Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 704 del 29/3/2000

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(Regime delle espulsioni degli immigrati alla luce della circolare del ministro dell'interno del 6 marzo 2000 - I)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Selva n. 3-05419 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).
L'onorevole Selva ha facoltà di illustrarla.

GUSTAVO SELVA. Signor Presidente, una circolare del Ministero dell'interno invita le questure a non accompagnare coloro per i quali sono stati emessi decreti di espulsione, in modo che non vi sia la possibilità... scusate, non mi sento bene.

PAOLO ARMAROLI. Signor Presidente, l'onorevole Selva non si sente bene.

PRESIDENTE. Onorevole Selva, si sieda. Sospendo la seduta per qualche minuto.

La seduta, sospesa alle 15,40, è ripresa alle 15,45.

PRESIDENTE. Il collega Selva è stato accompagnato in infermeria: non dovrebbe essere nulla di grave.
L'onorevole Armaroli, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di proseguire nell'illustrazione.

PAOLO ARMAROLI. Signor Presidente, signor ministro, mi riferisco alla circolare inviata in data 6 marzo scorso alle questure, in cui si invita a non effettuare accompagnamenti alla frontiera di stranieri che, per nazionalità o etnia, risulti improbabile rimpatriare, come jugoslavi, algerini, ecuadoriani, iracheni e turchi.
Il sottosegretario Brutti, che le sta a fianco, ha dichiarato che effettivamente il problema esiste. Mi domando e le domando: non sarebbe il caso di revocare una circolare che, anche da parte degli organi di stampa, è piuttosto chiacchierata?

PRESIDENTE. Il ministro dell'interno ha facoltà di rispondere.
Signor ministro, approfitto per ringraziarla per essere qui: so che ha sospeso un'altra importante riunione per adempiere questo dovere.

ENZO BIANCO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, era un atto doveroso nei confronti del Parlamento. Stavo presiedendo la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, ma l'abbiamo sospesa; rientrerò successivamente a palazzo Chigi. Del resto, la questione è di grande rilievo e di grande importanza e, quindi, voglio chiarire subito che non si tratta di una circolare del ministro dell'interno, bensì di una nota tecnica inviata alle questure dal dirigente del servizio immigrazione e polizia di frontiera del dipartimento di pubblica sicurezza.
Questa nota tecnica non aveva e non ha alcuna intenzione di violare o di non applicare la legge sull'immigrazione. L'obiettivo, al contrario, era quello di fornire suggerimenti tecnici per rendere più efficace e concreta la legge, con particolare riferimento ai provvedimenti di trattenimento nei centri di permanenza, indicando delle priorità.
La politica del Governo nei confronti dell'immigrazione - lo voglio qui ribadire - è chiara: contrastare con fermezza l'immigrazione clandestina e consentire, viceversa, ingressi nel rispetto delle regole e dei limiti del nostro ordinamento.
Il contenuto della nota tecnica, tuttavia, può far sorgere alcuni dubbi sugli indirizzi in essa previsti. Mi rendo, infatti, conto che questo atto potrebbe essere oggetto di una interpretazione inesatta e prestare il fianco a chi vuole farne oggetto di speculazione. È per questo che ho dato istruzioni affinché sia predisposta una nuova nota tecnica di precisazione: gli immigrati clandestini saranno accompagnati alle frontiere, come già avviene adesso, per il rimpatrio, senza discriminazione alcuna in ordine al paese di provenienza.
Il Ministero dell'interno non ha mai trascurato di affiancare all'azione di vigilanza delle frontiere e di allontanamento dei clandestini un'intensa attività, svolta d'intesa con il Ministero degli affari esteri, per la stipula di specifici accordi di collaborazione e di riammissione con i paesi da cui provengono i maggiori flussi migratori. Sono stati adottati diciannove accordi di riammissione, spesso corredati da misure di collaborazione, con altrettanti paesi extra-europei. Sono attualmente in corso negoziati con cinque stati, alcuni dei quali sono quelli a cui ella faceva riferimento, onorevole Armaroli: mi riferisco all'Algeria, all'Egitto, a Malta, al Pakistan e all'Ucraina. Aggiungo che il 17 marzo ho incontrato il vice primo ministro cinese per avviare contatti per un'analoga collaborazione.
Nei giorni scorsi, durante un incontro a Bruxelles con i ministri dell'interno dell'Unione europea, i ministri della Francia e della Germania hanno espresso pubblicamente il loro apprezzamento per l'azione svolta dal Governo italiano nel contrasto all'immigrazione clandestina e, in particolare, nel controllo delle frontiere marittime dell'Adriatico.

PRESIDENTE. L'onorevole Armaroli, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

PAOLO ARMAROLI. Signor ministro, la sua risposta è consolatoria e forse autoconsolatoria, perché ci ha detto - traduco nel linguaggio materno - che è tutto un equivoco. Nessuno è più felice di me, ma forse l'equivoco è nato perché la nota tecnica era equivoca, tant'è vero che lei stesso l'ha revocata e ne farà un'altra, si spera meno equivoca. Se è stato tutto un equivoco, siamo felici e contenti. Ovviamente, se il suo ed altri ministeri non assumessero iniziative per poi dire che si è trattato di un equivoco, saremmo tutti più lieti, perché avremmo chiarezza. Tuttavia, notizie di stampa affermavano che si trattava di una circolare alle questure; mi metto nei panni dei questori che ricevono non una circolare, bensì una nota tecnica che a sua volta è equivoca e, quindi, non sanno più che pesci prendere. Come si dice nel linguaggio corrente, il pesce puzza dalla testa. Il ministro Bianco non è un pesce, ma cerchiamo di non creare equivoci di questo genere e, soprattutto, rimpatriamo i clandestini! Infatti, anche qualora costoro fossero persone di specchiata onestà, non avendo un tetto e un lavoro, debbono delinquere per forza.

