Manuale comune per il trattamento della

persona trattenuta nei Centri

Art. 1

1. Il Ministero dell'interno cura che in ogni fase del trattenimento dello straniero nel Centro siano pienamente tutelati i suoi diritti, con particolare riguardo a

a) le comunicazioni all'autorita' consolare del Paese di appartenenza dello straniero e le relative deroghe all'obbligo di informazione, secondo quanto stabilito dall'articolo 4 del Regolamento, nonche' la segnalazione del trattenimento a familiari dello straniero o a conoscenti da lui indicati;

b) la possibilita' di impugnazione dei provvedimenti assunti a carico dello straniero e di accesso, a tal fine, all'assistenza da parte di un difensore di fiducia, con eventuale ammissione al gratuito patrocinio, o, in mancanza, di un difensore di ufficio, secondo quanto stabilito dall'articolo 13 del Testo Unico;

c) la tutela del diritto d'asilo e l'applicazione del disposto degli articoli 18, 19, 20, 30, comma 1, lettere c) e d), e 31, commi 1 e 4, del Testo Unico;

d) la tutela del minore e dell'unita' familiare, fatto salvo quanto disposto dal comma 2;

e) la tutela della salute psico-fisica;

f) le esigenze di riservatezza nei colloqui;

g) l'esigenza di esprimersi nella propria lingua o in lingua a lui nota;

h) l'esigenza di essere informato, all'atto del suo ingresso nel Centro, in lingua a lui comprensibile, sui motivi alla base del trattenimento e del successivo allontanamento dal territorio nazionale, nonche' sulle modalita' degli stessi, anche in relazione alle eventuali possibilita' di rimpatrio assistito e di reinserimento sociale e lavorativo nel Paese di origine.

i) la liberta' di culto, l'assistenza religiosa e le specifiche esigenze relative al culto stesso;

l) il rispetto delle diversita' di genere;

m) il rischio di pregiudizio derivante dall'identita' sessuale;

n) il recupero degli effetti e dei risparmi personali;

o) la liberta' di colloquio all'interno del Centro e con visitatori provenienti dall'esterno, nei limiti stabiliti dal comma 2, e la liberta' di corrispondenza anche telefonica, come stabilito dall'articolo 21, comma 1, del Regolamento.

2. Ai fini dell'attuazione delle disposizioni di cui al comma 1,

a) lo straniero e' informato della possibilita' di colloquio con gli organismi di cui al comma 1 dell'articolo 2;

b) allo straniero e' consegnata copia del regolamento del Centro in una lingua a lui comprensibile, ovvero, ove non sia possibile, in una lingua a sua scelta, tra inglese, spagnolo, francese e arabo;

c) gli organismi di cui al comma 1 dell'articolo 2 devono avere possibilita' di colloquio riservato con lo straniero prima della convalida della misura di trattenimento. Essi hanno inoltre la facolta' di sottoporre all'attenzione dell'Amministrazione e del gestore del Centro, nonche' al giudice competente per la convalida della misura di trattenimento, un proprio rapporto contenente i risultati del colloquio, l'indicazione di circostanze o esigenze familiari o personali emerse durante il colloquio stesso, nonche' ogni altra informazione ed elemento che possa risultare utile in fase di convalida e ai fini del rispetto dei diritti dello straniero trattenuto, inclusi gli elementi che riguardano il diritto di richiedere asilo o l’applicazione degli articoli 18, 19, 20, 30, comma 1, lettere c) e d), e 31, commi 1 e 4, del Testo Unico. Anche successivamente alla convalida, i medesimi organismi hanno facolta' di sottoporre al giudice competente ogni altra informazione ed elemento che ritengano utile al fine di chiedere la revisione della misura di trattenimento a carico dello straniero. Il delegato in Italia dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e i suoi rappresentanti autorizzati e muniti di appositi permessi rilasciati dal Ministero dell'interno hanno diritto di accedere al Centro in qualsiasi momento, fatte salve le esigenze di sicurezza e di regolare funzionamento del Centro stesso, e di intrattenersi a colloquio riservato con lo straniero trattenuto che desideri avvalersi di questa possibilita'.

d) fatto salvo quanto disposto dall’articolo 4, comma 4, del Regolamento, la comunicazione all'autorita' consolare competente e' effettuata di norma successivamente alla convalida della misura di trattenimento.

e) le donne di cui si dispone il trattenimento devono potersi avvalere dell'assistenza di personale del proprio sesso. Nell'organizzazione delle misure di sorveglianza l'Amministrazione cura, ove possibile, di provvedere alla stessa attraverso l'ausilio di personale femminile.

f) la permanenza di un minore nel Centro e' consentita solo a tutela dell'unita' familiare e comunque su esplicita richiesta di un genitore. Puo' essere altresi' consentita su decisione del competente Tribunale per i minorenni. In questi casi al minore deve comunque essere garantito un trattamento adeguato alle sue specifiche esigenze.

g) in ogni caso deve essere garantita, per il nucleo familiare per il quale sia adottata la misura di trattenimento, la permanenza all'interno dello stesso centro. I nuclei familiari presenti all'interno del Centro devono poter godere di spazi propri. Ove una sistemazione adeguata a tale esigenza non si renda possibile in tempi brevi, si provvede al trasferimento del nucleo in altro centro attrezzato.

