UNHCR/ACNUR

ETIOPIA-ERITREA

11 giugno 2000

 

 

- L’Alto Commissario, signora Sadako Ogata, in visita in Sudan

- Alcuni rifugiati eritrei tornano a casa, mentre altri partono

- Raddoppiato il personale UNHCR in Eritrea

- Si intensifica il ponte aereo dell’UNHCR verso l’Eritrea

- Separate famiglie eritree di ritorno

- Ancora disastrosa la situazione all’interno dell’Eritrea

 

SUDAN

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, signora Sadako Ogata, sta visitando in queste ore oggi la provincia sudanese di Kassala, dove l’UNHCR è impegnato nell’assistenza di oltre 73mila rifugiati fuggiti a seguito della ripresa dei combattimenti tra Eritrea ed Etiopia. Durante il fine settimana, nell’incontro con le autorità sudanesi, la signora Ogata ha ringraziato il Sudan per l’accoglienza riservata ai rifugiati e ha dichiarato che l’UNHCR continuerà a sostenere tale generosità. "Sono particolarmente grata al Sudan per aver messo in atto la sua tradizionale ospitalità", ha detto l’Alto Commissario al suo arrivo a Karthoum, nella tarda giornata di sabato, alla prima tappa del suo viaggio in Africa che toccherà sei nazioni.

Nella giornata di ieri, la signora Ogata ha incontrato il Ministro degli esteri sudanese Mustafa Osman Ismail, il Ministro degli interni Ahmed Al Aas e il Commissario per i rifugiati Al Aghbash.

Sabato, il personale UNHCR ha riferito dell’arrivo a Kassala di circa 800 nuovi rifugiati eritrei. Alcuni di essi avevano fatto ritorno in Eritrea mercoledì e venerdì alla notizia, proveniente da fonti militari eritree, della liberazione delle città prese dall’esercito etiopico. Nel gruppo vi erano anche 500 soldati eritrei, disarmati al momento di attraversare la frontiera con il Sudan, nei pressi del campo di Gergaf.

L’UNHCR sta trasferendo i rifugiati che si trovano a Gergaf, vicino alla zona dell’Eritrea colpita dalla guerra, a Shagarab, a 70 chilometri all’interno del Sudan. Negli ultimi tre giorni, sono stati trasferiti 2.600 rifugiati da Gergaf, che originariamente ospitava circa 11mila persone.

 

ERITREA

Altri quattro operatori del team dell’UNHCR per le emergenze sono arrivati durante il fine settimana, raddoppiando la quantità di personale UNHCR. Con i nuovi operatori, sarà ora possibile coprire la zona di Gash-Barka, nella pianeggiante regione occidentale. E’ previsto per i prossimi giorni l’arrivo di altro personale.

Un team dell’UNHCR si sta oggi dirigendo a Tesseney per stabilire un ufficio e una presenza sul terreno nella regione di Gash-Barka. Il team rivolgerà la sua attenzione anche alle necessità più urgenti, identificate durante una prima missione, giovedì scorso, a Debat presso Keren, che secondo fonti eritree ospiterebbe circa 50mila sfollati, provenienti dalle aree di Tesseney, Barentu e Akurdet. La missione dell’UNHCR di giovedì ha registrato la mancanza di alloggi adeguati per molte persone, così come scarsità di acqua e di servizi igienici, oltre alla possibilità che l’intera area rimanga isolata con l’arrivo delle piogge.

Il ponte aereo dell’UNHCR, è iniziato venerdì con il trasporto di 25mila coperte da Copenhagen. Un secondo Airbus 300 è stato noleggiato dall’UNHCR e dovrebbe arrivare giovedì con un carico di taniche, coperte e pompe per l’acqua. La consegna di queste pompe permetterà di incrementare la fornitura di acqua in tutte le regioni nelle quali i combattimenti, oltre il problema dell’acqua, colpiscono la popolazione sfollata.

Venerdì 16 giugno, l’UNHCR invierà ad Asmara due aerei IL76, che trasporteranno veicoli pesanti, tra i quali autocisterne, camion a cassone ribaltabile, tende e altri aiuti provenienti dai depositi in Kosovo e in Albania. L’arrivo di un altro IL76 è in programma per sabato 17 giugno. Saranno complessivamente 12 i veicoli pesanti e 6 quelli leggeri trasportati con il ponte aereo sull’Eritrea per portare aiuti di emergenza nella zona di Gash-Barka.

La Commissione eritrea per gli aiuti umanitari e per i rifugiati (ERREC) sta distribuendo sapone acquistato localmente dall’UNHCR, mentre oggi è iniziata la distribuzione di set da cucina e assorbenti igienici - acquistati sul posto - per gli sfollati che fanno ritorno nella regione delle pianure occidentali.

Il personale UNHCR, che durante il fine settimana ha visitato la parte occidentale dell’Eritrea, ha riferito movimenti di rifugiati di ritorno dal Sudan, verso le regioni di Tesseney e Talattasher. In tutta la regione, gli sfollati si dirigono verso le proprie aree di origine, con qualsiasi mezzo, trattori, carretti trainati da asini e a piedi.

Alcune donne sole incontrate lungo le strade calde e polverose hanno detto di essere in cerca dei figli e degli altri membri della famiglia. Due donne originarie di Guluj, trovate da operatori dell’UNHCR nel letto prosciugato di un fiume presso Ghirmayka, stavano cercando cinque bambini che erano stati separati dai propri genitori.

In alcune aree, come quella di Ghirmayka, relativamente lontane dalle linee del fronte, la popolazione è raddoppiata a causa dell’afflusso degli sfollati. Altre comunità sono invece città fantasma, riferiscono gli operatori dell’UNHCR, poiché pochissime persone vi hanno fatto ritorno. A Tesseney, sono tornate poche migliaia di persone e la sua popolazione è ancora costituita da una piccola parte dei precedenti 39mila abitanti.

Nella città di Talattasher sta arrivando un costante flusso di persone di ritorno dal Sudan. Da un punto di osservazione, ogni cinque minuti si contano piccoli gruppi di persone che rientrano dal Sudan. Il governo eritreo è ben organizzato con camion e coloro che ritornano sono disposti ordinatamente in lunghe file in attesa di essere trasportati dai camion dalla zona di frontiera verso le aree di origine.

In alcune zone i mercati sono praticamente vuoti e molti negozi sono stati saccheggiati, così come è accaduto ad alcuni ospedali, scuole e altre strutture pubbliche e private della regione. La merce sta comunque cominciando a ricomparire davanti ad alcuni negozi. Non è stata segnalata la presenza di mine od ordigni esplosivi a Tesseney o Barentu, dove l’esercito eritreo ha svolto attività di sminamento, mentre sono state individuate aree minate più a sud, dove, come a Guluj, le linee del fronte sono ancora attive.

L’ufficio UNHCR di Tesseney è stato saccheggiato dell’equipaggiamento radio e un muro è stato fatto saltare in aria. Il centro di accoglienza dell’UNHCR a Tesseney è stato svuotato dei mobili, che sono stati lasciati ammassati davanti alla struttura, evidentemente i saccheggiatori non sono stati in grado di rimuovere le cataste di mobili prima che i combattimenti si intensificassero all’inizio della settimana trascorsa. Tesseney, comunque, è fornita di elettricità. In Barentu, l’edificio sede dell’ufficio UNHCR è rimasto intatto, sebbene l’importante albergo limitrofo sia stato distrutto. Barentu, al momento, è priva di corrente elettrica.

 

 

 

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