I Commissione - Resoconto di giovedĪ 27 gennaio 2000


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COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Giovedì 27 gennaio 2000. - Presidenza del Presidente Luigi MASSA.

La seduta comincia alle 14.10.

DL 2/2000: Attuazione articolo 2 della legge costituzionale n. 2/99 in materia di giusto processo.
Esame C. 6669 Governo.

(Parere alla II Commissione).
(Rimessione alla Commissione plenaria).

Giacomo GARRA (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori, fa presente che alcuni deputati hanno manifestato l'intenzione di partecipare alla seduta del Comitato per l'esame del provvedimento in titolo, sebbene non siano componenti del Comitato. In secondo luogo, sottolinea come la Commissione giustizia non abbia ancora iniziato l'esame degli emendamenti riferiti al testo del decreto-legge. Si tratta, infine, di un provvedimento vertente su materia di tale importanza da indurlo a richiedere che la Commissione affari costituzionali ne rivendichi la riassegnazione alle Commissioni riunite affari costituzionali e giustizia. Per tali motivi, intende chiedere la rimessione del provvedimento alla Commissione plenaria.

Luigi MASSA, presidente, rivolgendosi al deputato Garra, ricorda che la partecipazione alle sedute del Comitato permanente per i pareri, senza ovviamente


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diritto di voto, è sempre consentita ai deputati non facenti parte di esso. Quanto, poi, alla questione relativa alla rivendica di competenza congiunta con la Commissione giustizia sul provvedimento in esame, fa presente che la deliberazione sull'eventuale conflitto di competenza può essere adottata esclusivamente dalla Commissione plenaria. Con riferimento, infine, all'urgenza con cui ha ritenuto di dover convocare il Comitato per l'espressione del parere sul provvedimento in esame, sottolinea come tale urgenza sia stata addebitabile alla circostanza che si tratta di un decreto-legge.

Marco BOATO (misto-verdi-U), relatore, dopo aver sottolineato che, mentre alla Commissione affari costituzionali compete l'esame dei progetti di legge costituzionale recanti modifiche alla Costituzione anche con riferimento alla disciplina della giurisdizione, appartiene alla Commissione giustizia la competenza in materia di ordinamento processual-penalistico, rileva come sia fatto obbligo alle Camere di esaminare entro termini prestabiliti i disegni di legge di conversione dei decreti-legge. La richiesta testè formulata dal deputato Garra si tramuterebbe, ove accolta, nell'impossibilità per la I Commissione di esprimere il parere su un provvedimento strettamente connesso alla recente legge costituzionale n. 2 del 1999 e che, dunque, ne coinvolge direttamente le stesse competenze. Fa, inoltre, presente di aver predisposto una proposta di parere favorevole con due osservazioni volte ad invitare la Commissione di merito a modificare il provvedimento in senso maggiormente garantista, in coerenza con il disposto dell'articolo 2 della legge costituzionale n. 2 del 1999, che prevede che la legge regoli l'applicazione dei principi del giusto processo nei procedimenti penali già in corso. Invita, in conclusione, il deputato Garra a non insistere nella sua richiesta di rimessione del provvedimento alla Commissione plenaria, sottolineando che, in caso contrario, la Commissione giustizia non potrà utilmente acquisire il parere della Commissione affari costituzionali.

Giacomo GARRA (FI), pur non contestando la regolarità della convocazione del Comitato per l'esame del provvedimento in titolo, insiste nella sua richiesta di rimessione all'esame della Commissione plenaria.

Luigi MASSA, presidente, avverte, pertanto, che, a seguito della richiesta del deputato Garra, l'esame del provvedimento è rimesso alla Commissione plenaria.

La seduta termina alle 14.20.

ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 27 gennaio 2000. - Presidenza Presidente Rosa JERVOLINO RUSSO. - Interviene il Sottosegretario di Stato per l'interno Alberto Gaetano Maritati.

La seduta comincia alle 14.35.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la programmazione dei flussi d'ingresso dei lavoratori extracomunitari per l'anno 2000.
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Rosa JERVOLINO RUSSO, presidente, fa presente l'imminenza della scadenza del termine, fissato al 31 gennaio, per l'espressione del parere sullo schema di decreto in titolo.

