'operazione politicamente scorretta - lo posso dire - sull'originaria proposta di legge, ma anche - secondo me - non corretta da un punto di vista regolamentare. Infatti, il testo originario Fini è stato completamente accantonato, ma lo si è utilizzato unicamente per appoggiarvi delle norme che altrimenti non si sapeva dove appoggiare. Ci troviamo nel caso in cui l'articolo 1 è nuovo, gli articoli 2 e 3 vengono completamente sostituiti e il resto viene soppresso, tranne quattro commi.
Quello che io chiedo è il rinvio in Commissione, ma per fare in modo che quello che il collega Armaroli ha chiesto e che politicamente interessa all'opposizione (non importa se ci si divida oppure no all'interno dei gruppi) accada, cioè che la Commissione si esprima con un voto.

ANTONIO SODA. Lo abbiamo già fatto.

ROSANNA MORONI. Lo abbiamo già fatto ed è negativo.


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ELIO VITO. Noi contiamo su un voto della Commissione sulla proposta di legge Fini. Se questo voto sarà contrario, la Commissione verrà in Assemblea con una relazione contraria su quella proposta. Se invece la Commissione vuole proporre un'altra norma, lo faccia correttamente, presentando un'autonoma proposta di legge.
Signor Presidente, ritengo che per fare questa verifica in Commissione (naturalmente noi non disponiamo del calendario della Commissione e dell'Assemblea, ma vi sono le frequenti riunioni della Conferenza dei presidenti di gruppo, anche settimanali) non occorra molto tempo. Presento dunque una proposta di rinvio in Commissione affinché questa si pronunci su quello che gli era stato richiesto e su quello che la Commissione aveva il diritto di fare, anche dopo l'intervento del presidente, disabbinando le restanti proposte e adottando come testo base la proposta di legge Fini. Infatti, che senso ha adottare come testo base la proposta di legge Fini (per farla giungere in aula) per poi stravolgerla completamente, sopprimendo quattro quinti degli articoli e introducendo articoli innovativi al posto di quelli? Non mi pare che sia un buon testo base quello adottato dalla Commissione. Vi è anche questo aspetto. Ho rilevato questo solo per la correttezza dell'iter del procedimento legislativo. Avete adottato la proposta Fini come testo base? Bene, decisione saggia e corretta, ma allora pronunciatevi su quello.
Altrimenti, si faceva tutta un'altra operazione, non utilizzando i tempi e l'iniziativa dell'opposizione del gruppo di Alleanza nazionale. In questo senso, signor Presidente, confermo e rinnovo la proposta di rinvio in Commissione e mi auguro che tale proposta - lo affermo nel momento in cui lo chiedo - non sia un modo per eludere il tema e la proposta di legge Fini. Io, collega Armaroli, voglio che la maggioranza sia chiamata a pronunciarsi su questo: quello che non voglio è che la maggioranza utilizzi la vostra iniziativa, il vostro tempo, i vostri manifesti per approvarsi una legge con la quale farà campagna elettorale, grazie a noi e alla nostra iniziativa! Questo voglio evitare: un clamoroso autogoal, certo in buona fede come capita per molti autogoal, ma a carico dei nostri tempi e della nostra iniziativa politica!


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PRESIDENTE. Colleghi, sulla questione deve essere chiara una cosa, mi rivolgo all'onorevole Vito e a tutti gli altri: non è possibile dare un mandato alla Commissione che limiti il diritto dei deputati di presentare emendamenti. È chiaro (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, dei Popolari e democratici-l'Ulivo e Comunista)? Queste sono libertà che sono scritte nella Costituzione, onorevole Vito, per cui vanno garantite. Fermo questo, la questione è puramente politica: se l'Assemblea ritiene di dover rinviare il provvedimento in Commissione, senza mandato (perché non può esistere mandato o vincolo, sia chiaro), affinché la Commissione valuti politicamente lo stato delle cose, la Conferenza dei presidenti di gruppo potrà fissare nuovamente, a breve termine, la discussione. Questo si può fare, se l'Assemblea lo decide, ma, ripeto, senza mandato, perché tale possibilità non esiste.

ROSA JERVOLINO RUSSO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO GASPARRI. Presidente, mi vuole dare la parola?

PRESIDENTE. Onorevole Gasparri, lasci intervenire il presidente della I Commissione...

MAURIZIO GASPARRI. Presidente, avevo chiesto di parlare!

PRESIDENTE. Stia tranquillo, si accomodi, si calmi: non vi è bisogno di essere così irritato!

MAURIZIO GASPARRI. Sono calmo, anzi calmissimo!

