Appendice 3: Elementi conoscitivi di supporto alla definizione
dei flussi di ingresso nel territorio italiano, 2001-2003
·
La struttura della componente lavorativa
dei lavoratori immigrati (ISFOL)
·
Studi sui
fabbisogni occupazionali
o I dati dello studio Excelsior-Unioncamere
o Lo studio job vacancies in Italia: i dati Isfol-Csa
o La domanda di figure professionali nel settore
ITC secondo l’indagine Assinform
Il rapporto ONU sul calo demografico in
Italia e nei paesi sviluppati
Il progressivo invecchiamento della
popolazione Italiana, del resto comune al
complesso delle nazioni europee, offre un ulteriore elemento di
riflessione in merito alla potenzialità di accoglienza di lavoratori
immigrati dall’estero. Una recente ricerca delle Nazioni Unite aveva come oggetto lo studio della
possibilità di frenare l’invecchiamento demografico attraverso
l’afflusso di immigrati da paesi terzi. Dalle proiezioni pubblicate,
l’Italia risulta essere uno dei paesi con il più forte declino
demografico (nel 2050 la popolazione diminuirà del 28%), superato
soltanto dall’Estonia e dalla Bulgaria.
Calo demografico e fabbisogno di immigrati al 2050
secondo l'ONU |
|
|
|
||||
|
|
|
|
Numero totale di immigrati necessari per: |
Incremento annuo del numero di immigrati necessario
per |
||
|
Tasso di fertilità 1995-2000 (figli per
donna) |
Popolazione totale nel 2000, in migliaia |
Popolazione stimata nel 2050 senza immigrazione, in
migliaia |
Mantenere costante la popolazione totale del 2000 |
Mantenere costante la popolazione tra i 15 ed i 64
anni |
Mantenere costante la popolazione totale del 2000 |
Mantenere costante la popolazione tra i 15 ed i 64
anni |
USA |
1,99 |
274335 |
290643 |
6384 |
17967 |
116 |
327 |
UE |
1,44 |
37244 |
310839 |
47456 |
79605 |
863 |
1447 |
Germania |
1,30 |
80985 |
58812 |
17838 |
25209 |
324 |
458 |
Francia |
1,71 |
58879 |
59357 |
1473 |
5459 |
27 |
99 |
Gran Bretagna |
1,72 |
58600 |
55594 |
2634 |
6247 |
48 |
114 |
Italia |
1,20 |
56950 |
40722 |
12944 |
19610 |
235 |
357 |
Population Division, Department of Economic and Social Affairs, United Nations Secretariat, Replacement
Migration: is it a Solution to Declining and Ageing Populations? New York (NY),
21 march 2000 |
Il dato ancor più preoccupante
riguarda la percentuale di popolazione con più di 65 anni che, dal 18%
del 2000, crescerà fino al 35% nel 2050. Inoltre, ipotizzando una
politica immigratoria di totale chiusura, l’Italia si troverebbe con un
tasso di dipendenza (rapporto tra le persone con età compresa tra i 15 e
i 65 anni e le persone con più di 65 anni) in pericoloso declino. Discorso analogo si può fare
per la popolazione nel suo complesso e per la popolazione in fascia di
età compresa tra i 25 e i 65 anni. Del resto, anche ipotizzando una
forte crescita del tasso di natalità interno, non si avrebbero
sostanziali differenze nei risultati appena esposti, dato che i bambini nati
non entrerebbero nella forza lavoro che tra il 2020 e il 2025.
E’ chiaro che le decisioni in merito
alla quantificazione dei flussi non possono ridursi ad un mero computo
matematico. Non è del resto pensabile di poter sostenere nel prossimo
cinquantennio un flusso di immigrati sufficiente ad annullare il calo
demografico. Il dato, quindi, assume più un aspetto provocatorio che di
reale fabbisogno, ma rimane un indicatore essenziale all’interno di una
logica previsionale nella politica migratoria nel suo insieme.
Ulteriori previsioni sull’andamento
della popolazione italiana di età compresa tra i 20 e i 39 anni, fornite
dal prof. Golini, indicano un forte calo sull’insieme del territorio
nazionale, ma di entità molto maggiore nel centro-nord. Parallelamente,
le previsioni sull’evoluzione demografica del resto del mondo confermano
l’esistenza di attese di forti aumenti della popolazione, potenzialmente
fonte di emigrazione. Questi flussi proverranno meno dall’Europa
orientale, caratterizzata anch’essa, come l’Europa occidentale, da
un calo ed un invecchiamento della popolazione, quanto piuttosto dall’Asia
e dall’Africa, con evoluzioni molto differenziate per paese.
Nell’Africa Sub-Sahariana è atteso un aumento della popolazione
del 100%, contro il 44% nel Nord Africa ed l’11% in Turchia.
Popolazione di
età 20-39 anni al 2000 e proiettata al 2019 per alcune aree di origine
delle migrazioni
Ripartizione |
1999 |
2019 |
Variazione assoluta |
Variazione percentuale |
Europa orientale (1)
|
96 843 |
86 932 |
-9 911 |
-10.2 |
Asia occidentale (2) |
58 899 |
84 388 |
25 489 |
43,3 |
- Iraq |
6 846 |
11 822 |
4 976 |
72,7 |
- Turchia |
23 041 |
25 589 |
2 548 |
11,1 |
Nord Africa (3) |
54 224 |
78 338 |
24 114 |
44,5 |
- Egitto |
20 694 |
31 091 |
10 397 |
50,2 |
Africa Sub-Sahariana (4) |
155 546 |
283 190 |
127 644 |
82,1 |
- Etiopia |
16 787 |
31 144 |
14 357 |
85,5 |
- Somalia |
2 651 |
5 342 |
2 691 |
101,5 |
- Africa centrale (5) |
24 859 |
49 879 |
25 020 |
100,6 |
- Rep. Dem. Del Congo |
13 118 |
27 832 |
14 714 |
112,2 |
- Africa occidentale (6) |
61 952 |
109 726 |
47 774 |
77,1 |
- Nigeria |
31
808 |
53
742 |
21
934 |
69,0 |
Notes: (1) Eastern
Europe: Belarus, Bulgaria, Czech Republic, Hungary, Poland, Rep. of Moldova,
Romania, Russian Federation, Slovakia, Ukraine. (2) Western Asia: Armenia,
Azerbaijan, Bahrein, Cyprus, Gaza Strip, Georgia, Iraq, Israel, Jordan, Kuwait,
Lebanon, Oman, Qatar, Saudi Arabia, Syrian Arab Republic, Turkey, United Arab
Emirates. (3) Northern Africa: Algeria, Egypt, Lybian Arab Jamahiriya, Morocco,
Sudan, Tunisia, Western Sahara. (4) Eastern Africa: Burundi, Comoros, Djibuti, Eritrea, Ethiopia, Kenya,
Madagascar, Malawi, Mauritius, Mozambique, Reunion, Rwanda, Somalia, Uganda,
United Republica of Tanzania, Zambia, Zimbabwe. (5) Middle Africa: Angola, Cameroon, Central African Rep.,
Chad, Congo, Democratic Rep. of the Congo, Equatorial Guinea, Gabon. (6) Western Africa: Benin, Burkina Faso, Cape
Verde, Cote d’Ivoire, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea Bisseau, Liberia,
Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Togo. Source: calculi del prof. Golini sulla base delle
Proiezioni ONU (the 1998 revision, medium fertility variant)
Ripartizione |
1999 |
2019 |
Variazione assoluta |
Variazione percentuale |
Italia Nord Occident. |
4578,8 |
2531,4 |
-2047,4 |
-44,7 |
Italia Nord Orientale |
3231,6 |
1771,8 |
-1459,8 |
-45,2 |
Italia Settentrionale |
7810,4 |
4303,2 |
-3507,2 |
-44,9 |
Italia Centrale |
3301,6 |
1974,4 |
-1327,2 |
-40,2 |
Italia Meridionale |
4414,1 |
3521,2 |
-892,9 |
-20,2 |
Italia Insulare |
2070,9 |
1625 |
-445,9 |
-21,5 |
Centro-Nord |
11112 |
6278,3 |
-4833,7 |
-43,5 |
Mezzogiorno |
6485 |
5146,2 |
-1338,8 |
-20,6 |
Italia
|
17597,1 |
11424,5 |
-6172,6 |
-35,1 |
Proiezioni con
mortalità leggermente decrescente e migrazioni nulle; le ipotesi sulla
fecondità non influenzano la classe di età considerata
Fonte: proiezioni
inedite di A. Golini e A. De Simon
Immigrazione
di ritorno dall’America latina
E'
stato registrato particolarmente da alcune nostre Ambasciate in Paesi
dell'America Latina (Argentina, Brasile) un crescente interesse da parte di
cittadini di origine italiana a trasferirsi in Italia motivato dalla elevata
disoccupazione e dalla crisi economica che caratterizzano questi Paesi e che
spingono molte persone ad individuare strade e sbocchi alternativi che
contemplano anche l'ipotesi di cercare lavoro in Europa. Le informazioni
fornite dagli organi di stampa nazionali e locali delle carenze in alcuni
settori del mercato del lavoro e sulle opportunità di inserimento che si
prospetterebbero, accrescono tale interesse.
