Riassunto dei lavori del Gruppo di Lavoro V "Immigrazione" in preparazione del Forum contro il Razzismo delle ONG

 

Il gruppo si è incontrato tre volte e ha individuato i seguenti temi nell’ambito delle politiche migratorie dove atteggiamenti razzisti significano un grave pericolo per i cittadini stranieri presenti sul territorio dell’Unione Europea, o che desiderano raggiungere i paesi membri della UE.

1) politiche degli ingressi, gestione delle frontiere interne ed esterne della UE con particolare attenzione alla specificità del fenomeno migratorio nel Sud Europa.

2) la legislazione italiana, in quanto l'esperienza maturata nel nostro paese potrebbe essere d’interesse per una futura legislazione europea. I particolari problemi nell’applicazione delle leggi vigenti. I problemi specifici dei centri di permanenza temporanea, della cittadinanza, del diritto di voto e di partecipazione negli organismi di consultazione istituzionali, dell’associazionismo degli stranieri

3) le categorie a rischio: rifugiati, minori, donne, vittime della tratta, minoranze discriminate (p.e. appartenenti all’etnia Rom)

4) razzismo istituzionale ed esperienze positive di integrazione

5) la situazione degli immigrati irregolari

 

Questi temi sono stati trattati sotto due punti di vista:

1) per quanto un corretto trattamento delle questioni potrà prevenire situazioni di discriminazione razzista

2) per quanto la situazione o le risposte italiane possono essere un esempio positivo per una futura politica e legislazione europea, e quali norme o disfunzioni amministrative in Italia potrebbero essere corrette con una legislazione positiva europea.

 

Il Gruppo ha espresso la convinzione che il fenomeno dei movimenti migratori non può essere gestito efficacemente a livello nazionale. Risposte devono essere date in modo omogeneo per un area geografica più estesa, p.e. in questo caso per i paesi dell’Unione Europea, ma una tale politica europea non dovrà trascurare le situazioni molto diversificate nelle varie regioni del territorio della UE. Nel campo dell’immigrazione esistono notevole differenze, che, almeno all’inizio, dovranno essere considerate. Il Gruppo ha nominato alcune:

1) la situazione delle frontiere: solo pochi paesi membri dell’UE hanno frontiere esterne con accesso facile per flussi migratori. Queste frontiere si trovano quasi tutti nel Sud Europa e sono per la maggior parte frontiere costiere, difficilmente controllabili.

2) Alcuni paesi membri hanno una tradizione di emigrazione, altri una lunga esperienza di immigrazione.

3) Esistono notevoli differenze economiche tra le varie regioni della UE.

4) Finora i vari paesi membri hanno affrontato la questione in modo molto differenziato: la maggior parte dei paesi del Centro e del Nord della UE gestiscono la questione quasi esclusivamente con lo strumento legislativo dell’asilo politico, altri, in particolare i paesi del Sud Europa hanno preferito di darsi in primo luogo una legislazione sull’immigrazione, tenendo conto in particolar modo della migrazione per motivi di lavoro.

Il Gruppo ha individuato alcune situazioni italiane e le propongono come esempi positivi o negativi per una futura legislazione dell’UE.

1) Proposte positive da considerare

a) L'Italia gestisce i flussi migratori in primo luogo con una legge sull’immigrazione, affermando così che i rifugiati politici, essendo solo una piccola parte del grande flusso, hanno bisogno di una tutela particolare e specifica. Tuttavia è necessaria una tutela dei diritti della grande massa dei migranti che lasciano i loro paesi per vari motivi e spesso non avendo altra scelta per sopravvivere.

b) La legge italiana propone una gestione e programmazione dei flussi che deve essere sicuramente migliorata, ma sembra essere uno strumento interessante per governare i movimenti migratori. Il gruppo sottolinea l'utilità di dare corso alla previsione, contenuta nella normativa italiana, di ingressi per ricerca di lavoro sul posto, anche in assenza di sponsorizzazione.

c) La legge offre buoni strumenti per avviare l’immigrato all’integrazione attiva.

2) Situazioni e norme problematiche in Italia che, si spera, possano essere superate con una politica europea positiva in materia:

a) La gestione delle frontiere e le politiche d’ingresso sono problematiche. Particolare preoccupazione destano le norme sui centri di permanenza temporanea.

b) L'Italia non ha ancora una legge sull’asilo e risultano inadeguate le attuali misure di assistenza a beneficio sia dei richiedenti asilo sia dei rifugiati.

c) Gli immigrati hanno pochi diritti di partecipazione politica, in particolare non hanno il diritto di elettorato attivo e passivo nelle elezioni amministrative.

d) Non tutte le categorie a rischio sono sufficientemente tutelate, in particolare manca una buona tutela dei diritti dei nomadi, oggetto di ogni tipo di discriminazione. Lo stesso vale per le persone che appartengono a religioni diverse da quella cattolica, e per questo non sempre pienamente rispettate (Musulmani, Ebrei, ecc.)

e) Particolare preoccupazione desta il fatto che in Italia le leggi sull’immigrazione non sono applicate in modo corretto, completo ed omogeneo. Questo apre la porta a forme di razzismo istituzionale.

f) Il ricongiungimento familiare e il rinnovo delpermesso di soggiorno sono resi difficili dalla previsione di criteri - in relazione alla disponibilita' di alloggio e reddito - il cui soddisfacimento, in molti casi, non dipende dal comportamento dello straniero (si pensi alle situazioni di lavoro nero o di contratti di affitto non registrati).

3) Questione degli immigrati irregolari

Il gruppo ritiene che in nessun paese europeo siano rispettati i diritti fondamentali della persona per gli immigrati irregolari. La questione non è trattato in modo corretto:

a) i diritti fondamentali della persona non sono legati ad un permesso di soggiorno. La legislazione italiana presenta, pero', alcuni aspetti postivi, in materia, in relazione alla tutela del diritto alla salute e del diritto dei minori;

b) l’immigrazione irregolare non si può eliminare con una legislazione restrittiva e norme penali contro i trafficanti e le loro vittime. Una tale politica è miope e controproducente. Nei fatti, incrementa il traffico illegale di esseri umani, che diventa così una delle entrate più interessanti per la criminalità organizzata internazionale.

La questione deve essere affrontata offrendo alle persone che devono o vogliono lasciare il loro paese, significative possibilita' di immigrazione legale o di superamento delle cause per le quali emigrano.