Domenico MASELLI (DS-U), relatore, esprime preliminarmente viva soddisfazione per la tempestività con la quale il Governo ha predisposto lo schema di decreto di cui all'articolo 3 del testo unico del decreto legislativo n. 286 del 1998, che arriva oggi all'esame della Commissione dopo l'acquisizione dei pareri della Consulta per i problemi degli immigrati e delle loro famiglie e quello della Conferenza unificata Stato-autonomie locali.


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Il contenuto del documento appare pienamente conforme alle disposizioni del decreto legislativo n. 286 del 1998. In particolare, sottolinea il carattere innovativo dell'articolo 4, con il quale si provvede ad attuare per la prima volta l'articolo 23 del testo unico del 1998.
Tale norma prevede, infatti, che una quota degli ingressi autorizzati, pari a 15.000 unità, sia riservata a cittadini extracomuniatri per i quali sia prestata garanzia - la cosiddetta «sponsorizzazione» - da parte di soggetti privati o enti autorizzati.
Nell'ambito della quota prevista dall'articolo 3, che riguarda i cittadini provenienti da alcuni paesi definiti a forte pressione migratoria, sarebbe auspicabile la conclusione di specifici accordi di cooperazione migratoria, oltre che con i paesi indicati nella relazione di accompagnamento, anche con il Senegal e le Filippine in ragione della particolare densità dei flussi migratori provenienti da tali Stati.
Sottolinea, infine, come la disciplina in esame operi su un piano giuridico diverso da quello interessato da norme di regolarizzazione degli immigrati che attualmente non siano titolari del permesso di soggiorno richiesto per la legittima permanenza sul territorio.
Alla luce di tali considerazioni, propone di esprimere parere favorevole sullo schema di decreto in esame.

Gian Paolo LANDI (AN) fa presente che, in ragione della particolare delicatezza della materia in questione, sulla quale sono state presentate, peraltro, una serie di proposte di legge, sarebbe opportuno richiedere al Presidente della Camera una proroga del termine previsto per l'espressione del parere.

Rosa JERVOLINO RUSSO, presidente, ritiene che non vi siano le condizioni per dar corso alla richiesta del collega Landi, dal momento che un differimento del termine, in ragione della programmazione dei lavori della Commissione in questa fase, rischierebbe di far slittare oltremodo l'espressione del parere stesso; ricorda peraltro come in passato più volte la Commissione abbia invitato il Governo a predisporre il documento in esame in tempi idonei a consentire la sua entrata in vigore in coincidenza con l'inizio dell'anno.

Giacomo GARRA (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori, esprime forti perplessità sul nesso che, nel parere reso dalla Commissione affari costituzionali del Senato, sembra individuarsi tra la necessità di combattere lo sfruttamento e la speculazione a danno degli immigrati e la disciplina del diritto d'asilo. Quest'ultima normativa infatti è finalizzata ad obiettivi certamente diversi dalla repressione dello sfruttamento degli immigrati, obiettivo per il quale possono essere utilizzate le norme penali.
Fa presente poi che la predisposizione del documento è avvenuta in un periodo di tempo nel quale l'incarico di Ministro dell'interno era ricoperto dall'attuale presidente della Commissione e sarebbe pertanto preferibile che la seduta odierna fosse presieduta da uno dei vicepresidenti.

Rosa JERVOLINO RUSSO, presidente, nel far presente che accederebbe volentieri alla richiesta del collega Garra, qualora fosse presente uno dei vicepresidenti, dichiara, tuttavia, che si asterrà dal pronunciarsi sul documento in esame.

Maria Celeste NARDINI (misto-RC-PRO), associandosi alle osservazioni del relatore, ritiene necessario che il Governo fornisca chiarimenti in ordine ai criteri sulla base dei quali si è pervenuti alla determinazione della quota prevista dallo schema di decreto; occorre specificare se essa cioè costituisca effettivamente la quota di lavoratori sia autonomi che subordinati che il sistema economico è in grado di assorbire o se tale quota non possa essere anche maggiore.
Appare, inoltre, necessario specificare all'articolo 2 se la chiamata nominativa debba essere avanzata prima o dopo l'ingresso del lavoratore sul territorio italiano.