Si tratta per lo più di
cittadini di origine italiana che hanno acquisito per naturalizzazione la
cittadinanza del paese ospitante ma che possono ottenere, e in molti casi hanno
già ottenuta, la ricostruzione della cittadinanza italiana. Sono quindi
nella maggior parte in possesso della doppia cittadinanza e sono attratti
appunto dalle nuove possibilità che il mercato del lavoro nazionale e di
altri Paesi dell'UE sembra poter offrire. Naturalmente essi si avvarrebbero
della cittadinanza italiana che consente la piena libertà di
circolazione in ambito UE.
Difficile al momento fare delle
stime circa la reale entità del fenomeno; forse qualche migliaio dall'Argentina.
Per quanto riguarda il Brasile si registrano casi di persone di origine
italiana per le quali il riacquisto della cittadinanza appare tuttavia
impedito, che desidererebbero comunque rafforzare i rapporti con l'Italia,
anche attraverso trasferimenti temporanei per motivi di lavoro, o attraverso
più intensi scambi di studio o di carattere culturale. Appare difficile
anche in questo caso stimare l'entità della richiesta.
Le
difficoltà nella rilevazione delle vacancies (fabbisogno lavorativo)
E’ possibile individuare due
tipologie base di fabbisogno lavorativo: riferite rispettivamente alle
professioni che la forza lavoro locale non vuole ricoprire e alle
professionalità che, invece, non sono reperibili all’interno
dell’offerta di lavoro degli italiani. La suddivisione non rappresenta
una ripartizione meramente formale, ma individua due categorie che, nei
processi di incontro tra domanda ed offerta di lavoro, seguono percorsi e
presentano problematicità spesso non coincidenti
In gran parte dei casi, infatti, le
posizioni lavorative rese vacanti da una carenza di offerta di lavoro locale si
caratterizzano per una bassa specializzazione professionale, per una tipologia
di lavoro che spesso è considerata scarsamente qualificante dagli
italiani e per bassi livelli di remunerazione. D’altro canto, le
vacancies riguardanti le figure professionali presenti in maniera insufficiente
tra la forza lavoro locale sono caratterizzate principalmente da un elevato
livello di qualificazione e professionalità e da alte remunerazioni.
Inoltre, la differente tipologia occupazionale comporta una diseguale
capacità di emersione delle vacancies. La maggior parte delle ricerche
che forniscono informazioni su come avviene il match imprese e lavoratori,
evidenziano come esista una relazione negativa tra lo status delle posizioni
lavorative e l’utilizzo, per la selezione dei lavoratori, di canali
informali. Appare verosimile, difatti, che gli imprenditori cerchino attraverso
contatti personali quelle competenze non osservabili “direttamente”
o non desumibili da un curriculum, quali le capacità a lavorare in
gruppo, la motivazione o
l’affidabilità, sottolineando che, più il
“submercato” professionale è piccolo e specifico, tanto
più frequente è il ricorso a metodi formali nella ricerca
dell’offerta di lavoro.
Una relazione analoga alla precedente
può essere individuata tra
dimensioni aziendali e i canali di reclutamento. È più
probabile, infatti che la piccola impresa tenda a non far ricorso ai canali
formali, per l’esiguità dei posti offerti e per la predilezione
degli aspetti positivi connessi all’utilizzo dei “reticoli
sociali”. La grande impresa, al contrario, potrebbe conoscere già
in anticipo il proprio turnover medio, riuscendo anche a monitorare il proprio
fabbisogno professionale in maniera più sistematica.
Sembrerebbe, quindi, che il mercato sia in
grado di esplicitare con più facilità i bisogni relativi alle tipologie professionali
di medio, alto livello piuttosto che quelli riguardanti profili di livello
più basso, e questo principalmente per due ragioni: la prima risiede nel
differente grado di sostituibilità tra la tipologia di
professionalità richiesta. È infatti evidente che qualifiche
altamente specializzate rendano pressoché vincolata la scelta
dell’impresa e, conseguentemente, elevato l’investimento degli
imprenditori nella ricerca di quella particolare tipologia di lavoratore, in
ragione anche dell’alto valore aggiunto apportato della figura
professionale stessa. Diverso è il caso di professionalità
scarsamente qualificate che, presentando spesso una grado di
sostituibilità maggiore e un livello di produttività minore delle
precedenti, rendono meno evidente la difficoltà di copertura del
fabbisogno.
Mobilità interna
Un ulteriore elemento di distinzione
risiede nella differente propensione alla mobilità che caratterizzata le
due tipologie di lavoratori individuati. I diversi livelli di remunerazione, di
qualità del lavoro e di prestigio sociale offerti che li caratterizzano,
determinano incentivi alla mobilità molto diversi.
I ben noti differenziali nei tassi di
disoccupazione tra Nord e Centro-Sud Italia sono in parte spiegabili proprio da
un da una bassa propensione alla mobilità interna della forza lavoro di
professionalità medio basse. É però chiaro che
quest’ultima è a sua volta condizionata da un rapporto
costi-benefici, che è alla base delle scelte individuali del lavoratore.
Nel computo di tale scelta vengono inseriti una serie di indicatori, sia
monetizzabili che non monetizzabili, quali i costi di trasferimento, di
alloggio, la perdita dei benefici economico-sociali derivanti
dall’abbandono della propria famiglia di origine e, non da ultimo, la
qualità e la qualificazione del lavoro offerto. Ovviamente tale scelta
è alla base anche della mobilità dei lavoratori stranieri (si
prescinde qui dai fenomeni immigratori dipendenti da situazioni
politico-sociali insostenibili) che, però, utilizzano parametri
intuitivamente ben diversi da quelli dei lavoratori nazionali, e che presentano
quindi un livello di elasticità tra remunerazione e tasso di
mobilità più alto di questi ultimi. Poter scindere tra le differenti componenti che intervengono
nella valutazione dei costi e dei benefici è un aspetto di grande
rilevanza nello studio dei fenomeni in questione e, al contempo, presenta un
elevato livello di difficoltà. É molto complicato, infatti, poter
stabilire con assoluta certezza se un posto di lavoro occupato da un soggetto
immigrato sarebbe potuto essere ricoperto da un lavoratore italiano con un adeguato
intervento do sostegno alla mobilità.
