Raccomandazioni “Chiave” ECRE

 

 

Costruire un sistema di asilo comune

 

 

 

1.     Il nucleo principale di un sistema comune di asilo per l’Unione Europea deve pienamente riflettere i principi e gli obblighi dei diritti umani e del diritto di asilo a livello internazionale, così come la tradizione umanitaria dell’Europa.

 

2.     Il fondamento di un sistema di asilo comune deve essere un intesa comune su chi è eleggibile per una protezione ai sensi della Convenzione sui rifugiati e per uno schema di protezione complementare per tutta l’Unione Europea. L’adozione di una definizione comune dovrebbe precedere l’accordo su standard comuni in materia di procedure di asilo e misure di accoglienza.

 

3.     L’armonizzazione deve essere legata a misure finalizzate a rafforzare la capacità istituzionale degli Stati membri che hanno un sistema di asilo meno sviluppato e dei paesi candidati tramite un più generoso sostegno finanziario attraverso il Fondo Europeo per i Rifugiati e il programma PHARE.

 

 

 

Accesso alla Protezione

 

4.     Nel corso del processo di trasparenza degli accordi dell’Unione Europea nell’ordinamento interno, gli Stati membri devono conciliare le, sin qui concordate, misure di controllo dell’immigrazione con i loro obblighi internazionali nei confronti dei rifugiati e dei richiedenti asilo. Devono essere mantenute le promesse fatte a Tampere di tutelare colo che richiedono protezione o accesso all’Unione Europea.

5.     Nell’ambito del processo di trasposizione dell’acquis dell’Unione Europea ai paesi candidati, deve essere adottato un approccio coerente che preveda una ponderazione tra le responsabilità umanitarie, il rafforzamento dei controlli alle frontiere così come la lotta contro qualunque tipo do traffico di persone.

 

6.     L’ECRE auspica un dibattito aperto a livello europeo sui passi positivi da intraprendere per assicurare l’accesso all’Unione Europea e allo stesso tempo per ridurre l’uso di canali illegali di immigrazione da parte di persone che necessitano di protezione internazionale. Questo deve includere un impegno dell’Unione Europea a partecipare al programma di reinsediamento dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite e una valutazione attenta di altre misure adeguate.

 

L’integrazione dei rifugiati

 

7.     Gli Stati membri dell’Unione Europea devono impegnarsi per mettere in atto, nella fase di determinazione dello status di rifugiati, misure che tengano conto dell’eventuale integrazione di coloro ai quali viene infine riconosciuta la protezione nel paese di asilo. Considerato l’impatto di misure di accoglienza sull’integrazione a lungo termine di coloro a cui viene garantita protezione, è necessario fare sforzi per facilitare fin dall’inizio l’accesso al mercato del lavoro per i richiedenti asilo e per garantire il loro diritto alla libertà di movimento.

 

8.     I diritti socio-economici dei titolari di una forma complementare di protezione dovrebbero essere equivalenti a quelli garantiti ai rifugiati in base alla Convenzione.

 

9.     Lo sviluppo di una società tollerante e inclusiva è un requisito indispensabile per una piena integrazione dei rifugiati. Politici e Istituzioni dovrebbero garantire una leadership politica e orientare il dibattito pubblico verso al tolleranza e la non discriminazione. Il bisogno di una tale leadership politica è più forte dopo gli eventi dell’11 Settembre.

 

La responsabilità dell’Europa nel mondo

 

 

10.  I paesi dell’Unione Europea devono approfittare dell’opportunità offerta dal vertice di Laeken e della volontà politica manifestata all’indomani degli eventi dell’11 Settembre per dare senza indugio attuazione pratica all’impegno di un approccio globale nei confronti dei paesi di origine. Un tale impegno deve tradursi in un approccio equilibrato ai temi riguardanti al cooperazione in materia di giustizia e affari interni, di sicurezza nazionale, di polizia estesa, nonché di aiuti umanitari e di cooperazione allo sviluppo.

        

11.  Le future misure di cooperazione con paesi terzi dovrebbero cercare di incentrarsi sulle cause primarie di immigrazione volontaria e involontaria, incluse la riduzione della povertà, la protezione dei diritti universali e la promozione di istituzioni democratiche.

 

12.  Gli Stati membri devono riconoscere le implicazioni globali insite nelle loro azioni e assicurare che le politiche comuni in materia di asilo dell’Unione Europea rafforzino il sistema globale di protezione dei rifugiati e la condivisione delle responsabilità. Garantire protezione ai rifugiati nel territorio dell’Unione è parte integrante di questo processo.

 

Il processo decisionale

 

13.  L’ECRE invita il Consiglio Europeo a dare la dovuta attenzione alle opinioni del Parlamento Europeo. Nello spirito delle conclusioni di Tampere invita anche i parlamentari nazionali ad insistere per un maggior controllo delle posizioni prese dai loro Governi per conto dei Parlamentari nel seno del Consiglio.

 

14.  Un dialogo aperto e esaustivo con la società civile non dovrebbe limitarsi alle decisioni prese dalla Commissione Europea e dal Parlamento, ma dovrebbe tenere conto degli input ricevuti nel caso dei negoziati fra gli Stati membri. Il Consiglio deve assicurare una maggiore trasparenza nel suo lavoro rendendo pubbliche le bozze dei documenti di volta in volta discussi. Ogni Stato membro dovrebbe iniziare a consultare la società civile e le organizzazioni di rifugiati a livello nazionale sulle loro posizioni durante i negoziati del Consiglio.

 

15.  I Governi devono impegnarsi a stabilire standard significativi che potrebbero richiedere loro dei cambiamenti nelle legislazioni nazionali. Tra le proposte attualmente in esame permettono ai Governi di applicare standard più alti rispetto a  quelli concordati. Questo impegno deve essere rafforzato in modo che i governi richiedono di non abbassare i loro attuali standard nazionali e di orientarsi verso il minimo comune denominatore durante il processo di negoziare delle direttive chiave in materia di asilo