Giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura

 

 

In occasione della Giornata internazionale a sostegno delle Vittime di Tortura, il prossimo 26 giugno il Consiglio Italiano per i Rifugiati invita la stampa e l’opinione pubblica italiana all’inaugurazione del Laboratorio di restauro LIBRE nell’ambito del Progetto VITO – Accoglienza e Cura delle Vittime di Tortura.

 

Un formatore esperto nel restauro di tappeti e tessuti d’arte tribale coordina, all’interno del Laboratorio, le attività di un gruppo di richiedenti asilo e rifugiati, favorendone  il recupero dell’autostima e il processo di integrazione nel paese ospitante.

 

La tortura è una pratica utilizzata in molti Stati per infliggere intenzionalmente dolore e sofferenze psichiche e fisiche alla vittima, non allo scopo di ucciderla, ma per distruggerne la personalità. Sempre più spesso sono vittime di tortura i bambini, assoldati dagli eserciti locali o torturati per punire i genitori e terrorizzare la comunità, e le donne, costrette a vivere il doppio dramma dello stupro e della gravidanza forzata.

 

L’articolo 5 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani recita: “Nessuno dovrà essere sottoposto a tortura o trattamenti o punizioni crudeli, inumani e degradanti”.

La Convenzione contro la Tortura (CAT) del 1987 rimane il trattato meno ratificato tra quelli principali sui diritti umani, con 123 Stati aderenti e 70 che ancora mancano all’appello. Ogni giorno la tortura viene praticata in oltre un terzo dei 188 Stati membri delle Nazioni Unite, inclusi i membri che hanno ratificato la Convenzione.

 

Martedì 26 giugno 2001 a Roma presso il Laboratorio LIBRE, in Via della Reginella 23 (centro storico), dalle 16.00 alle 19.00, lo staff del Progetto VITO è a disposizione del pubblico e della stampa per dare informazioni sulle attività del Laboratorio. Verrà inoltre data lettura del messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, in ricordo di tutte le vittime della tortura: quelle che sono sopravvissute e quelle che sono perite con la più tremenda delle morti.