Affianco all’esigenza di
quantificare il fabbisogno interno, quindi, emerge quella di rendere
maggiormente “fluido” ed efficiente il sistema di incontro tra la
domanda e l’offerta di lavoro presente sul territorio, al fine di verificare,
con una certa sistematicità, quali e quante delle posizioni lavorative
disponibili non possano essere ricoperte dai lavoratori già presenti in
Italia. Di particolare rilevanza appare lo sviluppo del SIL (sistema
informativo lavoro), affinché si giunga in tempi rapidi alla progressiva
integrazione dei mercati del lavoro regionali, attraverso il collegamento i
rete dei diversi Centri per Impiego presenti sul territorio, al fine di
ottenere tanto una rilevazione puntuale delle richieste di lavoro delle imprese
quanto la verifica della capacità di risposta dell’offerta
interna.
Congiuntamente al sistema di incontro tra
domanda e offerta interna, è necessario sviluppare un altrettanto
efficiente meccanismo che faciliti la selezione dei lavoratori stranieri
residenti all’estero. Il decreto legislativo 286/98, “Testo Unico
delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme
sulla condizione dello straniero”, prevede l’istituzione di
un’anagrafe informatizzata dei lavoratori stranieri e già avviata
dal Ministero del lavoro.
La struttura della componente
lavorativa dei lavoratori immigrati
Un quadro complessivo abbastanza
indicativo – per quanto incompleto-
della situazione dei lavoratori stranieri regolari presenti in Italia
è possibile desumerlo dai dati del Ministero del Lavoro, ed in
particolare da quelli riguardanti gli iscritti alle liste di collocamento e gli
avviati al lavoro. La lettura dei dati, in realtà, presenta non poche
difficoltà, sia perché le amministrazioni rilevano il numero
delle iscrizioni e degli avviamenti al lavoro e non già gli individui
iscritti o avviati, sia perché il numero di persone iscritte al
collocamento corrisponde solo in parte a quelle realmente in cerca di
occupazione. Tale imprecisione nasce, notoriamente, da due ordini di ragioni:
persone che si iscrivono nelle liste pur non essendo in cerca di lavoro e
persone che, svolgendo attività irregolari, continuano ad essere
iscritte agli uffici del collocamento locale. Non è possibile quindi,
costruire un tassi di disoccupazione realmente significativo attraverso
l’utilizzo i dati provenienti dal collocamento. Le rilevazioni del
Ministero del Lavoro presentano, comunque un elevato grado di interesse in
merito alle informazioni riguardanti la struttura e le dinamiche interne alla
popolazione lavorativa extracomunitaria
|
1992 |
1993 |
1994 |
1995 |
1996 |
1997 |
1998 |
1999 (*) |
|||||||
Iscritti |
72.347 |
76.291 |
86.879 |
98.421 |
146.912 |
179.696 |
205.593 |
204.573 |
|||||||
Variazioni |
|
5,5% |
13,9% |
13,3% |
49,3% |
22,3% |
14,4% |
-0,5% |
|||||||
Distribuzione territoriale |
|||||||||||||||
Nord |
45,9% |
56,0% |
54,2% |
51,0% |
53,4% |
46,2% |
45,8% |
50,6% |
|||||||
Di
cui |
|
|
|
|
|
|
|
|
|||||||
Nord
Est |
27% |
31% |
33% |
30% |
34% |
28% |
26% |
29% |
|||||||
Nord
Ovest |
19% |
25% |
22% |
21% |
19% |
19% |
20% |
21% |
|||||||
Centro |
27% |
19% |
24% |
27% |
26% |
29% |
29% |
26% |
|||||||
Sud e isole |
27% |
25% |
22% |
22% |
21% |
24% |
25% |
24% |
|||||||
Totale Italia |
100% |
100% |
100% |
100% |
100% |
100% |
100% |
100% |
|||||||
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Ministero del
Lavoro. (*) Medie trimestri 1999.
Nel 1999 la media degli stranieri
extracomunitari iscritti alle liste di collocamento era pari a 204.573
individui, con una leggera flessione rispetto agli iscritti al 31 dicembre del
1999. Risulta rafforzata, invece,
la percentuale di lavoratori iscritta nel Nord Italia, che si attesta al 50, 6%
del totale, confermando una tendenza ormai consolidata da tempo.
La capacità di attrazione della
manodopera immigrata da parte delle regioni con le opportunità
lavorative più numerose è, infatti, un fenomeno ampiamente
consolidato. L’elevata concentrazione di lavoratori stranieri nelle zone
del paese economicamente più dinamiche trova una risposta solo parziale
nell’elevato tasso di mobilità interno della comunità
immigrata. Infatti, appare evidente la relazione inversa tra i tassi di
disoccupazione e la distribuzione dei permessi per area geografica.
Tassi di disoccupazione e distribuzione permessi di lavoro
per area (anni 1993-1998)
Anni |
Nord Est |
Nord Ovest |
Centro |
Sud e isole |
|||||||
Tasso dis. |
% permessi |
Tasso dis. |
% permessi |
Tasso dis. |
% permessi |
Tasso dis. |
% permessi |
||||
1993 |
6,6 |
23,2% |
5,6 |
30,8% |
8,5 |
30,5% |
17,1 |
15,5% |
|||
1994 |
7,3 |
23,6% |
6,0 |
31,7% |
9,4 |
29,8% |
18,7 |
14,9% |
|||
1995 |
7,2 |
23,8% |
5,7 |
31,8% |
10,0 |
30,0% |
20,4 |
14,5% |
|||
1996 |
7,2 |
21,0% |
5,4 |
31,9% |
9,9 |
29,4% |
20,8 |
17,7% |
|||
1997 |
7,0 |
21,6% |
5,4 |
33,0% |
9,8 |
28,7% |
21,3 |
16,7% |
|||
1998 |
6,8 |
23,2% |
5,1 |
33,1% |
9,5 |
28,7% |
21,9 |
15,0% |
|||
Fonte:
elaborazioni Isfol su dati Ministero del Lavoro e Istat.
Per quanto il dato fornisca solo una
parziale visione del fenomeno, sembra confermata la necessità, da parte
dei datori di lavoro delle aree a maggior livello occupazionale, di cercare
manodopera al di fuori dei confini nazionali.
Distribuzione per area geografica degli iscritti e degli
avviati per anzianità di iscrizione (medie 1999)
Area |
Fino a 3 mesi |
Da 3 mesi ad un anno |
Oltre 1 anno |
Totali |
|||
Iscritti |
Avviati |
Iscritti |
Avviati |
Iscritti |
Avviati |
Avviati su tot. Naz. |
|
Nord Ovest |
29,7% |
60% |
39,5% |
18% |
30,7% |
22% |
30% |
Nord Est |
30,6% |
61% |
37,3% |
17% |
32,1% |
22% |
39% |
Centro |
18,8% |
50% |
35,9% |
23% |
45,3% |
26% |
18% |
Sud
e isole |
18,0% |
36% |
29,5% |
30% |
52,5% |
34% |
12% |
Italia |
24,3% |
55% |
35,8% |
20% |
39,9% |
25% |
|
Fonte:
elaborazioni Isfol su dati Ministero del Lavoro.
L’elevata richiesta di lavoratori
stranieri da parte delle imprese del Nord Italia è comprovata
dall’elevato tasso di avviamenti effettuati nel corso dell’anno.
