Speciale Africa

Il dramma dei rifugiati

 

 

17 luglio 2001

 

Tra i grandi problemi che affliggono il continente africano - la povertà, l'Aids, la questione del debito - grande rilevanza assume la condizione di instabilità politica di molti paesi, che si traduce in una serie di conflitti ancora irrisolti che si protraggono da anni e che continuano a produrre massicci spostamenti di popolazione. In alcuni casi si tratta di crisi decennali, di cui si parla poco e che rendono disperata la situazione umanitaria dei civili.

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) si occupa in Africa di 5,3 milioni di persone, su un totale di 21,1 in tutto il mondo. La cifra relativa all'Africa comprende 3,6 milioni di rifugiati, 1,3 milioni di sfollati - persone costrette a lasciare le proprie abitazioni per gli stessi motivi dei rifugiati, ma che non hanno attraversato un confine internazionale - e 300mila rifugiati che l'Alto Commissariato ha assistito nel rimpatrio.

Durante il 2000, oltre 445mila nuovi rifugiati hanno cercato asilo in vari paesi dell'Africa e quasi 279mila rifugiati - il 35% del totale mondiale - hanno fatto ritorno alle proprie case, soprattutto in Eritrea, Somalia, Liberia, Sierra Leone e Ruanda.

 

I 10 principali rimpatri in paesi africani nel 2000

Eritrea

68.000

Repubblica Democratica del Congo

14.800

Somalia

53.900

Angola

8.800

Liberia

42.400

Burundi

6.800

Sierra Leone

40.900

Congo

5.600

Ruanda

26.300

Kenya

4.900

 

I principali paesi africani di origine di rifugiati all'inizio del 2001

Burundi

567.000

Eritrea

377.100

Sudan

485.000

Repubblica Democratica del Congo

365.000

Somalia

441.600

Liberia

273.200*

Angola

421.200

Ruanda

114.000

Sierra Leone

401.800*

Etiopia

43.600

 

I principali paesi africani di asilo di rifugiati all'inizio del 2001

Tanzania

680.900

Uganda

236.000

Guinea

427.000*

Kenya

206.100

Sudan

401.000

Etiopia

198.000

Repubblica Democratica del Congo

332.500

Repubblica del Congo

123.200

Zambia

250.900

Costa d'Avorio

120.700

 

* Le cifre con l’asterisco non comprendono gli spostamenti avvenuti tra settembre e dicembre 2000, quando l'UNHCR non aveva accesso ai campi in Guinea.

 

 

AFRICA CENTRALE E OCCIDENTALE

 

Sono 1,6 milioni le persone che attualmente rientrano nella competenza dell’UNHCR in 21 paesi dell’Africa centrale e occidentale. La metà di queste sono rifugiati provenienti principalmente da Sierra Leone (394.891), Liberia (259.327), Sudan (53.587) e Ciad (48.850). In particolari circostanze, l’UNHCR ha assistito olltre 410mila sfollati in Sierra Leone e Liberia.

 

Rifugiati nei principali paesi d’asilo dell’Africa centrale e occidentale

Le cifre, al 1° aprile 2001, comprendono anche i rifugiati non assistiti dall’UNHCR

Guinea

192.813

Camerun

41.560

Costa d’Avorio

119.811

Senegal

20.739

Liberia

69.762

Gabon

18.005

Repubblica Centrafricana

47.584

Ciad

17.687

 

La situazione nella regione si è aggravata nel settembre 2000 quando aree della Guinea vicine al confine con la Sierra Leone e la Liberia sono state coinvolte nel conflitto. Le aggressioni hanno costretto alla fuga migliaia di guineani e di rifugiati, inducendo l’UNHCR a trasferire verso l’interno i rifugiati che si trovavano nella regione di Parrot’s Beak, presso il confine con la Sierra Leone. Nei primi cinque mesi dell’anno 60mila rifugiati – principalmente sierraleonesi, ma anche liberiani – sono stati trasferiti in campi più sicuri in zone più interne della Guinea. Dall’inizio della crisi in Guinea, nel settembre 2000, altri 55mila rifugiati hanno fatto ritorno in Sierra Leone. Parte di questi (26.850) ha beneficiato del trasporto via nave da Conakry – organizzato da UNHCR e OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) - mentre altri sono rimpatriati autonomamente. Inoltre si pensa che diverse altre migliaia sarebbero rimpatriate e si sarebbero stabilite in aree ancora controllate dai ribelli, nelle quali l’UNHCR e le altre agenzie umanitarie hanno accesso limitato. Questi movimenti di rimpatrio si sono verificati in un breve periodo di tempo ed hanno messo sotto pressione le comunità e le infrastrutture locali. Attualmente i rifugiati sierraleonesi sono 195.895 e si trovano soprattutto in paesi dell’Africa centrale e occidentale.

