UNHCR
Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i Rifugiati
AFGHANISTAN: LA SITUAZIONE
UMANITARIA
N. 43, 5 dicembre 2001
In
breve:
-
Lubbers
accoglie con soddisfazione il nuovo accordo sull'Afghanistan
-
Dopo
la sparatoria l'UNHCR sospende alcune attività
-
Nuova
fuga di afghani in Pakistan
-
Lo
staff che era stato evacuato ritorna a Herat, si valuta il ritorno a Hairaton
-
Comincia
la valutazione delle necessità nella regione di Kabul
-
In
preparazione l'assistenza al rimpatrio per gli afghani
Lubbers
accoglie con soddisfazione il nuovo accordo sull'Afghanistan
L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i
Rifugiati Ruud Lubbers ha oggi espresso soddisfazione per lo storico accordo
sul nuovo governo provvisorio in Afghanistan e ha ribadito l'impegno dell'UNHCR
a fornire sostegno per creare una pace durevole che consenta a milioni di
afghani di tornare finalmente a casa.
Nel suo discorso al meeting di Berlino dell'Afghan
Support Group, Lubbers ha evidenziato come il ritorno della più numerosa
popolazione di rifugiati e sfollati al mondo avrà un importante effetto
sulla stabilizzazione e sulla ripresa economica dell'Afghanistan.
Anche prima dell11 settembre, ha dichiarato Lubbers,
vi erano 3,5 milioni di rifugiati solo tra Pakistan e Iran e molti altri sparsi
in 70 paesi in tutto il mondo. Durante gli ultimi vent'anni decine di migliaia
di afghani sono nati in esilio e non hanno mai visto il loro paese. Inoltre
all'interno dell'Afghanistan, gli sfollati sono centinaia di migliaia. Lubbers
ha fatto riferimento all'accordo di Bonn come "un'importante e storica
pietra miliare". "Mi congratulo con i partecipanti per la
determinazione mostrata nel portare l'Afghanistan sulla via della pace, e per
l'impegno mostrato nel collaborare con il team delle Nazioni Unite presieduto
da Lakhdar Brahimi" ha affermato. "Sono particolarmente soddisfatto
che due donne siano state indicate per cariche autorevoli. Spero che le donne
possano giocare un ruolo chiave nella costruzione di un nuovo Afghanistan,
pacifico e democratico".
Dopo la sparatoria l'UNHCR sospende alcune
attività
Ieri, uomini armati non identificati hanno sparato
colpi di arma da fuoco contro personale dell'UNHCR che faceva ritorno a
Peshawar, nella Provincia della Frontiera Nord-Ovest (NWFP) in Pakistan, nel
tentativo di fermare i veicoli delle Nazioni Unite - ben segnalati - sui quali
viaggiavano. Nell'aggressione non ci sono stati feriti.
L'incidente è avvenuto nel pomeriggio mentre i
due veicoli stavano tornando a Peshawar, dopo aver scortato un convoglio di
rifugiati afghani verso il nuovo campo di Kotkai. Poco dopo le 4 del
pomeriggio, tre uomini si sono diretti verso la strada e hanno estratto le armi
per bloccare i due veicoli. Mentre il primo fuoristrada si è fermato, il
secondo l'ha sorpassato nel tentativo di superare gli uomini, che però
hanno sparato almeno tre colpi verso il veicolo per fermarlo.
Oggi l'UNHCR ha temporaneamente sospeso le operazioni
di trasferimento nell'area di Peshawar, mentre le autorità pakistane
indagano sull'incidente. Sono circa 6mila i nuovi rifugiati afghani trasferiti
dall'accampamento di Jalozai, vicino Peshawar, al nuovo campo di Kotkai,
dall'inizio delle operazioni una settimana fa.
Nuova fuga di afghani in Pakistan
Secondo gli afghani che fuggono dalla regione di
Kandahar per cercare rifugio nella città di frontiera pakistana di
Chaman, la situazione nell'ultima roccaforte talebana sarebbe sempre più
precaria, mentre cibo e aiuti sarebbero sempre più scarsi.
Fino a 3mila afghani sono accampati nella cosidetta
terra di nessuno intorno al posto di frontiera, molti dei quali esposti alle
rigide temperature notturne.
Le autorità pakistane stanno consentendo
all'UNHCR di registrare solo 250-350 persone al giorno al centro di transito di
Killi Faizo alla frontiera di Chaman, nonostante vi siano circa 600 tende vuote
che potrebbero ospitare la maggior parte degli afghani in attesa.
Quasi tutti i rifugiati afghani che arrivano negli
ultimi giorni a Killi Faizo sono di etnia Pashtun e provengono da varie aree di
tutto l'Afghanistan. Circa un quinto dei nuovi arrivi proviene da Kandahar.
Coloro che provengono dal nord dell'Afghanistan dicono di essere fuggiti da
città come Shebergan e Mazar-i-Sharif prima dell'avanzata delle forze
dell'Alleanza del Nord.