Soltanto il 30% di questi, infatti, riguarda il Centro Sud della penisola,
percentuale ampiamente superata dal solo Nord Est. Del resto appaiono evidenti
anche le differenze nei tempi necessari all’accesso al lavoro: la
percentuale degli avvii di persone iscritte al collocamento da più di un
anno, infatti, aumenta via via che si passa alle aree del Centro e del Sud
Italia, mentre ben oltre la metà degli avviati del Nord è
iscritta alle liste da meno di tre mesi.
Dall’esame delle tavole del
Ministero del Lavoro sembra consolidarsi la tendenza ad una ricerca di
manodopera maggiormente qualificata, soprattutto nell’ambito del settore
industriale (circa il 40% del totale degli avviamenti dell’anno avvengono
nelle industrie del Nord). Mentre il Mezzogiorno e il Sud Italia sembrano
interessati soprattutto a manodopera scarsamente specializzata, nel
Settentrione si consolidano le assunzioni per operai specializzati e
qualificati, che raggiungono complessivamente il 22,5% nel Nord Ovest e quasi
il 30% nel Nord Est. Rimane comunque alta la quota di operai generici che, da
soli, rappresentano oltre il 76% del totale degli avviamenti, come del resto
è molto elevata la percentuale di assunzioni di lavoratori privi di
titolo di studio (91% del totale).
Cittadini
extracomunitari avviati per qualifica, media 1999
Area |
Operai generici |
Operai qualificati |
Operai specializzati |
Impiegati |
Avviati totali |
|||||
Totale |
% per area |
Totale |
% per area |
Totale |
% per area |
Totale |
% per area |
Totale |
% per area |
|
Nord Ovest |
11.220 |
74,9% |
2.559 |
17,1% |
767 |
5,1% |
428 |
2,9% |
14.974 |
100% |
Nord Est |
14.981 |
70,9% |
5.110 |
24,2% |
591 |
2,8% |
449 |
2,1% |
21.130 |
100% |
Centro |
7.594 |
80,3% |
1.575 |
16,7% |
163 |
1,7% |
123 |
1,3% |
9.454 |
100% |
Sud
e isole |
5.678 |
90,6% |
461 |
7,4% |
46 |
0,7% |
84 |
1,3% |
6.268 |
100% |
Italia |
39.472 |
76,2% |
9.704 |
18,7% |
1.566 |
3,0% |
1.083 |
2,1% |
51.825 |
100% |
Fonte:
elaborazione Isfol su dati Ministero del Lavoro.
L’alta percentuale di assunzioni per
via nominativa o diretta (circa il 99% del totale) sembra indicare come, nella
selezione dei lavoratori stranieri, l’aspetto più rilevante sia
rappresentato dalle referenze derivanti da una precedente attività
lavorativa, piuttosto che dalla qualifica risultante dai titoli di studio.
Cittadini extracomunitari
iscritti al collocamento per tipo di iscrizione (media 1999)
Area |
Classe -1/A |
Classe -1/B |
Tot. Classi |
|||
v.a. |
% per area |
v.a. |
% per area |
v.a. |
% per area |
|
Nord
Ovest |
24.653 |
41% |
35.109 |
59% |
59.761 |
100% |
Nord Est |
27.381 |
63% |
16.416 |
37% |
43.797 |
100% |
Centro |
32.160 |
61% |
20.496 |
39% |
52.656 |
100% |
Sud
e isole |
28.140 |
58% |
20.219 |
42% |
48.359 |
100% |
Italia
|
112.333 |
55% |
92.240 |
45% |
204.573 |
100% |
Classe -1/A=In cerca di prima occupazione.
Classe
-1/B=Con precedenti lavorativi.
Fonte:
elaborazione Isfol su dati Ministero del Lavoro.
Rimane comunque alta la percentuale di
extracomunitari poco o per nulla qualificati iscritti al collocamento; sul
totale degli iscritti, infatti, bel l’84% è rappresentato da
operai generici e soltanto il 2,7% da operai specializzati, ad ulteriore
testimonianza dell’elevato grado di assorbimento di questa seconda
tipologia di figure da parte del sistema produttivo nazionale.
Studi sui fabbisogni occupazionali
I
dati dello studio Excelsior-Unioncamere
Nella definizione del fabbisogno
occupazionale del sistema produttivo interno, di particolare interesse appaiono
le informazioni ottenibili dalla banca dati “Excelsior”.
Quest’ultima è un sistema informativo delle camere di commercio,
sotto il coordinamento di “Unioncamere”, che oltre a rilevare la
domanda di lavoro espressa dalle imprese italiane, rende particolarmente
evidente l’interesse mostrato dagli imprenditori verso la manodopera
straniera. Lo studio, infatti, non
solo rileva le figure professionali maggiormente richieste sul territorio
nazionale, ma anche l’intenzione da parte degli imprenditori nazionali di
assumere personale extracomunitario. Delle circa 200 mila assunzioni previste
nel biennio 1999-2000, ben il 67% è richiesto dalle imprese del Nord
Italia che copre quasi il 40% del totale nazionale.
Assunzioni
previste nel biennio 1999-2000 per nazionalità e area geografica |
|||||
Aree |
Assunzioni extracomunitari 1999-2000 |
Assunzioni al netto dei lavoratori extracomunitari |
|||
(v.a.) |
% |
(v.a.) |
% |
||
Nord Ovest |
56.871 |
28,4% |
216.461 |
35% |
|
Nord Est |
77.947 |
38,9% |
146.015 |
24% |
|
Sud
e Isole |
32.642 |
16,3% |
116.733 |
19% |
|
Centro |
33.129 |
16,5% |
138.318 |
22% |
|
Totale
Italia |
200.589 |
100,0% |
617.527 |
100% |
|
Fonte: Elaborazione Isfol su dati Unioncamere - Ministero
del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 1999 |
Le percentuali, come illustrato in
tabella, coincidono solo in parte con la distribuzione delle assunzioni
previste per lavoratori italiani, dato che potrebbe indicare una relativa
carenza di offerta di lavoro locale.
Un’ulteriore informazione sul
rapporto tra le assunzioni dei lavoratori italiani e dei lavoratori stranieri
può essere dedotta dal quadro delle assunzioni previste per gruppi
professionali e professioni. Infatti, la percentuale di assunzioni previste di
lavoratori stranieri rispetto ai nazionali diventa progressivamente minore al
crescere della qualifica richiesta. In particolare, se si considerano le
assunzioni per personale non qualificato, la quota che potrebbe essere coperta
dagli stranieri raggiunge, rispetto al totale, il 51,2%, dato che può
essere preso a parziale conferma del progressivo abbandono da parte degli italiani
degli impieghi più pesanti e a bassa remunerazione.
Assunzioni
previste nel biennio 1999-2000 di personale proveniente da paesi
extracomunitari, per grandi gruppi professionali e professioni
Professioni |
Assunzioni extracomunitari
1999-2000 |
di cui: (valori %) |
||||
|
(v.a.) |
% |
% su tot. |
Con necessità di
formazione |
Con meno di 25 anni |
Senza esperienza |
Professioni
intellettuali, scientifiche e di elevata specializz. |
1.563 |
0,78% |
4,5 |
57,3 |
14,3 |
37,9 |
Professioni
intermedie (tecnici) |
5.676 |
2,83% |
4,7 |
52,1 |
22,3 |
44,5 |
Professioni
esecutive relative all'amministrazione e gestione |
6.318 |
3,15% |
7,2 |
35,9 |
39,8 |
62,1 |
Professioni
relative alle vendite e ai servizi per le famiglie |
52.050 |
25,95% |
30,1 |
42,3 |
26,8 |
59,7 |
Operai
specializzati |
53.703 |
26,77% |
29,5 |
27,6 |
30,4 |
38,4 |
Conduttori di impianti, operatori di macchinari fissi
e mobili operai di montaggio industriale |
43.524 |
21,70% |
30,9 |
43,1 |
33,8 |
56,5 |
Personale
non qualificato |
37.749 |
18,82% |
51,2 |
25,9 |
32,6 |
67,8 |
Totale |
200.589 |
100,00% |
24,5 |
35,6 |
30,6 |
54,3 |
Fonte: Elaborazioni Isfol su dati Unioncamere - Ministero
del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 1999 |
Contemporaneamente viene evidenziata
l’esigenza di ricorrere a manodopera straniera anche per alcune tipologie
professionali che necessitano di una maggiore qualificazione ed esperienza. La
richiesta di operai specializzati, ad esempio, rappresenta quasi il 27% delle
assunzioni previste e, dopo quella relativa alle professionalità
intellettuali, è quella in cui pesa maggiormente la necessità di
una precedente esperienza lavorativa
Inoltre, più della metà
della manodopera è assorbita dal comparto industriale, ovvero quello
meno dinamico dal punto di vista della crescita della domanda di lavoro. Non si
può, quindi, non porsi il problema di un possibile esubero delle nuove
forze di lavoro immigrate, nel caso di periodi congiunturali negativi
prolungati..
