Caro Sergio,
ecco alcune riflessioni sparse stimolate da "Italia-Germania 3-3".
Intanto, condivido gli obiettivi centrali della tua piattaforma politica: cioè, se ho capito bene:
Io aggiungerei un terzo obiettivo:
Detto questo sugli obiettivi, vengo brevemente agli strumenti.
Non capisco molte delle cose che scrive Pugliese: per esempio, dove sostiene "non mi è neanche balenato il sospetto che la tua proposta intendesse barattare più bassi salari con maggiori ingressi"; ma non è proprio così, laddove ipotizzi un "salario dingresso" per immigrati e non?
Sono invece daccordo con lui, quando sostiene che le tre vie (quella tradizionale, quella dellASGI, detta "torinese", e quella "salernitana") non si escludono a vicenda.
In particolare, rigettando idealmente per sempre la prima via, rifletterei sullutilità di combinare la seconda e la terza. Mi sembra ragionevole, infatti, avere da un lato canali di ingresso più ampi e meno rigidi (ma non troppo ampi, né troppo "facili", in considerazione dellobiettivo C) e, dallaltro lato, una valvola di riassorbimento per coloro che continueranno a filtrare irregolarmente e clandestinamente.
Tu obietti alla via torinese che vìola la riserva di legge dellarticolo 10 Cost..
A me sembra un argomento fallace. La riserva di legge è infatti stabilità per ragioni di tutela, e cioè per impedire trattamenti discrezionali sfavorevoli e discriminatori. Non preclude, invece, lesercizio di una discrezionalità amministrativa che operi a vantaggio dello straniero. E un po come in campo penale: la riserva costituzionale di legge in materia incriminatoria non rende illegittimo listituto della grazia.
Sulla dottrina della Scuola salernitana, infine.
Questa mi appare come uno straordinario motore per leconomia sommersa: uno entra per 3 mesi + 3 + 3; indi cerca e trova lavoro in nero; dopodiché si ferma tranquillamente in condizione irregolare; e che gli importa se la polizia ha le sue impronte? Tanto, domani come oggi, non sarà mai possibile, finché dura la democrazia, detenere né deportare le decine di migliaia di turisti-lavoratori che tu pensi di importare allanno.
Tutto ciò, a meno che la strategia salernitana sia accompagnata da forti incentivi alla regolarizzazione del lavoro immigrato.
Tu fai lipotesi (se ho capito la parte finale del tuo documento) di un salario dingresso non discriminatorio, in quanto non destinato solo agli immigrati, ma rivolto a tutti i lavoratori con scarsa anzianità.
Tutto o gran parte del tuo complesso ragionamento si riduce, allora, a questo: possiamo (e vogliamo) convincere Cofferati che la Confindustria ha ragione quando - come fa da anni senza molto successo - chiede proprio il salario dingresso (insieme alle gabbie salariali, allabolizione dei due livelli di contrattazione, etc.)?
La domanda è troppo complicata per me, e quindi te la rivolgo.
Mi chiedo solo una cosa: in una fetta ampia del mercato del lavoro italiano, quella delle imprese sotto i 15 dipendenti, vige già (senza bisogno di referendum liberisti) la cosiddetta "flessibilità in uscita", cioè la sostanziale libertà di licenziamento. Se si creasse un salario di ingresso, si genererebbe un formidabile incentivo a licenziare dopo il periodo corrispondente (come di fatto accade, spesso, al termine del contratto di formazione).
Questo sarebbe un esito grave per gli italiani; ma sarebbe gravissimo per gli stranieri, perché si formerebbe un circuito creatore di "irregolarità di ritorno" su larga scala, cioè proprio quello che volevamo evitare. O no?
In realtà, è tutto una scusa per vederci una sera e farci una bella chiacchierata. Quando si combina?
Ciao,
Ferruccio