movimento cattolico internazionale per la pace Via Petronelli, 6

70052 BISCEGLIE BA

Tel. 080/3953507

Fax 080/3953450

E-Mail: pxitalia@tiscalinet.it

c/c postale: 16281503

 

 

 

Comunicato stampa

 

17 settembre 2000

Il Consiglio Nazionale di Pax Christi, riunitosi a Firenze nei giorni 16 e 17 settembre, non ha potuto fare a meno di soffermarsi sulla recente Nota pastorale del card. Biffi e sul dibattito che si è sviluppato sulla stampa.

Sentiamo di esprimere la nostra totale adesione alle affermazioni che evidenziano il primato dell'evangelizzazione. Crediamo anche noi che l'annuncio del Vangelo è il compito primario di ogni cristiano. Lo stesso Maestro inviando i discepoli dice: ".. in qualunque casa entrate prima dite: Pace a questa casa" (Lc 10,5). Ci pare questo il nucleo essenziale dell'annuncio stesso.

Annuncio vuol dire donare la pace e, nella tradizione biblica: soccorrere l'orfano e la vedova oppure, come ricorda il Salmo 114: Il Signore libera i prigionieri, (…) ridona la vista ai ciechi, (…) rialza chi è caduto, (…) ama i giusti, (…) protegge lo straniero, Egli sostiene l'orfano e la vedova". La persona viene guardata con benevolenza da Dio soltanto per la sua condizione di ultimo. La Chiesa è chiamata al medesimo servizio gratuito e fraterno che non fa preferenze di persona se non in base alle necessità e alle urgenze e mai in riferimento alle appartenenze etniche, razziali e tantomeno religiose. La Chiesa in Italia ha già fatto una scelta chiara e definita a riguardo quando ha definito la sua missione pastorale "a partire dagli ultimi".

Gesù stesso indica abbondantemente e con chiarezza la strada dell'essere vicini al lontano e al diverso. La samaritana, la donna cananea, l'adultera, i segni messianici della guarigione di sordi, ciechi e storpi, la parabola del buon samaritano… sono altrettante icone dell'universalità della missione del Cristo. Questo ha scandalizzato il potere religioso e politico di quell'epoca! La croce è stata innalzata per difendersi in modo intransigente e timoroso da Colui che non nasce nella città imperiale e muore fuori dalle mura di Gerusalemme.

E' lo stesso atteggiamento di chi sente la presenza dei lontani e dei diversi come un attacco alla propria sicurezza sociale, economica, culturale… ed ora anche religiosa.

Dovremmo scandalizzarci piuttosto per il fatto che tante sorelle e fratelli scappano da situazioni create dall'economia di ingiustizia di Paesi che pure si dicono immersi in una cultura cristiana. Sono gli stessi Paesi che occupano le prime posizioni nelle statistiche della vendita di armi nelle guerre combattute nei luoghi più poveri della terra.

In conclusione come non ricordare le sofferte parole pronunciate da don Tonino Bello, presidente di Pax Christi, nel dicembre 1992 a Sarajevo - città non cattolica, né santa ma città martire - : "La pace è la convivialità delle differenze".

Questa è la sfida che ci sentiamo di proporre alle chiese e alla società italiane.

 

Il consiglio nazionale di Pax Christi Italia