Cara Nazzarena,

ho letto e meditato il tuo articolo sul Manifesto di venerdi' scorso. Non resisto alla tentazione di infliggerti qualche dettaglio riguardo al mio punto di vista sulla questione.

Nel tuo articolo torni sul tema delle ragioni profonde da riconoscere alla base di una apertura (o maggiore apertura) delle frontiere, e inviti un certo mondo - della sinistra e delle associazioni - a identificare con l'esigenza di liberta' ed equita' quelle ragioni, che alcuni si ostinano a identificare con la convenienza economica. Vorrei mostrarti con un modellino semplificato - me lo perdonerai! - che si tratta di due categorie di ragioni complementari, piuttosto che antagoniste.

Immagina che il mondo sia costituito da due soli individui - li chiamero' Salvatore e Peppino - e che le risorse complessivamente a disposizione dei due ammontino - diciamo - a dieci milioni. Si tratta di risorse "potenzialmente" a disposizione dei due, ma scelte poco accorte potrebbero provocarne lo spreco totale o parziale. Usero' un grafico per rappresentare la situazione di Salvatore e Peppino:

L'asse S corrisponde alle risorse a disposizione di Salvatore, l'asse P a quelle a disposizione di Peppino. Lo situazione del mondo sara' rappresentata da un punto in questo piano. Quanto piu' il punto e' spostato verso destra (rispettivamente, verso l'alto), tanto piu' Salvatore (rispettivamente, Peppino) se la passa bene (dispone cioe' di molte risorse).

Il fatto che le risorse complessivamente a disposizione sono fissate (dieci milioni) fa si' che il punto rappresentativo dello stato del mondo non possa cadere all'esterno del triangolo FOG, per il motivo che segue. Il punto F, sull'asse P, corrisponde a una situazione in cui Peppino dispone di tutti e dieci milioni (e Salvatore si attacca...); il punto G, sull'asse S, corrisponde alla situazione in cui e' Peppino ad attaccarsi (e Salvatore a spassarsela). Gli altri punti del segmento FG corrispondono a distribuzioni meno squilibrate delle risorse; il punto medio, E, in particolare, corrisponde a una distribuzione equa. Tutti i punti del segmento FG, pero', corrispondono a un pieno utilizzo delle risorse complessive. I punti che si trovano in alto e a destra del segmento non sono raggiungibili: servirebbero risorse superiori a dieci milioni. Si puo' invece restare a sinistra e in basso rispetto al segmento se Peppino e Salvatore lasciano parte delle risorse inutilizzate (ad esempio, sepolte sotto la sabbia). Una generica (realistica) situazione corrispondera' a un punto interno al triangolo, nel quale, cioe', un parte delle risorse va sprecata.

Se non hai ancora cestinato il messaggio, i motivi possono essere due:

a) stai cercando sul menu' qual e' il comando per cestinare i messaggi;

b) ti stai appassionando alle sorti di Peppino e Salvatore.

In questa seconda ipotesi, proseguo.

Supponiamo che lo stato attuale del mondo sia rappresentato dal punto A. Due sono le caratteristiche principali di questo stato. La prima e' che la distribuzione e' iniqua: Salvatore ha a disposizione piu' risorse di Peppino. Il punto A cade infatti a destra del segmento OE, che separa i punti in alto a sinistra, corrispondenti a un vantaggio di Peppino su Salvatore da quelli in basso a destra, corrispondenti al vantaggio di Salvatore su Peppino.

La seconda caratteristica e' che Salvatore e Peppino stanno sprecando risorse (sono lontani dal segmento FG).

L'obiettivo e' quello di portare il mondo allo stato di perfetta equita' e uso massimamente efficiente delle risorse (il punto E). Questo obiettivo puo' pero' essere perseguito attraverso strategie diverse. Ne considero, per semplicita', due:

a) la strategia prevalentemente "etica" richiede - e' solo una mia definizione - che venga prima di tutto sanata l'iniquita', poi l'inefficienza. I sostenitori di questa strategia cercano quindi di spostare lo stato del mondo da A a D, e poi da D a E.

b) la strategia prevalentemente "economica" ribalta l'ordine degli interventi: prima si curi l'inefficienza, raggiungendo il segmento FG; poi l'iniquita', muovendosi, lungo quel segmento, verso il punto E.

