Appello "Libertà per Leyla Zana"

 

 L' 8 dicembre 2001 sono ormai passati otto anni dal giorno della condanna a 15 anni di carcere, dopo che le pressioni internazionali avevano fatto rientrare la richiesta di pena di morte, di Leyla Zana.

 Prima donna kurda ad essere stata eletta deputato nell'Assemblea nazionale turca, madre di due figli e convinta pacifista, Leyla Zana ha avuto l'unica colpa di rivendicare “la convivenza pacifica di turchi e kurdi in un contesto democratico”. E di averlo dichiarato in Parlamento, nel giorno del suo giuramento, parlando nella propria lingua, la lingua di almeno 15 milioni di kurdi con passaporto turco...

 Leyla Zana non è certo l'unica kurda detenuta nelle carceri turche: con lei sette anni fa furono arrestati altri quattro deputati kurdi. Prima di lei e dopo di lei migliaia di uomini e donne del suo popolo e di turchi che ne appoggiavano le rivendicazioni sono stati arrestati, spesso torturati e uccisi. Questo accade anche oggi, nonostante l'effettiva rinuncia alla lotta armata -già dal 1999- da parte del Partito dei lavoratori del Kurdistan e nonostante i primi passi compiuti con successo dalla Turchia per aderire all'Unione Europea.

 Leyla Zana è diventata in patria e in tutto il mondo un simbolo importante. Nel 1966 il Parlamento Europeo le ha assegnato il premio Sacharov per la libertà di pensiero, un riconoscimento che Leyla non ha potuto ritirare di persona. Il suo nome è stato proposto per il Nobel per la Pace.

 

 Leyla Zana, però, resta in carcere: non ha voluto accettare la proposta di “appellarsi contro la sentenza, per motivi di salute”, fattale recentemente dal primo ministro turco Bulent Ecevit. Una proposta che Leyla ha definito “individuale e momentanea” perché riguardava lei sola, mentre i detenuti curdi sono migliaia, e lasciava totalmente irrisolta la questione di fondo. E a Ecevit, Leyla Zana ha invece chiesto di “allineare la Turchia ai valori democratici universali in politica, in diritto e in economia, evitando altre scelte che la porterebbero a un caos senza fine”; di risolvere la “tragedia pluridecennale” dei curdi; e di “varare un’amnistia generale, abolendo la pena di morte”.

 

 Esprimiamo a Leyla Zana e ai curdi della Turchia tutta la nostra solidarietà.

 

 Chiediamo al primo ministro turco Bulent Ecevit, al presidente della Repubblica turca Alimet Necdet Sezer, al governo e al parlamento turchi di arrivare finalmente a una soluzione pacifica della questione curda e all’effettivo rispetto dei diritti umani in tutto il paese.

 

 Chiediamo al governo italiano di farsi promotore a livello europeo e a livello dei rapporti bilaterali con il governo di Ankara di un’azione che sostenga gli sforzi verso una maggior democrazia da parte della Turchia, impegnata tra l’altro nel processo di adesione all’Unione Europea.

 

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 Hanno firmato l'appello:

 

 Marisa Abbondanzieri, Susanna Agnelli, Diana Vincenzi Amato, Tina Anselmi, Rosellina Archinto, Natalia Aspesi, Gae Aulenti, Silvia Balestra, Claudia Balottari, Anna Bandettini, Fulvia Bandoli, Giuliana Barbieri Rodini, Adria Bartolich, Bianca Beccalli, Angela Bianchini, Laura Boella, Marida Bolognesi, Ginevra Bompiani, Daria Bonfietti, Isabella Bossi Fedrigotti, Antonella Bruno Garneri, Anna Maria Bucciarelli, Maria Burani Procaccini, Maura Camoirano, Rossana Campo, Eva Cantarella, Pat Carra, Anna Cascella, Luciana Castellina, Franca Chiaromonte, Elena Ciapusci, Elena Cordoni, Maura Cossutta, Lella Costa, Carla Costamagna Martino, Titti De Simone, Tana De Zulueta, Maria Falcone, Ida FarÈ, Inge Feltrinelli, Anna Finocchiaro, Biancamaria Frabotta, Valeria Gandus, Nicoletta Gandus, Barbara Garlaschelli, Iole Garuti, Maddalena Gasparini, Fiorella Ghilardotti, Elena Gianini Belotti, Letizia Gilardelli, Giovanna Grignaffini, Margherita Hack, Annette Hanneman, Laura Horsch, Teresa Isenburg, Maria Luisa Jager, Gina Lagorio, Maria Lenti, Rita Levi Montalcini, Lella Longoni, Rosetta Loy, Sarah Ludford, Mara Malavenda, Claudia Mancina, Dacia Maraini, Bianca Mazzotta, Carla Mazzuca Poggiolini, Luisa Mazzotta, Alessandra Mecozzi, Mariangela Melato, Bruna Miorelli, Roberta Mondadori, Milly Moratti, Luisa Morgantini, Rosanna Moroni, Pasqualina Napoletano, Maria Celeste Nardini, Silvana Ottieri, Elena Paciotti, Laura Pennacchi, Gabriella Pistone, Renata Pisu, Irene Pivetti, Stefania Prestigiacomo, Anna Procacci, Franca Rame, Renate Ramge Eco, Elisabetta Rasy, Lella Ravasi, Tiziana Ricci, Carla Rocchi, Lalla Romano, Marina Rossanda, Rosa Russo Jervolino, Ersilia Salvato, Luciana Sbarbati, Laura Schrader, Fulvia Serra, Elsa Signorino, Vera Squarcialupi, Teresa Strada, Caterina Sylos Labini, Chiara Tamburini, Annamaria Testa, Livia Turco, Tiziana Valpiana, Silvia Vegetti Finzi, Adriana Vigneri, Adriana Zarri, Silvia Ziche.

 

 (seguono 256 firme)