Il PUNTO

77) FLUSSI D’INGRESSO: IL DECRETO C’E’ MA SI RIMANE COL FIATO SOSPESO

A proposito della scarsa informazione sui programmati flussi d’ingresso per il 2000

roma (Migranti-press) - Proprio in questi giorni, il 28 febbraio, ricorre il 10° anniversario della Legge Martelli, pietra miliare, anche se ormai annerita dal tempo, nella storia dell’immigrazione in Italia; e risalgono a pochi mesi dopo i primi opuscoli in più lingue con cui il Governo stesso cercava di sminuzzare ai cittadini italiani e stranieri i contenuti più interessanti della legge e, agli effetti pratici, i più urgenti a conoscersi.

Fra qualche giorno, esattamente il 6 marzo, ricorre anche il secondo anniversario del varo della 40/98: non risulta che qualcosa di simile sia stato pubblicato per far conoscere questa nuova legge: c’è qualche circolare applicativa, c’è qualche poderoso commento e tanti articoli di riviste, tutte cose riservate agli esperti; ma da parte del Governo non si è visto ancora nulla di divulgativo. L’apprezzabile "Primo rapporto sull’integrazione degli immigrati in Italia", di oltre 400 pagine con numerosi annessi, redatto dalla Commissione per l’Integrazione, è troppo voluminoso per essere destinato al grande pubblico, mentre l’altrettanto apprezzabile volantino, curato dal Dipartimento per gli affari sociali, "Anno dei nuovi cittadini, 1999", è sì chiaro e sintetico, ma troppo poco dettagliato per fungere da guida pratica per l’utente. Qualcosa si è fatto da parte dell’associazionismo: per esempio, già nei primissimi mesi di vita della nuova legge, la Caritas Italiana, le Acli e la Migrantes di comune accordo hanno divulgato una raccolta di 37 schede sulle varie tematiche, dal titolo: "Guida alla lettura della legge 40/98"; ma il suo merito d’essere stato così tempestivo rende questo sussidio di scarsa utilità oggi. Il prossimo numero di Migranti- press sarà tutto riservato a un "Promemoria sulle novità normative più importanti" e non si esclude di procedere a una riedizione della precedente Guida, aggiornata in base al Regolamento di attuazione e ad altri adempimenti governativi, ma si vorrebbe che fosse la pubblica Amministrazione a prendere per prima l’iniziativa in materia di tanta rilevanza. Non è il caso di affrettarsi a far opera di supplenza, comunque non casca il mondo se si attende ancora qualche mese.

Non può invece attendere nemmeno qualche settimana l’emissione di un vademecum dettagliato ad uso di quanti sono interessati all’applicazione del recente decreto sulla programmazione dei flussi d’ingresso per il 2000: ad uso cioè, nei paesi di partenza, delle nostre rappresentanze diplomatiche e degli aspiranti all’immigrazione e, nel nostro Paese, degli stranieri, dei cittadini italiani, degli enti e associazioni disponibili a sponsorizzare, dei possibili datori di lavoro, delle banche da cui sarà emessa la fideiussione o polizza assicurativa richiesta per la sponsorizzazione, delle stesse questure che spesso non danno risposte perché attendono comunicazioni e chiarimenti ufficiali; e infine del grande pubblico, che è frastornato da notizie frammentarie o troppo pressappochiste se non studiosamente distorte.

Né si dica: ci muoveremo quando sarà tempo; il decreto è ancora alla Corte dei Conti per la registrazione, poi occorreranno giorni per la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale e poi… E poi sarà probabilmente troppo tardi. Inutile chiudere la stalla quando i buoi sono già usciti; fuori metafora, nel caso nostro, inutile aprire le frontiere, quando è ormai scaduto il tempo utile per varcarle legalmente; come sarà inutile chiuderle nella fase successiva, infatti chi sente troppo forte la spinta ad emigrare sarà tentato di scavalcarle o di eluderle ad ogni costo.

Naturalmente l’attenzione e urgenza maggiore si porta sulla parte del decreto che è veramente innovativa, quella degli ingressi "per inserimento nel mercato di lavoro" con prestazione di garanzia: la quota fissata di 15.000 per tali ingressi non è trascurabile e potrebbe di fatto lievitare, come già prevede il decreto all’art. 5, ed anche all’art. 3 c 1; pertanto va fatto ogni sforzo perché l’introduzione di questa novità abbia pieno successo e incoraggi la sua reiterazione per i prossimi anni. Un suo eventuale fallimento avrebbe nefaste conseguenze per la sua reintroduzione nei prossimi anni, col pericolo di tradursi in sfiducia, e per certuni in ulteriore beffa, sull’intero impianto della legge.

Perciò si dia al decreto e particolarmente al meccanismo della sponsorizzazione la massima pubblicità con strumenti accessibili all’uomo comune; si mobiliti il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio per qualche spot televisivo; venga data rapida informazione in Italia e fuori, ai datori di lavoro e alle banche, venga data fin da oggi senza aspettare l’entrata in vigore del decreto, perché i soli due mesi utili per questa operazione voleranno via d’un fiato e potrebbero di fatto ridursi a una manciata di giorni. Non si vuol essere uccelli di malaugurio ricordando che ai primi giorni di gennaio 1999, in un incontro delle associazioni con il Ministro dell’Interno e il suo staff, il Viminale esprimeva una certa sorpresa e preoccupazione per il fatto che dal Marocco, Tunisia e Albania erano arrivate soltanto poche decine di domande di ingressi per lavoro in base a quella quota supplementare di 6.000 che il decreto supplementare dei flussi del 16 ottobre 1998 riservava loro. E ci si chiedeva: si tratta di disinteresse, di disaffezione per gli ingressi regolari? oppure, più probabilmente, di scarsa informazione e di scarsa organizzazione?

Non si vorrebbe che la stessa cosa accadesse anche questa volta. Perciò un invito a chi di competenza: ci si muova a organizzare ed informare con la massima rapidità e capillarità; le parti sociali daranno prontamente una mano. Il treno è già in stazione con i motori accesi; la gente sta ancora per strada o addirittura in casa e non si sbriga a fare i bagagli. Col pericolo che la locomotiva dia l’ultimo fischio e si metta in moto… lasciando i passeggeri appiedati. Uniche a goderne sarebbero le cosche malavitose che vedono assicurati i loro affari sulle rotte della clandestinità.