Secondo i nuovi arrivati, altre migliaia di persone
si troverebbero ancora in tre accampamenti per sfollati a Spin Boldak, in
Afghanistan, a ridosso della frontiera di Chaman. I campi potrebbero ospitare
fino a 60mila persone.
Secondo i rifugiati ai quali è stato
consentito di entrare in Pakistan, le forze talebane avrebbero abbandonato le
loro postazioni intorno a Spin Boldak, anche se sarebbero ancora presenti
nell'area.
Lo staff che era stato evacuato ritorna a Herat,
si valuta il ritorno a Hairaton
Dopo l'autorizzazione delle Nazioni Unite per il
ritorno a Herat dello staff che era stato evacuato, un team di operatori
internazionali delle Nazioni Unite - tra i quali uno dell'UNHCR - si trova ora
nella principale città dell'Afghanistan occidentale. L'UNHCR sta
prendendo accordi per il dispiegamento di altri 5 operatori internazionali che
si aggiungeranno ai circa 20 locali che sono tornati al lavoro nell'ufficio di
Herat oltre una settimana fa.
Per l'UNHCR la priorità immediata nella
città è quella di organizzare la distribuzione di aiuti umanitari
che arriveranno nei prossimi giorni con il secondo convoglio umanitario
proveniente dalla città di Mashad, in Iran nord-orientale. Tra gli aiuti
ci saranno tende, stufe per cucinare, teli di plastica, taniche e sapone per
migliaia di famiglie di sfollati che vivono in condizioni disperate in campi a
Herat e dintorni.
Se le condizioni di sicurezza lo permetteranno,
l'UNHCR riaprirà i suoi uffici nella città di frontiera di Islam
Qala ad ovest di Herat e quello nella provincia di Farah, più a sud, che
era stato saccheggiato nei primi giorni della scorsa settimana. La riapertura
di questi uffici e il dispiegamento di staff consentirà all'UNHCR di
incrementare i Progetti a rapido impatto (QIPs) e altre attività
finalizzate al reinserimento degli sfollati afghani e di rifugiati in paesi
limitrofi, soprattutto l'Iran. I ritorni spontanei dall'Iran stanno aumentando,
con una media giornaliera di circa 1.200 persone. L'UNHCR e il Governo
dell'Iran prevedono rimpatri su larga scala in primavera, se le condizioni lo
permetteranno.
Allo staff UNHCR che si trovava in Uzbekistan in
attesa di poter essere dispiegato a Mazar-I-Sharif sabato scorso è stato
consentito di entrare in Afghanistan. Nella città di Hairaton hanno
incontrato i loro colleghi locali degli uffici di Mazar-i-Sharif, Kunduz e
Pul-i- Khumeri e hanno discusso di questioni relative alla logistica e al
personale in vista di una possibile ripresa delle attività dell'UNHCR in
quelle aree.
Comincia la valutazione delle necessità
nella regione di Kabul
L'UNHCR ha avviato oggi una valutazione dei bisogni
di decine di migliaia di sfollati nell'area di Kabul. Avvalendosi di circa 175
osservatori di 35 Organizzazioni non governative (Ong) locali, l'agenzia sta
compiendo rilevazioni in 4 provincie a Kabul e nelle aree circostanti.
L'operazione dovrebbe durare due settimane, e l'UNHCR comincerà a
consegnare gli aiuti non appena si conosceranno i risultati. L'UNHCR conta di
assistere nell'area circa 50mila sfollati.
Durante il fine settimana, l'UNHCR ha portato a
termine la distribuzione di kit di emergenza per l'inverno a 10.500 persone
bisognose che vivono a Kabul. Le migliaia di famiglie identificate dall'UNHCR
per questa prima fase di attività di assistenza hanno ricevuto ognuna
stufe per cucinare e per il riscaldamento, teli di plastica, sacchi di carbone.
coperte, maglioni di lana e coperte imbottite.
In preparazione l'assistenza al rimpatrio per gli
afghani
L'UNHCR si sta preparando per assistere oltre 30mila
afghani a tornare alle proprie case nelle Pianure di Shomali a nord di Kabul.
Alcuni di questi sfollati vivono nell'ex quartier generale sovietico di Kabul e
nella Valle del Panjshir, nel nord-ovest del paese. Le operazioni di rientro
potrebbero cominciare già dalla prossima settimana.
Una volta ottenuta l'autorizzazione da parte delle
agenzie che si occupano di bonifica dalle mine, l'UNHCR assisterà gli
sfollati attraverso il trasporto nelle Pianure di Shomali e - in collaborazione
con altre agenzie umanitarie partner - assistenza per l'integrazione, tra cui
materiali per l'alloggio, acqua, assistenza medica e istruzione.
Nel frattempo l'UNHCR continua a monitorare gli
spostamenti di popolazione in entrata e in uscita da Kabul. Nell'ultima
settimana, oltre 7mila persone hanno fatto ritorno in città. Di questi,
circa 5mila sono sfollati che avevano abbandonato la città per sfuggire
agli attacchi aerei, mentre gli altri 2mila sono rifugiati di ritorno dal
Pakistan. <
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