AZIONE COMUNE 2000
1. BACKGROUND
La guerra che ha sconvolto la Federazione Yugoslava durante la prima metà del 1999, provocando un fortissimo esodo di civili dal Kosovo, ha messo in luce, ancora una volta, la mancanza in Italia di qualsiasi realtà dellaccoglienza capace di far fronte a questa situazione d'emergenza. Per fornire una risposta immediata allesigenza alloggiativa dei profughi, ha preso avvio il 12 luglio 1999 il progetto "Azione comune" che nonostante la sua brevità (luglio dicembre 1999), oltre a fornire protezione sociale a parte dei profughi Kosovari arrivati in Italia, ha mostrato alcune qualità che, se sviluppate, possono gettare le basi di un sistema daccoglienza a livello nazionale oltre lemergenza.
2. AZIONE COMUNE 2000
Sulla base di questo ragionamento nasce, il 1 gennaio 2000, "Azione Comune 2000", finanziato, come il precedente, dalla Commissione Europea e cofinanziato dal Ministero dell'Interno che pur riproducendo il progetto del99, estende il target dei beneficiari ai richiedenti asilo, profughi e rifugiati indipendentemente dal paese di origine. Daltra parte "Azione Comune 2000" dispone di fondi molto più limitati rispetto a quelli messi a disposizione per lemergenza del 1999.
2.1 Attori coinvolti nel progetto. Il progetto riunisce in sé enti istituzionali, associazioni di ispirazione religiosa e laica, sindacati ed organizzazioni non governative che, a vario titolo e sulla base delle loro peculiari competenze, intervengono nellaccoglienza e nellofferta di servizi ed attività ulteriori (si veda punto 6 per una descrizione dettagliata dei partner)
2.2 Caratteristiche innovative.
2.3 Estensione territoriale. Azione Comune 2000 è presente in 10 regioni italiane con 26 centri, in altre tre regioni vengono erogati i contributi alloggio e i servizi trasversali si estendono sulla maggior parte del territorio nazionale.
2.4 Durata del progetto. gennaio ottobre 2000
2.5 Beneficiari:
AZIONE COMUNE 1999 AZIONE COMUNE 2000 (al 31.5.00)
Beneficiari previsti |
Beneficiari raggiunti |
Beneficiari previsti |
Beneficiari raggiunti |
|||
Assistenza alloggiativa |
900 |
1.456 * |
Assistenza alloggiativa |
500 |
652 *** |
|
Posti letto |
1.000 |
1.000 |
Attività trasversali |
7.000 |
3.611 **** |
|
Attività trasversali |
7.000 |
11.875 ** |
* 992 in centri collettivi - 272 tramite i contributi alloggio - 192 in strutture di prima assistenza (132 Arcidiocesi di Lecce, 60 CTM-Movimondo)
** 1.586 nei centri di accoglienza - 10.289 fuori dei centri di accoglienza
*** 557 in centri collettivi - 95 tramite contributi alloggio (dato fotografato al 31.5.00)
****il dato è parziale in quanto non è stato possibile fino ad oggi raccogliere i dati relativi allerogazione delle attività trasversali da parte di tutti i partner del progetto.
3. "AZIONE COMUNE 2000" IN CIFRE
Al momento della partenza del nuovo progetto Azione Comune 2000 i posti disponibili erano 1.000, avendo raggiunto in Azione Comune 1999 lobiettivo di creare 1.000 nuovi posti letto. Di conseguenza i beneficiari assistiti (complessivamente nei centri e attraverso contributi alloggio) in gennaio erano oltre 960, superando di gran lunga il target che il bilancio del progetto permetteva, evidenziando subito la necessità di reperire fondi addizionali.
Posti disponibili al 31.5.00 |
Totale persone ospitate al 31.5.00 |
Rimpatri dal 1.1.00 al 31.5.00 |
Inserimenti territoriali verificati dal 1.1.00 al 31.5.00 |
Abbandoni e inserimenti territoriali non verificati *dal 1.1.00 al 31.5.00 |
In lista dattesa presso la Banca Dati Posti al 31.5.00 |
567 |
557 |
41 |
73 |
117 |
135 |
Contributi alloggio dal 1.1.00 al 30.5.00
Totale persone assistite |
Tempi medi di assistenza |
268 |
2 3 mesi ** |
Status legale dei beneficiari in assistenza alloggiativa dal 1.1. al 31.5. 2000
Status legale |
Beneficiari |
Protezione temporanea |
325 |
Richiesta dasilo |
200 |
Rifugiati |
45 |
Minori non accompagnati |
50 |
Altro (ricongiungimenti familiari con rifugiati, profughi con un permesso di soggiorno per cure mediche, etc) |
348 |
Totale |
968 |
* In tale "categoria" rientrano coloro che sono volontariamente usciti dallassistenza per recarsi in altri paesi europei, i Rom che si sono diretti verso i campi nomadi dove già avevano parenti, nonché tutti coloro che hanno lasciato i centri e dei quali se ne è persa ogni traccia. Sono conteggiati in questa "categoria" anche i ricongiungimenti familiari, i trasferimenti , il conseguimento della maggiore età per gli ospiti del CTM, il raggiungimento dei termini massimi previsti dal progetto per laccoglienza (tali ospiti sono stati fatti uscire semplicemente dal progetto ma non dallassistenza da parte delle organizzazioni che li avevano in carico).
