APPELLO ALLA MOBILITAZIONE
DEGLI IMMIGRATI IN ATTESA DI SOGGIORNO E DI TUTTI GLI IMMIGRATI
PER IL DIRITTO ALLA LEGALITA
Un mese di sciopero della fame e di lotta degli immigrati asiatici a Roma, e di altri a Brescia, Milano, Torino, Napoli, ha riaperto la porta chiusa per la legalizzazione di migliaia di lavoratori.
Il governo sera impegnato a riesaminare più di 50mila richieste di soggiorno destinate al rigetto, e a dare una risposta entro luglio. Finora però non ha emesso una circolare vincolante per tutti gli uffici di polizia. Così gran parte delle questure non hanno neppure avviato il riesame.
A Roma e Brescia le cose vanno un po meglio, ma molti problemi sono ancora aperti.
In questi giorni lUfficio stranieri completerà linvio ai commissariati di circa metà dei 9mila soggiorni sospesi. Laltra metà resterà bloccata per motivi giudiziari: una vergognosa ingiustizia!
Il Questore di Roma ha garantito che tutti i 14 commissariati interessati affiggeranno le liste dei soggiorni da ritirare, e i rappresentanti del Coordinamento potranno parlare con i dirigenti per ogni problema. Via via che i soggiorni sono distribuiti, automaticamente sono revocati i rigetti e le intimazioni di espatrio: quindi non è più necessario ricorrere al Tar. Solo delle vecchie espulsioni, precedenti al 98, bisogna chiedere la revoca.
Nei commissariati non si deve più accettare un generico rinvio non motivato.
Chi vedrà il suo nome in lista
, ha queste possibilità:Se il nome non appare in lista
, il soggiorno è bloccato perché:
Gli errori
nel permesso di soggiorno devono essere segnalati al commissariato che può correggerli subito, tranne quelli nel nome o nella data di nascita, che devono essere corretti in questura. Per le ricevute perdute o sequestrate, la denuncia di smarrimento è sufficiente per rintracciare la pratica e ritirare il soggiorno.Rimane il problema di migliaia di pratiche "sotto processo" per colpa degli speculatori e della burocrazia, non certo degli immigrati. In questi casi, e in caso di assenza di documentazione, si sta discutendo con il governo una soluzione: portare nuove "prove", oppure unofferta di lavoro o liscrizione al collocamento.
Ma per questo, e anche per sbloccare le altre questure, occorre una decisione scritta del governo.
Per ottenerla, chiamiamo tutti gli immigrati a manifestare a Roma
SABATO 5 AGOSTO ALLE ORE 15.30
DA PIAZZA DELLA REPUBBLICA A PIAZZA SS. APOSTOLI (VENEZIA),
le due piazze da cui è partita la nostra lotta.
Dobbiamo vincere, per riaprire una prospettiva di civiltà anche sugli altri problemi: rinnovo del soggiorno, asilo politico, legalizzazione di tutti i "clandestini", diritto di voto e di cittadinanza.
Dobbiamo vincere anche per essere liberi di denunciare chi ha speculato sul nostro bisogno.
CHIAMIAMO TUTTI I CITTADINI STRANIERI ALLUNITA, PERCHE
SOLO LA LOTTA UNISCE, SOLO LA LOTTA PAGA!
Coordinamento romano per i diritti degli immigrati
c/o Associazione del Bangladesh, piazza Dante 14
Segr. tel. c/o "Sogni e colori" 06.24407104 fax 06.24410463
Port. 0347.7305733 0349.8342334 0339.6504639
AGOSTO 2000: CE CHI NON VA IN VACANZA
LETTERA APERTA
AI LAVORATORI, AI CITTADINI, ALLE FORZE SOCIALI E POLITICHE DI ROMA
Cari amici,
anche noi vorremmo partire, in questi giorni, come tanti romani.
Per andare in altre città o al mare, ma non in vacanza: in cerca di lavoro.
Oppure per rivedere le nostre famiglie, come fanno in estate tanti emigranti italiani.
Da due anni lo attendiamo, da quando più di quarantamila lavoratori stranieri decisero di rifiutare la clandestinità e di chiedere la legalizzazione.
Ci hanno chiesto di dimostrare ciò che per un "clandestino" non è dimostrabile: presenza in Italia a una certa data, lavoro e alloggio regolare.
Hanno costretto così molti di noi ad inventarsi le "prove", affidandosi a speculatori stranieri o italiani, con o senza la divisa.
Chi di voi accetterebbe mai di fare la fila ogni giorno per mesi, per anni, per una risposta che non dovrebbe tardare, per legge, più di due mesi?
Alla fine di questo calvario, quasi diecimila si sono visti sbattere la porta in faccia. Rigetto ed espulsione. Senza motivazione, se non "documentazione insufficiente".
Per noi la clandestinità è peggiore della morte.
Quasi soli abbiamo digiunato, abbiamo lottato, come fanno tutti i lavoratori.
Da soli abbiamo riaperto la porta alla speranza. Si è avviata una trattativa con il governo sul riesame delle nostre domande.
Ma il governo non ha avuto il coraggio civile di mettere il riesame nero su bianco. Così la grande maggioranza delle questure non hanno cambiato atteggiamento, e anche a Roma solo metà delle domande sospese sono state risolte.
Attendevamo una soluzione entro luglio: questo era limpegno assunto dal governo.
Invece quasi cinquemila persone sono ancora costrette a restare a Roma senza lavorare, in attesa, accalcati uno sullaltro in case sovraffollate.
Ad ognuna delle pratiche che gli uffici di polizia e la magistratura tengono in sospeso corrisponde un essere umano, una famiglia.
La legalità è interesse nostro e di tutti gli immigrati, della città, delleconomia italiana, del mondo del lavoro. E la garanzia contro il lavoro nero, la premessa per tutti i diritti civili, compreso quello di denunciare chi ha speculato sulla nostra pelle.
La legalità è un diritto: il diritto fondamentale di esistere.
Per questo chiediamo ai cittadini di Roma, italiani e stranieri, di partecipare,
sabato 5 agosto alle 15.30,
al corteo che unirà le due piazze dello sciopero della fame:
da piazza della Repubblica a piazza Ss. Apostoli.
Coordinamento romano per i diritti degli immigrati
c/o Associazione del Bangladesh, piazza Dante 14
Segr. tel. c/o "Sogni e colori" 06.24407104 fax 06.24410463
Port. 0347.7305733 0349.8342334 0339.6504639