Pur non fornendo informazioni specifiche
sulla richiesta di lavoratori extracomunitari, di particolare interesse sono,
infine, le informazioni relative alle assunzioni stagionali, che individuano i settori che maggiormente
ricorrono a questa tipologia contrattuale.
Dipendenti con contratto stagionale previsti nel 1998 e nel 1999,
per grandi gruppi professionali e professioni |
|||
|
Assunzioni
stagionali previste nel 1998 (v.a.) |
Assunzioni stagionali
previste nel 1999 (v.a.) |
N. stagionali per
100 assunzioni di "non stagionali" nel 1999 |
Dirigenti e
direttori |
375 |
411 |
11,2 |
Professioni
intellettuali, scientifiche e di elevata specializz. |
8.335 |
9.642 |
36,5 |
Professioni
intermedie (tecnici) |
31.314 |
27.085 |
29,4 |
Professioni
esecutive relative all'amministrazione e gestione |
37.062 |
34.273 |
50,2 |
Professioni
relative alle vendite e ai servizi per le famiglie |
160.939 |
177.970 |
139,6 |
Operai
specializzati |
48.340 |
45.531 |
32,1 |
Conduttori di
impianti, operatori di macchinari fissi e mobili, operai di montaggio
industriale |
83.867 |
78.782 |
72,4 |
Personale non
qualificato |
45.375 |
51.123 |
89,5 |
Totale |
415.607 |
424.817 |
67,9 |
Fonte: Unioncamere
– Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 1998 e 1999 |
Lo studio job vacancies in Italia: i dati Isfol-Csa
L’Isfol e il Centro statistica aziendale (Csa) rilevano,
periodicamente e “in tempo reale”, le offerte di lavoro “a modulo” pubblicate sui
maggiori quotidiani e utilizzate dalle aziende italiane ed estere per la ricerca
di personale. Negli ultimi anni, l’impiego delle offerte di lavoro a
mezzo stampa è divenuto uno strumento sempre più importante nella
job search, nonostante il costo
relativamente elevato per le aziende che vi fanno ricorso. In effetti, dato il
costo del mezzo impiegato, le inserzioni pubblicate vengono prevalentemente
utilizzate dalle aziende per il reperimento di personale qualificato. Tale
attività è assimilabile ad un vero e proprio investimento in
capitale umano, che le imprese sono disposte a fare, probabilmente, in presenza
di buone prospettive per il futuro. Le inserzioni potrebbero quindi costituire,
in primo luogo, uno strumento assai utile per conoscere e valutare le vicende
economiche italiane, quali indicatori congiunturali del ciclo economico
generale e delle tendenze del mercato del lavoro. In secondo luogo, le
modalità con cui sono effettuate le rilevazioni permettono, sia di
valutare i fenomeni nel complesso, sia di effettuare analisi disaggregate che
possono essere ulteriormente approfondite e dettagliate per area geografica,
per settore di attività economica, per requisiti richiesti ai potenziali
collaboratori, ecc.. Infine, dal momento che le rilevazioni vengono effettuate
periodicamente, i dati possono essere confrontati nel tempo, consentendo di
effettuare comparazioni e costruire serie storiche. I quotidiani inclusi nella
rilevazione corrente sono 24, tra i quali sono compresi tutti i quotidiani a
maggior tiratura nazionale.
Procedendo ad
una ripartizione delle inserzioni a modulo secondo classificazione Istat 1991,
che si basa sulla Isco-88 , riportate nelle tabelle allegate al documento, si
possono fare le seguenti considerazioni:
In termini
assoluti le professioni maggiormente richieste sono quelle degli esperti
amministrativi, esperti in
problemi finanziari, specialisti nei rapporti con i mercati, esperti
delle pubbliche relazioni, esperti di scienze giuridiche, specialisti in
scienze sociologiche, psicologiche, sociali, scrittori, linguisti, interpreti,
(inserite nel gruppo degli specialisti in scienze dell’uomo) nel 1999
sono 10.813, erano 3389 nel 1993, e
l’indice rilevato da un anno all’altro è in costante
aumento: dal 1996 al 1999 +22, +4, +17, +34.
Le inserzioni per personale non qualificato
rappresentano il 12,4% del totale, nel 1999, nel 1993 erano il 13,5%, e toccano
la percentuale massima nel 1995 con il 20%. Le professioni più
rappresentative in questo gruppo appaiono quelle relative al personale non
qualificato relativo all’amministrazione, gestione e magazzinaggio, le inserzioni
per questo gruppo erano 10.874 nel 1999, mentre negli anni precedenti sembrano
poco rilevanti, in termini assoluti non superano le 170, gli indici risultano
negativi nel 1996 (-49) e nel 1997 (-15).
Più
costante la presenza delle professioni inerenti il personale non qualificato
relativo alle vendite e ai servizi turistici: in termini assoluti si passa da
7113 inserzioni nel 1993 a 10.140 nel 1999, nel 1995 erano 17.757, gli indici
mostrano un andamento piuttosto costante se si esclude il 1995.
Va sfumando
il confine tra la alta e la bassa qualificazione; allo stato attuale la difficoltà di segnare
l’esatta linea di confine tra i livelli di qualificazione richiesti agli
operai e ai tecnici, gli effetti dell’innovazione tecnologica e dei
cambiamenti organizzativi, il crescente livello formativo posseduto
all’ingresso nel lavoro, determinano un cambiamento, quanto meno del
significato da attribuire ai due termini,
il processo di trasformazione della struttura produttiva, che negli anni
novanta ha subito una decisa accelerazione, modifica le professioni nei loro
contenuti.
Sembra
emergere, negli ultimi anni, una oggettiva difficoltà, per i datori di
lavoro, di reperire personale da avviare al lavoro nelle basse qualifiche. I
risultati di una recente indagine condotta dall’Isfol sugli esiti
delle borse di lavoro evidenziano come le richieste delle aziende si siano
nettamente orientate verso giovani sprovvisti di diploma, verso soggetti con
qualificazione professionale “di primo livello”; le borse rivolte
ai “senza diploma” rappresentano il 55,8% delle richieste ed il
55,1% delle autorizzazioni”.
Altro gruppo rilevante è quello
relativo agli artigiani, operai specializzati e agricoltori . Nel 1999 le
inserzioni per professioni inserite in questo gruppo rappresentano il 6,9%. Con
un incremento considerevole rispetto agli anni precedenti: nel 1993
rappresentavano l’1,5%, nel 1998 il 2,5.
