Martedì 7 novembre 2000. - Presidenza del
Presidente Rosa JERVOLINO RUSSO.
La seduta comincia alle 14.
Sull'ordine dei lavori.
Alberto LEMBO (AN) con riferimento al disegno di legge n. 5381,
concernente il diritto d'asilo, iscritto all'ordine del giorno della
Commissione, rinnova la richiesta di prevedere una breve riapertura dei
termini per la presentazione degli emendamenti. Conseguentemente, propone
di non procedere nella seduta odierna all'esame del provvedimento e di
rinviarne la trattazione alla giornata di giovedì 9 novembre.
Rosa JERVOLINO RUSSO, presidente, ritiene senz'altro di poter
accogliere la richiesta del deputato Lembo, come del resto già
assicurato nella seduta del 25 ottobre scorso. Avverte pertanto che, non
essendovi obiezioni, il termine per la presentazione di ulteriori
emendamenti al disegno di legge n. 5381 è fissato alle ore 20 di
domani, mercoledì 8 novembre 2000.
Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina
dell'immigrazione.
La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 6 novembre 2000.
Rosa JERVOLINO RUSSO, presidente, avverte che il deputato
Armaroli ha chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata
anche mediante la trasmissione audiovisiva a circuito chiuso. Non
essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Federico ORLANDO (D-U) precisa che non intende intervenire nel merito
delle singole disposizioni della proposta di legge
n. 5808, in quanto concorda pienamente con le posizioni espresse dai
deputati dei gruppi di maggioranza nel corso della precedente seduta, ma
di voler svolgere alcune considerazioni di carattere generale. Al riguardo
osserva che la proposta in esame appare interpretare uno spirito di
conservazione nei confronti del problema dell'immigrazione, che è
largamente diffuso nel Paese. Di tale sentimento, tuttavia, le forze del
cento-sinistra non dovrebbero farsi carico, perché compito di una
classe dirigente è quello di formulare proposte e soluzioni
più avanzate di quelle che sarebbero espressione pura e semplice
degli umori del paese.
Marco BOATO (misto-verdi-U) dichiara di condividere interamente le
osservazioni e i rilievi formulati dai deputati dei gruppi di maggioranza
nel corso del precedente dibattito, e in particolare le posizioni espresse
dal deputato Maselli e dal presidente Jervolino. Auspica che si possano
determinare le condizioni per riavviare un confronto sereno in materia, in
assenza del quale ribadisce la sua contrarietà al provvedimento.
Paolo ARMAROLI (AN) rileva come alcuni deputati dei gruppi di
maggioranza intervenuti nel corso della seduta di ieri, e anche il
presidente Jervolino, abbiano affermato che se il gruppo di Alleanza
nazionale non avesse deciso di chiedere il disabbinamento dalla proposta
di legge Fini delle altre proposte di legge, e la Commissione avesse
potuto continuare a lavorare avendo come punto di riferimento il complesso
delle proposte in materia, sarebbe stato possibile trovare punti di
convergenza al fine di individuare opportune modifiche da apportare alla
legge n. 40 del 1998. Al riguardo osserva che se la maggioranza condivide
l'opportunità di modificare la normativa vigente, la sede
più idonea per esperire questo tentativo è quella dell'esame
degli emendamenti, non essendo viceversa utile protrarre ulteriormente la
discussione di carattere generale.
Rosa JERVOLINO RUSSO, presidente, prende atto con soddisfazione
della disponibilità manifestata dal gruppo di Alleanza nazionale a
ricercare punti di convergenza in ordine alle modifiche da apportare alla
legge sull'immigrazione. Sottolinea, tuttavia, come tale convergenza possa
essere realizzata solo limitatamente a interventi migliorativi dei
meccanismi di funzionamento della normativa vigente, da definire sulla
base di una attenta verifica della prima fase di applicazione della legge
n. 40 del 1998, non ritenendo possibile uno stravolgimento dei principi
ispiratori di tale disciplina.
Dario RIVOLTA (FI), nel far presente che l'esigenza di apportare
modifiche alla legge. 40 del 1998 è stata prospettata anche da
esponenti della maggioranza in quanto essa non ha corrisposto alle
aspettative di risoluzione del problema dell'immigrazione, rileva che, a
suo avviso, il prolungamento dell'iter del provvedimento ha denotato una
volontà di non modificare la disciplina vigente. L'effettiva
volontà di procedere in tal senso impone, infatti, la
necessità di considerare più punti di vista e di opinioni su
questa materia.
piuttosto ritiene che le sanatorie poste in essere abbiano incentivato
l'ingresso di immigrati clandestini.