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Giovanardi n. 3-05420 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
L'onorevole Giovanardi ha facoltà di illustrarla.

CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, prendo atto che il ministro ha sconfessato il sottosegretario Maritati in ordine a quella surreale circolare che obbligava la polizia a stabilire se un clandestino senza documenti potesse essere portato o meno ai centri di raccolta, in base alla fisionomia. Il ministro, però, ha fatto un'affermazione equivoca: ha parlato di riaccompagnamento alla frontiera quando, invece, si tratta di dire che i clandestini senza documenti debbono essere portati nei centri di raccolta ed ivi trattenuti almeno un mese per l'identificazione. Chiedo conferma di ciò al ministro.

PRESIDENTE. Il ministro dell'interno ha facoltà di rispondere.

ENZO BIANCO, Ministro dell'interno. Onorevole Giovanardi, come ho avuto modo di precisare poco fa, ho dato istruzioni perché venga emanata una nuova nota tecnica di precisazione che contenga esattamente quanto da lei richiesto: mi riferisco a ciò che era implicito nelle cose che ho detto, ovvero che per queste persone viene previsto - ovviamente, senza esclusione alcuna - non solo l'obbligo di riaccompagnamento alla frontiera ma anche, laddove sia il caso, del trattenimento nei centri di prima accoglienza.
Voglio ulteriormente precisare che anche il sottosegretario Maritati ha affermato esattamente le cose da noi richiamate: ovvero, onorevole Giovanardi, la sostanza del nostro intervento va in quella direzione. Poiché, come ho avuto modo di dire serenamente, l'espressione della nota tecnica poteva suscitare ambiguità, provvederemo ad una riscrittura della nota. Voglio, però, rivendicare che alcuni importanti risultati sono stati conseguiti grazie alla legge sull'immigrazione. Ne citerò alcuni.
Dal 1o gennaio al 15 marzo 2000, sono stati effettuati 6.169 rimpatri effettivi di clandestini, senza considerare i provvedimenti di espulsione adottati direttamente alla frontiera. Nello stesso periodo del 1999, i rimpatri erano stati 4.143. Vi è stato, dunque, un incremento di 2.026 unità, pari a circa il 30 per cento. Dal 1o gennaio al 27 marzo 2000, sono sbarcati in Puglia 2.349 clandestini, a fronte dei 5.479 dello stesso periodo dello scorso anno. L'attività di prevenzione ha quindi consentito di realizzare un primo fondamentale risultato: in tre mesi i clandestini sbarcati sulle coste pugliesi, rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente, sono diminuiti di oltre 3.100 unità. Rispetto al 1998, dunque, la diminuzione è assai più consistente.
È intenzione del Governo proseguire l'azione di vigilanza e di controllo in modo puntuale. Ne è dimostrazione l'operazione ´Primaveraª attuata nella regione Puglia per contrastare il contrabbando; tale operazione ha anche lo scopo di meglio tutelare e difendere quella parte del territorio italiano più esposta all'immigrazione clandestina e ai traffici illeciti ad essa collegati.
Onorevole Giovanardi, posso rassicurarla che dalle coste pugliesi, calabresi o siciliane alle frontiere delle regioni del nord, l'impegno delle forze dell'ordine sarà massimo e costante, fermo restando - come ha ricordato da ultimo anche il governatore della Banca d'Italia - che l'immigrazione legale e controllata non è solo un fenomeno negativo, ma può essere una risorsa per un paese con un forte calo demografico, per le ragioni che abbiamo detto. Dunque, è necessario un contrasto all'immigrazione clandestina, ma anche una politica dei tetti per quanto riguarda l'immigrazione legale e controllata.

PRESIDENTE. L'onorevole Giovanardi ha facoltà di replicare.

CARLO GIOVANARDI. Signor ministro, non mi sento rassicurato, perché se il Governo ha impiegato due giorni, e solo perché incalzato dall'opposizione, ad accorgersi che quella circolare violava gravemente la legge (è stata difesa fino a ieri sera dal sottosegretario Maritati), non sono affatto tranquillo.
E non mi sento rassicurato neanche quando sento che dopo due anni dall'entrata in vigore della legge non vi sono campi di raccolta sufficienti e che la stessa polizia ammette che per alcune nazionalità un mese di tempo non è sufficiente per arrivare all'identificazione. Voi - e segnatamente il ministro Napolitano - ci avevate detto in Commissione che un mese sarebbe stato più che sufficiente per identificare i clandestini ed espellerli! Noi avevamo chiesto un tempo maggiore ed anche che si facesse riferimento al reato di immigrazione clandestina per i recidivi e per coloro che più volte tornano clandestinamente in Italia. Dovremmo arrivare alla conclusione che questa circolare costituiva una resa senza condizioni: era l'ammissione che bastava dichiararsi jugoslavo o algerino per essere lasciato libero in clandestinità e diventare una potenziale fonte di reato.
Poiché noi distinguiamo tra l'immigrazione legale di quanti vengono in Italia a lavorare (i quali devono godere di diritti e ottemperare ai propri doveri) e l'immigrazione illegale, vogliamo tutelare gli italiani e gli extracomunitari onesti rispetto a questi clandestini che spesso commettono reati. Non ci poteva andare bene che fosse la Polizia di Stato a scrivere nero su bianco che era fallita una legge dello Stato, che essa non doveva essere applicata. Se ne è accorta persino l'onorevole Turco, che questa mattina è intervenuta.
Siamo dunque soddisfatti che l'opposizione abbia ottenuto con la sua azione parlamentare un risultato importante (Applausi dei deputati dei gruppi misto-CCD e di Forza Italia).