In
particolare le professioni più “ricercate” sono quelle degli
operai ed artigiani metalmeccanici ed assimilati, nel 1999, in valore assoluto
11.125 inserzioni, con un incremento
pari a +102 rispetto all’anno precedente, l’indice è
comunque sempre positivo dal 1993 in poi, ad esclusione del 1996 dove compare
un –18.Dello stesso gruppo fanno parte le professioni di operaio ed
artigiano della meccanica di
precisione, dell’edilizia e dell’estrazione, dell’industria
alimentare, del legno e tessile, nonché i lavoratori agricoli e
forestali che sono presenti con un trascurabile numero di inserzioni (8 nel
1999).
In Italia, la rapida crescita degli accessi
a Internet, l’attenzione dei
consumatori nostrani verso il commercio elettronico (soprattutto
l’incremento di quello business to business (B2B), sono fenomeni che dovrebbero favorire
la crescita, e in alcuni casi, la vera e propria nascita, di nuove professioni,
o almeno il ricorso ad una continua attività di formazione degli
addetti, al fine di un costante aggiornamento delle competenze e
capacità dei lavoratori.
Lo sviluppo
di una new economy, o quanto meno
l’introduzione pervasiva,
nel mercato del lavoro, delle nuove tecnologie, ha presumibilmente degli
effetti diretti sulle capacità, abilità e competenze richieste
dalle imprese e finanche sulla stessa natura del lavoro, non sempre
immediatamente disponibili in misura sufficiente nell’offerta di lavoro
italiana.
A questo scopo si possono utilizzare i dati
dell’indagine al fine di evidenziare all’interno del settore dell’Informatica e delle
Telecomunicazioni (ITC) le professioni maggiormente richieste.
Dall’analisi dei gruppi professionali si
evidenzia un aumento quantitativo di tutti i gruppi ma sono soprattutto i primi
tre a far segnare le maggiori performance occupazionali. Il gruppo che ha avuto
le maggiori richieste dalle aziende è quello dei tecnici informatici,
programmatori, operatori con 13.503 inserzioni nel 1999. La crescita di tale
gruppo è stata costante nel corso degli anni (è passato, infatti,
dai 1.458 annunci del 1993 alle circa 10.776 del 1998).
Inserzioni a modulo aggregate secondo
la classificazione delle professioni Istat (terzo digit: classi
professionali), anni 1993-1999 |
|||||||
Codice
Istat – Classi professionali |
1993 |
1994 |
1995 |
1996 |
1997 |
1998 |
1999 |
311
- Tecnici scienze quant. fisiche
naturali |
1.458 |
2.319 |
4.011 |
5.199 |
7.121 |
10.776 |
13.503 |
211
- Special. scienze matem. fis. naturali |
3.067 |
3.446 |
3.407 |
4.020 |
5.479 |
7.659 |
7.286 |
312
- Tecnici ing. Costruz. e trasp. aeronav. |
1.432 |
2.232 |
2.998 |
3.009 |
4.834 |
4.820 |
5.731 |
120
- Dirigenti, direttori e responsabili |
2.036 |
2.028 |
2.157 |
2.789 |
3.167 |
3.098 |
3.382 |
624
- Addetti instal-manutenz. attrez. elettr. |
160 |
282 |
328 |
286 |
328
|
346 |
804 |
411
- Personale segreteria operat. macch. uff. |
88 |
210 |
277 |
143 |
140 |
312 |
283 |
Fonte:
Isfol – Csa. |
|
|
|
|
|
|
|
Le
20 professioni Isfol-Csa del
settore Ict maggiormente richieste dalle imprese attraverso le inserzioni, a
modulo, variazioni annuali percentuali, anni 1993-1999 (ISFOL-CSA) |
|
|||||||||||
Professione |
Totale 1994 |
Totale 1995 |
Totale 1996 |
Totale 1997 |
Totale 1998 |
Totale 1999 |
||||||
Programmatore |
37,3 |
|
153,4 |
|
80,5 |
|
39,8 |
|
67,6 |
|
21,3 |
|
Analista
programmatore |
32,0 |
|
103,1 |
|
74,6 |
|
67,0 |
|
59,9 |
|
-1,8 |
|
Sistemista
edp |
5,2 |
|
194,3 |
|
128,1 |
|
42,2 |
|
82,7 |
|
12,8 |
|
Telefonista |
58,3 |
|
364,9 |
|
-83,8 |
|
25,6 |
|
122,2 |
|
1.204,2 |
|
Teleseller |
100,0 |
|
-18,1 |
|
39,0 |
|
101,2 |
|
-35,2 |
|
609,3 |
|
Telemarketing |
-41,2 |
|
-32,9 |
|
174,5 |
|
7,8 |
|
136,7 |
|
125,8 |
|
Operatore
edp |
11,5 |
|
16,1 |
|
-58,4 |
|
145,2 |
|
125,2 |
|
159,1 |
|
Sviluppatore |
-80,0 |
|
1.400,0 |
|
13,3 |
|
200,0 |
|
94,1 |
|
229,3 |
|
Progettista
software |
-2,7 |
|
61,1 |
|
74,1 |
|
32,7 |
|
20,1 |
|
70,8 |
|
Informatico |
36,6 |
|
-48,2 |
|
134,5 |
|
26,5 |
|
272,1 |
|
-15,3 |
|
Application engineer |
22,7 |
|
-1,2 |
|
-17,5 |
|
110,6 |
|
38,1 |
|
35,4 |
|
System engineer |
409,1 |
|
37,5 |
|
10,4 |
|
48,2 |
|
24,6 |
|
51,0 |
|
Esperto
pc |
160,0 |
|
592,3 |
|
132,2 |
|
-40,2 |
|
16,8 |
|
47,9 |
|
Esperto
internet |
0,0 |
|
0,0 |
|
0,0 |
|
0,0 |
|
0,0 |
|
3.433,3 |
|
Data
base administrator |
-50,0 |
|
33,3 |
|
175,0 |
|
418,2 |
|
15,8 |
|
212,1 |
|
Consulente
edp |
150,0 |
|
0,0 |
|
20,0 |
|
450,0 |
|
54,5 |
|
298,0 |
|
Tecnico
hardware |
42,9 |
|
-20,0 |
|
243,8 |
|
20,0 |
|
107,6 |
|
37,2 |
|
Analista
edp |
-22,7 |
|
61,8 |
|
-12,7 |
|
79,2 |
|
1,2 |
|
104,6 |
|
Esperto
telecomunicazione |
90,9 |
|
261,9 |
|
-52,6 |
|
11,1 |
|
-32,5 |
|
544,4 |
|
Specialista
edp |
900,0 |
|
20,0 |
|
575,0 |
|
-40,7 |
|
97,9 |
|
76,8 |
|
A questo
proposito è bene tener presente che le inserzioni a modulo, al contrario
delle rilevazioni operate attraverso il sistema Excelsior-Unioncamere, non
tengono conto della classificazione Istat 1991 e quindi esprimono in maniera
più chiara e specifica la professionalità richiesta
dall’impresa. Appare qui utile, data la particolarità del settore
ITC, riportare anche i valori delle professionalità maggiormente
richieste dalle imprese così come rilevate direttamente sui giornali. Il
dato disaggregato, infatti, fornisce informazioni che altrimenti, data la
relativa novità dei campi professionali richiesti rispetto ad una
classificazione di non recente formulazione, andrebbe perduto:
Secondo l’ultima indagine
Assinform e Assolombarda sull’occupazione nell’informatica e nelle
telecomunicazioni in Italia (luglio 2000), la demanda di personale qualificato
nell’informatica e nelle telecomunicazioni esplode e crea allarme sul
fronte della reperibilità delle risorse. “Già oggi paiono
infatti mancare 70.000 specialisti ICT in Italia, [in particolare in
Lombardia], e il sistema formativo non pare in condizione di colmare il gap in
tempi brevi… si va creando una situazione allarmante sul fronte della
disponibilità di competenze necessarie ad alimentare la crescita e
l'affermazione della net economy nel nostro paese. Da qui al 2003 mancheranno
in Italia almeno 170 mila specialisti nelle aree del networking, di Internet e
delle soluzioni d'informatica, che tutte le imprese dovrebbero adottare per rapportarsi
in modo nuovo al mercato e competere con successo.”