Gian Paolo LANDI di CHIAVENNA, relatore, ringrazia
preliminarmente i deputati intervenuti nel corso del dibattito, sia nella
seduta di ieri che in quella odierna, i quali hanno mosso critiche forti
al provvedimento con toni pacati e corretti - circostanza questa che ha
evitato la radicalizzazione dello scontro su un tema così scottante
quale è, appunto, quello della immigrazione. Con riferimento
all'intervento del deputato Orlando, osserva che dalla proposta di legge
in esame non emerge alcuna traccia di quello spirito di conservazione dei
gruppi di centro-destra da lui denunciato.
Federico ORLANDO (D-U) precisa che nel suo intervento ha fatto
riferimento ad uno spirito di conservazione diffuso nella società e
non delle forze politiche di centro-destra, le quali si fanno interpreti
di questo sentimento.
Gian Paolo LANDI di CHIAVENNA, relatore, prendendo atto della
precisazione del collega Orlando, rileva che il richiamo ai principi
costituzionali, cui i deputati della maggioranza hanno fatto riferimento,
appare ideologicamente orientato e, a suo avviso, destituito di ogni
fondamento; tale orientamento ideologico appare tantopiù evidente
allorquando gli esponenti della maggioranza tendono a interpretare la
proposta di legge come una iniziativa contraria al fenomeno della
immigrazione tout-court. D'altro canto evidenziare una
contraddizione fra la relazione illustrativa e la finalità
dell'articolato, come pure è stato rilevato in alcuni interventi,
è un grave errore, che non permette di cogliere gli obiettivi del
provvedimento.
ad avanzare proposte emendative e correttive alla proposta di legge in
esame e a non sottrarsi al confronto su un tema così importante,
confronto che può utilmente svolgersi proprio in occasione
dell'esame di questo provvedimento, al fine di introdurre le opportune
modifiche alla legge n. 40.
Marco BOATO (misto-verdi-U) chiede chiarimenti al relatore su quali
sarebbero le norme costituzionali di copertura di misure quali quelle
individuate dall'articolo 11, comma 1, capoverso 4- bis.
Gian Paolo LANDI di CHIAVENNA, relatore, nel ribadire che
l'intento della disposizione è quello di consentire l'integrazione
degli immigrati evitando la formazione di pulsioni o tensioni xenofobe,
ritiene che le misure in questione possano legittimamente essere adottate
con norme di legge ordinaria.
quello spagnolo o statunitense, che non possono essere certo tacciati di
antidemocraticità o di razzismo. D'altro canto paventa il rischio
che, proprio in relazione alle eccezioni di costituzionalità
sollevate con riferimento ai provvedimenti di trattenimento nei centri ed
in attesa del pronunciamento della Corte costituzionale, si possa
determinare un incremento della presenza di clandestini sul territorio
nazionale, problema questo al quale il Governo e la maggioranza non
possono sottrarsi.
Paolo ARMAROLI (AN) sottolinea l'esigenza di acquisire l'orientamento
del Governo sulla proposta di legge C. 5808.
Rosa JERVOLINO RUSSO, presidente, assicura il deputato Armaroli
che opererà per garantire la presenza del rappresentante del
Governo nel prosieguo dell'esame del provvedimento, ritenendo opportuno
acquisire il parere del Governo anche sulla base di una verifica
complessiva dell'applicazione della legge n. 40 del 1998.
Maria Celeste NARDINI (misto-RC-PRO) sottolinea l'importanza di
acquisire le dovute informazioni da parte del Governo circa l'applicazione
della legge n. 40, anche ai fini di una esatta definizione della nozione
di immigrazione clandestina.
Rosa JERVOLINO RUSSO, presidente, dichiara chiusa la discussione
di carattere generale del provvedimento. Nel ricordare che il termine per
la presentazione degli emendamenti al provvedimento è fissato per
mercoledì 8 novembre, alle ore 19, rinvia il seguito dell'esame ad
altra seduta.
La seduta termina alle 15.15.
Martedì 7 novembre 2000. - Presidenza del
Presidente Rosa JERVOLINO RUSSO.
