UNHCR/ACNUR

ETIOPIA-ERITREA

24 maggio 2000

 

 

In breve:

- Oltre 18mila rifugiati eritrei registrati in tre accampamenti lungo la frontiera sudanese

- Molti eritrei fuggiti la scorsa settimana per timore dell’offensiva etiopica sono pronti a far ritorno in patria per attendere gli sviluppi della situazione; diverse migliaia sarebbero già rientrate

- L’UNHCR aumenta le scorte di aiuti in Sudan per 50mila persone; secondo le autorità eritree, da 20mila a 40mila eritrei sarebbero vicino la frontiera e potrebbero fuggire in Sudan, al peggiorare della situazione

 

SUDAN

Degli stimati 20mila eritrei che, secondo le autorità sudanesi e gli operatori umanitari, dallo scorso giovedì avrebbero trovato rifugio in Sudan a seguito dell’avanzata dell’esercito etiopico, oltre 18mila sono stati registrati dall’UNHCR.

Nonostante l’ingresso di rifugiati in Sudan prosegua, molti di essi sarebbero già tornati in Eritrea per attendere gli sviluppi della situazione nei propri villaggi.

Ieri, un uomo eritreo sui trent’anni ha riferito a operatori dell’UNHCR di voler partire per il villaggio di Talatashar, in Eritrea, a 10 km dall’accampamento di Laffa in Sudan. Stava caricando i suoi averi su un camion diretto a Talatashar, da dove avrebbe potuto seguire da vicino la situazione del suo villaggio, situato più a est.

Molti rifugiati a Laffa non hanno neanche disfatto i propri bagagli, caricati su carri e rimorchi. Altri sono ammassati con asini, capre e cammelli nei pressi del posto di frontiera di Gulsa. L’indecisione rispetto all’entrata o meno in Sudan potrebbe essere determinata dal divieto sudanese di esportare dal paese bestiame di sesso femminile e dal conseguente timore di vedersi confiscare in uscita i capi di bestiame.

Altri rifugiati hanno riferito però di voler procedere verso uno dei circa dodici campi che si trovano nelle vicinanze, nei quali l’UNHCR ha assistito per decenni rifugiati eritrei. A causa della recente offensiva etiopica in Eritrea, l’UNHCR è stato costretto a rivedere i piani di rimpatrio per i 160mila eritrei che si trovano in questi campi.

Ieri sono stati registrati dall’UNHCR spostamenti in entrata e in uscita dal Sudan. La maggior parte dei nuovi arrivati proveniva da Tesseney, città eritrea vicina al confine, in precedenza abitata da 20mila persone e che oggi, a detta dei rifugiati arrivati durante il fine settimana, sarebbe deserta.

L’UNHCR ha registrato l’arrivo a Gerhef, a bordo di camion e trattori, di un gran numero di persone provenienti da Omhajer, città che domenica sarebbe stata attaccata dalle truppe etiopiche.

Il personale UNHCR ha individuato a Harfit, in Sudan, 200 persone giunte addirittura da Barentu, a 110 km dalla frontiera, e da Keren, 70 km a nord-ovest della capitale Asmara.

L’UNHCR si sta preparando per il possibile arrivo in Sudan di circa 50mila eritrei. Durante il fine settimana 10mila dollari sono stati destinati all'installazione delle latrine a Laffa, mentre due cisterne sono state impiantate a Gula, dove tre camion-cisterna distribuiscono l'acqua. Le agenzie umanitarie stanno fornendo altre due autobotti per le operazioni in questa arida regione, dove le temperature durante il giorno superano i 40 gradi.

Il programma dell’UNHCR - messo in atto da organizzazioni non governative (Ong) locali - per vaccinare i nuovi arrivati contro meningite e poliomelite è ormai in pieno svolgimento nei tre accampamenti. La maggioranza dei bambini e degli adulti è già stata vaccinata. L’UNHCR inoltre ha distribuito 800 taniche per l’acqua, mentre altre mille sono state inviate oggi a Gulsa e 600 a Gerhef. Sempre a Gerhef, i rifugiati hanno allestito le 400 tende distribuite in precedenza dall’UNHCR, e altre 100 sono appena state consegnate.

ERITREA

Funzionari eritrei hanno riferito all’ufficio dell’UNHCR ad Asmara che tra 20mila e 40mila eritrei si trovano lungo la frontiera con il Sudan e sono pronti a varcare il confine, all’acuirsi degli scontri.

Secondo le autorità eritree, l’attuale offensiva etiopica avrebbe costretto 550mila persone ad abbandonare le proprie case, mentre altre 300mila sarebbero fuggite a causa della siccità.

Un team composto da operatori di più agenzie ha visitato ieri uno dei campi dove alloggiano sfollati a Ziron, appena fuori la città di Keren. Il campo, sovraffollato, ospita 30mila persone e nonostante la situazione sia tranquilla c’è urgenza di acqua e biscotti iperproteici.

Gli aiuti che l’UNHCR aveva destinato al programma di rimpatrio degli eritrei da anni nei campi del Sudan, sono stati invece distribuiti agli sfollati in Eritrea.

 

 

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