PRESIDENTE. Rispetto agli standard sì, però...
Prego, onorevole Jervolino Russo.

ROSA JERVOLINO RUSSO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, credo che i colleghi di maggioranza ed anche di opposizione, nonché i resoconti parlamentari,


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possano dare atto di una cosa: che il presidente ha fatto tutto il possibile perché non si arrivasse in aula in una situazione conflittuale e perché, in presenza elementi di convergenza, essi emergessero. Mi sembra, però, che qui si stia gabellando per scorrettezza politica una cosa diversa, cioè un giudizio politico: sulla proposta di legge Fini, la Commissione dà un giudizio politico negativo. Ad un certo punto, se voi ce la rimandate, continueremo a discutere e a confrontarci ma il giudizio politico della Commissione è quello e quello rimarrà.
Mi sembra, poi, che l'onorevole Guerra abbia molto correttamente ed opportunamente richiamato una norma costituzionale, l'articolo 72, in base alla quale le leggi nascono da un procedimento complesso che vede una fase istruttoria in Commissione: tale fase istruttoria, signor Presidente, è stata correttamente esperita e, così come lei dice, non può che essere portata avanti senza alcun vincolo di mandato imperativo. Ci manca pure che i membri della Commissione siano obbligati a votare in un modo o in un altro modo! Questo mi sembra con assoluta chiarezza e correttezza.
Detto ciò, siccome gli emendamenti sono numerosi e su di essi, ripeto, possono nascere ancora altri punti di convergenza, che però partono sempre da presupposti culturali e filosofici diversi (e da un giudizio negativo, da parte nostra, sulla proposta di legge Fini), ribadisco la disponibilità a continuare un lavoro; però, non si può gabellare per scorrettezza politica, chiedo scusa, una sconfitta politica: la proposta di legge Fini è stata sconfitta sul piano parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi dei Popolari e democratici-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, dei Democratici-l'Ulivo, Comunista e Misto-Socialisti democratici italiani)!

PRESIDENTE. Onorevole Gasparri, lei aveva chiesto di parlare...

GUSTAVO SELVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUSTAVO SELVA. Signor Presidente, lei ha perfettamente ragione nel dire che si tratta non più di un fatto regolamentare, ma di un fatto politico, ed è questo che Alleanza


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nazionale, con la sua proposta, vuole risolvere, perché credo che tutti siamo d'accordo sul fatto che è necessario cambiare la legge Turco-Napolitano, al punto che la stessa maggioranza accetta di apportarvi dei cambiamenti.


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Non accetta, però, di fare quei cambiamenti che sono nella nostra proposta (Commenti del deputato Mussi)...libero, liberissimo di farlo, onorevole Mussi!

ROSANNA MORONI. Grazie!

GUSTAVO SELVA. A questo punto, è bene che il confronto avvenga in quest'aula (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale), in cui ognuno si assume la propria responsabilità. Ma se vi nascondete dietro la proposta Fini per alcune cose, dicendo che avete fatto i buoni...

ROSANNA MORONI. Non abbiamo fatto i buoni!

GUSTAVO SELVA. ...e che avete accettato qualcosa per far passare qualche altra cosa sulla quale noi non siamo assolutamente d'accordo, a questo gioco noi non ci prestiamo.
Ci dispiace, perché riteniamo che questo sia un tema sentito dall'opinione pubblica, dalla gente, la quale vuole che entrino nel nostro paese persone che intendono lavorare, studiare e collaborare. Ci vuole, quindi, una normativa ispirata fortemente alle direttive europee.
Mi ha fatto piacere sentire nei giorni scorsi che si è parlato anche di una polizia multinazionale europea e consiglierei ai nostri amici tedeschi ed austriaci di aiutarci sul fianco di Gorizia in modo che lì venga chiuso quel varco che oggi si è aperto per coloro che vengono ad alimentare la criminalità.
Il confronto deve avvenire in quest'aula. Se vi era la possibilità di incontrarci per un paio d'ore, forse avremmo accettato ancora questa soluzione; siccome però, questa possibilità non c'è, noi vogliamo che ogni gruppo politico, di maggioranza o di opposizione, si assuma la sua responsabilità. Per questo chiediamo di poter proseguire nella discussione.

PRESIDENTE. Colleghi, è stata avanzata la proposta di rinvio in Commissione della proposta di legge n. 5808, fermo restando che non vi è alcun mandato imperativo; ammesso che l'Assemblea approvi tale proposta, la Conferenza dei presidenti di gruppo procederà alla nuova calendarizzazione del provvedimento.


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Pongo pertanto in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio in Commissione.
(La Camera approva).

IGNAZIO LA RUSSA. Vergogna!

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