**Questo periodo si è rivelato spesso sufficiente per dare la possibilità allindividuo o alla famiglia di proseguire un cammino dintegrazione autonomo, fermo restando che anche dopo la sospensione dei contributi finanziari le persone continuano ad essere seguite dal punto di vista sociale e legale laddove ve ne sia bisogno.
4. ATTIVITÀ TRASVERSALI
Nellintento di fornire unaccoglienza di "alta qualità" in grado di determinare e potenziare le capacità dei singoli beneficiari sono state offerte loro delle attività trasversali che vengono svolte sia allinterno dei centri di "Azione Comune 2000" che fuori da questi, a beneficio di coloro che non possono o non vogliono esservi accolti.
Le attività considerate trasversali sono: orientamento sociale e legale, iscrizione al servizio sanitario nazionale, sostegno medico e psicologico,
corsi di lingua e di formazione al lavoro, inserimento scolastico, avviamento al lavoro, attività socio-culturali per bambini ed adulti. Mediazione sociale e linguistico culturale, consulenze ad operatori istituzionali nel territorio (Comuni, Asl, uffici di collocamento, etc )4.1 Categorie vulnerabili. In alcuni casi le attività trasversali hanno assunto caratteristiche peculiari dovute alla particolarità dellaccoglienza.
5. EMERGENZE
Il progetto "Azione Comune" (sia nel 1999 che nel 2000) in molte occasione ha dovuto affrontare situazioni di emergenze territoriali riempendo i vuoti che di volta in volta si sono palesati. Alcuni esempi:
6. PARTNER DEL PROGETTO "AZIONE COMUNE 2000"
Per maggiori dettagli sui partner operativi delle singole organizzazioni si veda allegato n.II.
6.1 Partner esterno
L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e' coinvolto dall'esterno, con un ruolo di monitoraggio e di valutazione delle attività realizzate nell'ambito del progetto.
7. ORGANIZZAZIONE DEL PROGETTO
Il potere decisionale nellambito del progetto appartiene ad un organo collegiale, il Coordinamento, nel quale siede almeno un rappresentante di tutti i partner. Tale organo mantiene un costante controllo su tutte le attività poste in essere dal progetto attraverso riunioni mensili, che generalmente hanno luogo in Roma. Il coordinamento può contare sulla partecipazione dellAlto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e della Divisione Generale Servizi Civili del Ministero dellInterno. A partire dallinizio del progetto 2000, per evitare possibili problemi nel coordinamento di tante e tali realtà, è stato creato anche un Coordinamento ristretto, formato da Cir, Ics e Cds, con la partecipazione dellAcnur, con funzione propulsiva e di indirizzo di fronte al Coordinamento. Questorgano grazie proprio alle dimensioni ristrette ha potuto presentare proposte sullattuazione del progetto decise poi allinterno dellorgano collegiale.
Il Cir fin dal 1999 ha istituito una Segreteria del coordinamento al fine di mantenere uno stretto coordinamento e rafforzare la dimensione di rete tra i partner del progetto. La Segreteria mantiene i contatti con i finanziatori del progetto; redige relazioni quindicinali sullo svolgimento delle attività, è la principale referente per le questioni amministrative; verifica gli standard di accoglienza attraverso visite ai centri di accoglienza.
7.1 Servizi del progetto
8. GESTIONE FINANZIARIA 1999 2000
Finanziamenti dellUnione Europea: EUR 3.345.809 EUR 1.706.034,21
Finanziamento del Ministero dellInterno: EUR 1.342.000 EUR 784.865,35*
La trasparenza della gestione di tali finanziamenti è garantita, e può essere in ogni momento verificata, attraverso rapporti (Bimestrali, Intermedi e Finali) inviati alle summenzionate Istituzioni.
