A BARI NESSUNO E STRANIERO ?
ROM: APPELLO PUBBLICO DEI VOLONTARI
Questa è la storia di 9 bambini senza tetto che dal 19 settembre 2000 stanno frequentando la scuola presso i circoli didattici Iapigi 1 e 2 di Bari. Appartengono ad un nucleo Rom proveniente dalla Romania, presente in città da circa 3 anni. I loro genitori, da quando hanno scoperto che esiste una legge per cui anche i loro figli hanno diritto allistruzione [articolo 38 del Testo Unico "i minori stranieri sono soggetti allobbligo scolastico (...) . Leffettività del diritto allo studio è garantita dallo Stato, dalle Regioni, dagli Enti Locali"], rinunciano ai soldi dell elemosina che sino ad allora i piccoli erano abituati a chiedere ai semafori, pur di offrire loro unopportunità che possa riscattarli dalla piaga dellemarginazione.
Nella scuola sono stati accolti con rispetto e affetto dagli altri bambini, dalle maestre, da tutto il personale, dalle famiglie; le direttrici hanno placato i pregiudizi inutili e hanno ritenuto insieme a noi volontari, che fosse indispensabile preoccuparsi di quei bambini anche fuori dalle quattro mura della scuola a fare in modo che fossero puliti, sani e riposati, affinchè la precarietà delle loro condizioni igienico-sanitarie (sono accampati in un terreno che diventa presto fango, in baracchine di legno, senza luce, senzacqua, senza servizi igienici, senza riscaldamento) non si rivelasse per loro stessi e per tutti i loro compagni ragione di discriminazione e di difficoltà.
Così il 26/09/2000 il Provveditore degli Studi di Bari convocò diverse istituzioni (Assessorati alla Solidarietà Sociale e alle Politiche educative giovanili del Comune di Bari, Prefettura, Questura, Tribunale dei Minori, A.S.L. BA/4, Ufficio immigrazione della Regione Puglia, Circoscrizione di Iapigi, Chiesa Russa, Parrocchia Resurrezione, Circoli didattici interessati, volontari promotori) preposte alla risoluzione del caso: almeno a questi bambini e alle loro famiglie che si stanno facendo carico di un tale sforzo di integrazione si deve offrire una dimora dignitosa, che li protegga dal freddo, dalla sporcizia, dagli spietati ordini di sgombero.
Resa pubblica la promessa di prefabbricati da parte della Caritas, al Comune si chiese soltanto di urbanizzare un terreno per impiantarli: a Iapigi o altrove non faceva ancora alcuna differenza, purchè tutto si realizzasse in tempi brevissimi per prevenire linverno e per non interrompere più tardi processi di interazione e di scolarizzazione già avanzate. LAssessore DOria (Politiche educative) affermò di diversi consultare con lassessore Melchiorre (solidarietà Sociale), che, pur invitato aveva ritenuto opportuno non partecipare a questa conferenza di servizi, promise a noi volontari e a tutte le
istituzioni presenti una risposta in 3 giorni.
Comincia così lOdissea: tre mesi di rimpalli fra Assessorati, incontri-non incontri, promesse non mantenute, inseguimenti telefonici, informazioni sbagliate.
Il 10/10/2000 non ricevendo ancora nessuna risposta ad alcune sollecitazioni, interpelliamo per la ricerca del terreno anche lAssessore Avantagiati (Patrimonio).
Anche la Caritas, tramite una lettera incalza perchè il problema abbia una soluzione. Ribadendo ufficialmente la disponibilità dei prefabbricati. Il 27/11/2000 finalmente "il vertice si tiene".
Risultato? Apprendiamo solo dalla stampa del 2/12/2000, nonostante i numerosi tentativi di metterci in contatto diretto con gli Assessori, che "non ci sono suoli urbanizzati di proprietà comunale su cui installare il prefabbricato": dunque i Rom possono restare per strada tutto linverno, i bambini possono restare per strada, i neonati possono stare per strada.
Oggi, di fatto, i bambini continuano a frequentare la scuola ed il doposcuola, con il sostegno di noi volontari e Della Parrocchia Resurrezione che ha offerto loro le proprie risorse umane e materiali perchè quelle famiglie possono avere garantita almeno una doccia calda a settimana e luoghi per i compiti, il gioco, lincontro con volti amici.
Così oggi Iapigi vive con i Rom: studiano insieme, giocano insieme, litigano insieme, si mettono daccordo insieme, dai balconi piovono doni per loro e proteste quando tutta quellallegria disturba le pennichelle pomeridiane; i genitori dei bambini baresi talvolta si accollano le spese scolastiche anche per i piccoli rumeni; le scuole continuano ad essere una preziosa interfaccia fra il quartiere ed i suoi nuovi ospiti, affinchè nessuno sia danneggiato.
Ma che ne è stato dellimpegno del Comune?
Che ne è delle Sue responsabilità(accoglienza, scolarizzazione, garanzia di minimi standard igienico-sanitari...)?
Che ne è di quello slogan che ha campeggiato a lungo in tutta la nostra città?
"A Bari Nessuno è Straniero" affermava il sindaco, lo stesso al quale oggi chiediamo di incontrarci nella ricerca di una soluzione.
Limpegno dei volontari può materialmente solo tamponare lemergenza di questa situazione, che pretende di essere affrontata con una seria politica dellaccoglienza fatta di strutture e servizi e non solo di parole.
A tutte le istituzioni, le associazioni, gli esponenti politici, i cittadini chiediamo di incontrarci al più presto e di esprimersi pubblicamente su questa scandalosa manifestazione di indifferenza nei confronti dellinfanzia e degli stranieri in difficoltà: non garantire le elementari condizioni di sopravvivenza è pari a rimettere i bambini ai semafori, simbolo dellemarginazione che adulti e bambini subiscono in questa "città aperta sul mare".
Bari, 5/12/2000
I volontari
Giuliana Martiradonna Gianni Macina
Francesca Fanelli Claudia Campanella
Per collaborazione, informazioni e adesioni: Giuliana Martiradonna:033963556659
giocagiuly@libero.itASSEMBLEA PUBBLICA (a cura di volontari del C.I.S.C.A.I.)
Mercoledì 20 Dicembre 2000 ore 16.30 presso parrocchia "Resurrezione" (via Caldarola n°30-Bari Iapigi)