Linee generali
di previsione congiunturale per l’economia italiana (ISAE, ottobre 2000)
Le prospettive di crescita
dell’economia risentono di due spinte contrastanti. Un contesto
internazionale meno favorevole si combina con gli effetti di freno derivanti
dalle condizioni più restrittive verso cui si è orientata la
politica monetaria dell’area euro. Al contempo la già positiva
dinamica della domanda interna trova supporto nella politica di bilancio che,
sulla base delle misure attualmente in discussione, genera impulsi espansivi di
dimensioni significative.
Le previsioni di crescita economica
dell’Italia permangono positive, pur presentando,
nell’attività produttiva, un lieve rallentamento rispetto alla
media attesa dell’area euro. Tale rallentamento segnerà in
particolare gli ultimi mesi del 2000 e i primi di quello successivo, per poi
tornare a crescere nella seconda parte dell’anno, con ritmi prossimi al
3%. Le proiezioni sulla crescita economica indicano, quindi,
un’espansione pari al 2,6% nella media del prossimo anno, contro una
previsione del 2,8% per l’anno corrente. Determinante, nel rallentamento
della crescita, il saldo degli scambi con l’estero, da ricondurre in
parte all’aumento delle importazioni derivante dalla crescita della
domanda interna, ed in parte per la decelerazione delle esportazioni. Il
progressivo esaurirsi della spinta fornita dal deprezzamento dell’euro,
infatti, porterebbe queste ultime a subire un rallentamento nel tasso di
sviluppo dal 9% stimato per quest’anno, al 7% del 2001.
Positivo rimane anche il trend di crescita
nel mercato del lavoro, anche se con un ritmo nell’aumento della
disoccupazione lievemente inferiore a quello di quest’anno. In
particolare si prevede che le unità di lavoro standard crescano ad un
ritmo pari all’1,2% annuo e che le posizioni lavorative crescano di quasi
400.000 unità nel 2000, a fronte di un aumento previsto per il 2000 di
circa 460.000 unità. Si può concludere che, pur con una lieve flessione,
il trend di crescita dell’economia italiana rimane sostanzialmente
positivo, soprattutto se confrontato con i valori medi degli anni novanta, che
si assestavano intorno all’1,4%.A fronte di questi dati si prevede una
diminuzione del tasso medio di disoccupazione che, dal 10,6% previsto per il
2000, si dovrebbe assestare al 10% nel 2001. Di particolare rilevanza sono i
dati del settore manifatturiero (che da solo assorbe oltre il 40% della
manodopera immigrata), il cui incremento di domanda di lavoro compenserà
in parte il rallentamento nella crescita occupazionale di quello dei servizi.
Previsioni per
l'economia italiana: quadro riassuntivo (variazioni percentuali) |
|||||||
|
|
1999 |
|
2000 |
|
2001 |
|
Prodotto interno lordo |
|
1,4 |
|
2,8 |
|
2,6 |
|
Spese per consumi delle
famiglie residenti |
|
1,7 |
|
2,1 |
|
2,6 |
|
Investimenti fissi lordi |
|
4,4 |
|
6,9 |
|
5,7 |
|
Contributo alla crescita del
PIL |
|
|
|
|
|
|
|
domanda interna (al netto della var. scorte) |
|
2 |
|
2,8 |
|
2,9 |
|
variazione delle scorte ed oggetti di valore |
|
0,4 |
|
-0,3 |
|
0,1 |
|
esportazioni nette |
|
-0,1 |
|
0,4 |
|
-0,3 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Propensione al consumo
(livello percentuale) |
|
87,4 |
|
88,7 |
|
89,1 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Occupazione totale |
|
1 |
|
1,3 |
|
1,2 |
|
Tasso di disoccupazione |
|
11,4 |
|
10,6 |
|
10 |
|
Fonte
Isae : "Rapporto trimestrale finanza e redistribuzione",
ottobre 2000 |
|
Unità di
Lavoro |
|
||||||||||||
|
|
|
Migliaia |
|
Variazioni percentuali |
|||||||||
|
|
|
1999 |
|
2000 |
|
2001 |
|
1999 |
|
2000 |
|
2001 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
IN COMPLESSO |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Agricoltura |
|
1.372 |
|
1.333 |
|
1.289 |
|
-5,5 |
|
-2,8 |
|
-3,3 |
|
|
Industia |
|
6.759 |
|
6.753 |
|
6.802 |
|
0,0 |
|
-0,1 |
|
0,7 |
|
|
in senso stretto |
|
5.252 |
|
5.219 |
|
5.254 |
|
-0,4 |
|
-0,6 |
|
0,7 |
|
|
costruzioni |
|
1.507 |
|
1.534 |
|
1.548 |
|
-1,6 |
|
1,8 |
|
0,9 |
|
|
Servizi |
|
15.005 |
|
15.358 |
|
15.624 |
|
2,0 |
|
2,4 |
|
1,7 |
|
|
privati (1) |
|
9.025 |
|
9.323 |
|
9.535 |
|
2,7 |
|
3,3 |
|
2,3 |
|
|
pubblici (2) |
|
5.980 |
|
6.035 |
|
6.089 |
|
1,1 |
|
0,9 |
|
0,9 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
0,0 |
|
0,0 |
|
|
TOTALE |
|
23.136 |
|
23.444 |
|
23.714 |
|
1,0 |
|
1,3 |
|
1,2 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
DIPENDENTI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Agricoltura |
|
513 |
|
508 |
|
487 |
|
-4,3 |
|
0,9 |
|
-4,2 |
|
|
Industria |
|
5.190 |
|
5.176 |
|
5.218 |
|
-0,2 |
|
-0,3 |
|
0,8 |
|
|
in senso stretto |
|
4.338 |
|
4.295 |
|
4.325 |
|
-0,4 |
|
-1,0 |
|
0,7 |
|
|
costruzioni |
|
852 |
|
881 |
|
893 |
|
1,1 |
|
3,4 |
|
1,4 |
|
|
Servizi |
|
10.464 |
|
10.742 |
|
10.943 |
|
2,7 |
|
2,7 |
|
1,9 |
|
|
privati (1) |
|
5.255 |
|
5.497 |
|
5.651 |
|
4,3 |
|
4,6 |
|
2,8 |
|
|
pubblici (2) |
|
5.209 |
|
5.245 |
|
5.293 |
|
1,1 |
|
0,7 |
|
0,9 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
0,0 |
|
0,0 |
|
|
TOTALE |
|
16.167 |
|
16.426 |
|
16.648 |
|
1,5 |
|
1,6 |
|
1,4 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Fonte Isae : "Rapporto trimestrale
finanza e redistribuzione", ottobre 2000 |
||||||||||||||
(1) Comprendono commercio,
alberghi, trasporti, intermediazione creditizia, servizi vari ad imprese e
famiglie. |
||||||||||||||
(2) Comprendono
Amministrazioni pubbliche, Istituzioni, sanità, altri servizi
pubblici, servizi domestici presso le famiglie. |
Distribuzione delle inserzioni "a modulo"
per gruppi professionali, valori assoluti
Gruppi |
1993 |
1994 |
1995 |
1996 |
1997 |
1998 |
1999 |
Non indicato |
3.142 |
5.965 |
2.141 |
2.612 |
3.493 |
5.457 |
6.030 |
Membri dei corpi legislativi, dirig. Amm. e Giud. P.A. e org.