- Interviene il Sottosegretario di Stato per la sanità Grazia
Labbate.
La seduta comincia alle 15.15.
C. 5808 Fini.
(Seguito dell'esame e rinvio).
Riconoscendosi nelle considerazioni svolte dal deputato Sabattini
nella seduta di ieri, sottolinea come una disciplina liberale favorisca
l'integrazione degli immigrati e al tempo stesso consenta ad una
comunità di mantenere la propria identità.
Ritiene, inoltre, con riferimento ai compiti di una classe dirigente
ai quali ha fatto appello il deputato Orlando, che questa oltre a proporre
soluzioni più avanzate ed illuminate abbia comunque il dovere di
predisporre misure di tutela della società a fronte di minacce
reali; la classe di governo inoltre, se da una parte è realistico
che non pensi di modificare o arrestare fenomeni quale quello
dell'immigrazione, ha tuttavia il compito di disciplinarli. Con
riferimento a quest'ultimo profilo denuncia l'assenza di qualsiasi effetto
nella legislazione italiana di deterrenza rispetto all'immigrazione
clandestina;
Nel riservarsi di intervenire nelle successive fasi di esame,
ribadisce la necessità di apportare le opportune modifiche alla
legge n. 40 e di pervenire a tali modificazioni nel corso dell'esame del
provvedimento in titolo.
Con la proposta di legge in esame, infatti, da una parte si
valorizzano alcuni aspetti fondamentali della politica sull'immigrazione:
il primo è quello relativo all'esigenza di un contrasto forte,
preciso e puntuale contro il fenomeno della immigrazione clandestina, nel
quale dovrebbero essere impegnati il governo italiano e quelli europei. Le
dimensioni e la gravità di tale fenomeno rendono indifferibile un
intervento normativo di modifica della legge n. 40 del 1998, come
evidenziato, peraltro, dalle questioni di legittimità
costituzionale sollevate in questi giorni dai giudici di Milano, le quali
testimoniano un'oggettiva difficoltà di tenuta dei meccanismi
predisposti dalla legge con riferimento al problema delle espulsioni, che
non sfuggono a censure di costituzionalità.
Nella proposta C. 5808 le misure di contrasto al fenomeno
dell'immigrazione clandestina non portano allo svilimento o alla
negazione, bensì ad una valorizzazione delle politiche di
integrazione degli immigrati regolari, il cui apporto in termini di
crescita economica e di sviluppo del paese, anche in termini demografici,
può essere assai positivo. Ciò che bisogna impedire è
l'ingresso di immigrati clandestini che rischiano di finire nelle maglie
della criminalità o di alimentare fenomeni di lavoro nero, e che
varcando le frontiere italiane diretti in altri paesi europei, mettono a
repentaglio, inoltre, la stessa credibilità internazionale dello
Stato italiano.
Disconoscere questa valenza al provvedimento in esame significa
frapporre una pregiudiziale ideologica che impedisce il riconoscimento
delle posizioni che hanno caratterizzato la destra democratica e le sue
personali posizioni sui temi dell'immigrazione in questi anni; queste
posizioni, come testimoniato da incontri e convegni che hanno visto la
partecipazione anche del Presidente della Commissione, sono finalizzate a
favorire la politica dell'integrazione degli immigrati, dello sviluppo e
della cooperazione e l'impegno affinché diminuisca il divario tra
paesi più sviluppati e paesi del Terzo mondo. Invita, pertanto, i
deputati dei gruppi di maggioranza
Con riguardo poi alle critiche formulate sulla base del richiamo agli
articoli della Costituzione, osserva che il riferimento all'articolo 3 non
appare congruo dal momento che i suoi destinatari sono i cittadini
italiani e che non è ammissibile una sua interpretazione estensiva
che ricomprenda anche gli stranieri irregolari presenti sul territorio.
Analoghe considerazioni si possono svolgere sull'articolo 4 della
Costituzione, che fa anche esso riferimento ad uno status- quello di
cittadino- di cui non godono gli immigrati clandestini; non si può,
inoltre, fondare sull'articolo 6 della Costituzione, relativo alla tutela
delle minoranze linguistiche, il radicamento in precisi ambiti
territoriali di realtà etniche o multietniche, la cui formazione
può dar luogo a forti tensioni sociali. Con riferimento a questo
profilo intende precisare che la previsione di cui all'articolo 11, comma
1, capoverso 4- bis, non sottointende alcun intento razzistico o
xenofobo, ma vuole affrontare un problema reale che si pone nelle
città italiane, soprattutto in quelle di maggiori dimensioni.