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Gian Paolo LANDI (AN) osserva, in primo luogo, che appare formalistica la distinzione, indicata dal relatore Maselli, tra il regime giuridico previsto in caso di sanatoria e la determinazione del numero di ingressi di cittadini extra-comunitari autorizzati di cui si occupa il provvedimento; il Governo separa le due questioni sulla base di un'asettica interpretazione delle norme del testo unico, ma la questione è sostanzialmente la medesima.
In tale senso sarebbe stato auspicabile che, preventivamente alla fissazione della quota degli immigrati ammessi, si fosse operata una valutazione sul numero di richieste di sanatoria avanzate da immigrati che possono essere accolte e fissare conseguentemente la quota, al fine di evitare la presenza di un numero di immigrati per i quali non sussistono né i requisiti di legge né le condizioni economiche.
I criteri utilizzati dal Governo nell'individuazione di questo limite appaiono poi alquanto generici e fondati su stime presuntive che non trovano riscontro oggettivo nella realtà economica del paese; tali dati poi non tengono conto delle diverse esigenze e del reale fabbisogno di manodopera che caratterizza i vari settori dell'economia nazionale.
Appare, inoltre, necessario che il Governo chiarisca se la dizione utilizzata all'articolo 1, e cioè che sono ammessi in Italia cittadini stranieri» entro una quota totale massima di 63.000», significhi che tale quota può essere ridotta in relazione al fabbisogno reale o se essa significhi che in tutti i casi sarà, comunque, autorizzato l'ingresso di 63 mila cittadini extra-comunitari, indipendentemente dalle reali esigenze.
Ritiene, infine, condivisibili le considerazioni svolte dal deputato Garra con riferimento all'improprio legame che nel parere della Commissione affari costituzionali del Senato sembra rinvenirsi tra la necessità di approvare la disciplina in materia di diritto d'asilo e l'esigenza di prevenire lo sfruttamento dei lavoratori immigrati.

Giacomo GARRA (FI), pur sottolineando come la sua parte politica sia, in linea di principio, favorevole ad un'idea di multietnicità e di multiculturalismo, evidenzia, nel merito del provvedimento in esame, l'opportunità di un ridimensionamento del numero degli ingressi, fissato in 63 mila unità, mentre non ha obiezioni da formulare in ordine al previsto ingresso di 15 mila unità ai sensi dell'articolo 35, comma 2, del regolamento di attuazione del testo unico sull'immigrazione. Al riguardo, richiamandosi all'esperienza degli Stati Uniti d'America, ritiene che la tolleranza non debba escludere la prudenza e, dunque, l'adozione di iniziative di profilassi igienico-sanitaria e di vigilanza al fine di evitare l'ingresso di cittadini extracomunitari dediti ad attività criminali. Giudica infine, auspicabile un contenimento del numero degli ingressi anche in considerazione del fatto che non si è registrato negli ultimi mesi alcun calo del tasso di disoccupazione in Italia.

Domenico MASELLI (DS-U), relatore, intervenendo in replica, sottolinea anzitutto di aver voluto far riferimento nella sua relazione all'esigenza di escludere ulteriori sanatorie. Rivolgendosi, quindi, al deputato Garra, osserva come non vi sia sempre un numero sufficiente di persone disponibili ad essere impiegate in alcuni tipi di lavori, quali le attività di assistenza ai malati terminali o lungodegenti. Sottolinea, in conclusione, che nella fase di predisposizione del provvedimento in esame sono stati consultati numerosi enti, in misura ben maggiore rispetto a quanto accaduto in passato, e sono state tenute presenti le esigenze del mercato.

