federazione delle chiese
evangeliche in italia
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Roma, 13 Agosto 2001
Presidente del Consiglio dei Ministri
On.le Silvio BERLUSCONI
Vice Presidente del Consiglio dei Ministri
On.le Gianfranco FINI
Ministro per gli Affari Esteri
Dr. Renato RUGGIERO
Ministro dell’Interno
On.le Claudio SCAJOLA
Ministro della Giustizia
On.le. Roberto CASTELLI
Ministro dell’Economia e Finanza
On.le Giulio TREMONTI
Ministro per le Attività Produttive
On.le Antonio MARZANO
Ministro per l’Istruzione, università e ricerca scientifica
Dott.ssa Letizia MORATTI
Ministro del Lavoro, salute e politiche sociali
On.le Roberto MARONI
Ministro della Difesa
On.le Antonio MARTINO
Ministro per le Politiche agricole e forestali
On.le Giovanni ALEMANNO
Ministro per l’Ambiente e tutela del territorio
On.le Altero MATTEOLI
Ministro per le Infrastrutture e trasporti
Dr. Pietro LUNARDI
Ministro della Sanità
Dr. Girolamo SIRCHIA
Ministro per i Beni culturali
On.le Giuliano URBANI
Ministro per le Comunicazioni
On.le Maurizio GASPARRI
Ministro Per le Politiche Comunitarie
On.le Rocco BUTTIGLIONE
Ministro per le Pari Opportunità
On.le Stefania PRESTIGIACOMO
Ministro per gli Italiani nel Mondo
On.le Mirko TREMAGLIA
Ministro per le Riforme Istituzionali e Devoluzione
On.le Umberto BOSSI
Oggetto: Revisione della legislazione in materia
di immigrazione
Il Servizio Rifugiati e Migranti della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia esprime forte preoccupazione in seguito alle dichiarazioni di esponenti del Governo ed alcune forze politiche in merito alla revisione della legge sull’immigrazione.
Nella scorsa primavera vari organismi, attivi nel campo delle migrazioni e che si riconoscono nel Gruppo di Riflessione[1], consapevoli che la legislazione vigente sull'immigrazione richieda spesso adeguamenti e miglioramenti , hanno fatto precise proposte per migliorare la legge e per affrontare in modo più efficace alcune situazioni problematiche nel settore dell’immigrazione.
Le suddette proposte, appellandosi anche alla normativa europea in fase elaborazione in questo settore, sono state inviate al Governo e a tutte le forze politiche.
Le chiese evangeliche ritengono importante che una revisione delle norme vigenti avvenga nel rispetto di alcune considerazioni di fondo, in parte ispirate da principi di etica e largamente condivise da buona parte della popolazione indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa ed in parte guidate da un'analisi razionale del fenomeno migratorio che tenga conto della sua utilità per la coesione sociale e l’economia nazionale.
Elenchiamo qui di seguito alcuni criteri e principi fondamentali che, riteniamo, debbano essere presi in considerazione al fine di avviare una riflessione costruttiva nel momento della revisione di una legge sull’immigrazione.
A) Criteri di base:
- la difesa dei diritti fondamentali di tutte le persone presenti sul territorio nazionale;
- la responsabilità dei paesi industrializzati negli squilibri economici e sociali e la solidarietà con le popolazioni più svantaggiate;
- il dovere di accoglienza e di protezione delle persone deboli o disagiate;
- il diritto alla coesione familiare;
- la difesa dei diritti dei minori.
B) Criteri di utilità sociale:
- favorire la coesione sociale, vale a dire un giusto equilibrio tra la protezione di persone in grave difficoltà che tentano di integrarsi nel nostro paese e il bisogno di sicurezza e di ordine pubblico di tutti i cittadini;
- valutare un costo per l’integrazione degli immigrati ed eventualmente anche un costo per combattere forme di deviazione sociale che potrebbero nascere da certe forme di traffico di mano d’opera e di sfruttamento delle persone.
C) Criteri economici:
- tenere conto delle esigenze del mercato di lavoro in Italia e nei paesi dai quali proviene il maggior numero di immigrati;
- tenere conto che una politica di programmazione dei flussi più flessibile e di regolarizzazione più aperta dei lavoratori stranieri in Italia favorisce la crescita dell’economia nazionale e viene incontro alle esigenze di bilancio dello Stato, per esempio facendo fronte ai costi del sistema pensionistico;
- evitare l'inasprimento di misure di controllo alle frontiere, di espulsione, respingimento o altre forme di rimpatrio che comportano, tra le altre cose, costi e finanziamenti molto alti.
In conclusione, riteniamo che proposte che criminalizzano la necessità di fuggire dalla miseria e/o da situazioni di violenza o che considerano lo straniero soltanto come forza lavoro non tengono conto né di principi etici fondamentali, né di criteri obiettivi per una buona politica migratoria.
Le Chiese Evangeliche ribadiscono, inoltre, i principi contenuti nel “Messaggio Ecumenico" elaborato alcuni anni fa dal Gruppo di Riflessione ( in allegato).
Riteniamo, comunque, un segnale positivo che il Governo abbia deciso di rimandare la discussione e di coinvolgere nel processo decisionale anche tutte le forze sociali ed in particolare l'associazionismo che da anni si occupa della questione a tutti i livelli.
Confidando in un'attenta considerazione da parte Sua di quanto segnalato, porgiamo
Cordiali saluti
Roma, 13 agosto 2001 Dr. Annemarie Dupré
Responsabile Servizio Rifugiati e Migranti /FCEI
[1] Gruppo di Riflessione: ACLI, ACSE (Comboniani), ADRA (Avventisti), Caritas, CSER (Scalabriniani), Comunità di S. Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Jesuit Refugee Service, Gruppo Martin Buber, Migrantes (CEI)