Proseguendo nell'esame delle critiche avanzate alla luce delle norme
costituzionali, rileva che l'articolo 10 della Costituzione, che riguarda
la condizione giuridica dello straniero, non può essere assunto
come base costituzionale per impedire l'espulsione dell'immigrato
introdottosi clandestinamente nel territorio e che non abbia titolo a
permanervi; d'altro canto tale disposizione non appare nemmeno preclusiva
dell'applicazione della misura dell'espulsione immediata, prevista dal
provvedimento a tutela dell'ordine pubblico, fatte salve le condizioni di
difesa riconosciute allo straniero secondo le modalità individuate
dal provvedimento stesso.
Con l'introduzione del reato di immigrazione clandestina,
particolarmente avversato dalla maggioranza, o di quello di falsa od
omessa declinazione delle generalità, la cui rilevanza penale rende
ammissibili i provvedimenti restrittivi della libertà personale, si
riducono i dubbi di costituzionalità sui provvedimenti di
trattenimento nei centri di permanenza, nonché sull'accompagnamento
alla frontiera, dal momento che si interviene conformemente all'articolo
13 della Costituzione, che prevede che le misure restrittive della
libertà personale non possono essere adottate se non sulla base di
provvedimenti motivati dell'autorità giudiziaria. Né la
rilevanza penale di queste fattispecie comporta necessariamente
l'incremento delle presenze carcerarie, dal momento che, in alternativa
alla detenzione in carcere, possono comunque essere previste altre misure
restrittive, quali ad esempio gli arresti domiciliari.
La difficoltà dell'esecuzione delle espulsioni giustifica poi
l'allungamento proposto nel testo dei tempi di trattenimento nei centri di
permanenza.
Nel riconoscere al Governo italiano di aver praticato alcune
soluzioni, soprattutto sul versante della cooperazione e degli accordi
internazionali, volte alla risoluzione del problema dell'immigrazione
clandestina, ribadisce tuttavia la necessità di percorrere varie
strade su questo fronte, prevedendo in tal senso anche il reato di
immigrazione, già contemplato in altri ordinamenti, quale
Con riferimento poi all'articolo 16 della Costituzione, ribadisce
anche in questo caso che si tratta di norma avente come destinatari i
cittadini e non tutti gli stranieri; d'altro canto il riconoscimento
indiscriminato della libertà di circolazione potrebbe portare
paradossalmente a mettere in discussione la stessa politica dei flussi e a
prevedere una liberalizzazione incondizionata degli ingressi.
Ritiene, inoltre, necessario chiarire il significato della
disposizione di cui all'articolo 18, comma 1, capoverso Art. 42-bis,
comma 2, lettera c), la cui formulazione forse non è felice, ma
che, lungi dal configurare un intento di concentrazione, è
ispirata, partendo dalla constatazione di un sovradimensionamento della
presenza di immigrati in alcune zone del paese, alla migliore
distribuzione della presenza dei lavoratori extra-comunitari sul
territorio nazionale, in modo da favorire la crescita e lo sviluppo delle
zone più arretrate del paese. Sottolinea, inoltre, come l'articolo
15 sia volto a favorire il ricongiungimento familiare sulla base
dell'accezione della nozione di famiglia riconosciuta dall'ordinamento
italiano e fondata sull'articolo 29 della Costituzione.
Nel ricordare, inoltre, come la Costituzione riconosca all'articolo 35
la libertà di emigrazione e non quella di immigrazione, ribadisce
come la forza politica alla quale appartiene intende favorire e promuovere
l'integrazione degli immigrati regolari, che siano titolari di tutte le
condizioni necessarie per inserirsi nel tessuto sociale, economico e
civile del paese, distinguendoli chiaramente dagli immigrati clandestini
ed irregolari. Rinnova, in conclusione, l'invito a superare le
pregiudiziali ideologiche e a presentare proposte migliorative del testo,
che non stravolgano tuttavia l'impianto del provvedimento, osservando che
esso non intende mettere in discussione i principi di solidarietà
condivisi da tutte le forze politiche presenti in Parlamento, ma che
intende apprestare soluzioni legislative idonee ed efficaci su un problema
di attuale gravità quale è quello dell'immigrazione.