Sergio Briguglio ha fatto parte del gruppo di esponenti
dell'associazionismo a suo tempo chiamati dal Viminale per
definire una "Carta dei diritti" all'interno dei centri.Sei soddisfatto del risultato?
Le nostre proposte di allora sono state pienamente accolte. Da
questo punto di vista giudico il risultato positivo. Credo che
potranno essere evitati i rischi di arbitrarietà e abuso nei
trattenimenti e nelle espulsioni. In particolare mi sembra
fondamentale la possibilità di stipulare convenzioni con le
associazioni. Queste potranno concretamente controllare che non
ne vengano fatti.
Tu non hai mai giudicato un abuso di per sé l'esistenza dei
centri. Perché?
Io penso che molti dei danni che giustamente vengono paventati
possono essere parati con la tutela dei diritti del singolo.
Certo, poi resta il problema di fondo: è giusto che esistano
oppure no posti come questi? E qui si entra nel campo delle
strategie sull'immigrazione: se uno è in grado di dire che
l'immigrazione deve essere libera, allora d'accordissimo: questi
posti non devono esistere. Ma finché l'immigrazione è
regolamentata deve esistere una sanzione, altrimenti la
regolamentazione finisce per non avere alcun senso. Detto questo,
io credo che un modo ci sia per limitare al massimo l'uso dei
centri: e cioé rendere legale ciò che è illegale. Gli
imprenditori chiedono lavoratori: perché costringerli a entrare
clandestinamente invece di fare un nuovo decreto sui flussi?
Torniamo alla "Carta". Credi davvero che possa concretamente
garantire dignità e diritti delle persone detenute?
Io credo che tutto dipenda dalle convenzioni, dal fatto cioé che
queste vengano effettivamente stipulate. E per fare ciò è
necessario che si muovano i prefetti, ma è anche necessario che
si muovano le associazioni fornendo quei servizi - penso
soprattutto a quello legale - previsti nella Carta. Un esempio:
se qualcuno dicesse alla prostituta nigeriana che può avvalersi
del permesso di soggiorno tramite articolo 18, forse le sarebbe
evitata l'espulsione. Se ciò non dovesse avvenire è ovvio che ci
troveremmo punto e a capo.