In Sierra Leone l’UNHCR è impegnato nella reintegrazione dei rifugiati che vi hanno fatto ritorno. Comunità a nord della capitale Freetown e nel sud del paese hanno accolto oltre 20mila rimpatriati, mentre altri circa 10.500 sono assistiti in campi di reinsediamento temporaneo. Da settembre 2000 i centri di transito di Freetown sono sovraffolati. Nonostante segnali incoraggianti - tra i quali gli sviluppi nel processo di pace e il dispiegamento di truppe di peacekeeping delle Nazioni Unite in aree in precedenza controllate dai ribelli - le attuali condizioni di sicurezza non permettono ancora all’UNHCR di promuovere il rimpatrio su vasta scala.

Durante i primi tre mesi del 2001, nella Liberia settentrionale una campagna governativa contro i ribelli ha provocato massicci spostamenti di popolazione, in fuga soprattutto dalla contea di Lofa. Migliaia di rifugiati sierraleonesi che si trovavano in Liberia hanno fatto ritorno in patria, spesso in condizioni difficili. La generale instabilità ha inoltre causato spostamenti forzati di popolazione all’interno della Liberia, molti liberiani sono fuggiti verso la Costa d’Avorio e la Sierra Leone, mentre il confine con la Guinea è rimasto chiuso. Nel maggio 2001, gruppi di richiedenti asilo liberiani che cercavano di entrare nel sud della Guinea sono stati respinti. Dal 1997, con il miglioramento delle condizioni di sicurezza in Liberia, l'UNHCR ha potuto avviare il rimpatrio nel paese e da allora ha assistito 159mila rifugiati liberiani dei 367mila complessivamente rimpatriati. Attualmente 221.246 rifugiati liberiani si trovano fuori dal proprio paese, soprattutto in paesi dell’Africa centrale e occidentale.

 

 

AFRICA MERIDIONALE

 

Nei 14 paesi dell’Africa meridionale, l’UNHCR si occupa attualmente di 595mila persone. Di questi, 335mila sono rifugiati provenienti soprattutto dall’Angola (234.538) e dalla Repubblica Democratica del Congo (73.117). Lo Zambia è il paese che ospita il maggior numero di rifugiati nella regione, 258.661, soprattutto angolani.

 

Rifugiati nei principali paesi d’asilo dell’Africa meridionale

Cifre al 1° maggio 2001

Zambia

258.661

Zimbabwe

4.422

Namibia

30.049

Botswana

3.707

Sud Africa

16.672

Mozambico

2.621

Angola

12.105

Swaziland

1.014

Malawi

5.890

 

 

 

Nel luglio 2000, l’UNHCR ha avviato in Angola un programma di assistenza a circa 250mila sfollati nelle provincie di Luanda, Uige e Zaire. La situazione in Angola resta una delle più preoccupanti dell’intero continente africano. Il paese è sconvolto da una guerra civile che dura dall’anno della sua indipendenza – il 1975 – e che fa seguito a 14 anni di guerra contro la potenza coloniale portoghese. I combattimenti sono ricominciati nel 1998, dopo il collasso dell’Accordo di pace del 1994. Negli ultimi mesi, il movimento ribelle dell’UNITA ha aumentato le offensive su diversi fronti, causando sempre più vittime, rifugiati e sfollati. Il numero degli sfollati è il più alto di tutta l’Africa, ammontando a 3,8 milioni di persone, quasi un terzo della popolazione totale del paese di 12 milioni di abitanti. I rifugiati provenienti dall’Angola sono 414.118, distribuiti in vari paesi dell’Africa meridionale e nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).

L’UNHCR in Angola assiste anche 12mila rifugiati provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo, 2mila dei quali vorrebbero rimpatriare. Molti altri invece sono ancora riluttanti a tornare nel paese a causa dell’insicurezza in alcune zone. L’Angola è tuttora uno dei paesi a più alta densità di mine del mondo. Stime di varie organizzazioni impegnate nello sminamento variano dai 5 ai 12 milioni di mine. Tale situazione rende ogni assistenza umanitaria fortemente dipendente dalla sicurezza.