*questa cifra include un aumento di circa 155.000 Euro sul finanziamento originariamente previsto deciso sulla base delle effettive necessità alloggiative dei beneficiari
.9. VALUTAZIONE DEL PROGETTO
Per il progetto del 1999 è stato creato un gruppo di esperti al fine di valutare le attività ed i risultati raggiunti dal progetto stesso. Tale gruppo era formato da istituzioni (Ministero dellInterno, Ministero della Solidarietà Sociale, Comune di Roma) associazioni private (Associazione Nazionale Comuni dItalia), organizzazioni internazionali (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) e organizzazioni non governative (Caritas di Roma). La formazione di un gruppo di valutazione con uguale struttura è previsto anche per il progetto 2000.
9.1 Valutazione Acnur. "Il progetto Azione Comune è apparso come primo tentativo strutturato e coordinato di porre in essere un modello di accoglienza per far fronte ad arrivi massicci di profughi e sfollati, in genere fronteggiati in modo emergenziale ( )"; "In relazione al modello di accoglienza proposto, lACNUR esprime dunque un giudizio estremamente positivo in quanto ritiene che una distribuzione per piccoli gruppi della popolazione rifugiata sul territorio italiano sia il modello più consono per creare un ambiente solidale e per ridurre i problemi logistici dellassistenza"; "( ) è importante rilevare che nellambito del nuovo progetto di accoglienza "Azione Comune 2000", gli attuali partner stanno svolgendo un intenso lavoro volto ad affrontare e a risolvere alcune delle difficoltà riscontrate nellesperienza precedente"
10. LA DIMENSIONE DI RETE
I partner di Azione Comune hanno lavorato in collaborazione con una molteplicità di realtà locali per la gestione dei piccoli centri disseminati sul territorio. Molte altre organizzazioni (gruppi spontanei, associazioni, privati) nonché enti ed istituzioni locali quali Comuni, ASL, scuole, uffici di collocamento ma anche Prefetture e Questure sono state coinvolte nel progetto promuovendo la creazione o il rafforzamento di reti locali indispensabili per la qualità dellaccoglienza. Indubbiamente il progetto ha realizzato un passo fondamentale verso la creazione di una piattaforma di Organizzazioni non governative e governative italiane nel campo dellasilo, attuando una stretta cooperazione tra partner profondamente diversi ma operanti nello stesso settore.
10.1 Valutazioni esterne sulla dimensione di rete creata dal progetto "Azione Comune":
Caritas diocesana di Roma: " In un panorama così frammentato ed eterogeneo il progetto Azione Comune si segnala per il lodevole tentativo di collegare dieci regioni italiane attraverso le sinergie di dodici associazioni del privato sociale, distribuite sul territorio" e ancora, " Il progetto Azione Comune ha gettato le basi di un lavoro in rete a livello regionale, di cui il paese avverte molto la mancanza e su cui sarà opportuno continuare a lavorare".
Ministero dellInterno: in relazione al rapporto con le Prefetture "si è riscontrata una pronta e rapida collaborazione che si è venuta consolidando mano a mano che maturava la consapevolezza della comune finalità dellazione a tutela dello straniero in assistenza".
11. LA SITUAZIONE A LIVELLO NAZIONALE IN CIFRE
NUOVI INGRESSI
DECISIONI PRESE DALLA COMMISSIONE CENTRALE
Status legale |
1999 |
1998 |
decisioni |
1999 |
1998 |
|
richieste d'asilo |
34.300 |
13.000 |
domande accettate |
809 |
1.045 |
|
riammissione dublino |
3.000 |
1.980 |
domande respinte |
7.522 |
3.024 |
|
protezione temporanea (gennaio-ottobre) |
17.918 |
- |
||||
Totale |
55.218 |
14.980 |
12. DIFFICOLTA INCONTRATE
12.1 Difficoltà oggettive. Le maggiori difficoltà riscontrate nellattuazione del progetto derivano dai seguenti dati di fatto:
I sub-obiettivi del progetto quali un rapido ricambio nei centri di Azione Comune dei beneficiari dellassistenza attraverso un altrettanto rapida attuazione dei singoli progetti di vita, che fossero di inserimento territoriale o di rimpatrio, sono risultati di difficile raggiungimento a causa delle su esposte difficoltà oggettive sia di carattere normativo che pratico. Non è stato facile coordinare i metodi di lavoro e i sistemi di intervento in una realtà in continuo mutamento.
12.2 Difficoltà interne al progetto.
Trattandosi di una sperimentazione nella collaborazione sul campo di organismi diversi con distinti background, diverse modalità dintervento ed eterogeneità di formazione degli operatori, nella fase iniziale di attuazione del progetto si sono incontrate difficoltà a trovare parametri comuni e a superare collettivamente problemi legati allincertezza e ristrettezza del bilancio. Strada facendo attraverso i meccanismi di coordinamento creati allinterno del progetto, sono stati stabiliti criteri e standard comuni con una valenza generale anche oltre la durata del progetto per unimpostazione più ampia di un sistema daccoglienza di qualità in Italia.