Il sottosegretario Alberto Gaetano MARITATI, dopo aver sottolineato la complessità e la delicatezza delle tematiche relative all'immigrazione, fa presente che il Governo, nella fase di predisposizione del provvedimento in esame, ha consultato, attraverso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, una serie di enti periferici che hanno fornito dei dati in base ai quali risulta che il personale


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straniero entrato in Italia ha trovato regolare occupazione. Rivolgendosi, quindi, al deputato Landi, osserva che l'eventuale decisione di regolarizzare anzitutto i cittadini extracomunitari irregolari già presenti in Italia comporterebbe come conseguenza il mancato rispetto della legge. Dopo aver, quindi, ricordato che nel corso del 1999 i provvedimenti di espulsione hanno riguardato 67 mila cittadini extracomunitari, tiene a precisare che le 63 mila persone il cui ingresso è previsto dal provvedimento in esame dovranno comunque possedere i requisiti previsti dalla legge. Rivolge, quindi, ai gruppi di opposizione l'invito a considerare attentamente l'importanza politica dello schema di decreto in esame, evidenziandone la finalità di contrasto dell'immigrazione clandestina. Del resto, le stesse associazioni dei datori di lavoro - consultate nella fase di predisposizione del provvedimento - avevano chiesto un innalzamento del numero degli ingressi programmati, a dimostrazione della forte domanda di manodopera soprattutto da parte delle imprese del nord Italia. Soffermandosi, infine, sulla questione delle quote riservate per i paesi sottoscrittori in materia migratoria con l'Italia, sottolinea come il Governo si sia impegnato anche nei confronti di paesi, quale la Cina, con i quali non sono ancora stati sottoscritti accordi, circostanza, questa, che non esclude, ad ogni modo, la possibilità dell'ingresso in Italia dei rispettivi cittadini. Con riferimento, infine, alla questione delle garanzie, tiene a precisare che i cittadini extracomunitari che faranno ingresso in Italia dovranno presentare la necessaria documentazione attestante il possesso dei requisiti minimi.

Domenico MASELLI (DS-U), relatore, illustra, conclusivamente, la sua proposta di parere (vedi allegato).

Giacomo GARRA (FI) chiede la votazione per parti separate della proposta di parere proposta dal relatore, nel senso di porre dapprima in votazione la prima premessa, e successivamente, la seconda premessa ed il dispositivo.

Rosa JERVOLINO RUSSO, presidente, dichiara la sua astensione avendo ella partecipato in qualità di Ministro alla predisposizione dello schema di decreto in esame.

La Commissione approva la prima parte della proposta di parere del relatore; approva, quindi, la seconda parte della proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 15.30.

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE AUTORITÀ AMMINISTRATIVE INDIPENDENTI

Giovedì 27 gennaio 2000. - Presidenza del Presidente Rosa JERVOLINO RUSSO.

La seduta comincia alle 15.30.

Sull'ordine dei lavori.

Rosa JERVOLINO RUSSO, presidente, propone di chiedere un'ulteriore proroga al Presidente della Camera del termine per la conclusione dell'indagine conoscitiva, attualmente fissato al 31 gennaio 2000, al fine di consentire alla Commissione di procedere agli ulteriori approfondimenti in merito alla elaborazione del documento conclusivo.

Valter BIELLI (DS-U), nell'associarsi alle considerazioni del presidente, sottolinea l'opportunità che l'esame del documento conclusivo coinvolga l'intera Commissione ed evidenzia l'opportunità di procedere, nel frattempo, allo svolgimento di ulteriori audizioni. Ritiene, pertanto, utile chiedere una proroga del termine per la conclusione dell'indagine conoscitiva almeno fino alla fine del mese di febbraio.

Rosa JERVOLINO RUSSO, presidente, avverte che in Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si concorderà una nuova data ai fini della


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richiesta di proroga del termine per la conclusione dell'indagine conoscitiva.

La seduta termina alle 15.35.

N.B.: Il resoconto stenografico dell'audizione è pubblicato in un fascicolo a parte.

UFFICIO DI PRESIDENZA, INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'Ufficio di Presidenza si è riunito dalle 16.20 alle 16.35.

COMITATO DEI NOVE

Parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali.
C. 6483-2323-3485-3659-5562-5662-6244-6353-6354-6396-6533-A.

Il Comitato si è riunito dalle 16.35 alle 17.30 e dalle 18.15 alle 20.30.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari di lunedì 24 gennaio 2000, a pagina 97, prima colonna, emendamento 2.27, la parola: «Follini» deve intendersi sostituita dalla seguente: «Nardini».