Nel giugno di quest’anno i capi di stato di Angola, Namibia e Zambia si sono incontrati a Lusaka, rinnovando la loro condanna nei confronti del leader dell’UNITA, Jonas Savimbi, per aver intensificato il conflitto ed esprimendo preoccupazione per i rifugiati e gli sfollati angolani. In gennaio l’Angola è inoltre diventato il primo paese africano ad adottare ufficialmente princìpi riguardanti gli sfollati in linea con i Princìpi guida delle Nazioni Unite sull’assistenza degli sfollati, un passo che ha contribuito a facilitare l’attività dell’UNHCR in favore di tale categoria nel paese.

L’incessante conflitto tra UNITA e forze governative in varie aree del paese ha costretto un ingente numero di persone a cercare rifugio nei paesi limitrofi. Nei primi mesi del 2000 i rifugiati angolani nello Zambia hanno raggiunto la cifra di 200mila. Il flusso è poi proseguito alla media di circa 1.000 persone al mese fino ad aprile, quando ha cominciato a decrescere. L’UNHCR e il governo dello Zambia hanno dovuto occuparsi di un gran numero di ex combattenti che hanno deposto le armi e chiesto asilo nel paese. Nello Zambia orientale è stato allestito un campo che ora ospita circa 1.000 ex combattenti dell’UNITA.

I combattimenti nella provincia del Katanga, nella Repubblica Democratica del Congo, alla fine dello scorso anno hanno causato la fuga di congolesi nel nord dello Zambia. Durante i primi mesi del 2001 si è poi registrato un flusso costante. Circa 15mila congolesi sono stati trasferiti in un campo, mentre 5mila si sono stabiliti spontaneamente lungo la frontiera, portando a 50mila il numero totale di rifugiati congolesi nello Zambia. Un cauto ottimismo per gli sviluppi politici nella RDC ha indotto l’UNHCR a valutare la possibilità di un eventuale rimpatrio dei rifugiati congolesi che si trovano nei vari paesi della regione.

 

 

AFRICA ORIENTALE E CORNO D’AFRICA

 

Attualmente nei sette paesi dell’Africa orientale e del Corno d’Africa l’UNHCR si occupa di 1,5 milioni di persone. Oltre un milione di questi sono rifugiati provenienti da Sudan (339.446), Somalia (281.423) ed Eritrea (368.969). Il Sudan, oltre ad essere paese di orgine del maggior numero di rifugiati, è anche il paese che nella regione ospita più rifugiati. Altre persone che rientrano nel mandato dell’UNHCR sono rimpatriati e sfollati.

 

Rifugiati nei principali paesi d’asilo in Africa Orientale e Corno d’Africa

Cifre al 1° luglio 2001

Sudan

414.800

Gibuti

23.243

Uganda

238.040

Eritrea

2.030

Kenya

213.610

Somalia

560

Etiopia

197.959

 

 

 

La grande maggioranza dei rifugiati del Corno d’Africa si trova in esilio da più di dieci anni. I primi rifugiati eritrei sono fuggiti in Sudan nel 1967 ed hanno cominciato a far ritorno nel paese solo nel 1995, con periodici movimenti di rimpatrio. La guerra civile in Sudan è entrata nel suo diciassettesimo anno, causando sin dall’inizio spostamenti forzati di popolazione sia all’interno che all’esterno del paese, mentre i primi rifugiati somali hanno cominciato a lasciare il proprio paese nel 1988, quando la Somalia nord-occidentale ha dato vita a una lotta per separarsi dal resto del paese. Altre centinaia di migliaia di somali sono poi fuggite nel 1991, con la caduta del regime di Siad Barre e la susseguente esplosione del conflitto civile.

Rifugiati sudanesi. Sono ancora limitati i risultati prodotti dai tentativi, messi in atto dai vari paesi, per trovare soluzioni al problema. Nonostante l’impegno dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD) per promuovere la pace tra il governo del Sudan e il Movimento di liberazione del popolo sudanese (SPLM), il processo di pace in Sudan ha compiuto progressi ancora insoddisfacenti. La guerra civile nel frattempo ha mostrato deboli segnali di rallentamento, continuando a costringere migliaia di sudanesi a cercare rifugio nei paesi limitrofi o all’interno dello stesso Sudan. Durante il 2000, 30mila “nuovi” rifugiati sudanesi sono fuggiti in Uganda, Kenya ed Etiopia, che complessivamente ospitano 340mila rifugiati sudanesi. Si fa sempre più urgente la necessità di trovare soluzioni alternative alla protratta situazione dei rifugiati sudanesi. Oltre al proseguire della guerra civile infatti le opportunità di integrazione nei paesi d’asilo restano estremamente limitate. Nel 1999 il governo statunitense ha accettato di reinsediare 3.400 giovani sudanesi non accompagnati. La maggioranza di questi giovani, i cosiddetti lost boys, si trova nei campi del Kenya. Il primo gruppo di essi ha lasciato il campo di Kakuma, in Kenya, per gli Stati Uniti nel novembre 2000. La maggior parte di loro è già arrivata negli USA con una serie di voli che terminerà entro la metà del 2001. Altri 900 rifugiati sudanesi in Etiopia sono stati reinsediati in paesi terzi.