La strategia etica puo' apparire piu' nobile, a causa della scala di priorita' che la caratterizza. Ha pero' un difetto: il primo passo da effettuare (lo spostamento da A a D) puo' trovare facilmente il consenso di Peppino (che vedrebbe incrementare, con tale passo, le risorse a sua disposizione), non quello di Salvatore (che le vedrebbe diminuire). Se l'assunzione di decisioni fosse affidata a un pool di esperti esterni al sistema, Salvatore potrebbe riporre le proprie lamentele (comprensibili, ma non giustificabili) negli anfratti piu' reconditi del suo cuore, o altrove, a suo piacimento. Se pero' quelle decisioni devono essere assunte sulla base di un voto democratico - gli elettori essendo Peppino e Salvatore - e' facile che Peppino faccia a tempo a morire di vecchiaia prima che l'accordo sia stato raggiunto.

La strategia economica parte dall'osservazione che lo spostamento dal punto A a uno qualunque dei punti contenuti nel triangolo ABC migliora la condizione di ciascuno dei due protagonisti o, nell'ipotesi peggiore, di uno solo di loro, ma, in ogni caso, non peggiora quella di alcuno. Un movimento verso il segmento FG che mantenga il sistema all'interno di questo triangolo, infatti, sposta il punto verso l'alto (miglioramento della situazione di Peppino) e verso destra (miglioramento della situazione di Salvatore). A rigor di logica dovrebbe, quindi, trovare il consenso immediato di entrambe le parti (sempre che ciascuna delle parti sia, con sano egocentrismo, interessata solo a perseguire il proprio benessere, piuttosto che il malessere dell'altra).

Nota - se sei ancora davanti al computer - che, nell'esempio considerato nel grafico, tra gli spostamenti che, per questa via, portano dal punto A al segmento FG, ci sono spostamenti come AC che aumentano il livello di iniquita' nella distribuzione; altri, come AB, che lo ribaltano a favore di Peppino. C'e' pero', tra gli altri, lo spostamento AE che in un solo colpo salva equita' ed efficienza. Che, in mancanza del pool di esperti, i due elettori si accordino su questo spostamento ideale puo' essere pura utopia. Tuttavia, se Salvatore rifiutasse per partito preso ciascuno degli spostamenti "convenienti" (quelli che portano a un punto compreso tra B e C), nello stesso modo in cui rifiutava lo spostamento AD, sarebbe un perfetto idiota autolesionista. E uno qualsiasi di quegli spostamenti migliora la condizione del povero Peppino.

Questo modellino e' ovviamente molto rozzo, come ogni buon modellino deve essere, ma mi sembra possa aiutare a capire diverse cose della storia del '900 (m'allargo un po'...). Per esempio, mi sembra che spieghi il crollo del comunismo meglio di quanto non si riesca a fare tirando in ballo l'avvento di un Papa polacco. Il comunismo, nel modellino, corrisponde al tentativo lodevolissimo di portare il sistema da A a D; non riuscendoci sulla base di scelte democratiche, ha avuto bisogno di coltivare dittature in cui le scelte sono effettuate non dai popoli ma da chi li dirige (il pool di esperti...).

Il capitalismo da' almeno la possibilita', in linea di principio, di spostare il sistema verso uno stato in cui tutti stanno meglio. Non e' detto che lo faccia: nel modellino, il sistema potrebbe essere mosso verso un punto compreso tra C e G - e in un punto del genere la condizione di Peppino peggiorerebbe ulteriormente -; come pure, potrebbe muovere verso un punto compreso tra F e B (magari molto spostato verso F), nel quale sarebbe Salvatore a vedersela brutta.

Quand'anche, poi, il capitalismo operi con razionalita' e moderazione - migliorando, cioe', il benessere di tutti -, non e' affatto detto che ristabilisca la giustizia (leggi, nel modellino: non e' affatto detto che si raggiunga il punto E). L'approccio etico, quindi, non e' affatto superato; e' solo ricondotto a un ruolo di controllo (che non si esca dal triangolo ABC) e di successivo aggiustamento (che ci si muova verso il punto E). Quello che l'etica non deve fare - a mio parere - e' di impedire, in nome dell'equita' (che da sola non significa giustizia), i cambiamenti che migliorano l'efficienza del sistema a vantaggio di TUTTI.

C'entra tutto questo sproloquio con il dibattito sul Manifesto? Credo di si': il senso delle affermazioni contenute nel mio era riassumibile in questi termini: per chiudere i centri di "permanenza temporanea" dobbiamo far aprire le frontiere; per far aprire le frontiere possiamo muoverci lungo percorsi di persuasione sul piano etico o sul piano economico. Se questi secondi esistono (e non e' ovvio: vanno cercati!), hanno il vantaggio dei tempi rapidi e del consenso ampio. Anche in mancanza - ahime' - di persone capaci di fare "scelte di vita incompatibili con il profitto, per tutelare i deboli". Anche in mancanza - grazie al cielo - di pool di esperti...

Ciao

sergio