Cari amici,

come forse saprete, e' prevedibile che, in tempi non molto lunghi, vengano discusse, in Commissione affari costituzionali alcune proposte di riforma del Testo unico sull'immigrazione, presentate da Lega Nord e Polo.

Sono convinto (e non sono il solo, ovviamente) che in tale occasione non possano mancare, nella discussione, proposte capaci di rappresentare il punto di vista delle associazioni e dei sindacati.

Ritengo che le modifiche del Testo unico debbano riguardare per un verso i punti che, anche all'interno della filosofia di fondo della legge, hanno mostrato precisi limiti, per un altro verso proprio l'impostazione di fondo.

Riguardo ai primi, vi risegnalo un pro-memoria, alla pagina

http://briguglio.frascati.enea.it/immigrazione-e-asilo/2000/febbraio/

sulle principali carenze nell'applicazione del Testo unico. Credo possa giovarsi di ulteriori vostri contributi.

Riguardo alle modifiche di fondo, fermo restando che gode dipiena dignita' la discussione che in questi mesi si e' sviluppata sulla questione dei Centri di permanenza temporanea, da piu' parti (ad esempio durante il convegno organizzato a Roma, da ARCI e ASGI, la settimana scorsa) e' stata sollevata la proposta di introdurre meccanismi di "regolarizzazione a regime". Tali meccanismi dovrebbero prevedere la possibilita', per lo straniero privo di permesso di soggiorno, di ottenerne uno a fronte della maturazione, in qualunque momento (in questo senso la regolarizzazione e' "a regime"), di determinati requisiti relativi alla qualita' del suo inserimento sociale.

Un precedente - se vogliamo - e' stato stabilito di recente, con il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi umanitari (convertibile, ad esempio, in permesso per lavoro autonomo nell'ambito delle quote programmate) al gruppo di lavoratori clandestini di Lucca.

Personalmente ritengo (ma e' un'opinione allo stato embrionale) che la maturazione - con i requisiti - di un diritto di soggiorno vanifichi l'impostazione della programmazione di quote di ingresso. Lo straniero che si attenesse a tale programmazione, restando nel proprio paese, magari iscritto in una lista basata sull'anzianita' di iscrizione, in attesa di una chiamata o di una sponsorizzazione, sarebbe penalizzato rispetto a chi tenti comunque la sorte di un ingresso clandestino con la prospettiva di una futura regolarizzazione.

Questo non significa che non possa trattarsi di un meccanismo intelligente: sarebbe anzi un avvicinamento alla liberta' di circolazione, che vedo come punto di arrivo di tutte le azioni in favore dell'immigrazione. Tuttavia, sarebbe un passo in contraddizione con la filosofia della programmazione, che solo oggi si sta tentando di attuare. Sarebbe come tentennare a lungo tra vacanze al mare o in montagna, decidersi finalmente per il mare e comprare i dopo-sci.

Naturalmente, vedrei bene, invece, il fatto che, discrezionalmente, l'amministrazione possa astenersi dall'allontanamento, sulla base delle effettive condizioni di inserimento sociale dello straniero. Non si tratterebbe pero' di un automatismo.

A sostegno della proposta di regolarizzazione a regime viene spesso menzionato il fatto che una disposizione del genere si trovi nella appena varata legge spagnola (che potete trovare alla stessa pagina web). Mi sembra che cosi' non sia - per quanto mi consenta di capire la mia padronanza dello spagnolo. Tuttavia, grazie proprio a una cattiva comprensione della legge, mi si e' prospettato un diverso meccanismo, su cui voglio attirare la vostra pregiata attenzione (parlo ormai come un estensore di circolari ministeriali - potenza della frequentazione di Frisullo!).

Il meccanismo ha a che fare con la possibilita' di trasformare un permesso per soggiorno di breve durata in un permesso di lunga durata, a valle di un certo numero di proroghe del primo. Per essere piu' precisi, l'ingresso finalizzato al soggiorno di breve durata dovrebbe prescindere da programmazioni e da quote, e sarebbe consentito o negato solo sulla base della dimostrazione di disponibilita' di mezzi sufficienti per mantenersi per un periodo di tre mesi. Alla scadenza dei tre mesi, sarebbe possibile ottenere la proroga del permesso a fronte della dimostrazione di una rinnovata disponibilita' di mezzi. Sarebbe allo stesso tempo consentito allo straniero - ed e' qui la novita' - di intraprendere attvita' lavorativa in forma autonoma (i piccoli servizi che farebbero felice il prato che assedia casa mia, oggetto, fino ad oggi, delle svogliate attenzioni di finte giardiniere e di masnadieri autentici). Allo straniero che in tal modo, di proroga in proroga, riesca a prolungare il suo soggiorno oltre una certa durata (ad esempio, un anno, o un anno e mezzo), sarebbe rilasciato un permesso per lavoro fuori-quota, senza che siano imposti ulteriori requisiti. Fino a quel momento, invece, la conversione del permesso di breve durata in un permesso per lavoro dovrebbe essere consentita solo entro le quote e in mancanza di stranieri prenotati disposti a fare ingresso in Italia.

Una previsione del genere non e' lontanissima dalla normativa attuale. Il permesso di breve durata puo', sulla base dell'articolo 39, comma 7, del Regolamento, essere convertito in uno (per lavoro autonomo) di lunga durata. Tuttavia, le disposizioni in vigore prevedono la dimostrazione di requisiti di reddito piu' pesanti (essendo calcolati su base annua), non consentono la conversione in un permesso per lavoro subordinato (salvo che si adotti una interpretazione ampia - e intelligente - dell'articolo 5, comma 9, del Testo Unico), non permettono lo svolgimento di attivita' lavorativa in mancanza del permesso di lunga durata.

Uno dei pregi di una modifica come quella che propongo e' che non introdurrebbe incentivazioni dell'ingresso clandestino, ne' destabilizzazioni del sistema delle quote e delle liste. Darebbe pero', allo stesso tempo, spazio ai lavoratori piu' intraprendenti, che potrebbero "sperimentare" l'inserimento nel nostro mercato del lavoro.

Che ne dite? E, soprattutto, quando ne dite? Le proposte di Fini, Casini e Signorini incombono.

Cordiali saluti

sergio briguglio