Rifugiati somali. L’UNHCR è impegnato nella ricerca di soluzioni durature anche per i rifugiati somali che si trovano nella regione. Durante il 2000, l’UNHCR ha assicurato il reinsediamento in paesi terzi a 6.673 somali rifugiati nei paesi del Corno d’Africa. I rifugiati somali costituiscono il più numeroso gruppo di rifugiati reinsediati, ma alla fine di giugno 2001, 264mila rifugiati somali si trovavano ancora nei paesi del Corno d’Africa. L’Accordo di Arta, siglato nel maggio 2000 a Gibuti dai leader somali, non si è tradotto nel varo di un governo di larga intesa capace di ripristinare l’ordine ed eventualmente di creare condizioni favorevoli per il rimpatrio delle centinaia di migliaia di rifugiati somali che si trovano nella regione. L’UNHCR ha comunque mantenuto una politica di promozione del rimpatrio volontario dei rifugiati somali verso aree di relativa pace e stabilità ed ha comunque assistito il rimpatrio di coloro che volessero far ritorno in aree di crisi, dopo una specifica richiesta da parte dei rifugiati e dopo averli informati della situazione. Durante il 2000, circa 54mila rifugiati somali hanno fatto ritorno nel nord-ovest del paese soprattutto dai campi dell’Etiopia, ma anche da Kenya e Gibuti. Altri 8.026 etiopi che si erano uniti ai rifugiati e risiedevano nei campi, sono stati riaccompagnati nelle loro comunità. Alla fine di giugno, altri 22.516 rifugiati somali in Etiopia sono rientrati nel nord-ovest della Somalia, nell’ambito di un programma che dovrebbe portare, entro la fine dell’anno, alla chiusura di tre degli otto campi che ospitano rifugiati somali in Etiopia. Si prevede inoltre che durante il 2001 altri rifugiati somali faranno ritorno dal Kenya e dallo Yemen.

Rifugiati eritrei. La cessazione delle ostilità tra Eritrea ed Etiopia nel luglio del 2000 e il dispiegamento quest’anno di truppe di peacekeeping delle Nazioni Unite al confine tra i due paesi, ha creato condizioni favorevoli per il rimpatrio di circa 170mila rifugiati eritrei che si trovano in Sudan. La maggior parte di essi si trova in esilio in Sudan da decenni e costituisce una delle popolazioni di rifugiati al mondo di più lunga data. Il primo gruppo di eritrei infatti è fuggito in Sudan nel 1967, all’inizio della guerra d’indipendenza eritrea nei confronti dell’Etiopia. Circa 147mila di loro vivono in 23 campi in Etiopia. L’UNHCR prevede di completare il rimpatrio di questi rifugiati – insieme a 27mila dei circa 100mila che hanno lasciato il paese lo scorso anno e che non hanno ancora fatto ritorno in patria – entro il mese di dicembre del 2002. Circa 62mila dovrebbero rientrare entro la fine di quest’anno. Questo programma di rimpatrio deriva da un accordo raggiunto un anno fa dall’UNHCR e dai governi di Sudan ed Eritrea. Al contrario, circa 200mila rifugiati eritrei – che non sono assistiti dall’UNHCR e che vivono in vari centri urbani del Sudan – probabilmente resteranno in questo paese. La maggior parte di essi infatti non ha espresso l’intenzione di rimpatriare.

Rifugiati etiopici. Nel marzo 2000 l’UNHCR ha applicato la clausola di cessazione nei confronti dei rifugiati etiopici che avevano lasciato il paese prima del 1991, (per il venir meno delle condizioni che li avevano costretti a fuggire). Tale decisione ha riguardato i rifugiati etiopici in tutti i paesi d’asilo, in tutto il mondo. Il gruppo più numeroso di essi – 12mila - si trovava nei campi del Sudan. Si stima che il doppio di tale cifra si trovasse nei centri urbani. Oltre 3.500 rifugiati etiopici fuggiti prima del 1991 si trovava in aree urbane del Kenya. A causa del riesplodere del conflitto tra Eritrea ed Etiopia nel maggio 2000, l’attuazione della clausola in Sudan è stata rinviata. Tra dicembre 2000 e marzo 2001, comunque, l’UNHCR ha potuto assistere oltre 10mila di questi rifugiati etiopici nel rimpatrio. I rifugiati che hanno espresso l’intenzione di restare in Sudan o in Kenya sono stati consigliati di contattare i governi di questi paesi, per essere autorizzati a restare secondo le normali procedure di immigrazione o per veder riconosciuta l'ulteriore necessità di asilo. Nel periodo 1993-1998 oltre 70mila rifugiati etiopici in Sudan e circa 50mila in Kenya sono stati assistiti nel rimpatrio. Sono oltre 15mila i rifugiati etiopici ancora nella regione del Corno d’Africa. A seguito delle recenti tensioni politiche in Etiopia, l’UNHCR sta registrando un nuovo flusso di rifugiati – soprattutto studenti – verso i paesi limitrofi.

