Perché scendere in piazza, il pomeriggio di sabato 22? Non solo per fare gli acquisti di Natale. Ma per dire, con la propria presenza, che non siamo d’accordo con un certo modo di trattare gli stranieri presenti in mezzo a noi. Agli sgomberi di un mese fa, all’emergenza alloggio di un centinaio di lavoratori stranieri in regola con il permesso di soggiorno (e a quella cronica di molti altri), non è stata data ancora una risposta. Oltre all’impegno del comune di Casier e delle parrocchie di quella zona, oltre alle proposte del volontariato per soluzioni sia dì emergenza che di medio periodo, non si è mosso quasi nulla. La rigidità di alcune istituzioni, il disimpegno pratico di altre parti sociali, la polemica rovente scatenata da certe parti politiche ha fatto sì che le associazioni che aderiscono al Coordinamento “Fratelli d’Italia” abbiano deciso di organizzare una manifestazione il pomeriggio di sabato 22 dicembre, per dare spazio di visibilità a chi la pensa in altro modo. Come Caritas, condividendo questa scelta, crediamo sia importante porre un segno di presenza da parte di chi non si riconosce in comportamenti miopi di chiusura, di intolleranza, di ostilità, in una rivendicazione di identità contro quella degli altri.

Chiediamo a noi stessi, agli stranieri, alle autorità competenti, alle forze sociali:

* una piena assunzione di responsabilità nei confronti del fenomeno immigratorio, senza scaricabarili inconcludenti;

* dignità per i lavoratori e sicurezza per i cittadini italiani, attraverso politiche locali di integrazione capaci di attivare tutte le risorse disponibili, private e pubbliche, a partire da quelle degli stessi immigrati;

* di stimolare l’assunzione di responsabilità circa l’alloggio, attenti a non farsi imbonire da false promesse;

* di impegnarci in percorsi di incontro, di scambio reciproco, di gestione creativa dei possibili conflitti.

Invitiamo in piazza tutti i cittadini, cattolici e laici, che proprio perché preoccupati della legalità e della convivenza civile non accettano derive razziste e l’esasperazione delle situazioni di disagio. Non possiamo accettare il futuro prospettatoci da quelli che non vogliono né incontro né dialogo con chi è diverso da loro. L’impegno di preghiera, di penitenza e di digiuno per la pace di venerdì scorso, voluto dal Papa in consonanza con la conclusione del Ramadan musulmano, dovrebbe portare ad assunzioni concrete di responsabilità per una convivenza costruttiva. La partecipazione alla manifestazione del 22 dicembre è un segno in tale direzione.

In Avvento, durante l’Eucaristia, continuiamo a ricordare che il Cristo “ci viene incontro in ogni uomo e in ogni tempo”. Non possiamo non riconoscerlo anche in coloro che vivono situazioni di disagio, di emarginazione e discriminazione, come molti degli stranieri che abitano tra di noi.

 

don Bruno Baratto, responsabile del settore immigrati della Caritas di Treviso

 

L’appuntamento è per sabato 22 dicembre, alle 14.30 a partire dal piazzale della Stazione e da piazza Duomo, per un momento di incontro in piazza Vittoria (di fronte alle Poste). Sono gradite le adesioni di associazioni da comunicare al Coordinamento “Fratelli d’Italia”: 348-1504530; fax: 0422-403731.