Dichiarazione indirizzata al vertice di Laeken

Dal Consiglio Europeo per i rifugiati e gli Esuli (ECRE)

 

 

 

 

Mentre gli occhi del mondo sono puntati sulle tragedie dell’11 Settembre e su quelle dell’Afganistan e del Medio Oriente, la morte di otto persone in un container diretto in Irlanda lo scorso fine settimana, è stato un drammatico modo per ricordare ai leader europei l’urgenza di adempiere alle promesse che hanno fatto a Tampere “di offrire garanzie a coloro che cercano protezione o accesso nell’Unione Europea”. E’ anche un modo per ricordare la responsabilità dell’Unione per le conseguenze delle attuali misure restrittive di controllo per combattere l’immigrazione illegale. Quelle otto vittime si uniscono alle altre migliaia che sono morte alle porte della Fortezza Europa. Noi piangiamo la morte di tutti coloro che hanno perso le proprie vite in questo modo.

 

I leader europei devono cogliere l’opportunità offerta dal Vertice di Laeken per riaffermare l’impegno dell’Unione Europea a creare un sistema europeo di asilo che protegga veramente chi ne ha necessità. Tale impegno dovrebbe corrispondere alla portata globale dei problemi dei rifugiati e agli obblighi europei di rafforzare il sistema globale per la protezione dei rifugiati.

 

Dal Vertice di Tampere, nell’Ottobre 1999, sono stati fatti dei progressi verso la promessa di un’applicazione piena ed inclusiva della Convenzione sui Rifugiati. E’ stato creato un Fondo Europeo per i Rifugiati per sostenere gli Stati nei loro sforzi nei confronti dei rifugiati e dei richiedenti asilo. E’ stata adottata una legislazione per stabilire un sistema per la condivisione di responsabilità in situazioni di flussi di massa. La Carta Europea dei Diritti Fondamentali garantisce il diritto di asilo. L’enfasi comunque è stata principalmente concentrata sui controlli dell’immigrazione e sulla prevenzione di tutti i movimenti irregolari nell’Unione Europea e più recentemente sulla sicurezza nazionale. Ora, più che mai, c’è l’urgente necessità da parte degli Stati Membri di mettere d’accordo il controllo sull’immigrazione e le misure di sicurezza con i loro obblighi internazionali nei confronti dei rifugiati e richiedenti asilo. Garantire l’accesso all’Unione Europea, e con ciò ridurre il traffico e il contrabbando, è una promessa che i leader europei devono mantenere. A questo proposito, l’ECRE esige che gli Stati europei si accordino con urgenza su misure che garantiscano un accesso sicuro e legale all’Europa, includendo una politica di reinsediamento generosa e comune.

 

Gli Stati membri hanno recentemente dimostrato la propria capacità ed la propria volontà politica nel superare le preoccupazioni sulla sovranità nazionale e sulle differenze delle singole legislazioni lavorando insieme per un comune approccio europeo alla lotta contro il terrorismo. Ciò è in netto contrasto con l’apparente assenza di volontà ad accordarsi su una legislazione europea sull’asilo che superi i divari tra le politiche nazionali e alzi gli standard ad un livello conforme ai diritti umani internazionali e alla legge sull’asilo. I recenti dibattiti al Consiglio dell’Unione Europea sulle procedure di asilo e sui ricongiungimenti familiari sono chiari esempi di questo orientamento.

 

Il Vertice di Laeken deve segnalare un cambiamento reale di rotta da parte degli Stati membri in favore di una significativa armonizzazione degli standard dell’asilo. Si richiede urgentemente una visione europea a lungo termine per predisporre standard legislativi che riflettano la migliore pratica esistente e stabilire un sistema di condivisione delle responsabilità che vada oltre le attuali frontiere dell’Unione Europea e si estenda ai paesi candidati. Senza un impegno verso un processo di armonizzazione orientato verso al protezione e dotato di principi, l’ECRE teme che gli Stati dell’Unione Europea rischino di adottare una legislazione che riflette soltanto le posizioni divergenti degli Stati stessi.

 

L’approccio più coerente per gestire tutte le proposte di legge sull’asilo attualmente in discussione è innanzitutto raggiungere una comune definizione di chi necessita protezione internazionale ai sensi della Convenzione sui Rifugiati ed uno schema aggiuntivo di protezione Europea. L’adozione di una definizione comune dovrebbe precedere un accordo sugli standard comuni per le procedure di asilo, le condizioni di accoglienza e l’allocazione di responsabilità per l’esame delle richieste di asilo. Ciò è necessario per mettere fine in Europa all’attuale “lotteria per (ricevere) protezione”.

 

I Governi da soli non possono costruire un’area di libertà, sicurezza e giustizia in Europa. I principi di trasparenza, controllo democratico e dialogo con la società civile, stabiliti a Tampere, devono tradursi in un’azione concreta ed in un dialogo aperto e informato tra la società civile, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, i Parlamenti nazionali ed europeo ed il Consiglio dell’Unione Europea.

 

Chiediamo ai Governi europei di dimostrare leadership politica e di porre fine alla contraddizione secondo cui le libertà che sono date per scontate dai cittadini dell’Unione, vengono negate a coloro le cui circostanze li hanno condotti a cercare giustificatamente accesso al territorio.

 

 

                                                           Consiglio Europeo per i Rifugiati e gli esuli

                                                           9.12.2001

 

 

 

 

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