 

 

GRANDI LAGHI

 

L’UNHCR si occupa di 1,3 milioni di persone nei cinque paesi della regione africana dei Grandi Laghi, Tanzania, Burundi, Ruanda, Repubblica del Congo e Repubblica Democratica del Congo. Di questi, 1,2 milioni sono rifugiati, provenienti soprattutto da Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Angola e Sudan.

 

Rifugiati nella regione dei Grandi Laghi

Le cifre, al 1° gennaio 2001, si riferiscono ai paesi d’asilo e includono rifugiati non assistiti dall’UNHCR

Tanzania

681.000

Ruanda

30.118

Repubblica Democratica del Congo

332.464

Burundi

27.136

Repubblica del Congo

123.240

 

 

 

La Tanzania è il paese che ospita la popolazione più numerosa di rifugiati in tutto il continente africano, 681mila, dei quali 511mila assistiti dall’UNHCR. La Tanzania ospita principalmente rifugiati che provengono dal Burundi, il paese di origine del secondo gruppo di rifugiati più numeroso al mondo di cui si occupa l’UNHCR. Il protrarsi dei conflitti nella regione dei Grandi Laghi continua a costringere migliaia di persone a fuggire verso la Tanzania e lo Zambia. Durante il 2000 infatti oltre 80mila burundesi e quasi 12mila congolesi RDC hanno cercato riparo in Tanzania. Ciò si è tradotto in un incremento di 89mila rifugiati, uno dei più alti aumenti di popolazione rifugiata in un anno. Il protrarsi dell’instabilità politica in Burundi e l’incertezza nella Repubblica Democratica del Congo impediscono tuttavia all’UNHCR di incoraggiare il rimpatrio volontario in questi paesi. L’opzione dell’integrazione locale invece non è favorita dal governo della Tanzania, in particolare nel caso dei rifugiati burundesi.

Come previsto dagli Accordi di pace e riconciliazione per il Burundi siglati ad Arusha, l’8 maggio 2001 l’UNHCR e i governi di Burundi e Tanzania hanno sottoscritto un accordo tripartito sul rimpatrio volontario dei rifugiati burundesi che si trovano in Tanzania. L’accordo è finalizzato a creare un quadro per programmare e poi – quando la situazione in Burundi lo permetterà – attuare il rimpatrio. L’UNHCR tuttavia non sta ancora promuovendo il rimpatrio in Burundi, poiché la situazione nel paese è tuttora estremamente instabile. Attualmente sono 573mila i rifugiati burundesi in Tanzania e Repubblica Democratica del Congo.

Sono invece 310mila i rifugiati congolesi RDC in tutti paesi della regione dei Grandi Laghi, oltre che in Uganda, Repubblica Centrafricana, Gabon, Zambia e Angola. L’offensiva dell’esercito ruandese nel Katanga, provincia sud-orientale della Repubblica Democratica del Congo, alla fine dello scorso anno ha costretto 14mila persone a fuggire nello Zambia. Allo stesso tempo, gli scontri tra ribelli e forze governative nella provincia nord-orientale dell’Equateur hanno causato la fuga di 85mila persone nella vicina Repubblica del Congo. Nonostante tali sviluppi dello scorso anno, vi è un rinnovato ottimismo per un passo in avanti nell’attuazione dell’Accordo di Lusaka per il cessate-il-fuoco siglato nel 1999.

Nonostante il conflitto interno, che ha costretto 310mila persone a fuggire nei paesi limitrofi, la Repubblica Democratica del Congo continua ad ospitare rifugiati. Attualmente sono oltre 330mila i rifugiati presenti nel paese, provenienti soprattutto da Angola, Burundi, Repubblica del Congo, Ruanda e Sudan. Inoltre, secondo stime delle Nazioni Unite, 1,8 milioni di persone sarebbero sfollate all’interno del paese.  

 

 

 

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