collettivi |
264 |
310 |
271 |
394 |
454 |
496 |
491 |
Imprenditori, amministratori, dirigenti e direttori di aziende private |
2.036 |
2.028 |
2.157 |
2.789 |
3.167 |
3.098 |
3.382 |
Specialisti in scienze fisiche, naturali e matematiche |
3.067 |
3.446 |
3.407 |
4.020 |
5.479 |
7.659 |
7.286 |
Ingegneri e architetti |
781 |
1.971 |
2.280 |
2.029 |
2.763 |
3.048 |
3.761 |
Specialisti nelle scienze della vita |
1.798 |
1.049 |
1.555 |
1.795 |
2.258 |
2.666 |
2.742 |
Specialisti della salute |
53 |
120 |
123 |
109 |
65 |
158 |
600 |
Specialisti scienze umane |
3.389 |
7.375 |
5.422 |
6.621 |
6.870 |
8.053 |
10.813 |
Docenti e assimilati |
56 |
123 |
212 |
167 |
334 |
303 |
364 |
Professioni intermedie in scienze fisiche, naturali, dell'ingegneria ed
assimilate |
2.890 |
4.551 |
7.009 |
8.208 |
11.955 |
15.596 |
19.234 |
Professioni intermedie nelle scienze della vita |
1.068 |
1.300 |
1.833 |
2.001 |
2.731 |
5.213 |
6.784 |
Professioni intermedie di ufficio |
25.783 |
34.387 |
38.566 |
40.633 |
64.719 |
53.782 |
60.903 |
Professioni intermedie nei servizi alla persona |
340 |
510 |
765 |
1.840 |
1.790 |
1.732 |
3.170 |
Impiegati d'ufficio |
215 |
454 |
768 |
404 |
538 |
770 |
5.451 |
Impiegati in contatto diretto con la clientela |
145 |
272 |
387 |
472 |
314 |
861 |
1.935 |
Professioni commerciali |
447 |
719 |
1.190 |
666 |
824 |
1.073 |
2.823 |
Professioni nelle attività turistiche ed alberghiere |
423 |
637 |
836 |
753 |
681 |
1.424 |
1.759 |
Professioni nei servizi di istruzione |
119 |
65 |
143 |
173 |
92 |
270 |
1.140 |
Professioni nei servizi socio-sanitari con particolari specializzazioni |
2 |
6 |
0 |
10 |
5 |
5 |
253 |
Professioni con specifici servizi per le famiglie |
115 |
323 |
747 |
521 |
314 |
379 |
471 |
Operai ed artigiani di edilizia ed estrattive |
37 |
40 |
138 |
27 |
31 |
74 |
250 |
Operai ed artigiani metalmeccanici ed assimilati |
621 |
1.176 |
1.558 |
1.273 |
1.286 |
2.594 |
11.125 |
Operai ed artigiani della meccanica di precisione, dell'artigianato
artistico, della stampa ed assimilati |
47 |
61 |
95 |
100 |
207 |
253 |
480 |
Lavoratori agricoli, agricoltori, forestali, zootecnici, allevatori, pescatori
e cacciatori |
10 |
6 |
4 |
21 |
10 |
7 |
8 |
Operai ed artigiani alimentari, legno, tessile, abbigliamento, pelli,
cuoio ed assimilati |
111 |
211 |
375 |
199 |
232 |
360 |
608 |
Conduttori di impianti industriali |
342 |
877 |
1.623 |
1.122 |
840 |
1.449 |
3.227 |
Operatori su macchinari fissi per lavorazioni in serie e addetti
montaggio (esclusa agricoltura e industria alimentare) |
165 |
353 |
837 |
441 |
513 |
461 |
908 |
Operatori su macchinari fissi in agricoltura e industria alimentare |
6 |
17 |
28 |
35 |
8 |
31 |
28 |
Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento |
227 |
208 |
315 |
298 |
235 |
87 |
1.599 |
Personale non qualificato relativo alla amministrazione, gestione e magazzino |
102 |
155 |
165 |
84 |
71 |
147 |
10.874 |
Personale non qualificato nella vendita e servizi turistici |
7.113 |
8.449 |
17.757 |
9.945 |
8.803 |
11.562 |
10.140 |
Personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanità |
7 |
8 |
45 |
6 |
29 |
14 |
31 |
Personale non qualificato in altri servizi |
240 |
1.547 |
744 |
796 |
1.818 |
1.008 |
1.223 |
Personale non qualificato in edilizia, miniere ed industria |
0 |
0 |
1 |
0 |
0 |
0 |
6 |
Forze armate |
0 |
38 |
2 |
23 |
33 |
69 |
285 |
Totale complessivo |
55.161 |
78.757 |
93.499 |
90.587 |
122.962 |
130.159 |
180.184 |
INDIRIZZO |
2001 |
2002 |
2003 |
agrari |
5.326 |
6.267 |
6.304 |
attività
sociali |
4.028 |
3.841 |
3.864 |
commerciali |
92.431 |
91.627 |
92.159 |
geometri |
26.510 |
25.600 |
25.749 |
chimica |
3.786 |
3.696 |
3.718 |
elettronica e
telecomunicazioni |
15.087 |
16.295 |
16.390 |
elettrotecnica
e automazione |
9.029 |
9.322 |
9.376 |
informatica |
9.995 |
11.945 |
12.015 |
meccanica |
9.508 |
9.870 |
9.927 |
scientifico
tecnologico |
3.858 |
4.642 |
4.669 |
altro |
4.588 |
5.369 |
5.400 |
totale
industriali |
55.851 |
61.140 |
61.495 |
nautici e
aeronautici |
2.810 |
2.936 |
2.954 |
turismo |
2.947 |
3.383 |
3.403 |
TOTALE
ISTITUTI TECNICI |
189.904 |
194.795 |
195.927 |
INDIRIZZO |
2001 |
2002 |
2003 |
Agricoltura
e Ambiente |
4.207 |
4.591 |
4.870 |
Abbigliamento
e moda |
2.450 |
2.674 |
2.837 |
Chimico
Biologico |
2.441 |
2.664 |
2.826 |
Edile |
11 |
12 |
13 |
Elettrico
Elettronico |
12.079 |
13.183 |
13.985 |
Meccanico
Termico |
5.677 |
6.196 |
6.573 |
Alberghiero
e Ristorativo |
8.404 |
9.172 |
9.731 |
Economico-Aziendale |
13.174 |
14.381 |
15.254 |
Turistico |
9.660 |
10.543 |
11.185 |
Pubblicità |
1.907 |
2.081 |
2.208 |
Servizi
Sociali |
3.225 |
3.520 |
3.734 |
Ottico-Odontotecnico |
1.945 |
2.123 |
2.252 |
Indirizzi
atipici |
651 |
710 |
753 |
TOTALE
ISTITUTI PROFESSIONALI |
65.831 |
71.850 |
76.221 |
Alcune delle principali direttrici di azione
contenute nel documento sono qui sommariamente riassunte:
I) Obiettivi riguardanti asilo e
protezione umanitaria
II) Obiettivi riguardanti
sicurezza e contrasto dell’irregolarità e clandestinità
·
Instaurare un monitoraggio dei fenomeni
di criminalità riconducibili alla immigrazione latu sensu illegale., con
la prospettiva della stabilità della rilevazione dei dati.
III) Obiettivi riguardanti
l’azione a livello internazionale
IV) Obiettivi riguardanti
l’integrazione
V) Obiettivi riguardanti il
lavoro degli immigrati