Da: Christopher Hein

Oggetto: CPT - bozza Briguglio di manuale e modalità collaborazione con associazioni

Cari amici,

Le bozze di Sergio mi sembrano una ottima base per il nostro lavoro.

Mi sembra che il catalogo dei diritti debba essere accompagnato da indicazioni più precise sulle modalità con le quali i diritti devono essere effettivamente garantiti. Senza qui entrare nei dettagli, prendo ad esempio "la tutela dell'unità familiare" - il manuale dovrà prescrivere il modo anche strutturale attraverso il quale la vita familiare all'interno del centro viene assicurato.

Mi pare che il punto 4 della bozza del manuale abbia un'importanza centrale e necessiti di un'ulteriore elaborazione: alla persona trattenuta dovrà essere garantito un colloquio, preferibilmente durante il primo giorno di permanenza nel centro, con un operatore esterno e qualificato che accerti una serie di circostanze individuali (dalla situazione legale previa al provvedimento di espulsione all'eventuale timore di ritornare nel suo paese, dai legami familiari all'eventuale necessità di recupero degli effetti personali, etc.). Il cittadino straniero deve essere informato, nel momento dell'ingresso al centro, di tale facoltà. I risultati del colloquio per il quale deve essere garantito, se necessario, la presenza di un interprete, devono essere comunicati, ove necessario e richiesto dalla persona, alla gestione del centro quando emergono elementi da considerare durante la permanenza nel centro (patologie fisiche o mentali; esigenze nutrizionali particolari, etc.), oppure alle autorità di polizia (elementi che potrebbero portare all'immediato rilascio dal centro come l'applicazione dell'Art.19 T.U., richiesta d'asilo, circostanze familiari o personali emerse durante il colloquio che potrebbero richiedere l'annullamento della misura cautelare, etc.). Un contatto tra l'operatore e il difensore e/o il giudice prima della convalida deve essere garantito e facilitato. Un secondo colloquio dovrebbe essere previsto prima della scadenza dei 20 giorni.

Non sono d'accordo con l'istituzione di un ennesimo albo delle associazioni. Sarebbe meglio stabilire più dettagliatamente i criteri per "l'eleggibilità" delle associazioni ammesse.

Infine, raccogliendo l'espressione di Frisullo sul "controllo da parte della società civile", vorrei proporre l'istituzione di un Osservatorio nazionale sui CPT, composto da associazioni che operano a livello nazionale. Tutte le associazioni e cooperative impegnate nella difesa dei diritti all'interno dei centri, nonché altri enti o associazioni, e anche persone singole (familiari degli stranieri trattenuti, avvocati, etc.) potranno rivolgersi all'Osservatorio con informazioni, critiche, proteste, etc.

L'Osservatorio presenta, come minimo una volta al mese, un rapporto al Sottosegretario competente del Ministero dell'Interno e ha il diritto di ricevere, entro un ragionevole periodo di tempo, una risposta sulle osservazioni fatte.