h) il questore, all'atto dell'adozione della misura di trattenimento, chiede allo straniero chiede allo straniero quali familiari o conoscenti presenti in Italia debbano essere immediatamente avvertiti riguardo al trattenimento, e provvede d'ufficio a informare, anche telefonicamente, le persone indicate, segnalando con esattezza il luogo in cui ha sede il Centro e le possibilita' di visita allo straniero trattenuto. Il gestore del Centro, anche in collaborazione con gli organismi di cui al comma 1 dell'articolo 2, provvedono, ove possibile, alla segnalazione del trattenimento dello straniero a familiari o conoscenti diversi d quelli inizialmente indicati.

i) l'amministrazione cura di disporre che i servizi forniti dal gestore del Centro rispettino, compatibilmente con le esigenze della vita collettiva, le abitudini ed i precetti religiosi dei diversi stranieri con particolare riferimento alle modalita' delle funzioni religiose, alle modalita' di erogazione e alla tipologia dei pasti, nonche' agli altri aspetti relativi al culto.

l) al fine di assicurare la liberta' di corrispondenza telefonica, il Centro deve essere dotato di apparecchi telefonici pubblici, accessibili da parte degli ospiti, e in numero non inferiore a un apparecchio ogni venticinque stranieri trattenuti.

m) fermo restando quanto garantito dal comma 7 dell'articolo 21 del Regolamento, e nel rispetto dei principi contenuti al comma 1 del medesimo articolo, e' consentito, su richiesta dello straniero trattenuto o previa autorizzazione del Prefetto, l'accesso ai Centri, finalizzato alla visita degli stranieri trattenuti, ai cittadini italiani o di un paese dell'Unione europea e ai cittadini stranieri regolarmente soggiornanti. A tal fine sono individuati nel Centro spazi appositi e vengono resi noti gli orari, con validita' almeno mensile, di durata non inferiore alle due ore al giorno. L'autorizzazione del Prefetto e' concessa o negata con provvedimento scritto e motivato recante le modalità di impugnazione, entro quarantotto ore dalla ricezione della richiesta.

n) nei casi in cui sia necessario trattenere lo straniero in un centro diverso da quello piu' vicino alla provincia in cui la misura di trattenimento e' adottata, si tiene conto, nella scelta del centro, delle esigenze dello straniero in merito al diritto di ricevere visite di familiari o conoscenti.

o) il delegato in Italia dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, i suoi rappresentanti autorizzati e gli organismi di cui al comma 1 dell'articolo 2 hanno facolta' di visionare, in qualunque momento, il registro in cui sono annotati la data e l'ora di ingresso e di uscita degli stranieri trattenuti nel Centro.

 

Art. 2

1. Ai fini dell'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 1, il Prefetto stipula accordi di collaborazione con enti, associazioni di volontariato e cooperative di solidarietà, sulla base delle disposizioni di cui all'articolo 3. In particolare, sono forniti servizi di

a) interpretariato;

b) consulenza giuridica;

c) mediazione culturale;

d) assistenza psicologica;

e) assistenza sociale

f) animazione del tempo libero.

2. Quando la collaborazione con gli organismi di cui al comma 1 non risulti sufficiente a garantire un'efficace attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 1, le prestazioni necessarie a detta attuazione devono comunque essere garantite dal Prefetto, tramite il gestore del Centro o la collaborazione di operatori qualificati.

3. Le modalita' di effettuazione dei servizi sono stabilite, nei limiti del possibile, in modo da garantire una presenza quotidiana di operatori esterni nel Centro. In particolare, ai fini della tutela del diritto a ricevere assistenza giuridica, e' garantito l'accesso dello straniero trattenuto ai servizi di interpretariato e di consulenza giuridica prima che abbia luogo la convalida della misura di trattenimento e l'eventuale esame del ricorso avverso il provvedimento di espulsione.

 

Art. 3

1. Possono stipulare accordi di collaborazione con il Prefetto della provincia in cui si trova il Centro gli organismi di cui al comma 1 dell'articolo 2 che siano stati costituiti almeno due anni prima della data di stipula dell'accordo di collaborazione, e che presentino un progetto dettagliato per la realizzazione di uno o piu' servizi in attuazione, anche parziale, delle finalita' di cui all'articolo 1, o di altre forme di assistenza dei cittadini stranieri trattenuti nel Centro, ovvero un progetto per la formazione degli operatori addetti al funzionamento dei Centri.

2. Gli organismi di cui al comma 1 che vogliano stipulare un accordo di collaborazione presentano apposita richiesta al Prefetto, corredata dal progetto che intendono attuare e dalla lista delle persone che parteciperanno alla realizzazione del progetto stesso. Il Prefetto, entro trenta giorni accoglie o respinge, con atto scritto e motivato indicante le modalita' di impugnazione, la richiesta, ovvero chiede l'integrazione o la modifica del progetto.

3. L'accordo di collaborazione prevede modalita' di ingresso e di prestazione del servizio tali da risultare compatibili con la gestione del Centro, con l'espletamento degli altri servizi e con l'attuazione del principio stabilito dal comma 3 dell'articolo 2.

4. L'accordo di collaborazione prevede modalita' semplificate per l'autorizzazione di visite allo straniero trattenuto, secondo quanto disposto dalla lettera m) del comma 2 dell'articolo 1, sulla base di richieste avanzate al Prefetto tramite l'organismo con cui e' stipulato l'accordo, fermo restando il diritto del visitatore di richiedere l'autorizzazione direttamente al Prefetto.