INTERROGAZIONE CON RISPOSTA SCRITTA

 

Al Ministro dell'Interno

premesso che

i cittadini stranieri appartenenti al popolo Rom, qualunque sia il paese da cui provengono, sono tutelati da norme internazionali e comunitarie e, per quanto concerne la legislazione nazionale, dal decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 ( Testo unico concernente la disciplina dell'immigrazione

e la condizione dello straniero);

fin dalla legge 39/90 sono state emanate disposizioni affinchè nei Comuni di maggior insediamento del popolo Rom venissero istituiti appositi campi attrezzati, nei quali, fra l'altro, potessero sostare le roulottes;

per costruire i campi attrezzati o per favorire un normale inserimento in abitazioni, come è stato fatto in alcuni Comuni, anche capoluogo, potevano essere utilizzati i finanziamenti messi a disposizione dalla legge 39/90, nonchè i successivi stanziamenti annuali, approvati nelle leggi finanziarie;

nella città di Roma è stato difficilissimo, per non dire impossibile, adempiere agli obblighi di legge a favore del popolo Rom, a causa, tra l'altro, di campagne d'opinione contro queste comunità e del boicottaggio sistematico, nell'attività legislativa locale, soprattutto da parte dei partiti aderenti al Polo delle libertà;

negli ultimi anni, anche a Roma, grazie all'attività dell'Assessorato alla scuola e all'opera di associazioni del volontariato sociale, quali l'ARCI e l'AGESCI, è stato intrapreso un programma di scolarizzazione pubblica per le bambine e i bambini Rom, nonchè un rapporto con le famiglie, finalizzato all'inserimento lavorativo e alla cessazione di attività illegali e di microcriminalità, spesso esercitate da Rom, piccoli e adulti;

tali iniziative avevano dato dei primi risultati, pur tra molte difficoltà;

l'iniziativa della notte del 4 marzo, nella quale poliziotti della Questura di Roma, insieme a personale dell'Amministrazione comunale, hanno messo a soqquadro il campo comunale di Tor de' Cenci, svegliando gli abitanti, bambini compresi, e portandoli successivamente, con le poche cose raccolte, nei locali della Questura e distruggendo con le ruspe i manufatti del campo, disattende gli sforzi fatti per applicare la legislazione vigente; rappresenta un incentivo alla drammatizzazione di difficili situazioni sociali, può creare conflitti assai dannosi per la convivenza collettiva;

a seguito di ciò, si è verificata la successiva traduzione in Bosnia di 56 cittadini Rom, fra i quali 33 bambini, 15 dei quali nati a Roma e 1 a Parigi, in quanto espulsi per direttissima perchè illegali;

L'INTERROGANTE CHIEDE

che sia puntualmente verificata l'utilità politica e sociale di una operazione di questa natura, che nulla ha in comune con la doverosa repressione nei confronti della malavita organizzata, ma che, al contrario, determina un allarme ingiustificato;

che sia verificata individualmente la condizione di illegalità dei cittadini Rom, espulsi per direttissima, al fine di conoscere esattamente quali sono le norme del Testo unico sull'immigrazione che i singoli hanno disatteso e di verificare se, nel contempo, per le medesime illegalità, gli espulsi non avessero presentato domanda di regolarizzazione del soggiorno, ai sensi del DPCM 16 ottobre 1998;

che sia verificata, per quanto concerne i minori Rom espulsi, l'effettiva applicazione dell'articolo 19, comma 2 lettera a) del decreto legislativo 25 luglio 1998, n.286 (Divieti di espulsione e di respingimento): e che, analogamente, per tutti gli espulsi vada verificata l'effettiva applicazione del dettato dell'articolo 19, con particolare riferimento al comma 1, riguardante il divieto di espulsione verso "uno Stato in cui lo straniero possa essere oggetto di persecuzione", e al comma 2 lettera d), riguardante il divieto di espulsione "delle donne in stato di gravidanza o nei sei mesi successivi alla nascita del figlio cui provvedono";

infine, se in una simile iniziativa non possa ravvisarsi un grave atto di irresponsabilità, considerato che i destinatari dei provvedimenti di espulsione per direttissima sono persone Rom provenienti dai territori della Bosnia e della Yugoslavia.

 

Sen. Luigi Manconi