Comunicato Stampa

 

Roma, 7 dicembre 2001

Una riunione di due giorni svoltasi alla Farnesina, dedicata alle problematiche sui visti d’ingresso ed alla collaborazione tra la Farnesina ed il Ministero degli Interni, entrambi impegnati attivamente in questa attività , ha costituito un momento decisivo per il rafforzamento della collaborazione fra i due Dicasteri e di verifica dell’operato dell’Amministrazione italiana con la Commissione Europea. Essa ha permesso inoltre di sensibilizzare i Capi Missione nelle Sedi maggiormente esposte al fenomeno migratorio ad una puntuale e rigorosa applicazione della normativa in materia ed ai rischi sul piano della sicurezza e delle responsabilità. Alla riunione, convocata dal Segretario Generale del Ministero degli Esteri, Ambasciatore Giuseppe Baldocci, hanno preso parte 27 Ambasciatori delle Sedi maggiormente interessate, il Rappresentante Permanente presso l’UE, il Direttore Centrale della Polizia di Frontiera, Prefetto Pansa, ed il Capo dell’Unità Visti della Direzione Generale Giustizia e Affari Interni della Commissione Europea, Dr. Callovi.

Gli aspetti affrontati nel corso della riunione sono stati molteplici: il crescente problema della falsificazione della documentazione, la necessità di armonizzare le politiche nazionali in ambito europeo, il problema della verifica dei rientri di visitatori nel Paese di origine al termine del soggiorno consentito, i ricongiungimenti familiari.

La linea di rigore che è stata intrapresa, in questa fase, è accentuata da un’accresciuta collaborazione col Ministero dell’Interno e la Magistratura.

Nella riunione è stata ufficialmente varata la nuova circolare sull’ingresso degli stranieri in Italia ed annunciata la prossima entrata in vigore di una guida, già concordata fra Farnesina e Viminale, sull’impiego degli agenti di polizia presso gli Uffici visti delle Ambasciate d’Italia.

I visti e le norme per l’accesso degli stranieri in Italia presentano, oggi, molto più di ieri, un’elevata valenza politica derivante dalla progressiva internazionalizzazione ed apertura della nostra società. Le richieste del mondo imprenditoriale, la domanda del settore turistico, legate all’occupazione interna, l’asilo devono armonizzarsi con esigenze di sicurezza del nostro territorio e di quello degli altri membri dell’Unione Europea. Un tema di rilievo ancora maggiore per il legame instauratosi, dopo i tragici eventi dell’undici settembre, tra i visti e la sicurezza nazionale ed internazionale. Una corretta e puntuale applicazione della normativa e delle procedure in vigore è divenuta ormai irrinunciabile.

La Farnesina si trova così a dover mediare tra crescenti richieste nella concessione dei visti e l’esigenza di rigore nell’applicazione delle norme. Un compito che viene affrontato con impegno, ma con risorse limitate. Il bilancio della Farnesina ammonta come noto allo 0,27 % del bilancio nazionale. Paesi europei che svolgono un ruolo in politica estera comparabile a quello dell’Italia dispongono di bilanci tre o quattro volte superiori. Nel corso del 2000 ad esempio l’Italia ha rilasciato più di un milione di visti. Le previsioni per l’anno in corso si attestano sul medesimo ordine di grandezza. Il personale impiegato negli uffici visti italiani consta di 340 unità, compresi i 70 agenti della Polizia di Stato impiegati all’estero. Il carico di lavoro complessivo nel campo dei visti è simile a quello dei maggiori Paesi europei. Essi dispongono, peraltro, di mezzi decisamente superiori per farvi fronte. In effetti alla crescita esponenziale delle richieste di ingressi nel nostro Paese degli ultimi anni non ha fatto riscontro un incremento proporzionale di mezzi e di strutture malgrado i crescenti introiti per l’erario derivanti dall’attività dell’amministrazione in questo campo.


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