Ufficio Rifugiati Refugees Office
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Trieste, 6 luglio 2000
Alla c.a. dei centri di accoglienza in "Azione Comune"
Alla c.a. dei referenti ICS Nausica
Alla c.a. dei gruppi e delle associazioni facenti riferimento alla rete ICS
A tutte le associazioni, le reti e gli enti che si occupano di diritto dasilo in Italia
LORO SEDI
oggetto: rimpatrio e protezione umanitaria per i profughi del Kosovo nuova DPCM
Cari amici, come è a tutti voi noto, nonostante la scadenza del 30.06.00 il Governo italiano non ha ancora provveduto a diramare alcuna istruzione in merito alla condizione giuridica di coloro che, profughi dal Kosovo e dagli altri territori della RFJ, sono tuttora presenti in Italia.
Il Governo ha fatto sapere, nel corso di incontri con rappresentanti delle associazioni ed enti di tutela dei rifugiati, nonché in sede di risposta ad alcune interrogazioni parlamentari (Camera dei Deputati, 4.07.00) che è in fase di stesura una Direttiva della Presidenza del Consiglio (DPCM) che, recependo alcune preoccupazioni espresse dalle associazioni e dallACNUR, nel dichiarare definitivamente cessate le misure generali di protezione temporanea, prevederebbe quanto segue:
Limpossibilità attuale, per gli abitanti del Kosovo, di potersi munire di un passaporto internazionalmente riconosciuto dovrebbe non costituire, nella fase attuale, un ostacolo al rilascio di un pds per motivi di lavoro. Farà infatti fede il documento di identità in possesso degli interessati, ovvero lo stesso pds precedentemente rilasciato.
Va ricordato inoltre tutti coloro che hanno usufruito della protezione temporanea in base alla DPCM 12.05.99 e DPCM 31.12.99, e non hanno perciò avuto accesso ad un esame individuale della propria richiesta di protezione hanno diritto di presentare istanza dasilo (Conv. di Ginevra) secondo quanto stabilito dalla vigente normativa, qualora ritengano di possedere i requisiti per vedersi riconosciuto lo status di rifugiato.
Naturalmente sarà necessario attendere nei prossimi giorni la pubblicazione dellannunciata DPCM ed ancor di più la sua concreta attuazione, per chiarire alcuni aspetti che suscitano preoccupazione quali: a) i parametri e le modalità concrete di valutazione delleffettivo avvio del programma di integrazione socio-economica, ovvero se si debba fare riferimento in senso stretto ai requisiti stabiliti dalla legislazione vigente in materia di rilascio di pds per motivi di lavoro a cittadini stranieri, ovvero se sarà possibile valutare anche, con maggiore liberalità, lavvio di percorsi ben strutturati di progressiva integrazione, specie per coloro che sono giunti in Italia dopo la cessazione del conflitto, quindi in tempi relativamente recenti; b) le procedure e le relative garanzie di tutela del richiedente attraverso le quali verrà acquisito, caso per caso, il parere della Commissione centrale al fine del rilascio del pds per motivi umanitari.
In attesa di ciò si chiede a tutti le associazioni ed enti di tutela destinatari della presente di:
In particolare ai centri di accoglienza di "Azione Comune", ovvero alle altre strutture di accoglienza, si suggerisce di mettersi in contatto con la Segreteria di coordinamento c/o CIR o con la Banca dati Servizi c/o CdS, o con gli Uffici ICS di Trieste e di Roma, sia per aggiornamenti che per consulenza sui singoli casi.
Si invia insieme alla presente nota anche un interessante documento prodotto dallACNUR contenente osservazioni e suggerimenti riguardanti la terminazione della protezione temporanea per le vittime del conflitto in Kosovo.
Per il Servizio Rifugiati Ics
Gianfranco Schiavone