17 gennaio 2001

 

 

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime preoccupazione per i più recenti sviluppi nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), che potrebbero rendere ancora più complesse le operazioni di assistenza alle centinaia di migliaia di rifugiati presenti nel paese. L’ufficio dell’Alto Commissariato a Kinshasa è in contatto con la maggior parte degli 11 uffici dislocati sul territorio congolese, tranne i più remoti come l’ufficio di Aru - al confine con l’Uganda - e quello di Kahemba - al confine con l’Angola, dove è stato anche chiuso l’aeroporto — che non sono al momento raggiungibili via telefono o radio.

La situazione umanitaria nella RDC negli ultimi anni non ha mai cessato di costituire un’emergenza. Dal 1996 la RDC è in preda a una sanguinosa e complessa guerra civile, che vede coinvolti anche eserciti dei paesi confinanti e che ha costretto centinaia di migliaia di persone a cercare rifugio all’estero o all’interno del loro stesso paese. L’Accordo siglato a Lusaka nel luglio 1999 sembrava aver riaperto spiragli di pace, ma i numerosi combattimenti che si sono susseguiti per tutto il 2000 e le generalizzate violazioni dei diritti umani hanno continuato a provocare la fuga di migliaia di persone dalle proprie case. Diversi conflitti coinvolgono infatti il territorio della RDC. Le zone maggiormente interessate dal deterioramento della situazione umanitaria sono la Provincia dell’Equatore, quella Orientale e nell’area della capitale Kinshasa, mentre proseguono le tensioni inter-etniche nella regione del Kivu.

La complessità della situazione in Africa centrale fa sì che la RDC allo stesso tempo ospiti migliaia di rifugiati provenienti dai paesi limitrofi. Ben 6 dei 9 paesi confinanti infatti sono colpiti da conflitti. Come risultato centinaia di migliaia di persone sono fuggite attraverso le frontiere o sono sfollate all’interno dei loro paesi.

RIFUGIATI E SFOLLATI

Attualmente oltre 330mila rifugiati si trovano nella RDC. Di questi, 175mila provengono dall’Angola, 70mila dal Sudan, 50mila dal Ruanda, e altre decine di migliaia da Burundi, Uganda e Repubblica del Congo. Secondo una stima dell’OCHA — l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari — le persone sfollate all’interno del paese sarebbero circa 200mila.

Sono inoltre circa 350mila i rifugiati provenienti dalla RDC che hanno cercato asilo nei paesi limitrofi. La maggior parte di questi si trova in Tanzania (110mila), 100mila nello Zambia, 30mila in Ruanda e altre migliaia da Burundi, Angola e Repubblica Centrafricana. Inoltre, a causa dei rinnovati scontri verificatisi durante il 2000, 100mila persone si sono riversate su una striscia di 700 chilometri lungo i fiumi Ubangui e Congo, che segnano il confine tra la RDC e la Repubblica del Congo (Congo-Brazzaville).

L’ATTIVITA’ DELL’UNHCR NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO

A causa delle scarse condizioni di sicurezza, l’UNHCR fornisce con estrema difficoltà assistenza alle popolazioni rifugiate nella RDC. Le operazioni sono inoltre rese difficili da complicazioni logistiche e amministrative, quali l’assenza quasi totale di infrastrutture, la necessità di autorizzazioni governative per gli spostamenti e il divieto di accedere ad alcune aree.

Lo sforzo dell’UNHCR è comunque rivolto alla protezione dei rifugiati che si trovano nella RDC e alla loro assistenza più immediata, con particolare attenzione all’aspetto sanitario, alla scolarizzazione di bambini e adolescenti e alle necessità specifiche delle donne.

L’UNHCR conta 11 uffici nella RDC (Kinshasa, Aru, Bukavu, Goma, Kahemba, Kimpese, Kisenge, Lubumbashi, Matadi, Mbanza-Ngungu e Mbuji Mayi), e uno staff di 120 operatori, dei quali 26 internazionali e 95 locali. Per coprire i costi delle proprie attività nella RDC per il 2001, l’UNHCR ha richiesto 25 milioni di dollari. <

 

 

 

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